LA LEGGENDA DELLE
SUPER GUERRIERE SAILOR
3 - La Coppa Lunare

Il viaggio nel tempo non durò molto.
In pochi istanti le guerriere raggiunsero la meta.
Nessuna di loro sorrideva; neanche il meraviglioso spettacolo della gigantesca luna che si rifletteva sulle torri del Crystal Palace le fecero dimenticare il motivo di tale missione.
Nessuna diceva niente; tutte pensavano alle loro amiche, prigioniere di chissa quale nemico e in chissà quali condizioni.

Dalla città addormentata non proveniva nessun suono; il silenzio era rotto soltanto dal rumore dei passi sulla strada principale della città, quella che conduceva al palazzo.
Era veramente bellissimo da vicino. La luce lunare veniva riflessa in straordinarie sfumature che conferivano all'edificio una specie di aura multicolore.
Ma tutto era troppo silenzioso: la rigogliosa Crystal Tokyo sembrava una città fantasma; un silenzio luttuoso aleggiava sulla città.

Le guerriere erano curiose quanto preoccupate: ma non dovettero attendere molto per sapere cosa stava accadendo.
Bastò loro varcare l'ingresso monuntale del palazzo per vedere due feretri argentei situati nel centro del maestoso atrio. In fondo alla stanza, il re Endymion contemplava piangendo le due bare: il suo viso era cosparso di rughe e i capelli erano sbiancati; la fiugura, un tempo aitante e regale, appariva ora come un vecchio trasandato; era talmente scosso che non si accorse degli ospiti.
Le ragazze non ebbero il coraggio di avvicinarsi. Hotaru iniziò a piangere, cercando conforto fra le braccia di Setsuna. Tutte piangevano; solo -haruka era rimasta impassibile ma era chiaro che stava soffrendo come le altre, anche se il suo orgoglio le impediva di esternare il suo dolore.
Fu lei a porre fine a quel momento di agonia per tutte:"Noi cambieremo il futuro! Acquisiremo il nuovo potere e libereremo Usagi e Chibiusa!" La sua voce tremava ma il suo tono autoritario scosse le altre ragazze.

I gatti s'incamminarono seguiti dalle guerriere. Salirono scale, attraversarono giardini, percorsero corridoi fino ad arrivare ad una maestosa porta intarsiata: era gigantesca e bellissima, ricca di lune incise con abile maestria.
Luna toccò delicatamente la porta che si spalancò come guidata da una forza magica, permettendo alle ragazze di ammirare una meraviglio quanto gigantesca stanza: vetrate di mille colori alleggerivano le pareti e illuminavo la stanza mentre in fondo, in cima ad una scalinata era posto un altare sormontato da una luce.

Le ragazze entrarono: uno straordinario senso di pace invase i loro cuori.
Tutto il dolore che avevano provato sembrava essersi dissolto sotto l'effetto della luce benefica che proveniva dall'altare.
Più si avvicinavano più l'oggetto misterioso assumeva consistenza e forma: aveva la forma di una coppa dorata e poggiava su un piedistallo fucsia.
Lo stupore e l'incredulità delle guerriere aumentò non appena riconobbero in quell'oggetto così benefico e tranquillizzante la leggendaria Coppa Lunare.
Luna e Artemis salirono la breve scalinata: le lune che avevano sulla fronte iniziarono a brillare; anche la leggendaria reliquia si illuminò fino a quando si aprì emettendo un bagliore talmente forte da accecare le ragazze.

L'effetto del bagliore durò a lungo: le guerriere non vedevano più nulla.
Sentivano solo un'infinita pace dentro di loro finchè non riaprirono gli occhi.
Tutto era cambiato: la meravigliosa stanza in cui erano state si era dissolta come per magia; sotto di loro una gigantesca pittaforma circolare; di fronte a loro otto scalinate che conducevano ad altrettanti passaggi illuminati; dietro di loro una scalinata più grande delle altre, talmente alta che non se ne vedeva la cima; tutto il resto, vuoto.
Il benefico effetto della Coppa Lunare si era esaurito e lo sgomento tornò a riempire i cuori delle guerriere anche se sentivano qualcos'altro dentro di loro: una voce che le guidava e diceva loro di salire quelle scale.
Nessuna disse nulla: salirono le scalinate e s'inoltrarono nei varchi luminosi scomparendo.
Luna e Artemis si voltarono, si guardarono e fecero un cenno con la testa dopodichè salirono velocemente la scalinata maggiore scomparendo nel nulla.

Fine cap. 3