UN'AMICIZIA SENZA FINE
Capitolo 3

Yuu sedeva accanto a Satoshi sulla panchina. Nessuno di loro parlava. Non ve n'era più bisogno…ormai si erano detti tutto quello che serviva.
Molte sensazioni si scontravano nell'animo dell'imperturbabile ragazzo biondo, ma nessuna traspariva in superficie.
Solo Satoshi poteva percepire l'enorme peso che gravava sulle spalle di Yuu e si chiedeva quale sarebbe stata la sua reazione…
Cos'avrebbe deciso di fare? Cosa significava veramente per lui quella notizia? Soltanto Yuu avrebbe potuto spiegarlo…

Ormai la luce del Sole stava sparendo all'orizzonte, ma Arimi non si dava pace…aveva camminato per ore ripensando senza sosta alla reazione di Ginta…
Perché non le aveva almeno lasciato il tempo di spiegare i suoi sentimenti? Perché se n'era andato via in quel modo? Senza una parola, senza uno sguardo…
Quello non era il suo Ginta!
La ragazza sospirò…com'era difficile…era estremamente difficile spiegare quello che provava…
Voleva realizzare i suoi sogni, ma questo non significava affatto che il suo sentimento per Ginta fosse fasullo o meno importante dei suoi studi…
Arimi sentiva come una specie di peso sul cuore…Ginta aveva dovuto accantonare i suoi sogni a causa dell'incidente e lei l'aveva visto cadere in un tunnel di disperazione. Ci erano voluti due anni affinché lui tornare a somigliare al vecchio Ginta…
Perché non capiva i suoi sentimenti? Anche lei voleva realizzare i suoi sogni, voleva che lui fosse fiero di lei…voleva conoscere il mondo per poi tornare da lui e dedicargli la sua vita…
Una leggera brezza soffiava per le vie della città…
- Ginta…ma dove sei? - sussurrò la ragazza, ma le sue parole furono portate via da quel venticello…

Il ragazzo era seduto in silenzio in mezzo al campo. Il campo da tennis del suo vecchio liceo…il liceo Toryo…il luogo che aveva visto cresce la sua passione per quello sport…
Ormai tutti gli studenti se n'erano tornati a casa…ma lui continuava a restare immobile.
Pensava, rifletteva…cercava di capire…
Ormai era lì già da un bel po'…nella sua mente continuavano a risuonare le parole di Arimi…
Ma come poteva partire così? Lui non aveva mai sospettato niente…
Sospirò passandosi una mano sul viso.
Aveva sperato che dopo l'incidente avrebbe potuto continuare a giocare a tennis, ma quando aveva saputo la terribile verità…gli era crollato il mondo addosso.
Doveva ammetterlo…se non fosse stato per il costante appoggio di Arimi lui non ce l'avrebbe mai fatta…non avrebbe mai superato quel periodo difficile…
E ora non poteva ingannare se stesso…lui CAPIVA perché Arimi voleva andare fino a Parigi, ma non lo accettava…
Il ragazzo sapeva bene cosa si provava ad abbandonare un sogno, non avrebbe mai voluto porre Arimi davanti ad una scelta così difficile…
Avrebbe dovuto essere felice per lei…ed in fondo al suo cuore lo era…ma perché allora stava così male?
Preso dallo sconforto decise di tornare a casa…stare seduto lì non avrebbe comunque risolto le cose!
Stava camminando tra gli alberi del giardino diretto verso il cancello posteriore…una piccola entrata nascosta che lui e Miki avevano scoperto durante l'ultimo anno per puro caso.
Tra il silenzio che regnava l'unico rumore era il leggero sibilare della brezza…
Qualche uccellino svolazzava qua e là…proprio uno di questi ultimi attrasse la sua attenzione volando velocemente verso un albero proprio davanti a lui.
Ginta si fermò incuriosito sotto l'albero…su uno dei rami c'era un nido. All'interno del nido vi erano tre piccoli che aspettavano di essere nutriti dalla loro mamma.
Ginta sorrise a quella vista…poi qualcosa lo colpì come un fulmine! Non era possibile…
Ripensando al suo comportamento degli ultimi mesi capì una cosa fondamentale. Essendosi appoggiato ad Arimi durante la sua convalescenza e anche successivamente…aveva praticamente smesso di considerare Arimi soltanto la sua ragazza, ma ormai per lui era diventata come una chioccia che si prendeva cura di lui! Era questo della partenza di Arimi che lo spaventava tanto…non era la lontananza…non era il suo rifiuto alla sua proposta di matrimonio…non era nemmeno la paura di perderla…era puro e semplice terrore di non farcela senza di lei!
Ginta era scioccato! Come aveva fatto a non accorgersene prima? Adesso tutto gli diventava chiaro…

Miki era rientrata molto tardi, ma di Yuu neanche l'ombra. La ragazza era preoccupata. Non era abitudine del ragazzo rientrare tardi e specialmente senza avvisarla.
Andò alla segreteria telefonica…soltanto un messaggio era stato registrato…
"Miki…sono Satoshi…purtroppo Yuu ci ha sentito parlare al parco! Ora sa tutto…" - Miki si portò una mano alla bocca dallo shock - "Mi ha detto che voleva stare solo e se n'è andato…ti prego avvertimi quando ritorna…sono in pensiero".
Miki si lasciò cadere sulla sedia accanto al telefono.
- Yuu…

Erano già le nove e le luci dei lampioni cominciavano ad accendersi…
Un ragazzo solitario camminava nei pressi della spiaggia.
Si sedette vicino alla riva immerso nei suoi pensieri.
Era successo di nuovo…il mistero sull'identità di suo padre stava diventando veramente un chiodo fisso per lui. Per quanto cercasse di nasconderlo agli altri…lui voleva sapere chi fosse suo padre! Voleva almeno vederlo! Magari solo una volta…non poteva continuare a vivere così!
Ormai era cresciuto…aveva la sua vita…Miki era la sua famiglia…sapeva che doveva ritenersi molto fortunato…
"Yuu…noi siamo la tua famiglia…Jin e Chiyako ti vogliono un bene dell'anima e anch'io…anche se litighiamo spesso per me sei importante e ti aiuterò sempre. Se avessi bisogno di aiuto io ci sarò Yuu!"
Il ragazzo ricordava bene le parole che Miki gli aveva detto quel giorno…quel particolare giorno che considerava come il più triste e il più bello della sua vita. Quel giorno aveva veramente sofferto…e per la prima volta si era appoggiato a qualcuno…si era appoggiato a lei…alla sua Miki…
Sapeva che in questo momento lei era estremamente preoccupata per lui…
Yuu sorrise…ma ora la situazione era diversa da quella del passato…lui era cresciuto…lui aveva imparato a non soffocare più i suoi sentimenti (o almeno ci provava)…
- Ormai il passato è passato…non voglio più soffrire per questo…ma prima di lasciarmi tutto alle spalle c'è una cosa che devo assolutamente fare!


Sconsolata Arimi rientrò in casa. Sua madre la salutò allegramente, ma lei non la sentì neppure.
Scusandosi andò direttamente nella sua stanza. Gettò i libri che aveva ancora con sé sulla scrivania, poi si lasciò cadere lentamente sul letto. Un braccio posato sul viso.
Nella stanza regnava il silenzio…l'unico rumore era il tic-tac delle lancette della sveglia.
Poi un singulto uscì dalle sue labbra. La ragazza si voltò velocemente e affondò il viso nel cuscino.
Nessuno…nessuno doveva sentire mentre sfogava il suo dolore…
Le lacrime continuavano a scendere senza sosta, mentre tutti i ricordi della sua adolescenza le passavano come un film nella mente…
- Ginta…oh Ginta…

Anche Ginta era rientrato a casa. Accese la luce e si diresse nella sua stanza. Non aveva mangiato nulla e non essendoci nessuno in casa doveva pensarci da solo…ma era troppo distratto dai suoi problemi con Arimi per pensare a questo, così non si rese neppure conto che l'ora di cena era già passata da un pezzo.
Continuava a darsi dell'idiota, a pensare a come spiegare ad Arimi i suoi sentimenti e a come cercare si salvare la situazione.
Sapeva bene che doveva lasciare partire Arimi…sapeva che era giusto…lei doveva realizzare i suoi sogni…doveva farlo anche per lui…lei non doveva soffrire come lui…
Lui non aveva alcun dubbio sui suoi sentimenti per lei…sapeva che sarebbe riuscito ad aspettarla, ma per Arimi valeva lo stesso?
No…si disse Ginta…non poteva dubitare di lei ancora! Era tutta colpa sua…era lui che aveva paura di vivere senza di lei…doveva riuscire a dimostrare a lei e a se stesso che poteva farcela da solo…e questa era la sua occasione…
Deciso prese il telefono e compose il numero rapidamente.

Il suo cellulare stava squillando…
Arimi ne era cosciente, ma non riusciva a staccarsi dal letto…
Chi poteva essere? Forse era Ginta? Voleva dirle che non voleva più vederla? Al pensiero una nuova crisi di pianto sconvolse Arimi…
Aveva già squillato venti volte, ma sembrava non volersi fermare mai…
La ragazza alla fine si fece coraggio e rispose.
- Pronto…
- Arimi!
La ragazza si fece di ghiaccio…era proprio Ginta!
- Gi…Ginta… - balbettò la ragazza senza sapere che altro dire…senza sapere cosa aspettarsi…
- Ti prego… - disse lui con voce dolce - Vieni qui! Abbiamo bisogno di parlare…ti prego…
L'ultimo "ti prego" trafisse come una freccia il cuore di Arimi. La ragazza strinse più forte il telefono sussurrando:
- Ok…arrivo…

Miki era molto agitata. Camminava avanti e indietro davanti la porta di casa. Ormai non sapeva più che fare. Erano già passate le 10 e di Yuu nemmeno l'ombra. Infine provò a chiamare Satoshi.
Il ragazzo rispose al primo squillo.
- Yuu!
- No…sono Miki…
- Allora?
- Non so più che fare Satoshi! Non è ancora tornato!
Anche il ragazzo era molto preoccupato ma disse ugualmente:
- Stai tranquilla Miki! Sono sicuro che arriverà presto! Yuu ha la testa sulle spalle…vedrai…non è il tipo da farti preoccupare inutilmente…
- Questo lo so, ma…
- Niente ma…sono certo che starà per arrivare. E quando arriva chiamami ok! Gli devo parlare.
- Certo! Ora vado e…scusami se ti ho disturbato!
Miki aveva appena posato la cornetta quando sentì la chiave girare nella serratura. Si diresse velocemente verso la porta.
Il ragazzo stava entrando silenziosamente. Chiuse la porta lentamente poi la fissò.
Il suo sguardo era come al solito indecifrabile. Miki gli si avvicinò titubante.
- Yuu…io…
Il ragazzo l'abbracciò di scatto. Quando la ragazza si riebbe dalla sorpresa lo abbracciò a sua volta.
- Ascolta Yuu…
- No Miki! Aspetta…
Il ragazzo la scostò un po' da se per guardarla negli occhi.
- Miki…ti prego…ascoltami attentamente…io…ho preso una decisione!

Arimi correva velocemente per le strade deserte verso la casa di Ginta.
Non aveva idea di quello che si sarebbero detti, ma non vedeva l'ora di arrivare da lui. Quella giornata era stata un incubo per entrambi ed era arrivato il momento di mettere le cose in chiaro.
Arrivata in vista della villetta si fermò di colpo.
Ad un tratto tutto il suo coraggio era svanito. Nella casa tutte le luci erano spente. Sembrava non ci fosse nessuno.
Lentamente, con le gambe che le tremavano, Arimi si avvicinò al cancello. Stava per suonare il campanello, quando si accorse che era aperto…
Lo spinse ed entrò. Arrivata a pochi passi dalla porta si bloccò nuovamente.
Aveva mille dubbi…non sapeva più cosa fare, cosa aspettarsi…
- Oh Dio mio… - sussurrò la ragazza - Non riesco più a muovermi di qui…sono troppo nervosa…

L'aveva vista arrivare dalla finestra. Si era messo a controllare la strada a luce spenta…
Cos'avrebbe detto Arimi? L'avrebbe perdonato?
Si sentiva terribilmente teso e nervoso. Scese le scale velocemente, ma una volta arrivato alla porta esitò con la mano sulla serratura.
- Speriamo che capisca…ti prego…non posso perderla ora…
Con questa preghiera nella mente il ragazzo aprì lentamente la porta.
Arimi era ferma proprio davanti alla porta. Il viso teso e preoccupato rivolto verso il basso.
Quando si accorse di lui alzò di scatto la testa.
Si fissarono negli occhi, entrambi spaventati per quello che potevano leggere in quelli dell'altro…

Miki, sorpresa dalla dichiarazione di Yuu, si sciolse completamente dal suo abbraccio.
- Che cosa vuoi dire Yuu?
Il ragazzo continuava a guardarla negli occhi e Miki si sentiva incatenata sotto quello sguardo…non poteva sottrarvisi.
- Vieni sediamoci in salotto.
I due si misero seduti sul divano, l'uno accanto all'altra.
Per un attimo ci fu il silenzio, poi sospirando il ragazzo tentò di spiegare a Miki la sua decisione.
- Sai…è stata una sorpresa per me oggi vederti parlare con Satoshi…
Miki si sentì subito in dovere di giustificarsi.
- Mi dispiace tanto Yuu…non era mia intenzione mentirti, ma Satoshi aveva insistito per parlarmi a quattrocchi senza che tu ne fossi al corrente… - poi all'improvviso a Miki venne in mente una cosa - ma come hai fatto a sapere dov'eravamo?
- Beh… - rispose lui - Veramente ero venuto a prenderti al lavoro come al solito, ma ti ho visto allontanarti con Satoshi e così vi ho seguito!
Miki si ricordò improvvisamente che la sera prima per non far insospettire Yuu era andata a letto di corsa e si era completamente dimenticata di avvisarlo che il giorno dopo non sarebbe dovuto passare a prenderla!
- Comunque quello che ti volevo dire riguarda mio padre…
Miki lo guardò trepidante. Yuu non sembrava così sconvolto come aveva immaginato. Anzi sembrava aver preso bene la notizia…però con lui non si poteva mai dire…
- Dimmi…
- Io ho deciso di andare in Inghilterra Miki!
- Cosa? - chiese scioccata la ragazza .
- Hai capito! Ho intenzione di andare da mio padre e chiarire una volta per tutte la situazione! Solo allora potrò dimenticare ogni cosa!
- Ma ne sei sicuro Yuu? - Miki era molto preoccupata.
- Si Miki! E non ho intenzione di cambiare idea!
- E cosa dirai a tua madre?
- Ho pensato anche a quello! Non preoccuparti!
Miki continuava a fissarlo a occhi sbarrati.
- Non dimenticare che la mia famiglia ha origini inglesi! Mio nonno e mio zio vivono ancora là…dirò che vado a trovarli!
Miki si alzò dal divano e di diresse verso la porta-finestra che era proprio davanti a loro.
- Miki… - Yuu la seguiva con lo sguardo.
Si alzò a sua volta e si avvicinò a lei. Le mise le mani sulle spalle.
- Non preoccuparti così per me! Stò bene! E sai perché?
Si guardarono negli occhi grazie al riflesso del vetro della finestra.
- Perché questa volta ho te vicino a me! Miki…mi accompagneresti in Inghilterra?
Il suo sguardo era sincero. Voleva che lei andasse con lui…
- Ne sei sicuro Yuu?
Lui annuì convinto…sì…non voleva separarsi da Miki…specie in un momento come quello!

CONTINUA...