Be Careful What you Wish For...

Bulma sbadigliò e si sedette sul letto, diede un’occhiata da sopra la spalla e vide che Vegeta era ancora addormentata vicino a lui. Bene, perché aveva un paio di cose da fare prima che si svegliasse, come ad esempio escogitare qualche trappola per catturarla una volta che le avesse detto della festa. Passando una mano fra i suoi capelli super incasinati e super selvaggi Bulma sbadigliò di nuovo, dirigendosi verso il proprio laboratorio. Dopo aver raccolto alcune cose si diresse verso la stanza sua e di Vegeta.


I due Trunks seduti quietamente sul divano di pelle nella loro stanza si scambiarono un’occhiata prima di posare lo sguardo sull’altro loro stesso, miseramente appallottolato su ciò che rimaneva del letto.

Oggi i tre Trunks non pensavano allo stesso modo, perché avevano cose molto diverse in mente. Certo, erano ancora pazzi per Pan, tutti e tre, ma stavano pensando tutti a cose diverse che Pan aveva detto loro. Un Trunks era abbastanza felice, anche se preoccupato per il suo doppio che stava rannicchiato sul materasso, era quello che era stato scelto da Pan per l’appuntamento. Il secondo Trunks non era né felice né depresso, non sarebbe andato alla festa con Pan, sembrava troppo occupata per andarci con lui, ma non gli seccava di girellare con Goten, anche se gli sarebbe piaciuto molto di più girellare con Pan. Anche lui era molto preoccupato per il suo doppio sul letto. L’ultimo Trunks, quello raggomitolato, appunto, era stato scaricato. Almeno era come la vedeva lui, non importa cosa dicevano gli altri due, era stato scaricato; Pan non voleva vederlo.

"Oh, dai, fratello! Scuotiti un po’." disse uno dei due Trunks sul divano.

"Già, ha ragione. Non sapevo di potermi deprimere tanto per una ragazza."

L’altro Trunks non rispose, limitandosi ad un sospiro sconsolato. [ Povero cucciolo! ;_____________; ND Fra ]

Gli altri due si morsero il labbro.

"Cosa facciamo?" chiese uno.

"Non so. Mi sento in colpa ad uscire con Pan mentre l’altro me stesso è così disperato. Oh, gente, è disgustoso! Mi sento dispiaciuto per me stesso."

"Voi due potete andare senza di me" disse il Trunks sul letto. Si alzò senza guardarli in faccia. "Andrò in ufficio e finirò il lavoro." Il Trunks depresso facendo per alzarsi.

"NO!" gridarono gli altri due ricacciandolo a sedere sul letto.

"Oh, dai! Non è proprio come se stesse favorendo uno di noi!"

"E’ vero. Semplicemente non poteva uscire con tutti e tre in una volta," concordò l’altro Trunks.

"Già, ma mi ha messo con un’altra ragazza" disse il Trunks triste abbassando la testa. [ ;________________; ND Fra ]

"Ma Marron è una forza" disse uno.

"Vero, ti divertirai un mucchio con lei. Siamo sempre stati bene con Marron."

"Ma era solo un’amica, non era un appuntamento."

I due Trunks in piedi tentennarono il capo, pensierosi.

"Potremmo ruotare."

Il Trunks seduto e l’altro in piedi alzarono la testa di scatto per guardare quello che aveva parlato. "Cosa?"

"Ci scambieremo i posti! Come oggi."

"Non sarà complicato?" chiese uno.

"Assolutamente no, dei geni come noi dovrebbero essere in grado di spuntarla. Ecco cosa faremo. Ci vestiremo tutti esattamente uguali."

"Oh, ho capito. Basterà alternarci, nessuno noterà la differenza," disse un altro Trunks, eccitato.

"Lo fareste davvero?" chiese il Trunks prima sconsolato.

"Certo, sei me. Sto solo aiutando me stesso, giusto?"

"Vi voglio bene ragazzi, abbraccio di gruppo!" [ quanto sono stupidi? ^^() ND Fra ]

Tutti e tre i Trunks si abbracciarono, poi si staccarono.

"Ok! Diamoci una mossa!" gridarono tutti.


Goten fece la sveglia in mille pezzi. Fece capolino dalle coperte per guardare ciò che ne rimaneva e sospirò. "Accidenti, adesso ne dovrò comprare una nuova." Si stiracchiò come un gatto e si alzò a quattro zampe, dato che stava dormendo a pancia in giù. Mugolò, appoggiandosi sui talloni, e cercò di togliersi il sonno di dosso.

"E’ solo martedì" ringhiò prendendosi la testa fra le mani come se avesse un terribile mal di testa. "Altri quattro giorni di scuola con professori diabolici, stupidi bulli, e ragazze urlanti." Scivolò di nuovo sul materasso, "Non so neanche se riuscirò a fare una doccia o un bagno senza dovermi continuamente guardare le spalle."

Stufo, Goten si alzò dal suo morbido, comodo, sicuro letto. Considerò l’idea di sommergere di ki blast l’armadio per assicurarsi che dentro non ci fossero ragazze nascoste per fotografarlo, ma cambiò idea pensando che avrebbe bruciato tutti i suoi vestiti nel procedimento.

"Ho bisogno di un caffè" mugugnò Goten aprendo l’armadio, solo per trovarci choccato una ragazza con una caffettiera piena e fumante.

"Ci vuoi lo zucchero o la panna?" chiese afferrando una tazza di zucchero e una di panna.

"...........uhm..........." Goten si scolò il caffè nero. Normalmente ci metteva tonnellate di zucchero e panna, ma oggi non era una giornata normale; non era una giornata normale per chiunque avesse una maledizione draghesca sulla testa. Mise giù la tazza vuota, e la ragazza glie ne porse un’altra. "Grazie."

"Non c’è di che."

"Vuoi il giornale di oggi? Tuo padre ha la pagina economica, ma noi abbiamo il resto," disse un’altra ragazza seduta sul ripiano del suo armadio.

Goten prese un altro gran sorso del suo caffè nero. "C’è la pagina dei fumetti?"

"Sì!" cinguettò lei allegramente passandogliela.

"Goten san" disse un’altra ragazza appoggiandosi sull’altra per vederlo. Goten allungò il collo e sbirciò il ripiano del suo armadio, quante ragazze c’erano dentro? Non capiva nemmeno come ce ne stessero tre.

"Uhm, sì?"

"Ti metteresti i vestiti che abbiamo scelto per te?" disse timidamente, porgendogli una maglietta gialla con risvolti bianchi e un paio di pantaloni neri. [ ma che, deve vestirsi da Ape Maia? ND Fra ]

"Uhm... certo." Goten prese i vestiti che gli erano offerti chiedendosi se ci fossero dentro microfoni o telecamere nascoste. "Posso chiedervi una cosa, ragazze?"

"Sì!" trillarono.

"Ieri non facevate altro che fotografarmi e non mi avete lasciato un attimo in pace. Come mai siete così.... gentili oggi?"

"Oh, non eravamo noi" disse una.

"E’ vero, quello era il Club Fotografico di Goten. Sono una banda di teppiste."

"Già, noi siamo il Club per la Salvaguardia di Goten."

"Il che?!" disse Goten. Lo facevano sentire come una specie in pericolo! Be’, in effetti si sentiva in pericolo, ma questo era un tantino troppo.

"Oh, non preoccuparti di noi, siamo qui solo per assicurarci che tu sopravviva agli altri clubs e continui ad andare a scuola. Abbiamo preparato un paio di cose, nella tua borsa."

"Fai del tuo meglio!" gridarono tutte e tre e chiusero le ante dell’armadio.

Una goccia apparve sulla testa di Goten che rimase a fissare l’armadio per un pezzo. "Grande, così se ne va ogni possibilità di imbrogliare e dire che sono malato." Si interruppe e scrutò di nuovo le ante dell’armadio "Come fanno a starci tutte?"

Chi Chi lentamente aprì gli occhi e si sedette sul letto. "Sarà meglio che prepari la colazione," disse e si girò verso Goku, solo per scoprire che non c’era. "Goku?"

Si guardò attorno ma non riuscì a vederlo da nessuna parte. Chi Chi si issò fuori dal letto e notò che anche il suo abito non c’era. "Non può essersi già vestito, no?"

Si affrettò ad andare in cucina ancora in camicia da notte e vide un biglietto sul frigorifero. Lo prese e lo lesse.

Cara Chi Chi, ho dovuto andare al lavoro presto oggi,

sarò di ritorno verso le 6:30 per prepararmi per la festa.

Ti amo. Goku.

Chi Chi non sapeva perché, ma non le piacque l’idea di andare al lavoro così presto, "Almeno avrà fatto una buona colazione prima di uscire? Sarà anche un genio adesso, ma non significa che sappia cucinare. Scommetto che gli verrà un calo di zuccheri e non riuscirà a stare lì con la testa oggi. Dicono che la colazione è il pasto più importante della giornata."

Chi Chi si rannuvolò e mise giù il biglietto. Be’, Goten doveva ancora mangiare. "Gli preparerò le sue frittelle ai mirtilli preferite" disse con un sorriso e cominciò a riunire gli ingredienti.

Dopo circa mezz’ora Goten arrivò di corsa giù per le scale.

"Goten, tesoro, ti ho preparato delle frittelle."

"Scusa mamma! Devo arrivare a scuola prima di tutte le ragazze! Prenderò qualcosa là!"

"E il tuo pranzo?!" gridò Chi Chi, sollevando un grosso cestino per il pranzo.

"Oh, tutto ok! Le ragazze nel mio armadio mi hanno già preparato il pranzo. Ciao mamma!" gridò Goten correndo fuori dalla porta.

"Ragazze nel suo armadio?" ripeté Chi Chi. Abbassò il cestino del pranzo e lo guardò, per qualche motivo aveva voglia di piangere. "Goku, amore, non era qui per colazione, e Goten, tesoro, è uscito senza mangiare né prendere il pranzo" sussurrò fra sé.

Mise giù il cestino, poi sedette al tavolo della cucina, appoggiando la testa sulle braccia. Sospirò piano e si chiese cos’avrebbe fatto con tutto il cibo che aveva cucinato.


Gohan girò la testa e sobbalzò quando emise un sonoro ‘pop’. Alzò una mano per massaggiarsi il collo dolorante. ‘Dopo che questa faccenda della maledizione sarà finita, brucerò quel divano’ promise a se stesso. "Forse dovrei cominciare a dormire seduto a mezz’aria come Piccolo san" borbottò. "Forse è per questo che non dorme in un letto, è dannatamente troppo grande per starci.". Gohan scosse la testa, sapeva benissimo che non era per questo che Piccolo san non usava il letto, ma non era molto di buonumore stamattina. ‘Piccolo san dice che medita quando fa così, ma credo che in realtà dorma.’ Gohan sbadigliò, "Devo stare sveglio... non devo dormire.... dormirò dopo.....," mormorò accendendo la macchina del caffè. Gohan ci si sedette davanti e si appoggiò con la testa sulla mano mentre guardava il caffè gocciolare, gocciolare, gocciolare dentro la tazza.

Goccia, goccia, goccia, yawn, goccia, goccia, la testa cominciò a ciondolare, goccia, goccia, zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.


Pan mugolò piano fra sé mentre si spazzolava i lunghi capelli neri, oggi sarebbe andata a quella mega festa con Trunks. Oooh, era troppo, sarebbe morta!

Pan aveva chiesto a Trunks di non venire a prenderla oggi dopo la scuola, perché doveva fare un paio di cose come parlare con Marron, e scegliere un vestito. E poi, non vedere Trunks fino all’appuntamento avrebbe aumentato la suspense!

Pan ridacchiò fra sé e saltò in piedi cominciando a ballare in cerchio, già si vedeva a piroettare fra le braccia di Trunks con un gran vestito sfavillante, sotto gli occhi invidiosi di tutti.

Chiuse gli occhi per vedere meglio la scena e il suo piede centrò in pieno la sedia, facendola cadere rovinosamente sul pavimento.

"Ouch!" si lamentò, e cercò di alzarsi, solo per scoprire che il piede destro non la sosteneva.

"OH, NO! Una storta alla caviglia! Gridò Pan. Cominciò a saltellare in preda al panico, "chiamate un dottore! Chiamate un chirurgo! Ho un appuntamento con l’uomo più figo mai vissuto e devo ballare con lui! Maledizione, non è giusto!" strillò lasciandosi cadere sul letto. Dovette mordersi il labbro per trattenersi dal piangere. "Ci andrò, a quella festa! Dovessi arrivarci strisciando, ci andrò!!" gridò ai muri.

Pan scese dal letto e barcollò attraverso la stanza, afferrò il telefono e compose il numero di Marron.

"Pronto?"

"Marron? Ho bisogno del tuo aiuto- puoi venire a prendermi per andare a scuola?"

"Cosa? Come mai non ci vai volando o a piedi?"

"Mi sono fatta male alla caviglia, per favore! Ho bisogno di aiuto, non posso muovermi granché e c’è la festa stasera!"

"Oh, no! Non ci avevo pensato! Come è successo che un ¼ saiyan si sia storto la caviglia?! Sei stata attaccata o qualcosa del genere?"

"No!" disse Pan leggermente spazientita. Non voleva davvero dire a Marron che si era fatta male ballando ad occhi chiusi nella sua stanza, sognando di Trunks.

"Bene, verrò a prenderti e dopo la scuola ti aiuterò a nascondere la cosa a Trunks. Dovrai metterti un vestito lungo o cose così."

"Grazie Marron! Sei la migliore! Oh, e non dire a Bra di questa faccenda."

"Huh? Perché no? Pensavo di prendere a prestito uno dei suoi vestiti, o chiederle di venire con noi per prenderne uno. Lo sai che fra noi tre è quella che ha più gusto nel vestire."

"Lo so....... E’ solo che è la sorella di Trunks, e gli vuole troppo bene per non dirglielo."

"Oh, hai ragione. Ok, ma non mi piace, se ne accorgerà."

"Vuoi spicciarti e venirmi a prendere?!"

"Ok, non gridare, scema!"

Pan ascoltò la linea che veniva riattaccata , riappese la cornetta e sospirò, guardando la propria caviglia.

"Stupida caviglia," disse. "Se non fossi una parte di me ti prenderei a calci."

Si alzò e verificò la situazione, appoggiandovisi con tutto il suo peso. Pan si morse il labbro mentre il dolore risaliva lungo tutta la gamba.

"Andrò a quella festa" disse con gli occhi lucidi.

Bra starnutì forte e tirò su col naso. "Qualcuno sta parlando di me," disse fra sé. Le sue orecchie colsero strani rumori venire dal bagno di sua madre e suo padre. Sembrava che ci fosse un cantiere!

Quando aveva colto quegli strani rumori, Bra stava rovistando nell’armadio di sua madre cercando un paio di scarpe che aveva intenzione di indossare quella sera. Sollevando il capo, stava giusto per andare a controllare quando qualcosa catturò la sua attenzione. Bra si tuffò nel cassetto e tirò fuori un mini vestitino rosso che era semplicemente troppo sexy. I suoi occhi brillarono mentre osservava l’abito, aveva ancora il cartellino con il prezzo! "Scommetto che la mamma voleva metterlo stasera." Ridacchiò fra sé, "peccato che sia un lui adesso. Non credo che se lo metterà, che peccato" ripeté accarezzando il tessuto soffice. Gli occhi di Bra mandarono un lampo, "Forse mamma lo lascerà mettere a me."
Sorrise e puntò verso il bagno, per vedere se era Bulma a fare tutto quel casino.

Bra aprì la porta e ovviamente c’era Bulma intento a pasticciare sul muro con sbarre e simili.

‘Che sta facendo?’ si chiese Bra, guardando ad alcuni degli oggetti che Bulma stava mettendo insieme. ‘Sicuramente non hai bisogno di un generatore di gravità per asciugarti i capelli’ pensò riconoscendo alcune cosette.

Bra si accorse anche che suo padre ( Vegeta ) era nella doccia. Gente, si sveglia davvero tardi adesso che è una lei; sarà il sangue umano, forse.

"Mamma?"

Bulma interruppe il proprio lavoro per un momento e diede un’occhiata da sopra la spalla alla figlia. "Bra, hai bisogno di qualcosa?"

"Uhm, mamma. Cosa stai facendo al bagno?"

"Oh, questo" disse Bulma dando una manata sul muro. "Questo é il mio nuovo cattura mariti."

"Ma, hai già papà" disse Bra confusa.

Bulma si diede un colpetto sulla fronte. "E’ per catturare tuo padre."

"Oh.... Perché?"

"Sai che daremo quella grande festa stasera..." disse Bulma tornando al lavoro sul muro.

"Già" disse Bra, un’idea di ciò che aveva intenzione di fare sua madre si materializzò nella sua mente.

"Be’, ci devo andare, e ho bisogno di una partner, così la farà tuo padre. Non credo che la prenderà troppo bene, mi sto preparando."

Bra ridacchiò "Oh. Volevo anche chiederti se posso mettermi questo."

Bulma terminò con le sbarre e attaccò l’intero pannello al muro. Si girò e guardò il pannello che aveva in mano Bra. "Oh, no. Non puoi mettertelo."

"Cosa? Perché no? Tu non puoi indossarlo."

Bulma rise e prese il vestito dalle mani di Bra. "No, cara, questo è il vestito che ho comprato per cacciarci dentro tuo padre."

Bra rimase a bocca aperta. "Davvero!?" trasecolò. "Oh Kami, starà benissimo addosso a lui, voglio dire lei!"

Bulma le rivolse un sorriso che improvvisamente le scivolò dalla faccia.

Bra sbatté le palpebre dall’improvviso cambio di espressione della madre e si accorse che sua madre non stava più guardando lei, ma oltre le sue spalle. Bra si girò per vedere suo padre trasformato in donna paralizzata in piedi, con un accappatoio troppo grande per lei, gli occhi spalancati e la bocca aperta. Senza aggiungere alcunché Vegeta si girò e schizzò fuori della porta. [ Hey! Il principe dei saiyan che scappa come un coniglio? ^_^ ND Fra ]

"Oh, NO!" gridò Bulma rilanciando il vestito a Bra. "Torna qui!!"

Bra osservò Bulma correre fuori all’inseguimento. Ridacchiò coprendosi la bocca con una mano e guardò di nuovo il vestito rosso.

"Povero papà."


Tutti e tre i Trunks sedevano intorno al tavolo della cucina mangiando enormi tazze di latte e cereali, in perfetta sincronia. Era strano vederli sollevare il cucchiaio, inghiottire, e tuffare il cucchiaio nello stesso esatto momento, bere grandi sorsi del loro succo d’arancia e sospirare di soddisfazione dopo. Ovviamente, la scena divenne molto più bizzarra quando una ragazza in accappatoio decisamente troppo grande arrivò correndo nella cucina, con un saiyan con i capelli in aria alle calcagna.

"Se pensi di potermi mettere in quell’affare sei matta!" strillò la principessa dei saiyan, correndo dietro il tavolo al quale stavano mangiando i tre Trunks. Alzarono gli occhi e la guardarono.

"Vegeta! Sii ragionevole, hai già detto che ci saresti andata!"

"Questo era prima! Quando io avrei dovuto essere quello in pantaloni e tu quella in gonna!" gridò Vegeta di rimando.

"Vegeta!" ruggì Bulma cominciando a fare il giro del tavolo. Vegeta lo imitò, mantenendosi dalla parte opposta del tavolo rispetto a lui.

Bulma con uno scatto felino saltò sul tavolo, rovesciando una delle tazze dei Trunks.

Vegeta si voltò e corse. Bulma saltò giù dal tavolo, rovesciando un’altra tazza nel suo folle scatto dietro la donna in fuga.

"Ha! Presa!" gridò Bulma mentre afferrava Vegeta per la vita e la tirava indietro.

"Mollami, puttana! [ Testualmente: bitch. Complimentoni per la finezza, principe! ND Fra ] " gridò Vegeta divincolandosi come una matta, cercando di liberarsi.

"Uff!" sbuffò Bulma stringendo più forte e gettandosi Vegeta su una spalla come un sacco di patate. "Calmati, Vegeta."

"Calmati!" si infuriò la principessa dei saiyan. Gli tempestò la schiena di pugni, gli tirò i capelli, ma Bulma a malapena se ne accorse con il suo nuovo corpo. "Mettimi giù, BAKA!"

"Ha, ha, ha, ha, ha, mai! Adesso che ti ho presa, è ora di vestirsi. Ho installato un’unità gravitazionale nel bagno per bloccarti, ti metterai quel vestito, amore."

Bulma trasportò la donna impegnata a manifestare oltre il tavolo dei tre Trunks. Una delle gambe di Vegeta scalciò il tavolo, rovesciando l’ultima delle tre tazze.

I tre Trunks rimasero a guardare mentre i due finalmente se ne andavano. Tutti assieme sospirarono, poi si alzarono per dare una sistemata.

Marron suonò forte il clacson e tamburellò le dita sul volante, dopo alcuni minuti una traballante Pan arrivò zoppicando fuori di casa.

"Pensavo di averti chiamata per aiutarmi" gridò, frustrata.

"Be’, scusa" disse Marron. Scese dalla sua decappottabile Mustang azzurra e aiutò Pan con la borsa e ad entrare in macchina. Poi tornò al suo posto.

"Accidenti Pan, l’hai davvero conciato bene il tuo piede" disse Marron mentre avviava l’auto.

"Lo so" mugugnò Pan guardando la propria caviglia già un po’ gonfia. "Ricorda, hai promesso di non dirlo a Trunks!"

"Sì, lo so. Solo che sarà duro nasconderlo. Dovrai stare seduta tutto il tempo."

Pan si morse il pollice, avrebbe davvero voluto ballare con Trunks, ma Marron aveva ragione, con quella caviglia non si sarebbe mossa granché.

"Andremo al grande magazzino quando finirai le lezioni e prenderemo un abito lungo. Cosa pensi di fare quando ti chiederà di ballare con lui?"

"Che dovrei fare? Ballare con lui."

"Pan! Non essere ridicola. Non puoi ballare in queste condizioni, che cosa pensi di fare?"

"Non lo so!" sbottò Pan. Si grattò la testa, cercando una risposta. "Hummmmm,", disse guardando Marron.

"Cosa?" disse Marron, non era sicura che le piacesse quello sguardo.

"Be’, dato che uno dei Trunks verrà con te... Pensi di poter ballare con il mio, anche?"

"Cosa?! E come dovrei riuscirci?"

"Portalo da me e dall’altro Trunks fingendo di volermi parlare e poi quando suonano una musica lenta puoi chiedere al mio Trunks di ballare, fingendo di credere che sia il tuo"

"E l’altro Trunks, quello che deve uscire con me, che rimarrà con te?"

"Oh, farò l’oca e dirò che ho promesso all’altro Trunks che avrei ballato solo con quello con cui avevo l’appuntamento."

"Ok, credo che funzionerà, almeno una volta, ma non credo che durerà per tutta la festa."

"Be’, forse possiamo chiedere a Goten di aiutarci, Sai, potremmo accidentalmente separarlo dal Trunks col quale è in giro e fare in modo che rispunti al momento giusto e si appiccichi al Trunks che è con me, dicendo che deve parlargli o qualcosa del genere. Poi dirò semplicemente all’altro Trunks che ho promesso al mio Trunks che avrei ballato per primo con lui." Pan sorrise al suo stesso genio. [ @.@ non ci ho capito ‘nu cazz.... ND Fra ]

"Pan, a volte mi spaventi" disse Marron rivolgendole un’occhiata sottecchi.

"Oh, dai Marron. Funzionerà, due geni come noi potranno riuscirci facilmente. Ti prego!"

"Be’, sono d’accordo sul fatto che sono un genio, ma Goten..."

"Ti preeeeeego!"

"Oh, ok. Credo di non avere molto da ridire visto che dovrò solo ballare."

Il sorriso di Pan sbiadì un poco. "Già, sei fortunata, Marron." Pan si girò e sospirò piano,, rimpiangendo di essersi fatta male.


Gohan mugolò e rotolò giù dalla sedia sulla quale era abbobolato [ permettete il neologismo ^.^ ND Fra ].

"Ahhh!" Thud!

"Che diav...?" disse, per terra, guardandosi attorno e chiedendosi dove fosse.

"La cucina? Oh no! Che ore sono?" Gohan adocchiò l’orologio sul muro: lesse 9:14.

"Ahhhhhhh! E’ tardi, è tardi!! La mia lezione doveva cominciare più di un’ora fa! Il capo vorrà la mia testa su un piatto!"

Gohan corse per tutta la casa in cerca di calze, scarpe, e valigetta. Nel panico non gli riuscì di trovare due calzini uguali e dopo aver smadonnato per un pezzo ne afferrò un altro diverso e se lo mise. Poi si mise le scarpe al contrario, e per ultimo rovesciò tutto il contenuto della sua valigetta nell’atrio.

"Ahhhh! Perché sta succedendo a me?! Potrebbe andarmi peggio?" chiese al cielo mentre spiccava il volo.

In quel momento cominciò a piovere.

"Che ti ho fatto io, Dende?!"


Goten sbadigliò rumorosamente e si coprì la bocca con una mano, la lezione di scienze era cooooooosì noiosa.

Guardò il foglio davanti a lui- non lo aveva ancora toccato. ‘Perché non può essere qualcosa di facile, come i quattro gruppi alimentari o qualcosa del genere?’ pensò Goten. Mmmmm, cibo. Il suo stomaco ruggì rabbiosamente e gli diede un colpetto. ‘Solo un altro po’’ gli promise. Il foglio era coperto di scarabocchi e disegnini, trovava che fossero d’aiuto disegnare durante le letture, lo tenevano sveglio. Adocchiò il lavoro e sorrise, aveva disegnato tre chibi Trunks correre con gli occhi a forma di cuore attorno una chibi Pan, un chibi Gohan namecciano in tuta spaziale, una chibi Vegeta a fare compere con Bra e Marron, e un chibi Goku seduto al computer. Il sorriso si allargò e si coprì la bocca con le mani per impedirsi di ridere.

Guardò l’orologio- altri cinque minuti prima del suono della campana, poi avrebbe potuto andare a prendere da mangiare.

"Signor Son?"

La testa di Goten scattò su per guardare l’insegnante, Ms. Pez, che era nuova della scuola.

"Um, sì Ms. Pez?" disse Goten. Guardò il suo foglio e lo coprì con le braccia.

"Sta avendo qualche problema con il compito?" chiese, indicando il foglio.

"Uh, no," disse Goten appoggiandosi completamente sul foglio per nascondere i disegni.

"Signor Son, c’è qualcosa che non vuole farmi vedere sul suo foglio?"

"Um.... no."

"Signor Son," disse Ms. Pez in tono perentorio. Diede al foglio uno strattone, e quello si strappò facendola cadere all’indietro. Atterrò dolorosamente sul didietro, e per un attimo la sua gonna volò in alto sotto gli occhi di tutti gli studenti.

Il povero Goten, che era il più vicino, assunse un colorito rosso acceso.

"Ne ho avuto abbastanza, Signor Son! Vada subito nell’ufficio della preside!" gridò Ms. Pez, furibonda.

"Ma io..."

L’insegnante le diede un’occhiata omicida che sembrava tutte le donne conoscessero per mettere i maschi al loro posto.

Goten deglutì e raccolse la sua roba, poi si diresse verso l’ufficio della preside.

Una volta arrivato si fermò davanti alla porta. Goten non era mai stato mandato dalla preside, non da quando non si metteva più nei pasticci con Trunks. Sua madre non sarebbe stata contenta... Sospirò e bussò alla porta.

"Entri pure" disse la voce della preside.

Goten girò la maniglia ed entrò nell’ufficio. Oltrepassò la segreteria ed entrò nell’ufficio personale della preside. Era piuttosto spazioso, c’era un divano di pelle nera, un armadietto, e una grande scrivania di quercia. Dietro la scrivania, c’era una donna con capelli rosso tiziano e occhi verde foresta, in tailleur.

"Bene, bene, ecco qui il signor Son" miagolò. [ era ‘purr’, cioè fare le fusa, ma non esiste un modo di tradurlo in italiano. ND Fra ] "Ho aspettato a lungo il giorno in cui avrebbe oltrepassato quella porta. Sei stato un bambino cattivo, vero?"

"Uh?" Goten sbatté le palpebre. C’era qualcosa di molto strano.

"Cos’hai combinato?" disse appoggiandosi sulla scrivania, il mento sulle mani.

"Um.... Ecco, Io..." Gente, aveva un brutto presentimento, per qualche ragione. Come se Bu fosse sul punto di saltare fuori dai muri e assalirlo da un momento all’altro. "E’ stato una specie di incidente."

"Oh? Niente accade incidentalmente, signor Son" disse la preside, leccandosi le labbra.

"O....kay" lo stava facendo sentire decisamente a disagio. "Be’, insomma non volevo mostrare a Ms. Pez il mio foglio e quando ha cercato di prenderlo è caduta e..."

"E....?" disse la preside, alzando un sopracciglio.

Goten arrossì, "Le si è alzata la gonna" disse con voce debole.

La preside sorrise, mostrando denti di un bianco scintillante. "Oh, sei davvero un cattivo ragazzo...." Si alzò e si avvicinò all’armadietto.

"Ma è stato un incidente" protestò Goten. Quasi cadde dalla sedia a faccia in giù quando aprì l’armadio e tirò fuori una frusta.

"I ragazzi cattivi come te meritano di essere puniti" disse, leccando la frusta. [ AAAAAAAAAAAH! ND Fra ]

Il mento di Goten arrivò a terra.

Quella alzò la frusta e la fece schioccare verso di lui.

"Iiih!" Goten cominciò a correre per la stanza con la pazza dietro di lui, la frusta che cantava.

"Call me Queen!" [ chiamami regina! ND Fra ]

"Ahhhhhhhhhhh!"

"Lecca i miei stivali!"

"No! No! Basta!"

"Hooo, ho ho ho ho!"

"Stia lontana da me!!!"

La segretaria fece capolino all’interno e diede un’occhiata. Scosse la testa un momento, poi tornò a scrivere.


Gohan incespicò nell’atrio della scuola e si guardò attorno, non si vedeva nessuno; bene. Gohan stava per andare verso la sua classe quando udì una risata terrificante venire dalla sua parte. Quando fu più vicina, udì un’altra voce, questa strillante proteste.

"Ma che?" disse Gohan facendo capolino dietro l’angolo.

"Ahhhhhhhhh! Non pensa di stare esagerando !?" gridò Goten correndo attraverso l’atrio.

"Ho, ho ho ho ho! Torna qui piccolo! La tua insegnante deve darti una lezione!"

"Ahhhhhhhh!"

La faccia di Gohan perse espressione quando vide suo fratello più giovane oltrepassarlo in corsa inseguito dalla preside che indossava un completo sadomaso di pelle nera e agitava una lunga frusta.

"G-Goten?" I due sparirono lungo il corridoio e Gohan uscì per vedere se riusciva a scorgerli. Poi udì lo schiocco di una frusta e un guaito da dietro di lui e-

"Humf!" Goten gli saltò dritto sulla schiena.

"Gohan! Salvami! E’ pazza!"

"Goten?!" disse Gohan guardando il fratello raggomitolato alle sue spalle.

"Ho, ho ho ho ho ho!"

Gohan impallidì e si girò, vedendo la preside ferma davanti a loro, la frusta riavvolta e pronta a schioccare.

"Um.... Ms. Queen..." (*giggle* La riconoscete adesso? Centro-era in un’altra delle mie fanfics.) <= Nota di B-chan
[ precisamente, nella fanfic Saiyan Women. Era iscritta al torneo Tenkaichi ed era toccata al povero Trunks chan durante le eliminatorie... ^^() ND Fra ]

"Oh? C’è anche il signor Piccolo. Perché non sta facendo lezione?" disse, accarezzando la frusta.

"Ummmmmm........" Dietro di lui, Goten si lamentò.

"Ho, ho ho ho ho! Siete entrambi bambini cattivi che devono essere puniti!"

"No, aspetti un attimo Ms Q-"

Crack!

"Ahhhhhhhh!"

Alcuni studenti alzarono la testa e videro un uomo verde ed un affascinante studente fuggire da qualcuno che sembrava la preside in completo sadomaso alle loro calcagna.


"LASCIAMI ANDARE!!!!!"

Due dei Trunks si guardarono e poi volsero lo sguardo nella direzione dalla quale era arrivato l’urlo.

L’altro Trunks era in ufficio a fare la sua parte di lavoro.

"Cosa pensi che fosse quel suono orribile?"

"Veniva dalla camera di mamma e papà."

Deglutirono e si diressero verso la stanza. Entrarono solo per vedere che i loro genitori non erano nella camera da letto, ma nel bagno.

"Fermati!"

"Vuoi stare buona, non ti farà male."

"No, stammi lontano con quell’affare!"

"Dannazione Vegeta! Io lo faccio continuamente, puoi pur farlo una volta sola!"

"NO!"

"Imbecille! Lo farai, che tu lo voglia o no!"

I due Trunks si guardarono a vicenda, chiedendosi cosa diavolo avrebbero dovuto fare. Sentivano imprecazioni e rumori di agitazione venire dalla stanza.

"Stai ferma e avrò finito in pochi minuti."

"Ahhhh! Lasciami andare! Toglimi le mani di dosso!"

"Vegeta! Maledizione! Sono l’uomo qui, quindi tu devi essere la donna!"

"No! No! NO! Mi hai sentito! Non puoi farmi questo!"

"Oh sì che posso!"

"Ahhh! Figlio di –"

"Ti darò un pugno in testa se sarà necessario!"

Entrambi i Trunks corsero fuori della stanza, con le facce cremisi. "Non ne sappiamo niente!" gridarono entrambi.

Nel bagno Bulma era riuscita finalmente a infilare suo marito nel vestitino rosso.

"Non è stato poi così male non è vero?"

"Bastardo!" strillò Vegeta cercando di togliersi l’abito, il che era impossibile, dato che non riusciva praticamente a muoversi nella forte gravità.

"Oh basta protestare! Non ho ancora finito con te." Bulma si girò e riapparve con un rossetto "Stai ferma."

"Ahhhhh! Non oserai!"

Bulma sospirò e diede a Vegeta un buon colpo sulla testa. La principessa dei saiyan si afflosciò.

"Avrei dovuto farlo prima," disse Bulma, sorridendo maligno mentre apriva il rossetto.


Marron guardò Pan che barcollava verso di lei con un grosso impacco sulla caviglia.

"Che diavolo è quello?" chiese Marron avvicinandosi e aprendole la porta.

"Un impacco, che altro?" disse Pan, sedendosi nel posto del passeggero. "Dovrebbe essere d’aiuto, me l’ha messo l’infermiera della scuola."

"Be’, funziona?"

"Un po’"

"Gente, ne abbiamo fin sui capelli. Sarebbe bello se ci fosse Bra, lei è brava in questo genere di cose."

"Che vuoi dire?" chiese Pan, allacciandosi la cintura.

"Voglio dire che è una delle migliori balliste che abbia mai conosciuto. Sai, una volta mi ha telefonato e mi ha detto che era apparso un nuovo nemico che aveva già ucciso Goku, suo padre e Trunks, e che Goten stava morendo dissanguato nella sua cucina. Si era anche inventata un nome, mi sembra che li chiamasse ‘Hunters’ o qualcosa del genere. [ si tratta di un’altra fanfic di B chan. ^_^ ND Fra ] Mi ha fatto prendere un colpo, finché non ho guardato il calendario e ho visto che era il primo di Aprile. Sono rimasta incazzata con lei per una settimana, poi."

"Ha, ha, ha, ha! Ci hai creduto davvero?! Ha, ha, oh mio KAMI questa è bella! Oh, no, i terribili ‘Hunters’ ci uccideranno!’ disse Pan con voce canzonatoria.

Marron le scoccò un’occhiataccia. "Non fa ridere."

Pan rise forte, ma si fermò quando si accorse dell’occhiata assassina che le rivolgeva Marron.

Cough. "Già, scommetto che Bra potrebbe inventare una balla molto interessante per nascondere questo," disse indicando il proprio piede. "Me la vedo già, a spiegare ai tre Trunks che questo non é un impacco, ma un accessorio super trendy per le caviglie." Le labbra di Pan si incresparono mentre cercava di mantenersi seria.

"Vuoi essere d’aiuto sì o no?" disse Marron, preparandosi a fare manovra e dimenticando l’intera faccenda.

"Sì!"

"Allora smetti di fare la piaga!"

Pan saggiamente tacque. Dopo una ventina di minuti arrivarono davanti al più grande centro commerciale di Satan city.

"D’accordo" disse Marron, uscendo dalla macchina. "Andiamo a trasformarci in dee!"

"Così nessun uomo potrà resisterci!" gridò Pan issandosi fuori dell’automobile.

Si guardarono l’un l’altra, incrociarono le braccia, e cominciarono a ridere minacciosamente.

"Let’s shop till we drop!" [ facciamo compere fino a crollare! ND Fra ] gridarono entrambe e si diressero verso l’entrata.


Goku sedeva davanti ad un computer quando il suo capo entrò nella stanza.

"Eccoti qua Goku, pensavo che fossi a pranzo a quest’ora."

"E’ tutto ok, ho quasi finito," disse il saiyan. Finì di digitare e si appoggiò alla sedia. "Ecco fatto," disse con un sorriso soddisfatto.

"Cos’hai fatto?" chiese il capo, appoggiandosi alla sua spalla.

"Dunque, come può vedere ho riorganizzato i suoi files, scannerizzato i suoi programmi- Sapeva di avere un pericoloso virus speditole via e-mail da un’altra società automobilistica? Comunque- l’ho neutralizzato e poi ho inviato loro un mio piccolo virus. Dopo, ho aggiornato la sua pagina web, ci ho messo un’automobilina che gira per lo schermo. Ho riscritto alcune delle descrizioni delle auto... Oh, e ultimo ma non meno importante, ha tre nuove e-mail sul suo computer," disse Goku aprendole per fargliele vedere.

Il capo di Goku lo fissò con la bocca aperta.

"Uhm... Ho fatto qualcosa che non va?" chiese Goku.

L’uomo scosse la testa.

"Ok, bene allora," disse Goku con un sorriso. "Serve altro?"

L’uomo scosse la testa. "No, puoi tornare a quelle pratiche che ti ho dato prima."

"Oh, le ho già finite," disse Goku dando un colpetto a una pila di spessi documenti sulla scrivania.

"Um, ok...." disse l’uomo adocchiando la pila. "Credo che questo significhi che hai finito. Sei libero per il resto della giornata."

"Davvero? Grazie," disse Goku alzandosi e indossando il proprio impermeabile. "Be’, ci vedremo stasera allora," disse Goku e uscì.

Il saiyan pensò di andare a casa per pranzo, ma decise di lasciare a Chi Chi una pausa dalla sua incessante richiesta di cibo.

"Dovrei fare qualcosa per lei," rifletté ad alta voce. I suoi occhi cercarono intorno e atterrarono su un negozio al di là della strada. Un sorriso si allargò sulla sua faccia mentre si dirigeva verso di esso.


Chi Chi lentamente asciugò un piatto. Lo aveva asciugato da un pezzo, ma lei continuava a sfregarlo con lo strofinaccio. Guardò l’orologio e gli angoli della sua bocca scesero un pochino verso il basso quando lesse l’ora, erano le tre. "Sembra che Goku amore non sarà a casa per pranzo," disse a voce bassa, posando il piatto con un sospiro.

Si girò e scrutò la casa, in cerca di qualcosa da fare. La casa era immacolata, aveva pulito notte e giorno – Adesso non rimaneva niente da pulire.

"Spero che Goten tesoro non abbia preso robaccia per pranzo, non gli fa bene" disse e si sedette. "I teenagers tendono a mangiare solo schifezze. Io ho sempre cercato di preparare cibi sani per i miei ragazzi." Guardò l’orologio, "Goten dovrebbe essere a casa fra poco, di solito arriva verso le tre e mezzo. La festa é stasera, chissà se Bulma vuole che porti qualcosa? Nah, probabilmente ha gente che cucina per lei. Potrei chiamarla e chiederglielo..." Chi Chi stava per prendere il telefono e comporre il numero della sua amica, ma si fermò, considerando che Bulma probabilmente era impegnata con tutte quelle cose che succedevano alla Capsule Corporation. "Meglio che non chiami" disse lasciando cadere le mani lungo i fianchi. "Forse potrei tirare fuori i vestiti di Goku e Goten per stasera, Probabilmente sono da stirare. Hmmm, e io cosa mi metto?"

Chi Chi stava per andare a rovistare nel suo armadio quando la porta d’ingresso si aprì.

"Goten tesoro, sei tu?" chiese Chi Chi andando alla porta. Si fermò quando vide che era Goku. "Goku" disse con un sorriso che le si allargava sulla faccia, "Sei a casa, hai fame? Posso prepararti qualcosa" disse togliendogli di dosso l’impermeabile.

"No, Chi Chi, sono a posto. Ho mangiato fuori a pranzo. Ti ho preso una cosa" disse porgendole un pacchetto avvolto in carta marrone.

"Oh, davvero? Cos’è?" chiese prendendo l’involto.

"Aprilo" disse Goku con un sorriso accattivante.

Chi Chi gli rivolse un’occhiata curiosa e lentamente sciolse il nodo della cordicella marrone che chiudeva il pacchetto, poi scostò la carta marrone. Ebbe un sussulto, meravigliata, e lasciò cadere la carta sul pavimento pulito, stringendo ciò che aveva contenuto.

"E’ bellissimo" disse, stringendosi addosso il vestito cinese di seta blu. [ geeeeeee! ^.^ ND Fra ]. Un drago verde dalle scaglie dorate era ricamato sul tessuto, aveva un collo alto e una fila di bottoni dalla spalla alla gola, e un ampio spacco da una parte. [ il mio invece ha i ricami argento e ha due spacchi... ND Fra ]

"Goku, l’hai scelto tu?"

"Be’, più o meno. Mi ha aiutato la commessa, ma non ne avevano nessuno verde."

Gli saltò al collo, abbracciandolo. "Lo adoro."

Goku rise e per un momento le ricordò il Goku spensierato che aveva avuto prima del desiderio. Si accorse che quel Goku le mancava.

"Provatelo" disse Goku spingendola leggermente verso la camera da letto.

Lei gli rivolse un sorriso sornione e corse a indossarlo. Le stava perfettamente, abbracciando ogni curva, la testa del drago era reclinata e sembrava che riposasse sul suo seno. Fece scorrere la mano sul tessuto liscio- Non aveva mai avuto prima un abito di seta!

Arrossendo, Chi Chi uscì dalla camera da letto, trovando Goku seduto sul divano. Si accigliò vedendo che stava leggendo. Dannati libri! Come ho potuto far leggere tanto Gohan e Goten? Si calmò, dicendosi che potevano imparare molto dai libri, poi si diresse con sicurezza verso Goku, afferrò il libro, se lo lanciò dietro le spalle, e si mise a cavalcioni sulle sue gambe.

"Cosa pensi?" chiese, avvolgendo le braccia intorno al suo collo.

"Penso che tu mi abbia fatto perdere il segno di nuovo" disse Goku con un sorriso, poi lasciò scivolare le mani dai fianchi di Chi Chi alla sua vita.

Chi Chi ridacchiò, poi si fece più avanti per baciare Goku, ma si bloccò quando udì la porta aprirsi e le voci di Gohan e Goten annunciare che erano a casa.

Chi Chi quasi quasi cadde nella fretta di scollarsi da Goku. Come perfetta donna di casa e madre, non avrebbe lasciato i suoi ragazzi vederla baciare loro padre sul divano!

"Benvenuti a casa" gridò raddrizzandosi il vestito.

"Mamma" dissero, shockati.

Uh no. Hanno visto?

"Wow, mamma! Sei grandiosa!" gridò Goten avvicinandosi per toccare il vestito.

"Sei molto bella, mamma" disse Gohan sorridendo mentre lei osservava suo fratello stropicciare la seta fra le dita.

"Vi piace? L’ha preso vostro padre" disse Chi Chi facendo un giro su se stessa per farsi vedere. Interruppe la propria piroetta quando notò un particolare.

"Goten, è uno strappo quello sulla tua maglia?"

"Um..." disse Goten guardando la maglia, c’era un lungo strappo lungo il braccio.

"E Gohan!" strillò Chi Chi precipitandosi accanto al figlio più grande, la cui camicia era tutta un taglio.

"Avete litigato?!" domandò piantandosi in mezzo la stanza, mani sui fianchi.

"No, per lo più stavamo scappando" disse Goten sulla difensiva.

"Scappando da cosa?" chiese Chi Chi.

"Dalla preside" disse Goten, poi si cacciò una mano sulla bocca.

"La preside? E perché stavate scappando dalla preside?" disse Chi Chi, le sopracciglia aggrottate.

"Uhm.... Ti ho già detto che sei grandiosa con quel vestito, mamma?" disse Goten cercando di sembrare innocente.

"Goten! Gohan!"

Entrambi abbassarono la testa, sconfitti.

"Ero in ritardo al lavoro" disse Gohan a voce bassa.

Chi Chi scosse la testa e rivolse un’occhiata dura a Goten, che non sembrava intenzionato a rispondere.

"Goten cos’hai fatto?"

"Uh, niente."

"Non dire bugie."

"Ho fatto cadere un’insegnante e ho visto sotto la sua gonna" disse Goten indietreggiando.

"Tu cosa?!"

"E’ stato un incidente! Un incidente ti dico! Non da’ il diritto alla preside di darmi la caccia per i corridoi della scuola, vestita di pelle e agitando una frusta!"

"Che?! E ti aspetti che ci creda?" chiese Chi Chi.

"Ma è vero!" disse Gohan, in difesa di Goten.

"Oh Gohan, non anche tu!"

"Ma non è una bugia" dissero in coro i due ragazzi.

"Ho sentito abbastanza. Davvero, Goten questa è la quarta volta che perdi o rovini i vestiti."

"Ma, ma"

"Niente ma. Adesso vai in camera tua e togliti quegli stracci. Usciamo alle sei per andare alla festa di Bulma."

Goten abbassò la testa, sconfitto, e si trascinò nella propria stanza.

Gohan deglutì quando Chi Chi si girò verso di lui.

"Gohan, pensavo che non fossi mai in ritardo. Assicurati di essere in orario domani... Non dovresti essere a casa adesso? O sei in ritardo anche per quello?"

"Uhm, sì. Scusa mamma" disse Gohan correndo fuori di casa.

Chi Chi sbuffò e si girò verso Goku, trovandolo di nuovo col naso in quello stupido libro.

"Ne ho abbastanza!" disse imperversando verso la cucina.


Tutti e tre i Trunks stavano davanti a un grande specchio nel loro bagno. Risero tutti insieme.

"Non ci servono tre specchi... Noi siamo tre specchi" dissero in coro. I due Trunks di lato si misero di fianco mentre quello in mezzo rimase di faccia allo specchio.

Risero più forte e in un identico movimento si lisciarono i completi bianchi.

"Non riusciranno mai a distinguerci così" disse uno.

"Sì, riusciremo tutti a stare con Pan stasera, e Marron e Goten non noteranno mai la differenza!"

"Hanno ragione a dire che tre teste sono meglio di una" aggiunse l’ultimo.

"Benissimo, piano A" dissero all’unisono uscendo dal bagno.


"Oh, la mia testa, ahi. Mi sono ubriacato di nuovo.......?" mugugnò Vegeta aprendo gli occhi. "Spero di non essere finito in un bar di lesbiche, stavolta."

La principessa fece una smorfia e si massaggiò la testa. "Non posso credere che mi abbia colpito" disse ricordando l’accaduto. Raggelò quando si guardò la mano.

"Ma che diavolo?!" vide un paio di scintillanti guanti neri che le arrivavano appena oltre il gomito.

"Oh, Kami! Per favore, ditemi che è solo un brutto sogno...! Un sogno davvero brutto!" Vegeta si alzò e si guardò nel grande specchio di fianco al letto che divideva con Bulma.

"Ahhhhhhhh! Cosa mi ha fatto?!"

Vegeta era immobile, pietrificata, di fronte al proprio riflesso. Il vestito rosso aderiva strettamente al suo corpo senza lasciare niente all’immaginazione, la scollatura quadrata andava molto troppo in basso per i gusti di Vegeta... Almeno, quando era lei quella che la indossava. E poi, la gonna era decisamente troppo corta, se alzava le braccia era sicura che sarebbe scivolata troppo in alto. Vegeta provò la sua teoria.

"Ahhhhh! Sono rosa! E quella cos’è, un’impronta di coniglio?" [ ^______________^ ND Fra ]

"Fatemi uscire da questa cosa!" Vegeta cercò di far passare il Vestito al di sopra della testa, ma il maledetto oggetto si bloccò intorno al suo petto troppo ampio. "Merda! Stramaledetti affari! Non avrei mai pensato che avrei odiato un seno femminile in tutta la mia vita!" Vegeta tirò il vestito verso il basso, cercando di tirarlo via, ma appena lo mollò tornò alla sua lunghezza normale. "Calma Vegeta. Sai che questi cosi hanno una via d’uscita. Bulma ti chiede sempre di slacciarglieli da dietro...." Cominciò a tastare sulla schiena, continuando a smadonnare dato che il vestito gli rendeva difficile alzare le braccia più di tanti, e i guanti erano troppo scivolosi per farci granché.

"Maledizione!" voltò le spalle allo specchio e cercò di trovare la zip dal riflesso. "Eccola!" gridò trionfante, poi impallidì. "Ma quello è un lucchetto?" Ebbene sì, Bulma aveva chiuso quel dannato oggetto con uno di quei piccoli lucchetti da valigia. "Ah, vaffanculo!" strillò Vegeta tirandolo inutilmente.

"Oh Kami! Sono in trappola! Lo ucciderò!" Si voltò per andare in cerca del suo compagno, ma inciampò e cadde sul letto. "Ma che cazzo!?" Vegeta guardò lo stupido oggetto che la aveva fatta cadere, solo per scoprire che era inciampata nei suoi propri piedi. Vegeta aveva su un paio di scarpe di pelle nera col tacco alto otto centimetri, allacciate con un sottile cinturino alla caviglia.

"Che diavolo sono queste, armi?" disse Vegeta alzando una gamba. "No Bulma non mi darebbe armi da usare contro di lui. Oh, no sono quelle ridicole scarpe che la fanno sembrare più alta! Come diavolo dovrei camminare con queste?"

Vegeta ringhiò e guardò di nuovo il proprio riflesso, accigliandosi disgustata quando vide che il suo compagno si era spinto fino a truccarla e ingioiellarla. Aveva un collarino nero, una piccola gemma rossa attaccata a una catenella d’argento sul petto, un braccialetto rosso ad un polso, sopra i guanti neri, e un anello con una pietra rossa all’altra mano. Le sue labbra erano dello stesso colore del vestito e aveva le palpebre coperte di nero e viola.

"Come ha osato scarabocchiarmi?!"

Solo allora Bulma entrò in camera. Aveva un completo nero, con un fiore bianco nel taschino.

"Ho fatto un buon lavoro, vero" disse Bulma, ammirando il prodotto finito con orgoglio.

"Toglimi subito di dosso questa merda!"

"Non ti piace?" disse Bulma in tono canzonatorio. "Ma sei così sexy!" disse, avvicinandosi con un sorrisetto. Bulma sbatté le palpebre e si fermò prima di avvicinarsi troppo. Dannazione, e questa da dove usciva? Non farti pensieri su Vegeta quando è una lei! Gridò a se stesso.

"Taci!" urlò Vegeta facendo un passo indietro. "Te la farò pagare!"

"Oh, dai, Vegeta! E’ importante per me. Pensi che a me piaccia essere un maschio?"

"Veramente, sì" scattò Vegeta volgendogli la schiena, piantandosi ferma a braccia incrociate.

Bulma fissò quella posa per qualche istante, poi scosse la testa. "Be’, non è vero" Perché non suona convincente come vorrei? "Fallo per me, Vegeta, stavolta, e poi un giorno o l’altro ti ricompenserò."

Vegeta grugnì "Non potrai mai fare niente che cancelli il fatto di avermi conciato così" disse la principessa, voltandosi e accennando al vestito.

"Oh, dai! Hai messo vestiti molto più rivelatori, da uomo."

"Non è vero!" gridò Vegeta.

"Oh sì invece, Mr. Shorts di Spandex! Era come se non indossassi niente! Ovviamente non avevi neanche le mutande!" [ Tsk, è un brutto modo di tradurre ‘underwear’, cioè l’intimo in generale. ND Fra ]

"A proposito di mutande...! Come hai potuto!?"

"Cosa?" disse Bulma, confuso, poi cominciò a ridacchiare. "Ma sono così carine!"

"Ti ucciderò!" gridò Vegeta, e cominciò a correre dietro Bulma più veloce che poteva con i tacchi. Ancora ridendo, Bulma corse fuori della stanza, la donna furiosa dietro.


"Allora hai capito, Goten?" chiese Marron. Appena arrivate al party avevano trovato Goten e gli avevano spiegato il loro piano.

"Non so" disse Goten. "Non potresti semplicemente dire a Trunks del tuo piede?"

"No! Voglio che questa serata sia speciale e questo la rovinerebbe" disse Pan.

"Va bene, ci sto, ma non mi piace."

"E’ quel che dico anch’io." Disse Marron.

Marron indossava un abitino senza maniche di velluto verde. Il collo del vestito arrivava fino alla gola. Aveva orecchini ad anella d’oro e scarpette nere con il tacco alto.

"Ti sta benissimo, Marron" disse Goten, sinceramente. Lui aveva indosso un completo azzurro con un fiore rosso nella tasca della giacca. [ Dio, si può essere più in tiro?! ND Fra ]

"Ti piace!?" disse Marron, felice.

"Sì, è perfetto per te."

"E io?" chiese Pan allo zio.

Pan indossava un lungo vestito viola che le arrivava alle caviglie. Era largo, ma delineava graziosamente la sua figura e la scollatura era larga in una semplice forma ad U. Aveva la schiena scoperta ed era senza maniche. Per finire, aveva guanti bianchi lunghi oltre il gomito.

"Wow, Pan, sei uno schianto [ un knock out, dice B chan ND Fra ]" disse Goten dandole un leggero pugno sulla spalla.

"Sono d’accordo" dissero tre voci dietro di loro.

Marron, Goten e Pan si girarono, e videro tutti e tre i Trunks in fila , tutti in bianco. Si inchinarono nello stesso momento. "Marron, Pan, siete stupende questa sera" dissero.

Entrambe le ragazze ridacchiarono, poi Goten fece capolino fra le loro spalle. "Come facciamo a distinguerli? Sono tutti uguali."

Le ragazze smisero di ridere e osservarono i Trunks.

"Merda" sussurrò Marron.

"Qualcosa non va?" chiese un Trunks, avvicinandosi a Marron e prendendole la mano.

"Assolutamente niente" disse appoggiandosi a lui.

Pan le pizzicò forte il didietro. Marron sobbalzò e la guardò male. Pan con gli occhi le indicò di seguirla.

"Oh, scusa Trunks, devo usare la toilette un momento. Pan, vieni con me?"

Le due lasciarono Goten alle prese con i tre Trunks e si precipitarono alle toilette.

"Perché mi hai pizzicato!?" gridò Marron.

"Così non va! Marron, cosa facciamo?"

"Be’, mi goderò il mio appuntamento, ecco cosa farò io."

"Marron, per favore! Dai, aiutami" piagnucolò Pan.

"Ok, ok. Dovremo contraddistinguerli in qualche modo."

"Come facciamo?" chiese Pan.

Marron sorrise malignamente e tirò fuori il proprio rossetto, mettendosene di più sulle labbra. Le fece schioccare "osserva".

Per qualche motivo a Pan non piacque granché quello sguardo, ma Marron aveva già abbandonato il bagno, e Pan (cercando di non darlo a vedere ) zoppicò dietro di lei.

"Scusate, siamo qui." Disse Marron allegramente.

Goten si avvicinò a Pan e le porse un bicchiere di punch. "Qual è il piano?" le sussurrò nell’orecchio.

"Li dovremo contraddistinguere in qualche modo" bisbigliò Pan in risposta.

"E come?" chiese Goten. Si accigliò vedendo che la bocca di Pan si imbronciava, e si guardò alle spalle.

Marron aveva stretto le braccia intorno al collo di un Trunks e adesso lo stava baciando profondamente.

Il Trunks che stava baciando era evidentemente sotto choc, e aveva le mani attaccate al muro dietro di lui, le dita che tremavano. Gli altri due non erano meno sconvolti, ed erano rimasti a bocca aperta mentre i secondi passavano. Finalmente Marron si staccò e Trunks riuscì a respirare. Velocemente, macchiò di rossetto il colletto della sua camicia, e fece un passo indietro.

Il povero Trunks ammutolito rimase immobile, fissandola ad occhi sgranati, con la bocca sporca di rossetto, come il colletto. Be’, sembrava che questo adesso fosse riconoscibile.

"Oh, ho capito!" disse Goten. Si avvicinò ad uno degli altri due Trunks sotto choc e gli rovesciò in faccia il contenuto del suo bicchiere.

"Cough, Goten, che ti salta in mente?" disse Trunks strofinandosi la faccia con le mani.

"Idiota!" gridarono Pan e Marron, cominciando a picchiarlo sulla testa.

"Ahi, ahi! Scusa! Scusa!" gridò Goten cercando di togliersele di dosso.

"Uhm...." il Trunks rimasto pulito fece qualche passo indietro, con aria vagamente preoccupata.

"Be’, perché non ci dividiamo e andiamo a farci un giretto?" suggerì Marron. Diede un’occhiata al rossetto che aveva ricoperto Trunks. "Oops, scusa" disse Marron prendendo un fazzoletto e togliendoglielo dalla faccia. Poi lo prese a braccetto e lo trascinò via, ancora sotto choc. "Ci vediamo più tardi, ragazzi!" trillò stringendo di più il braccio di Trunks.

Pan si accigliò guardando Marron e uno dei Trunks allontanarsi.

"Oh, scusa per la bibita Trunks, perché non andiamo un attimo nel bagno così puoi darti una ripulita?" Goten strizzò l’occhio a Pan mentre si girava trascinando via un altro dei Trunks.

"Goten, credo che tu mi abbia rovinato il vestito!" ruggì Trunks andandosene con Goten.

L’ultimo Trunks si guardò attorno per vedere se qualcun altro sarebbe saltato fuori a distruggere anche il suo vestito. Quando si fu rassicurato che non stava per succedere niente si girò di nuovo verso Pan. "Be’, adesso perché non presentarti ad alcuni degli altri ospiti?" Le porse il braccio e Pan vi si aggrappò.

"Ok, sembra interessante."

Pan si morse la guancia dall’interno mentre Trunks la guidava nella sala. Spero che non voglia andare troppo lontano, pensò cercando di non mostrare che zoppicava.

fine prima parte cap 3°