Be Careful What you Wish For...

Bulma sbatté le palpebre sui suoi occhi stanchi e rossi. Doveva aver dormito al massimo due ore. Sbadigliò forte e continuò a lavarsi i denti. Se non si sbrigava, sarebbe arrivato tardi al lavoro.

Bulma quasi spezzò a metà lo spazzolino da denti. Oh, merda! Bulma si guardò. Cosa faccio? Non posso andare al lavoro come uomo! Un uomo con la coda!

Guardò l’orologio, il tempo correva. Ok, devo solo inventarmi qualcosa, posso dire che sto male o qualcosa del genere. Già, dovrebbe funzionare, farò semplicemente telefonare Bra per dire che non mi sento bene. "Gente, suona così patetico. Dovrò chiedere aiuto a mia figlia per dire che sono malata" disse Bulma riflettendo e facendo schioccare la lingua.

Bulma si raddrizzò la cravatta, gente quegli affari erano scomodi. Come faceva Trunks a metterseli? Diede un colpetto ai capelli e sbuffò seccato, aveva provato di tutto per farli stare giù: mousse, gel, lacca, non aveva funzionato niente! Si passò le dita fra i capelli nero- blu, poi si accorse di dover andare in bagno.

Bulma si raggelò quando adocchiò il bagno, uh oh. Questa non sarebbe stata una buona giornata.

Suonò una sveglia e tre teste si alzarono di scatto.

"Sono in ritardo!" gridarono tutti insieme e saltarono su, correndo su e giù come polli. Si scontrarono quando si fiondarono nel bagno tutti in una volta.

"DANNAZIONE!" imprecarono tutti in coro.

"Aspetta un attimo" dissero e si guardarono l’un l’altro.

"State pensando quello che penso io?" chiese un Trunks. Gli altri due annuirono.

"Sì, voi andate al lavoro e io vado ad un appuntamento con Pan" dissero tutti all’unisono.

"Cosa?! No, non lo farai! Aaaah! Basta dire le stesse cose che dico io. Uh, così non va!"

Smisero tutti insieme di tirarsi i capelli e si guardarono a vicenda, con un’altra idea in mente. Misero le mani in cerchio.

"Carta, Sasso, Forbici!"

Tutti Carta.

"Carta, Sasso, Forbici!"

Tutti Forbici.

"Carta, Sasso, Forbici!"

Tutti Sasso.

"Ahhhhh! Neanche questo funziona! Ok, uno di noi vada al lavoro, e uno a chiedere a Pan di uscire. Oh no, ce n’è un altro. Maledizione, perché devo sempre parlare a voce alta! Ho bisogno di aiuto!"

Bra mugugnò fra sé e rotolò giù dal letto, poteva sentire suo fratello (fratelli) strillare come matti da attraverso i muri, anche se erano di un paio di camere più in là. Con un grugnito si alzò e si mise la vestaglia. Si trascinò fino alla camera di suo fratello e aprì la porta.

"Volete fare silenzio, sto cercando di dormire!" ruggì.

Tutti e tre i Trunks si girarono verso di lei con occhi quasi disperati.

Bra sentì del sudore freddo sulla schiena quando si rese conto che sarebbe stato più saggio starsene semplicemente a letto e cercare di tapparsi le orecchie.

"Bra!" gridarono tutti. "Cara, dolce, adorata sorellina, mi serve il tuo aiuto!"

Bra tentò di darsi alla fuga, era molto più veloce di Trunks, ma era numericamente molto svantaggiata, e loro la circondarono come una muta di cani, trascinandola nella loro stanza.

"Bra, scegli. Chi deve andare al lavoro, chi esce a vedere Pan, e che diavolo fa quello rimasto?!" gridarono tutti concitatamente.

Bra si massaggiò con un dito fra le sopracciglia, le stava venendo mal di testa. "Prima di tutto parlate uno alla volta."

I tre Trunks tacquero un momento. "Ok" dissero tutti. "Io starò zitto, parla tu." Dissero tutti insieme indicando il se stesso alla propria destra, finendo col formare un cerchio di dita puntate.

Bra ringhiò, frustrata. Chiuse gli occhi e indicò "Tu sarai il parlatore designato." Aprì gli occhi e vide che aveva indicato quello più vicino a lei.

"Grazie Bra. E adesso cosa faccio?" chiese il Trunks scelto.

Bra si grattò la testa "Credo che dovreste fare un orario. E’ l’unico modo di essere equilibrati. Uno di voi al lavoro di mattina, un altro andrà da Pan, e l’altro può andare ad allenarsi nella Gravity Room. Vi scambierete i compiti durante la giornata, come vi sembra?"

"Grande" disse il Trunks scelto.

"Voglio vedere Pan per primo" dissero tutti in coro.

Gocciolina sulla testa di Bra. "Sarà un lavoraccio."

"Bra!" piagnucolarono tutti, incapaci di fare una scelta.

"Ok, ok! Tu," disse indicando un Trunks "andrai a lavorare di mattina. Tu, vedrai Pan." Disse indicando un altro ancora. "E tu andrai ad allenarti" disse all’ultimo. Il Trunks in mezzo fece un largo sorriso, gli altri si accigliarono.

"Sì, chi è il prossimo ad andare a trovare Pan?" chiesero i due Trunks rimanenti.

La goccia sulla testa di Bra divenne più grande.

Flush!

Bulma uscì dal bagno. "Gente, dovrò mettere un bersaglio su quell’affare" [ce lo vedo il cesso con su un bersaglio da tiro con l’arco! ^_^ ND Fra] disse e si girò a guardare Vegeta. Il saiyan trasformato in umana era ancora addormentato, le coperte tirate solo fino alla vita.

Bulma sussultò, arrossendo. Tirando un sospiro profondo, la raggiunse e la coprì. Era piuttosto strano vedere Vegeta ancora addormentata, era sempre sveglio prima di lei di solito. Bulma sbuffò, l’orologio biologico di Vegeta non funziona quando è in un altro corpo. Accidenti, non so neanche come chiamarlo, voglio dire chiamarla quando ci penso! Bulma si cacciò le dita nei capelli, sconsolato.

"Lasciamo perdere, penserò a ‘luei’ [in originale era shim, ma non c’è un modo di renderlo decentemente in italiano! ^_^] più tardi." Guardò l’orologio. "Sono in ritardo!" Bulma uscì di corsa dalla camera, lasciando una scia di polvere.

Goten mugolò e si girò a pancia in giù, afferrò un cuscino e ci cacciò la testa sotto. La sveglia continuò a suonare nonostante desiderasse con tutte le forze fermarla. Con un guaito scagliò il cuscino sull’orologio. Cadde a terra e il suono fu leggermente attutito dal cuscino che stava sulla sveglia. Sfortunatamente per Goten adesso aveva il sole dritto negli occhi e rimpianse di aver lanciato il cuscino, avrebbe potuto nascondercisi sotto.

"Va bene! Mi alzo!" gridò rabbiosamente e si sedette sul letto. Si stirò le braccia e sbadigliò, scuotendo la testa per cercare di togliere gli ultimi residui di sonno. Si alzò, afferrò dei vestiti dal cassettone e prese la sua roba da bagno. Non aveva voglia di passare dalla porta e scendere le scale, invece aprì la finestra e levitò fuori, fino a terra. Sorrise debolmente quando vide che sua madre si era già svegliata e aveva acceso il fuoco sotto la vasca gigante che la famiglia Son usava di tanto in tanto per fare il bagno. [mai viste quelle specie di vasche a forma di bicchiere, riscaldate con il fuoco sotto? No? Ok.......Le usano in Giappone, e almeno nei templi le usano ancora. ND Fra].

Provò la temperatura e sorrise ancora di più, perfetta. Appoggiò saponette e simili e cominciò a togliersi il pigiama, tutto a fantasia di stelline. Nudo, si tuffò nella vasca e si appoggiò al bordo, era così bello fare il bagno alla mattina. Si svegliava sempre bene e si sentiva rilassato. La mamma si svegliava sempre prima per preparargli un bagno caldo quando aveva un compito in classe importante, come oggi, un gran compito di matematica. Goten si voltò e appoggiò le braccia sul bordo, e ci posò sopra la testa. Quanto era luminosa quella mattina, beh non era troppo sorprendente considerando che c’erano due soli...

"Ma che?!" esclamò Goten guardando in su. Si guardò intorno finché vide quattro sfere luminose nel cielo, e solo una era il sole, le altre erano luci molto grandi fissate agli alberi intorno alla vasca.

"Che sta succedendo?" esclamò Goten girandosi nella vasca. Impallidì considerevolmente quando i suoi occhi atterrarono sul gruppetto con macchina fotografica e tutto il resto dell’equipaggiamento, che non aveva notato mezzo addormentato. Con un gridolino Goten affondò più che poteva nell’acqua della vasca.

"Che state facendo?!" gridò Goten. Notò che era il club di fotografia della scuola. Ma perché quelle ragazze dovevano essere ossessionate dal fargli foto. OH, KAMI! Mi hanno fatto delle foto senza vestiti!

Le ragazze ridacchiarono stupidamente "Continua pure a lavarti, Goten chan! Fai finta che non ci siamo!" gridò una alzando la propria macchina fotografica e scattando un’altra foto della faccia rossa di Goten.

"Assolutamente no! Uscite subito di qui!" gridò Goten. A momenti saltò fuori dall’acqua per rincorrerle, ma ci ripensò considerando che non aveva niente addosso. Quando scattò fuori fino alla vita, le ragazze cominciarono a ululare.

Goten si tuffò di sotto fino al naso in un ribollire di bolle, frustrato. "Perché a me?" disse nell’acqua.

"L’insegnate ci ha detto di trovare un modello per il nostro prossimo compito. Abbiamo tutte scelto te Goten chan!" squittì un’altra tipa.

"E non dovreste chiedere?!" gridò Goten. Si guardò attorno cercando l’asciugamano e fu colto da un attacco di panico quando lo vide qualche metro più in là al suolo.

Goten continuò a strillare dietro le ragazze, ma erano o troppo stupide o troppo innamorate per curarsene, e presto cominciò ad aver freddo per essere stato tanto tempo nell’acqua.

"Uhm, non è che magari vi girereste dall’altra parte così posso uscire?" chiese Goten timidamente.

Per tutta risposta le ragazze alzarono le loro macchine fotografiche, il dito pronto a scattare. Una goccia di sudore apparve sulla testa di Goten.

"Aiuto!" uggiolò. Nella sua mente prese forma un piano disperato.

"Guardate, c’è il mio stupendo migliore amico Trunks!" disse puntando un dito verso gli alberi. Le ragazze mantennero le macchine puntate su di lui. "Uhm,...e sta facendo uno strip tease!" Tutte le ragazze si voltarono nella direzione che indicava Goten. Senza perder tempo il mezzo saiyan saltò fuori della vasca, afferrò l’asciugamano e corse a tutta la velocità permessa dalle sue gambe saiyan.

Grida di protesta lo seguirono mentre raggiungeva la casa, apriva la porta, la sbatteva e la chiudeva a chiave. "Kami, è stato spaventoso!" ansimò. "Oh, gente, ho lasciato i miei vestiti là fuori!" gridò Goten affacciandosi a una finestra e sbirciando fuori per vedere se la massa di ragazze li avesse già confiscati. Alcune si stavano contendendo i suoi boxer con disegno a cuoricini. Goten si allontanò dal davanzale quando alcune ragazze apparvero davanti a lui scattando foto, e quasi cadde all’indietro per lo shock.

"Ahhhh! Andate via!!" gridò correndo al piano di sopra verso la propria camera. Sbatté la porta e ci si appoggiò contro con il fiato corto. "Gente ma che gli è preso?" disse Goten andando verso l’armadio per prendere degli altri vestiti. Appena aprì fu accecato da un assalto di flash quando le due ragazze che erano nascoste nell’armadio cominciarono a scattare foto. Per lo shock Goten lasciò cadere l’asciugamano.

Chichi canticchiava fra sé mentre preparava la colazione. Si fermò quando le sembrò di sentire urlare, un momento fa. Facendo spallucce continuò a sbattere le uova per i suoi uomini affamati. Sentì aprirsi la porta che dava sulla stanza sua e di Goku.

"Buongiorno tesoro" disse guardando dietro di sé. Rimase a bocca aperta quando vide il marito. Goku era vestito in blazer grigi, pantaloni grigi, camicia bianca e cravatta. "G-Goku" balbettò Chichi senza parole alla vista di quell’uomo normalmente vestito in colori sgargianti, adesso in toni del grigio.

Le rivolse un sorriso che non era come i suoi soliti sorrisi ingenui e le si avvicinò, dandole un veloce bacio sulla guancia. "Buongiorno Chichi".

Chichi arrossì e quasi bruciò la colazione. "Stai....bene stamattina."

"Grazie, oggi comincio il lavoro. Voglio fare una buona impressione." Si sedette a tavola e prese il giornale. Aprì direttamente alla pagina economica e cominciò a leggere. Chichi rimase a fissare il marito, era come se fosso un uomo normale. Non un saiyan, non il più forte combattente dell’universo, ma un uomo normale che andava al lavoro in ufficio.

Goku alzò la testa e la guardò da sopra il giornale. "Uhm, Chichi, tesoro."

"Si?"

"Stai bruciando la colazione."

"Cosa?!" gridò Chichi girandosi verso il fornello e vedendo che aveva bruciato quasi tutto. Cercò velocemente di salvare il salvabile.

Gohan mugolò e sentì il collo crocchiare dolorosamente. "Devo comprare un divano più morbido" mugugnò a bassa voce sedendosi. Veramente Gohan aveva bisogno di un divano più grande, le sue lunghe gambe ciondolavano da un bracciolo da una parte, e aveva la testa appoggiata sulle braccia dall’altra, in un modo molto scomodo.

"Cosa farò con la mia classe?" mormorò fra sé mentre si alzava completamente indolenzito. "Beh, potrei dire che sono un supplente o qualcosa del genere. Forse al lavoro oggi non ci dovrei proprio andare." Gohan considerò l’idea, ma presto lasciò perdere. Era troppo attaccato al suo lavoro per prendersi un solo giorno, figuriamoci l’intera settimana.

"Oh, ho un brutto presentimento riguardo a oggi" bofonchiò Gohan e andò a cercare un po’ d’acqua per colazione.

Suonò il campanello.

"Un attimo!" gridò Gohan e si precipitò alla porta. Aprì per vedere Trunks, in camicia a strisce blu e bianche e pantaloni sabbia. "Trunks" disse Gohan un po’ sorpreso. Sbirciò dietro il ragazzo per vedere se c’erano anche gli altri due.

"Buongiorno Gohan. Pan è già sveglia? Pensavo di accompagnarla a scuola."

Gohan sbatté le palpebre, sorpreso. "Uhm, non ne sono sicuro". Fece segno a Trunks di entrare e sedersi.

Farò meglio ad avvertire Pan, pensò Gohan, ma troppo tardi: la sua figlioletta mezza addormentata apparve per le scale stropicciandosi gli occhi, ancora in pigiama.

"Buongiorno papà, cosa c’è per..." gli occhi di Pan si allargarono e le sfuggì un gridolino quando vide Trunks seduto sul divano. Si diede un’occhiata e arrossì quando si accorse di stare indossando il suo pigiama con gli orsetti.

"Papà, perché non mi hai detto che era qui!" gridò Pan correndo di sopra rumorosamente. Quando sbatté la porta fece tremare tutta la casa.

"Oh, sarà in quei giorni" disse Gohan grattandosi la fronte. "Caffè?" chiese a Trunks, che stava ancora guardando nella direzione in cui era sparita Pan.

Trunks si girò verso Gohan con occhi scintillanti "E’ così carina!"

Sulla fronte di Gohan si formò una goccia di sudore. Andò in cucina e si preparò un paio di tazzine di caffè nero. "Almeno posso ancora bere caffè" borbottò mentre si portava la tazzina alle labbra.

Pan cercò di soffocarsi con un cuscino, l’uomo dei suoi sogni l’aveva vista vestita come una marmocchia! "Potrei morire!" gridò nel cuscino.

Si udì un leggero bussare alla porta.

"Papà, vai via!" strillò.

"Sono io Pan. Tutto ok?" chiese la voce preoccupata di Trunks.

Pan si raddrizzò e fu sul punto di lanciare il cuscino dalla finestra. Si impedì in tempo di aprire la porta e farsi vedere vestita in quel modo ridicolo.

"Ho fatto qualcosa che non va, Pan? Mi dispiace mia Tiger Lily. [ Non avevo idea di come rendere in italiano Tiger Lily. Sarebbe un gioco di parole, perché esiste in effetti un tipo di giglio che si chiama Giglio Tigre. Ma vi pare una traduzione decente?!?! Lo lascerò così. ND Fra ]"

Pan emise un sospiro sognante "Mi ha chiamata Tiger Lily" disse ad alta voce.

"Certo, cucciola. Sei forte e aggraziata come un felino predatore [un ghepardo con la faccia da pantegana! ND Fra ], e perfetta come un fiore delicato. [Ci devo pensare io a defenestrare Trunks o lo fate voi? ND Fra ]"

Pan si portò le mani alle guance e scosse la testa "Ohhh, Trunks!"

"Non sei arrabbiata con me Tiger Lily?"

"Assolutamente no!" gridò Pan. Ancora una volta fu lì lì per spalancare la porta e lanciarsi sul dio sceso in terra lì fuori, e si fermò ancora una volta guardando com’era conciata. "Buon Kami, sembro un saiyan" disse guardandosi nello specchio sul muro. Si leccò una mano e cercò di appiattire una selvaggia ciocca di capelli che se ne stava sparata in aria.

"Uhm, Trunk chan. Saresti così caro da aspettarmi al piano di sotto?"

"Solo se mi dai il permesso di accompagnarti a scuola" rispose Trunks con voce canzonatoria.

"Ma certo!" gridò Pan deliziata.

"Allora, ci vediamo di sotto" disse la voce di Trunks e sentì i suoi passi leggeri mentre scendeva le scale.

"Oh! Che uomo!" disse Pan. Poi corse a darsi una sistemata. "Tiger Lily" sorrise fra sé.

Vegeta mugugnò e si rigirò. Stiracchiandosi stese una mano per sentire dove fosse la sua compagna, e continuò a tastare finché cadde dal letto con un guaito.

"Ma che diavolo?!" gridò Vegeta togliendosi il lenzuolo da sopra la testa. Guardando sul letto scoprì che la sua compagna era sparita. "Ma che, dove?" disse guardandosi intorno. "Che ora è?" Vegeta diede un’occhiata all’orologio di fianco al letto. "Le dieci!" gridò la principessa. "Ero ibernato o cosa?" si chiese l’umana. "Gli esseri umani si ibernano?"

Massaggiandosi il deretano ammaccato dalla caduta, Vegeta si alzò e si stiracchiò. "Mi sento ancora così assonnato" borbottò stirandosi le gambe. Un sorrise molto da Vegeta apparve sulle sue labbra ""Niente che un salto nella Gravity Room non possa aggiustare."

Il saiyan diventato umana si mise un paio si shorts in spandex nero e un top bianco senza maniche. Sbuffò allacciandosi un paio degli anfibi di Bulma. I suoi stivali erano troppo grandi per lei e probabilmente le sarebbero volati via se avesse provato a dare un calcio.

Afferrando un asciugamano Vegeta aprì la finestra e si librò nell’aria, o almeno ci provò. Vegeta cadde dritto a faccia in giù. "Owwww!" ululò e si tastò il naso. "Maledizione, avevo dimenticato che non posso volare" sibilò la principessa. Smadonnando fra sé si alzò e uscì passando per la cucina fino nel cortile.

Quando arrivò alla Gravity Room si accorse che era accesa e c’era qualcuno dentro. Come osano usare la mia Gravity Room senza il mio permesso, pensò Vegeta mentre disinseriva la gravità e apriva la porta. Entrò per vedere che era stato Trunks, o almeno uno di essi, che stava facendo un allenamento mattutino. "Non dovresti essere al lavoro?" chiese Vegeta alzando un sopracciglio.

"Oh, in ufficio c’è un altro Trunks, non dovrò andarci fino a stasera." Disse Trunks eseguendo un calcio volante.

Vegeta sogghignò ""Bene, posso usare un punching ball." Chiuse la porta, e cominciò a smanacciare sul pannello di comando. Dopo la terza gravitò Vegeta era spiaccicata per terra, con la gravità ancora in aumento.

"PAPA’!" gridò Trunks. Si precipitò al pannello di controllo e premette il pulsante di emergenza. Dopo aver disinserito la gravità, Trunks si avvicinò di corsa alla donna appiattita a terra. "Tutto bene?"

"C-Certo" balbettò la principessa cercando di alzarsi. Trunks cercò di aiutarla ad alzarsi, le sue mani vennero respinte. "Ho detto che sto bene!" lo spinse via e quasi cadde all’indietro. Trunks afferrò il braccio di suo padre e lo spinse verso la porta. "Sto bene!" ruggì la principessa dei saiyan colpendo peteticamente il braccio del figlio. Cercò di irrigidirsi e puntare i piedi per impedirgli di spingerla, ma l’unico risultato fu che le sue scarpe produssero suoni stridenti mentre Trunks la spingeva facilmente sul pavimento.

"Mi spiace papà, ma non c’è modo che tu possa allenarti nelle tue condizioni. Ti farai male" disse Trunks aprendo la porta.

"Cosa?! Tu, ragazzino, come osi dirmi cosa devo fare" strillò Vegeta colpendolo sulla testa. Trunks non se ne curò minimamente. Tentò di spingere suo padre ancora intenta a manifestare sulla soglia, ma la testarda si aggrappò all’architrave e puntellò i piedi da entrambi i lati.

"Papà. Non essere cocciuto!" gridò Trunks tirando un po’ più forte le braccia del padre. Il saiyan trasformato in umana si rifiutò di mollate, e Trunks aveva troppa paura di farle male per tirare di più. Con un sospiro, le si fece più vicino, le mise un braccio intorno alle spalle, l’altro sotto le gambe, e la sollevò.

"Mettimi giù, baka!" protestò Vegeta continuando a scalciare e gridare mentre Trunks la portava fuori dalla Gravity Room.

"Papà, per favore non fare scenate" disse Trunks trasportando la donna urlante verso la porta di servizio e nella cucina. La posò su una delle sedie di legno.

"Maledizione, Trunks! Cosa diavolo pensi di fare!"

"Papà, per piacere calmati! E’ solo per altri sei giorni. Non puoi aspettare sei giorni?"

"No! Se smetto di allenarmi quell’idiota di Kakaroth diventerà molto più forte di me" Vegeta cercò di rialzarsi ma fu spinto di nuovo a sedere da Trunks.

"Allora, papà, non ti lascerò tornate nella Gravity Room. Quando si farà vedere l’altro me gli dirò di non lasciartici entrare, e quando si farà vedere il terzo gli dirà la stessa cosa. Sei umano adesso. Gli esseri umani non si allenano ad alta gravità."

Vegeta sbuffò e incrociò le braccia. "E allora cosa dovrei fare tutto il giorno?"

"Non so, guarda un po’ di TV o qualcosa del genere" disse Trunks accendendo la TV e uscendo dalla stanza.

Vegeta sbuffò di nuovo. "Guardare la TV, che stupida perdita di tempo" soffiò la principessa. Rivolse un’occhiataccia alla TV e vide che era una delle soap opera che la sua compagna e le sue amiche guardavano continuamente.

"Uccidetemi" disse Vegeta e si sbatté una mano sulla faccia.

Goten si guardò attorno nell’atrio vuoto, grazie al cielo. Era in ritardo, ma andava benissimo se poteva tenere lontane quelle pazze malate d’amore. Con un sospiro di sollievo entrò in classe.

Tutti gli occhi si posarono su di lui, che arrossì timidamente. "Mi dispiace, sono in ritardo."

La sua insegnate Mrs Sims stava per urlargli qualcosa, quando si bloccò e arrossì un poco. "Ma perché signor Son, sono così lieta che oggi sia a scuola. Prego" disse indicando il banco davanti a sé "Si sieda".

Goten sbatté le palpebre, sorpreso, si sarebbe aspettato che gli strillasse contro. "Uhm, grazie" disse sedendosi. Le due ragazze accanto a lui lo salutarono e sbatterono le palpebre modello ventilatore. Goten ridacchiò a disagio e si fermò quando notò una cosa riguardo una ragazza.

Lei sorrise dolcemente e chiuse gli occhi. Su una palpebra c’era scritto "Ti" e sull’altra "Amo".

Arrossendo Goten aprì il libro e ci affondò il naso.

Gohan entrò in classe, aveva circa dieci minuti prima che la campana suonasse. Gli studenti che erano già in classe gli rivolsero occhiate divertite.

"Benissimo, un supplente" disse uno. Gohan lo guardò, sapeva che quel ragazzino era un attaccabrighe e sapeva che gli avrebbe dato problemi.

Dieci minuti passarono velocemente e presto cominciò la lezione.

"Ok ragazzi, oggi esamineremo la Seconda Guerra Mondiale, soffermandoci soprattutto sull’attacco di Pearl Harbor e quali effetti ha avuto sul conflitto."

"Hey, verdino, come ti chiami?" disse uno studente. La classe ridacchiò.

"Il mio nome?" disse Gohan.

"Già, tipo, ne avrai uno, non è vero?"

"Uhm, certo che sì. E’.....Piccolo. Signor Piccolo." Oh kami, cos’ho detto, pensò Gohan. Beh, non conosco molti nomi namecciani.

"Piccolo? Non dovresti fare l’insegnate di musica o qualcosa così, ciccio?" la classe rise ancora. "O il botanico, credo che tu abbia un gran pollice verde" disse un altro studente. Giù risate.

Le sopracciglia di Gohan [se ne avesse ND Fra] si aggrottarono, è così che la sua classe si comportava con i supplenti? "Avrà una nota per questo Tompson" disse Gohan.

"Ciccio, non è giusto. Come sapevi il mio nome?"

"Uh..." goccia sulla testa verde di Gohan. "Conosco il signor Son, il vostro insegnante. Mi ha detto di voi."

"Gente, sono come un criminale, schedato"

"Già. E adesso fate attenzione." Gohan, alias il signor Piccolo, cominciò la sua lezione sulla Seconda Guerra Mondiale, finché colse con la coda dell’occhio due ragazzine che si passavano bigliettini. Si girò "Signorine, sareste così gentili da rendere nota la vostra conversazione al resto della classe?"

Le due ragazzine impallidirono e scossero la testa. Gohan tese la mano per avere i bigliettini. Davvero, di solito era una buona classe. Ne aprì uno e lo lesse ad alta voce.

"Chi è quell’uomo verde, viene dallo spazio o che? Dove pensi che sia il signor Son?" Gettò via il biglietto e aprì l’altro. "Ha un non so che, che mi ricorda una lumaca. Vorrei che ci fosse il signor Son così potrei ammirare il suo bel c..." [in inglese ‘era incredibile b-‘ ed era palese che la b si riferiva alla parola butt, cioè culo! ^_^ ND Fra]

Gohan strappò il bigliettino, la faccia di un color viola brillante.

Anche le ragazze alle quali aveva confiscato i bigliettini stavano arrossendo, con tutta la classe che rideva.

Gohan si schiarì la gola e cercò di tornare alla sua lezione.

Bulma arrivò in ufficio e spiegò che avrebbe sostituito la signora Briefs per oggi.

"Oh, spero che la signora Briefs torni presto" disse la sua segretaria. Guardò Bulma "Come si chiama?"

"Io? Uhm, Brrr-ad. Sì, mi chiamo Brad Briefs."

La segretaria gli rivolse un’occhiata strana. "Ok signor Briefs, per caso è parente della signora Briefs?"

Bulma si prese mentalmente a schiaffi. "Uh, sì. E’ mia cugina."

"Oh, che bello. Credo che saprà cosa fa allora. Per caso sa se la signora Briefs sarà presente al ricevimento di domani?"

Bulma scancarò mentalmente, la festa! Aveva completamente dimenticato del suo grande ricevimento di lavoro con tutto quello che era successo ultimamente. Non poteva cancellarlo, era stato pianificato da mesi, ci sarebbero state tutte le aziende concorrenti della Capsule Corps., oltre a molta altra gente ricca e in vista. Bulma sorrise debolmente alla segretaria. "Ovviamente il party non è cancellato" ridacchiò nervosamente. "Sfortunatamente la signora Briefs non potrà partecipare, ma prenderò io il suo posto."

"Oh, che peccato" disse la segretaria. Poi gli sorrise con aria affascinante "Per caso ha impegni stasera?"

Bulma impallidì, e ridacchiò ancora nervosamente. "Ha, ha, ha, purtroppo sì, mi dispiace tanto...Oh, guarda che ore sono, dovrei essere al lavoro adesso." Bulma si fiondò nel proprio ufficio e si gettò sulla scrivania.

"Baka, baka, baka" disse sbattendo leggermente la testa sulla scrivania. "Oh, kami. E adesso come faccio a far indossare un vestito da donna a Vegeta?"

Goku fece un largo sorriso alla coppia che aveva appena acquistato un paio di costose scarpe di pelle "Grazie, e divertitevi."

Un uomo vestito molto elegantemente si avvicinò al suo banco.

"Posso aiutarla?" chiese Goku.

"Sto cercando un paio di scarpe da abbinare con un abito blu marina."

"Certo, mi segua" disse Goku accennando verso l’uomo. Aveva scoperto che quel lavoro era ridicolmente facile, tutto ciò che doveva fare era sorridere ed essere educato, e Goku era sempre sorridente ed educato. Si aspettava che fosse più difficile ed era quasi deluso.

L’uomo si guardò intorno, mentre il saiyan fantasticava. Cercavo una sfida, pensava, ma è piuttosto noioso.

"Che ne dice di queste?" disse l’uomo prendendo un paio di scarpe sabbia.

"Oh, no, signore" disse Goku. Prese un paio di scarpe nere "Dovrebbero andare benissimo con un completo scuro. Queste dovrebbero essere molto comode." Passò le scarpe all’uomo, che se le provò.

"Ha ragione, sono molto comode." L’uomo guardò il proprio orologio "Devo sbrigarmi, ho un appuntamento."

"Oh, che lavoro fa?" disse Goku, curioso.

"Sono il proprietario della Shuzy, la compagnia automobilistica. Dovrò partecipare ad un importante ricevimento domani, per una società con la Capsule Corps. Le mie vendite salirebbero notevolmente se le mie auto potessero essere incapsulate. Scusi, probabilmente non sa di cosa sto parlando, sono solo affari."

"Oh, no." Disse Goku. "Trovo il mondo degli affari molto interessante. Sono un buon amico della signora Briefs, e so quando sia popolare avere auto- capsule. E’ così pratico, rende difficile il furto d’auto."

"Oh, davvero. E’ amico della signora Briefs?" L’uomo mise un braccio intorno alle spalle di Goku. "Perché non facciamo due chiacchiere, le offro il pranzo. Non sarebbe interessato a venire a lavorare per me? Mi sembra un tipo sveglio."

Goku sorrise "Parli pure, l’ascolto, ma non aveva un appuntamento?"

L’uomo gli batté una mano sulla schiena "Oh, mi piaci, figliolo. Diavolo, l’appuntamento può aspettare, dimmi cosa sai a proposito di vendite e della signora Briefs."

Goku annuì e seguì l’uomo fuori del grande magazzino.

Pan arrossì afferrando la mano che Trunks le porgeva. Diede un’occhiata agli sguardi invidiosi di alcune sue compagne si scuola. Già, è proprio vero. Guardate quanto volete, tanto è tutto mio, pensò aggrappandosi al suo braccio, tutti e tre miei. Sigh.

Raggiunsero la scuola di Pan decisamente troppo in fretta per i suoi gusti. In effetti se avesse potuto, avrebbe fatto durare quel momento per sempre.

"Beh, devo andare" disse Pan, non poteva nascondere il disappunto nella sua voce quando raggiunsero la porta della scuola.

Anche Trunks sembrava altrettanto seccato, ma si girò verso di lei con un sorriso. "Posso chiamarti più tardi?"

"Certo" esclamò Pan "Mi piacerebbe."

Trunks le sorrise fascinosamente "Allora ci sentiamo più tardi, Tiger Lily". Si inchinò graziosamente e le baciò la mano.

Pan arrossì e si portò la mano libera alla faccia rovente. Le altre studentesse friggevano d’invidia. "Ciao Trunks, ci vediamo dopo."

"Ciao" salutò Trunks e andò via.

Pan lo guardò allontanarsi e sospirò di nuovo.

Goten corse verso lo spogliatoio dei maschi, sperando di riuscire ad evitare la folla di donne che lo avrebbero trovato sicuramente se rimaneva troppo a lungo nello stesso posto.

Sospirò forte quando lo raggiunse senza essere inondato e raggiunse il proprio armadietto. Velocemente prese il lucchetto, inserì la combinazione, e lo aprì. Cominciò a sfilarsi la maglietta, ma si fermò e si guardò intorno, tanto per essere sicuri che non ci fosse nessuna ragazza in giro, prima di finire di togliersela.

Alcuni altri ragazzi entrarono nella stanza, e cominciarono anche loro ad indossare le loro divise da educazione fisica. Goten non notò alcune delle occhiate che gli rivolsero mentre continuava a vestirsi.

"Guarda, guarda, ma non è Goten? Siamo richiesti, mh?" disse un ragazzo.

Goten si girò e riconobbe Johnny, il bullo della scuola, quel tipo era enorme, persino più grosso di lui. "Johnny" ridacchiò Goten "Ciao, come va?"

"Oh, sono stato meglio" disse il gigante circondando Goten con alcuni dei suoi amici. "Ho sentito alcune cosette su di te ultimamente, amico, e non mi sono piaciute." Disse Kohnny, appoggiando un braccio sulla spalla di Goten.

Goten si irrigidì, era sempre riuscito a evitare Johnny da quando era arrivato in quella scuola, non attirando la sua attenzione su di sé. Sapeva che sarebbe stato facile ridurre Johnny e tutti i suoi amici ad una polpetta sanguinolenta, ma se lo beccavano in una rissa sarebbe stata una nota, e sua madre non l’avrebbe presa bene. "Oh, non ho saputo niente" disse Goten cercando di allontanarsi.

Johnny rafforzò la stretta sulle spalle di Goten e lo tirò indietro. "Non così in fretta mister universo. Ti dispiace spiegarci perché improvvisamente sei il tipo con tutte le pupe? Cosa c’è di speciale in un moccioso come te?". Johnny sollevò Goten per la maglietta, e Goten , muovendosi d’istinto, afferrò il braccio del gigante, lanciandoselo dietro la schiena.

Sfortunatamente quella era la cosa sbagliata da fare perché tutti i suoi grossi amici si mossero per attaccarlo. Goten saltò indietro verso gli armadietti tirandosi dietro Johnny e usò l’omone come uno scudo. Smack! Uno degli amici del bullo lo colpì dritto in faccia. Un altro arrivò caricando dal fianco, Goten spinse Johnny davanti a sé e SMACK! Il combattimento continuò per alcuni minuti, con alcuni altri pugni, che risuonavano forte nel grande spogliatoio. Quando la cosa finì Johnny e si suoi amici giacevano in una pila sanguinante sul pavimento.

"Che sta succedendo qui?!" gridò il prof. di educazione fisica correndo nello spogliatoio e vedendo il gran casino.

"Goten sei stato tu?!"

Goten si guardò timidamente attorno "Uhm, ma io non ho alzato un dito, signore. Non stavo combattendo, hanno fatto tutto da soli" che era in parte vero.

Il professore sembrò non berla "Non hai alzato un dito, uh? Beh, non sono stupido signor Son. Come punizione, oggi farai lezione con le ragazze" il prof. sorrise crudelmente.

"NOOOOOOOOOOOO!!!!!"

Le grida di Goten echeggiarono forte nei corridoi.

Gohan sospirò forte, finalmente era ora di pranzo. Era sfuggito agli occhi indagatori della sua classe e adesso stava bevendo all’esterno, gli studenti di passaggio lo guardavano in modo strano. Un gruppo di ragazzi avevano cominciato a giocare a basket proprio di fianco a lui.

Gohan sospirò ancora, e desiderò di non aver formulato quel desiderio di essere proprio come Piccolo. Ora sapeva perché il namecciano non si mostrava in pubblico spesso, la gente aveva troppi pregiudizi.

"Vorrei ancora vedere Piccolo san" mormorò Gohan fra sé.

"Allora è vero" disse una voce dietro di lui.

Quasi Gohan si strozzò con l’acqua che stava bevendo. Lentamente si girò a guardare dietro di sé, per vedere nientemeno che lo stesso demone completo di orecchie a punta e pelle verde. [Brrr, che apparizione....ND Fra]

"Piccolo san!" gridò Gohan fuori di sé dalla gioia.

I ragazzi smisero di giocare e cominciarono a fissare i due uomini verdi. Gohan non li notò.

"Piccolo san, sono così felice di vederti!"

"Sembri un po’, beh, verde, ragazzo." Disse Piccolo.

"Oh Piccolo san è terriile, il drago è apparso e ha esaudito tutti quegli orribili desideri! Ci sono tre Trunks, Bulma è un uomo e Vegeta una donna, mia figlia ha fatto innamorare Trunks, tutti e tre, di sé, papà è un genio, Goten è una calamita per le ragazze, e io sono un Namecciano!" elencò sconsolato il più vecchio dei figli di Goku.

"Lo so figliolo, io e Dende abbiamo visto tutto" disse Piccolo con un sorrisetto.

"Tu cosa?! Come lo sai?"

"Cosa credi che succeda quando strillate tutti "OH KAMI!" a pieni polmoni? Non pensavi che vi sentisse?"

"Oh" disse Gohan sentendosi stupido.

"Gente, sembra che ci siano due verdini"

Piccolo e Gohan si girarono solo per vedere tutti i ragazzini fissarli.

"Quello è il signor Piccolo" corresse un altro studente.

"Come sa il mio nome?" chiese Piccolo.

Oh, merda, pensò Gohan. Ridendo stupidamente mise un braccio intorno alle spalle di Piccolo, con gran disagio del Namecciano.

"Ha, ha, ha, ha ,ha,.....questo è...il mio fratello gemello....Nail!"

"Fratello gemello?" disse Piccolo.

"Già" disse Gohan dandogli una leggera gomitata nelle costole. "Il mio gemello Nail"

La faccia di Piccolo assunse un’espressione perplessa e confusa "Gohan, cosa stai- dic-mmmmh!"

Gohan velocemente cacciò una mano sulla bocca del suo maestro, ridacchiando nervoso. "Non badategli! Ha problemi di memoria, si dimentica sempre tutto. Probabilmente non si ricorda nemmeno di sua madre."

Piccolo cercò di togliersi la mano di Gohan dalla bocca. "Gohan sai benissimo che non ho una madre- mmmmmh!"

Gohan tappò di nuovo la bocca di Piccolo. "Vedete, proprio come vi dicevo. Si è scordato addirittura di sua madre."

Piccolo morse la mano di Gohan facendo guaire il mezzo saiyan trasformato in Namecciano.

"Gente, gli piace chiamarlo Gohan."

"E’ il nome di battesimo del signor Son" disse un altro studente.

Gohan si portò dietro Piccolo e cominciò a trascinarlo lontano dai ragazzini rumorosi. "Oh, non ci badate! Deve solo prendere le sue pillole e starà benone!"

"Hey!" gridò Piccolo.

"Dobbiamo andare!" gridò Gohan spingendo Piccolo nell’edificio scolastico e lontano dal gruppo di ragazzini.

Goten tornò allo spogliatoio dei maschi a testa bassa e una mano a massaggiare il suo didietro che era stato pizzicato da dozzine di ragazze mentre voltava loro incautamente le spalle. Una aveva addirittura pizzicato la sua cicatrice della coda [tail spot, in inglese, il punto dove era attaccata la coda, sensibile quanto quella. ND Fra] e gli aveva fatto un male indicibile. Avevano giocato a basket. Il suo insegnante era una cosa crudelmente cattiva, avevano giocato femmine contro maschi solo per farlo soffrire.

Goten si trascinò verso le docce con tutti gli altri ragazzi e cominciò a insaponarsi.

Si stava lavando sotto le ascelle, quando lo chiamò qualcuno.

"Hey, Goten. Mi è caduto il sapone, me lo potresti raccogliere, pasticcino di miele?"

Goten si girò e vide il tipo di fianco a lui con un misto di orrore e disgusto.

"Oh, baby, sei così virile" disse il ragazzo dall’altra parte. Afferrò Goten per la vita e lo abbracciò da dietro. "Che fisico!"

"Ahhhhhhhhhhhh!" gridò Goten correndo fuori dalla doccia ancora tutto insaponato. "Siete malati!" [oh, poooooovero Goten! ND Fra]

Pan sedeva con le sue amiche ridendo e mangiando il pranzo sotto il grande acero vicino ai tavoli da picnic.

"Pan, è vero che hai un appuntamento con Trunks?" gracidò una ragazza.

"Hey, vi ho visti mano nella mano!" squittì un’altra.

Tutte le ragazze cominciarono a strillare, punzecchiando Pan, e chiedendole fino a che punto erano arrivati, e se era un bravo baciatore.

In quel momento qualcuno, con addosso una tuta da motociclista blu e nera [quelle intere, di pelle, WOOOW! ND Fra] e uno scintillante casco nero, arrivò sgommando accanto a loro sull’ultimo modello di moto della Capsule Corps. Alzò la visiera a rivelare occhi azzurro cielo, pelle abbronzata e capelli lilla.

"Ciao ragazze."

"Trunks chan!!" gridarono.

"Trunks, che stai facendo qui?" chiese Pan alzandosi.

"Sono venuto a vederti Tiger Lily, ti andrebbe di provare l’ultimo modello di moto con me? Ti offro il pranzo." Batté una mano sul sedile dietro il suo.

Tutte le altre ragazze cominciarono a starnazzare forte. Pan arrossì e senza farselo ripetere saltò in sella. "A più tardi ragazze!" gridò mettendosi il casco e aggrappandosi forte alla vita di Trunks.

Trunks avviò il motore e fece un’impennata, facendo di nuovo strillare Pan e le altre, a metà fra il deliziato e lo spaventato. Atterrò di nuovo violentemente sull’erba e partì.

Pan poteva a malapena sentire le sue amiche gridare "Sono gelosa" dietro di lei. Rise quando Trunks cominciò a fare manovre su manovre spericolatissime cercando, lei lo sapeva, di spaventarla.

"Più veloce!" gridò e le sfuggì un grido più forte quando Trunks accelerò.

Arrivarono in cima ad una collina erbosa frenò. "Beh, che ne pensi?" chiese girando la testa verso di lei.

"Incredibile!"

"Già, quasi un missile. Gente, c’è caldo oggi." Disse Trunks. Cercò di farsi aria con una mano. Alzandosi aprì la zip sul davanti della sua tuta. "Non avrei dovuto mettermi in nero. Ehi, qualcosa non va Pan?"

Il menti di Pan toccava quasi terra, alla vista di quella posa assolutamente sexy; era come una delle fotografie dei calendari. Trunks non indossava nessuna maglietta sotto la tuta nera. I suoi occhi scivolarono giù lungo la sua figura, in realtà dubitava che avesse gli slip sotto la tuta. Lui la stava guardando facendo capolino da sopra la spalla, le gambe tese per tenere la moto in equilibrio, appoggiandosi con le mani al manubrio. In effetti ne era abbastanza sicura, Trunks era un tipo da boxers.

"Pan" chiamò Trunks di nuovo. Questo la riscosse dal suo stupore. Le sorrise. "A cosa stai pensando?"

Pan arrossì e tossicchiò "Niente" mentì.

Trunks alzò le spalle e lasciò perdere. Tirò giù il cavalletto e scese dalla moto, aprì uno degli scomparti sui fianchi della moto e tirò fuori una tovaglia [! ND Fra] e due cestini. "Spero che ti piaccia Mc Donald’s." disse lanciandogliene uno.

"Lo sai che mi piace" disse Pan afferrando il cestino e aprendolo. Era il suo panino preferito.

I due si sedettero sulla tovaglia e mangiarono, scherzando e chiacchierando di tutto ciò che passava loro per la testa.

Pan adocchiò l’orologio "Devo sbrigarmi o perderò la prossima lezione". Cercando di sbrigarsi si rimproverò per essere affogata negli occhi blu di Trunks ed aver completamente perso il senso del tempo. Stava per saltare e raggiungere la scuola in volo, quando fu fermata da Trunks.

"Hey, aspetta. Ti do un passaggio."

Pan si girò verso di lui "Ma faremo in tempo?"

Trunks le sorrise in un modo che avrebbe reso fiero suo padre "Fidati di me."

"Ok" disse Pan mettendo il casco e scivolando sul sedile dietro di lui.

"Tieniti forte!" gridò e poi partì come un missile. [veramente il paragone era: come un pipistrello fuori dall’inferno. Rende molto meglio, ma non è ridicolo? ND Fra]

"TRUNKS!!!!!!!!" strillò Pan, aggrappandosi forte alla vita del ragazzo.

Il mezzo saiyan prese una curva strettissima e a tutta velocità si lanciò oltre il pendio della collina, che a Pan sembrò una montagna mentre sfrecciavano giù dalla cima. La moto atterrò pesantemente sul terreno. Trunks non perse tempo e ripartì. Pan metà rideva e metà gridava mentre sfrecciavano dentro e fuori dal traffico, a volte uscendo completamente di strada e lanciandosi in scorciatoie, attraverso gli alberi. Sbucarono davanti ad una rotaia con il treno che passava. Trunks accelerò, raggiungendo la testa del treno.

"Trunks!" gridò Pan mentre sfrecciavano davanti al treno, appena prima che potesse spiaccicarli.

Finalmente arrivarono davanti alle porte della scuola di Pan. La ragazza, stordita, per poco non cadde dalla moto.

"Mi sento come se fossi stata sulle montagne russe per gli ultimi dieci minuti" disse tenendosi la testa.

"Scusa, va tutto bene?" chiese Trunks porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.

Lei sorrise "E’ stato divertente, Trunks. Dobbiamo farlo di nuovo un giorno o l’altro."

Trunks ricambiò il sorriso "Significa che dopo posso chiamarti?"

Lei gli diede un leggero pugno sulla spalla "Certo. Mi raccomando."

"Oookay!! Ci si vede in giro, Tiger Lily" Trunks avviò la moto di nuovo e sfrecciò via.

Pan lo guardò di nuovo ed entrò a scuola.

"E vai!!" gridò correva alla lezione successiva.

Bulma si diresse con noncuranza verso il reparto di abbigliamento femminile al grande magazzino e cominciò a guardare i vestiti. Era da un po’ che non faceva shopping, prendendo vestiti per sé e per la sua pettoruta compagna. Bulma non riuscì al trattenersi dal reagire con vari "Uh!" e "Ah!" alla vista di alcuni vestiti, erano così carini. Una commessa gli si avvicinò mentre accarezzava la trama soffice di un abito.

"Sta cercando un regalo per la sua fidanzata?" chiese.

"Veramente pensavo di prendere questo qui per me" disse Bulma aprendo la bocca prima di pensare. Si morse la lingua quando si rese conto di cosa aveva detto. "Voglio dire, ovviamente per la mia ragazza! Sarebbe proprio un...regalo, per me, vederlo, cioè vederla, con questo!"

Bulma rise in maniera patetica mentre la commessa gli rivolgeva una strana occhiata.

"Non si preoccupi, ne arrivano come lei di tanto in tanto" disse la commessa strizzandogli l’occhio.

"Cosa intende dire!" gridò Bulma.

"Uh, lasci perdere" disse la commessa con una grossa goccia sulla testa. "Cosa sta cercando?"

Bulma si accigliò, cosa cercava. Cosa sarebbe stato bene su un Vegeta femmina. Le apparve un’immagine della principessa dei saiyan in armatura, e poi un’altra solo in spandex blu, e l’ultima...beh, diciamo che l’ultima immagine aveva meno vestiti della seconda.

"Signore, tutto bene? Sta diventando rosso" disse la commessa.

"Uhm, sì. Sto benissimo" disse ridacchiando nervosamente.

"E’ la prima volta non è vero? Perché non mi descrive la sua ragazza, così potrei aiutarla a scegliere qualcosa. Ha qualche foto con sé"

"Gente, se ne ho di sue foto." Disse Bulma ancora una volta senza pensare. Si cacciò una mano sulla bocca. Che mi prende, ho preso anche la stupidità saiyan oltre al corpo?

La commessa tossicchiò "Ne ha qualcuna qui?"

Bulma scosse la testa, in verità per fortuna le aveva buttate nel cestino del bagno, e anche se le avesse avute con sé, non sarebbe stato così stupido da mostrarle in giro.

"Ok, me la può descrivere allora?"

"Sì, certo. E’ di una decina di centimetri più bassa di me, scura di pelle, e capelli neri scalati fino poco più delle spalle."

"E’ un inizio. Quali sono le sue tre misure?"

"Tre misure" ripeté Bulma con un’aria assente. Come diavolo faceva a sapere le tre misure di Vegeta? Vediamo, non possono essere tanto diverse dalle mie.

(Flash Back) "Guarda questo, mi stringe il petto!"

Bulma emise un basso ruggito e la commessa nervosamente fece un passo indietro.

"Ok, direi che sono 38, 26, 32" [queste sono taglie americane! ND Fra]

"Misura di reggiseno?"

"Direi una quarta" [era ‘D’, e la D è la quarta lettera dell’alfabeto, quindi...ND Fra] disse Bulma in tono piatto.

"Sembra molto ben fatta."

Bulma sbuffò "Non ne ha la più pallida idea."

"Credo che il rosso sarebbe molto sexy, non crede?"

"Rosso..." ripeté Bulma. Questo avrebbe potuto essere interessante, non aveva mai visto Vegeta in rosso. Il blu era decisamente il suo colore, ma adesso era una lei, e Bulma era d’accordo con la commessa. Rosso, assolutamente sexy. "Già, penso che il rosso andrebbe bene."

"Aspetti qui un momento penso di avere la misura giusta" la commessa scomparve e Bulma tornò a osservare i vestiti. Senza nemmeno riflettere si diresse verso il reparto intimo e cominciò a rovistare.

"Queste sono così carine" disse Bulma prendendo un paio di mutandine con dei panda disegnati sopra.

"Ah-em."

Bulma sollevò lo sguardo sulla commessa che aveva in mano il vestito. "Se vuole aiuto le posso raccomandare un altro articoletto da questo reparto." Si avvicinò di più e gli sussurrò in un orecchio "La pelle nera o rossa è molto in voga al momento." Indicò un manichino.

"Ma quello è un costume sadomaso." disse Bulma. Un rosso cremisi gli coprì la faccia quando gli venne in mente un’immagine di Vegeta con quello.

"No! Tutto ok, voglio solo un vestito. Sì, solo il vestito." Disse Bulma tirando fuori un mazzo di banconote. Lo cacciò nelle mani della commessa e afferrò il vestito, praticamente correndo fuori dal grande magazzino.

"Non vuole il resto??" gridò la commessa.

"Se lo tenga!!" strillò Bulma e saltò in macchina, sfrecciando via come se gli stesse andando a fuoco la coda.

Goten volò lentamente verso casa, oggi era stato un disastro. Solo la lezione di educazione fisica era stata un inferno, aveva dovuto subire pizzicotti, manate, palpate, toccatine, e proposte indecenti tutto il tempo. Non voleva nemmeno ripensare alla scena della doccia, Goten rabbrividì, disgustato.

"Ho detto ragazze!" protestò a voce alta. "Mi senti drago, mi ricordo di aver detto di volere tante RAGAZZE a venirmi dietro quante Trunks!" Goten accelerò, tutto ciò che voleva era arrivare a casa e fare un sonnellino, era mentalmente esausto. "Ho un altro compito in classe domani" mugolò e scosse la testa. Aveva una gran voglia di parlare con Trunks, si chiamavano sempre quando erano giù [oh, che carini!!! ^.^ ND Fra]. Però, normalmente era Trunks il più depresso dei due. "Ora so perché. Ma lui sarà mai stato importunato da un uomo?"

Goten scosse la testa e decise che non lo voleva proprio sapere. Si chiese come sarebbe riuscito a vivere altri quattro giorni di scuola con quello stupido desiderio attivo. "Non sopravviverò mai!"

Sconfitto, Goten scosse la testa e volò a casa.

Pan camminava verso il portone principale con le sue amiche.

"Scommetto che ti verrà a prendere di nuovo!" disse una di loro.

"Non è possibile, è il Vice presidente della Capsule corps. In questo momento dev’essere al lavoro." Disse la prima sospirando, sognante.

"Pensi che ti darà ancora uno strappo in moto?" chiese un’altra amica.

Pan arrossì leggermente "Non lo so. Probabilmente è troppo indaffarato per pensare a me" disse.

"Non sono mai troppo indaffarato se si tratta si te, Tiger Lily" disse una voce profonda e sexy dietro di loro. Si girarono tutte con un gridolino e videro Trunks appoggiato contro la porta di cemento, con un mazzo di rose. Aveva un completo verde chiaro. [ma così sembra un namecciano!!! ND Fra]

"Trunks" disse Pan. "Cosa fai qui?" Tutte le sue amiche starnazzarono di nuovo e la spinsero proprio davanti a lui.

"Sono venuto a vederti Tiger Lily" le passò il mazzo di rose. "Fiori per un fiore."

Le ragazze dietro Pan impazzirono e lei divenne dello stesso colore delle rose rosse.

"Ti darei troppo fastidio se potessi avere il piacere di accompagnarti a casa?"

Pan scosse timidamente la testa e prese il braccio che Trunks le offriva.[ehm, non per dire, ragazzi, ma siamo nel 2000...non nell’800....2000...ND Fra] La folla di ragazze seguì i due finché arrivarono alla macchina decappottabile nera e scintillante di Trunks.

"Che macchina!" gridò una ragazza.

Trunks aprì la portiera per Pan e la richiuse quando si fu seduta. Poi salì anche lui.

"Ci vediamo ragazze" disse Trunks salutando il gruppetto.

Ricambiarono il saluto come impazzite. "Ciao Trunks! Ciao Pan!"

Trunks avviò il motore e uscì dal parcheggio, il motore che faceva le fusa come un gattino.

"Trunks, non avresti dovuto venirmi a prendere" disse Pan annusando le rose.

"Oh, ma volevo farlo Tiger Lily" disse Trunks strizzandole l’occhio. Pan affondò la faccia fra i soffici petali dei fiori, davvero, si poteva avere troppo di una buona cosa?

"Hey, cucciola"

"Uhm?"

"La mamma darà un grande ricevimento domani alla Capsule Corps. Mi chiedevo se ti piacerebbe venirci con me?"

"Vuoi dire una grande festa?" chiese Pan. Già si vedeva tutta in tiro con un vestito scintillante, a ballare con un certo figo con i capelli lilla.

"Sì, cosa ne dici?"

"Mi piacerebbe tanto!"

"Bene, non hai idea di quanto questo mi renda felice."

Trunks diede brevemente informazioni a Pan riguardo la festa, e poi chiacchierarono di nulla di grande importanza. Trunks accese la radio, c’era una lenta canzone d’amore. Pan non poté fare a meno che sentirsi come se fosse morta e andata in paradiso. Il vento giocava con i suoi capelli sciolti, facendoglieli scivolare sulla faccia, e il sole era così caldo sulla sua pelle. Ancora una volta, era troppo presto quando Trunks si fermò davanti alla casa di Pan.

"Ti chiamo stasera, micina?"

"Se vuoi" sorrise Pan. Gli soffiò un bacio sul palmo della mano. Trunks fece finta di averlo preso e le mandò il suo.

Pan ridacchiò "Vai via, prima che mio padre torni a casa e ti riduca a una polpetta."

"Sissignora!" disse Trunks con un saluto militare.

Pan fece altrettanto e lo salutò con la mano quando riavviò la macchina e andò via.

"Vado a una festa!" gridò correndo dentro casa.

Goku entrò dalla porta principale di casa sua e appese la giacca. "Tesoro, sono a casa!"

"Goku!" disse Chichi precipitandosi nella stanza. "Com’è andata al lavoro?"

"Bene, ho un nuovo impiego nella Shuzy."

"Cosa? E’ grandioso!" Chichi gli si avvicinò e gli baciò la guancia.

Goku le rivolse un sorriso intelligente, non i suoi soliti sorrisi ingenui, e le passò un foglio.

"Cos’è?" chiese prendendolo e dispiegandolo.

"Un invito al ricevimento alla Capsule Corps....ho detto che ci sarei andato."

Gli occhi di Chichi scintillarono "Una festa!"

"Sì, tutta la migliore società, dovrebbe essere interessante."

"Oh Goku" lo tirò sul divano "Siediti e rilassati. Ti preparo una bella cenetta. Ok?"

Goku annuì e prese un libro, questo, se possibile, era ancora più grosso di quello che stava leggendo la sera prima.

La porta si aprì ed entrò un Goten dall’aria molto depressa. "Sono a casa" annunciò con voce stanca.

"Goten, tesoro. Cosa c’è che non va?" chiese Chichi facendosi incontro a suo figlio più giovane.

"Niente, mamma, una brutta giornata" disse Goten oltrepassandola e andando di sopra verso la propria camera.

"Oh, cielo. Sembra davvero sottosopra, non credi Goku, amore?" Chichi si girò quando il marito non rispose. "Goku!"

"Umm?" fece il saiyan distogliendo lo sguardo dal libro per un momento per guardarla.

"Non hai visto tuo figlio?"

"No" disse il saiyan tornando alla propria lettura.

Chichi sbatté le palpebre, sorpresa, quanto era strano. Goku si preoccupava così tanto dei suoi figli. Deve avere altro per la testa, pensò e cominciò a preparare la cena.

Gohan guidò verso casa con un cipiglio stampato sulla faccia e un occhio nero, beh, veramente era più viola o blu che nero. "Non doveva colpirmi così forte" mugugnò Gohan massaggiandosi l’occhio da sotto gli occhiali. Il suo maestro si era infuriato con lui e i due avevano litigato un po’ prima di arrivare ad un accordo. Piccolo sarebbe stato alla larga dalla scuola mentre la maledizione era ancora in corso, a meno che succedesse qualcosa, e Gohan sarebbe andato a meditare ed allenarsi con il suo insegnante per cercare di scaricare e controllare lo stress causato dall’intera situazione.

Avrebbe chiamato sua moglie, ma era ancora quasi furiosa con lui. Era praticamente certo che avrebbe dormito di nuovo sul sofà stanotte.

"Oh, sta diventando un incubo" mugugnò il Namecciano.

"Oh, amore mio, ti amerò per sempre. Ti prego, sposami."

"Oh, Chad!"

Vegeta si avvicinò di più alla TV. [Grandiosoooooo! ^______^ ND Fra] Quasi cadde dalla sedia quando sentì aprirsi la porta d’ingresso. Pasticciò con il telecomando, facendolo quasi cadere, e riuscì a spegnere la televisione mentre un saiyan dai capelli nero marina entrava nella stanza.

"Oh, Vegeta. Cosa stai facendo qui?"

"Niente" rispose la principessa leggermente più in fretta del normale e guardandosi le mani, che stringevano ancora il telecomando. Velocemente se lo nascose dietro la schiena.

Bulma alzò un sopracciglio, ma non disse nulla. "Uhm, ti ho portato un po’ di vestiti da donna."

"Non saranno di quegli accidenti che ti impediscono i movimenti vero, niente gonne. Se mi hai comprato una gonna ti uccido."

Bulma ridacchiò nervosamente "No. Non ti ho preso alcuna gonna." Solo un mini vestitino rosso, aggiunse fra sé. Per un attimo Bulma considerò di dire a Vegeta del vestito e della festa, ma decise di attendere fino a domani. Dopotutto aveva bisogno di dormire e anche i saiyan sono vulnerabili nel sonno. Se a Vegeta non fosse piaciuta l’idea, ed era praticamente certo, il saiyan trasformato in umana avrebbe trovato un modo per svignarsela.

"Beh, te li metto via e vado a preparare la cena" Bulma scomparve nel corridoio. Non poteva fare a meno di pensare che Vegeta cercasse di nascondergli qualcosa.

Vegeta sospirò "Ci sono andato davvero vicino, se mi avesse visto guardare quella roba, sarebbe stata la fine." Si accigliò, non poteva fare a meno di pensare che la sua compagna cercasse di nasconderle qualcosa.

Pan alzò la cornetta. Doveva semplicemente chiamare Marron e dirle della festa. Si fermò a metà composizione del numero, stupida! Si era scordata del proprio litigio con Marron. "Prima dovrei chiederle scusa.". Pan compose ancora il numero di Marron, e aspettò pazientemente mentre il telefono squillava.

"Pronto?" disse una voce femminile.

"Marron, sono io, Pan."

"Oh, cosa vuoi?"

Pan si morse il labbro, Marron sembrava arrabbiata proprio come la sera prima. "Uhm, Marron, per favore non essere arrabbiata con me. Mi dispiace davvero, ma non posso cambiare il desiderio, quindi per piacere non essere arrabbiata."

Marron sospirò forte all’altro capo del filo. "Lo so che non puoi cambiare il desiderio, sono solo arrabbiata perché tu hai tre Trunks e io non ho neanche il ragazzo."

"Oh, mi dispiace Marron. Non capisco perché non hai ancora il fidanzato. Voglio dire, sei davvero carina e simpatica, magari potresti provare a uscire con mio zio Goten."

"E’ l’ultima cosa che gli serve. L’hai visto ultimamente, ha così tante ragazze a dargli la caccia da doverle tenere lontane con un bastone! L’ultima cosa che vuole sono io a tormentarlo per un appuntamento."

Pan si morse il labbro più forte. "Beh, perché allora non prendi un appuntamento con qualcun altro?"

"Non voglio uscire con nessuno dei tuoi amici, Pan. Sono tutti troppo giovani e immaturi per me. Probabilmente mi porterebbero in qualche ristorante da bambocci o simili."

Solo allora Pan udì il proprio telefono bippare. "Resta in linea Marron, ho un’altra chiamata." Pan premette un pulsante sul suo telefono, "Pronto?"

"Ciao, Tiger Lily."

"Trunks chan!" disse Pan felicissima. "Puoi restare in linea un secondo? Ho un’altra chiamata sull’altra linea."

"Certo," disse Trunks. Pan premette il pulsante che l’avrebbe rimessa in contatto con Marron.

"Scusa, sono tornata."

"Chi era?" chiese Marron.

"Trunks."

"Oh," disse Marron, con una voce nient’affatto felice.

"Oh, Marron, mi dispiace." Fu interrotta da un altro bip. "Accidenti, resta un attimo in linea Marron, ho un’altra chiamata.". Ripremette il pulsante del telefono. "Pronto?"

"Hey, Tiger Lily."

"Trunks, sei tu?"

"Sì, perché?"

"Ma, sei già su un’altra linea.". Poi Pan capì, era andata a tre appuntamenti separati oggi, e alla fine di ognuno Trunks le aveva chiesto se poteva chiamarla. Lei aveva risposto di sì tre volte.

"Oh, no! Puoi aspettare un momento, Trunks," disse quando ricevette una quarta chiamata. "Pronto."

"Buonasera, Tiger Lily, come stai?"

Pan emise un basso ringhio, "Sei tu Trunks?"

"Sì, qualcosa non va?"

"No, puoi restare in linea, ho Marron sull’altra linea." Pan premette il bottone. "Ciao, Marron, scusami. Perché non esci con Tom, è carino."

"Cosa? Di cosa stai parlando, Pan?" chiese una profonda voce maschile.

"Oops, scusa Trunks." Premette il pulsante ancora e trovò un altro Trunks. "Scusa, ho sbagliato linea." Pan premette il pulsante e finalmente trovò una voce femminile. "Marron?"

"Sì, perché ci hai messo tanto?"

"Ho tre Trunks al telefono tutti insieme."

"Oh," disse Marron, suonava seccata. "Forse farei meglio ad andare."

"No! Voglio parlarti. Dannazione! Aspetta, ho un’altra chiamata." Pan premette il pulsante [ sarà la trilionesima volta o giù di lì ND Fra ]. "Pronto!" gridò nel telefono.

"Ow! Pan, perché urli?" disse una voce familiare.

"Goten," disse Pan, stupita. "Scusami è che sto cercando di parlare a Marron, ma ho tutti e tre i Trunks su linee differenti."

"Gente, sembra un gran casino. Veramente è per questo che ho chiamato. Ho provato a chiamarne uno, ma tutti i telefoni sono occupati. Puoi chiedere a Trunks se è libero domani? Ho bisogno di parlargli."

"Certamente, resta in linea." Pan schiacciò il bottone. "Trunks, Goten vorrebbe parlarti domani."

"Ma non dobbiamo andare alla festa?"

"Oh, già! Lo chiederò ad un altro Trunks, resta in linea.". Pulsante. "Pronto Trunks? Goten ti vuole parlare domani."

"Ma, non dobbiamo andare al party?"

Pan per poco non lanciò il telefono, frustrata. "Aspetta," disse. Pulsante. "Marron?"

"Sì, Pan. Potresti per favore smettere di tenermi il linea in continuazione?"

"Scusa, è che ho in linea tre Trunks, te, e adesso Goten."

"Oooh, ecco a voi Miss popolarità," disse Marron sarcasticamente.

"Marron! D’accordo, vuoi andare ad un appuntamento con Trunks?!"

"Sì!"

"Allora, domani vieni alla Capsule corps. Ci sarà un gran ricevimento, ti farò avere uno dei Trunks per l’appuntamento. Ok?"

"Dici davvero?" chiese Marron , molto più felice.

"Sì, mettiti qualcosa di carino ok?"

"Contaci! Grazie Pan!" Marron riattaccò.

Fuori uno. Premette il bottone.

"Pan?" disse la voce di Goten. "Cosa ha detto?"

"Uhm, vieni alla Capsule Corps, domani. Ci sarà una mega festa, farò in modo che uno dei Trunks venga con te, ok?"

"Grande! Grazie, Pan, ti devo la vita!"

"Già, lo so, mettiti qualcosa di formale va bene?"

"Ok, capito," disse Goten riattaccando.

E adesso viene il difficile, pensò Pan. Tirando un profondo respiro premette il bottone.

"Pronto Pan?"

"Ok Trunks andrai con Marron domani alla festa, ok ciao." Pulsante.

"Pronto Pan?"

"Trunks Goten domani ha bisogno di parlarti quindi starai con lui alla festa, ok ciao." Pulsante.

"Pronto Pan?"

"Ciao Trunks, ci vediamo domani alla festa, ok ciao." Click.

Pan si lasciò cadere sul letto, esausta.


Il drago ruggì divertito, troppo divertente. Quella ragazzina ne aveva fin sopra i capelli. Sorrise con cattiveria pensando alla grande festa di domani. Sembrava che ci sarebbero andati tutti, che lo volessero o no.


Fine del 2° capitolo