UN'AMICIZIA SENZA FINE

CAPITOLO 4

Continuavano a fissarsi senza dire nulla.
Un'auto passò davanti alla casa. Le luci dei fari illuminarono i ragazzi per alcuni istanti.
Lo sguardo di Ginta era serio.
- Ginta - sussurrò Arimi nervosamente.
Il ragazzo si spostò e le disse:
- Dai, vieni dentro. Non restare sull'uscio.
La ragazza lentamente obbedì. Si ritrovarono in salotto. Al buio.
Arimi stava per accendere la luce, ma Ginta la fermò. Senza dire una parola l'abbracciò e la strinse a sé.
- Ginta…ascolta… - iniziò Arimi, ma ancora una volta il ragazzo la bloccò questa volta mettendole un dito sulle labbra.
- No. Aspetta. Prima di ogni altra cosa volevo chiederti scusa per come mi sono comportato. Sono stato un emerito imbecille. Invece di essere felice per te, ho cercato di scaricarti addosso tutti i miei problemi, ma ora ho capito. Arimi…io ti amo. Su questo non devi mai avere dubbi e qualunque cosa tu decida di fare io sarò al tuo fianco. Se partirai io ti aspetterò per tutto il tempo che sarà necessario. Non m'importa di nulla…solo di te! Arimi dimmi che mi perdoni ti prego! Non potrei sopportare di restare solo…
La ragazza aveva le lacrime agli occhi.
Lo interrupe baciandolo appassionatamente.
Ginta la ricambiò con altrettanta passione.
Ogni paura, ogni silenzio, ogni sentimento negativo che poteva essersi creato tra loro venne spazzato via da quell'ondata d'amore.
Finalmente erano di nuovo uniti. I due ragazzi si staccarono ansimando leggermente.
Si guardarono negli occhi e vi lessero solo la gioia di essersi ritrovati.

Miki era seduta in cucina al buio. Yuu era già andato a dormire. Quella sera avevano parlato molto e il ragazzo aveva deciso di partire per Londra ai primi di giugno…cioè entro tre settimane. Lei aveva deciso di seguirlo eppure avvertiva una strana sensazione. Come un'improvvisa paura dell'ignoto. Aveva il presentimento che non sarebbe stato facile come pensava Yuu, per quanto lui potesse essere cambiato in quegli ultimi anni, restava il solito…misterioso, introverso e taciturno. Ma oltre a quello avvertiva la paura dei cambiamenti che ovviamente ne sarebbero derivati…
Si prese la testa tra le mani…sospirando.
L'unica cosa che poteva fare era pregare che tutto andasse per il verso giusto.

Quando si svegliò il mattino successivo Arimi percepì un dolce calore sulla schiena. Ancora ad occhi chiusi sorrise.
Ogni immagine della notte appena passata tra le braccia di Ginta le tornava alla mente con una limpidezza incredibile. Quasi non le sembrava vero.
Sentì le braccia di Ginta circondarla teneramente.
- Ciao - le sussurrò lui all'orecchio.
- Buongiorno - gli rispose lei accoccolandosi con una gattina più vicino al suo petto.
Per qualche istante restarono in silenzio.
Poi Ginta le accarezzò il viso con delicatezza.
- Stanotte…ti ho fatto male? - il suo tono era un po' preoccupato.
Lei gli rispose sorridendo - No, stai tranquillo!
Arimi lo guardò negli occhi e decise di dirgli la verità.
- Ginta…io partirò tra quindici giorni…io…
Lui la osservò serio per un attimo poi tornò ad abbracciarla e la baciò appassionatamente.
Quando le sue labbra si staccarono le sussurrò…
- Allora ne devo approfittare! Mia cara…in queste due settimane verrai rapita dal principe azzurro!
Arimi sollevata rise e lo baciò sulla fronte.
- Cerca di non fare l'assatanato…sai…non ti facevo così maniaco!
Ginta fece una risatina maliziosa.
- Sei tu che sei troppo bella! - terminò la frase trascinandola di nuovo tra le lenzuola.

I giorni passarono ad una velocità incredibile e la notizia della partenza di Arimi e della successiva partenza di Yuu e Miki divennero di dominio pubblico.
Satoshi e Meiko ne parlarono molto…
- Sono un po' preoccupata sai?
Satoshi le prese una mano e le baciò il palmo con tenerezza.
- Lo sono anch'io…- le rispose con tono serio.
- Ginta e Arimi sembrano tranquilli, sono ragazzi forti e sono certa che sapranno superare ogni ostacolo…coloro per cui sono preoccupata invece sono Miki e Yuu…
Satoshi, che stava camminando al fianco di Meiko, si fermò un momento.
- Anch'io ho una strana sensazione. Yuu ha preso questa cosa con troppa fretta, appena saputa la notizia ha subito deciso di partire! Da un lato posso anche capirlo, però…non so…
- In effetti Yuu è sempre stato un tipo molto cauto…
Satoshi scosse la testa.
- Meiko? Ti dispiacerebbe se andassi anch'io con loro?
- Vuoi andare con loro a Londra?
Lui annuì.
- Non sono affatto tranquillo Meiko! E vorrei essere presente per ogni evenienza!
La ragazza sorrise.
- Forse Miki avrà bisogno di conforto! Che ne dici se ti accompagno?
Satoshi ricambiò il sorriso.

Alla fine Arimi partì per Parigi e Ginta andò a salutarla all'aeroporto. Non fu un saluto strappalacrime anche perché il ragazzo le promise di andarla presto a trovare. Infatti sarebbe partito con Miki, Yuu, Satoshi e Meiko la domenica successiva per Londra e una volta là sarebbe andato da lei a Parigi.
I due si abbracciarono stretti e con un dolce sorriso dipinto sul volto la ragazza prese con sé la valigia e si diresse al check in.
Una volta preso il biglietto tornò a voltarsi verso di lui che non aveva smesso un attimo di seguirla con gli occhi.
Si sorrisero comunicandosi tutto il loro amore, poi lei sparì tra la folla diretta verso la porta d'imbarco.
Ginta uscì sul terrazzo e aspettò che l'aereo prendesse quota.
Quando il jumbo fu solo un puntino bianco nell'immensità di quel cielo azzurro Ginta si decise a tornare a casa. Ma prima di staccare lo sguardo dall'orizzonte sorrise nuovamente.
- A presto Arimi…

Il sabato sera Miki rientrò a casa tardi dal lavoro. Aveva dovuto lasciare tutto in ordine a causa della sostituta che sarebbe arrivata l'indomani a prendere il suo posto nel periodo del suo viaggio a Londra. Yuu era già rientrato e stava finendo di preparare i suoi bagagli.
- Ciao Miki! Mi stavo preoccupando, cos'è successo? Come mai così tardi?
La ragazza sorrise.
- Ho dovuto fare gli straordinari al lavoro. Adesso preparo la cena…
Il ragazzo sorrise e l'accompagnò in cucina da dove arrivava un profumino delizioso.
- Sorpresa! - disse lui mostrandole le tavola apparecchiata e una quantità incredibile di prelibatezze.
- Ma…
- Ho fatto un salto in rosticceria! Così puoi dedicarti ai bagagli senza pensare anche alla cucina!
Miki lo abbracciò.
- Sei un tesoro! Lo sai?
Lui ricambiò l'abbracciò sorridendo maliziosamente.
- Si che lo so! E questa cena ti costerà anche un bel po'!
Miki ridacchiò guardandolo a sua volta con aria furba.
- Ma davvero? E quale sarebbe il tuo prezzo?
Il ragazzo avvicinò il viso a quello della ragazza facendosi improvvisamente serio.
- Te! - rispose sussurrando prima di baciarla.

Meiko stava finendo di scrivere uno degli ultimi capitoli del suo libro.
La maggior parte del lavoro era fatta, ma non era per niente soddisfatta. La trama c'era, ma le mancava la fine. Ho aveva alcuna idea di come far terminare quella storia.
Sospirò. Sperava solo che il suo piccolo viaggio in Inghilterra potesse sbloccarle la creatività. Fortunatamente in quell'ultimo mese aveva scritto tantissimo e aveva portato avanti il lavoro.
Eppure non riusciva a capire perché ogni volta che arrivava alla conclusione di un libro si sentisse così inquieta.
Il telefono la distrasse da quei pensieri.
Era Satoshi.
- Meiko! Ho appena parlato con Ginta. Dice che per andare all'aeroporto ci pensa da solo quindi passo solo a prendere te. Va bene per le 10?
- Ok! Non c'è problema! Va benissimo!
- Perfetto.
- Satoshi…pensi che andrà tutto bene?
Il ragazzo strinse più forte la cornetta del telefono.
- Stai tranquilla Meiko…
I due si salutarono e mentre la ragazza terminava di preparare la sua valigia, Satoshi andò alla scrivania dove aveva ancora alcune delle fotografie del padre di Yuu. Le fissò. Proprio alcuni giorni prima l'investigatore di suo padre gli aveva telefonato avvertendoli che l'uomo in questione dopo l'incidente non aveva più recuperato la memoria. Lui aveva avvertito Yuu di questo, ma l'amico non aveva voluto cambiare idea. Voleva andare a Londra da lui.

Miki si svegliò presto.
Ancora in camicia da notte si diresse in cucina per preparare il caffè e qualche toast per una leggera colazione.
Trovò Yuu già in piedi.
- Yuu? Che ci fai già alzato? E' prestissimo!
Il ragazzo si voltò sentendola parlare.
- Miki! Ti ho svegliato?
- No, non preoccuparti! Stavo venendo a preparare qualcosa per colazione…tu piuttosto?
Lui guardò fuori dalla finestra sospirando.
- Non riuscivo più a dormire!
Miki gli si avvicinò e lo abbracciò.
- Sei nervoso vero?
Lui ricambiò l'abbracciò ma non rispose nulla.
- Yuu…io…
Lui le mise un dito sulle labbra.
- Sssttt…va tutto bene! Mi basta che tu mi stia vicino!
Lei lo strinse più forte cercando di trasmettergli tutto il suo amore.

Ormai mancavano pochi minuti alla partenza. I cinque amici erano seduti sulle poltroncine d'aspetto dell'aeroporto. C'era una confusione tremenda! Nonostante fossero solo i primi di giugno Tokyo era già piena di turisti.
Finalmente una voce femminile avvertì i passeggeri diretti a Londra che era arrivato il momento dell'imbarco.
Senza esitare Yuu si alzò e fissò i suoi amici che lo guardavano un po' preoccupati.
Inaspettatamente sorrise.
- Grazie ragazzi! Siete dei veri amici! Ma non state così in pensiero per me!
Miki lo prese per mano.
- Forza allora! Andiamo! - sorrise.
Il ragazzo annuì e s'incamminò insieme a Miki verso l'uscita segnalata.
Meiko, Ginta e Satoshi li fissarono per un momento stupiti, poi sorrisero anche loro guardandosi con complicità.
- Forza andiamo anche noi! - esclamò Ginta - L'Europa ci aspetta!
I tre s'incamminarono velocemente dietro ai loro due amici.

Il viaggio si prospettava lungo. Ginta guardava fuori dal finestrino ma vedeva esclusivamente nuvole bianche. Sospirandosi appoggiò allo schienale e sospirò.
Yuu e Miki erano silenziosi. Si tenevano per mano come se ogni istante fosse un passo in più verso un destino ignoto…ma forse era davvero così.
Satoshi stava ascoltando della musica proveniente dal walk-man che aveva tra le gambe. Meiko era concentrata nella lettura di un libro.
Tutto sembrava tranquillo all'apparenza. Eppure Ginta sapeva che non era così.
Non aveva mai visto Yuu comportarsi in quel modo, Miki aveva uno strano sguardo preoccupato, tra Meiko e Satoshi avvertiva una strana tensione sotterranea…
Tutte cose che non si poteva far notare a qualcuno di poco attento, ma lui conosceva profondamente quei ragazzi. Erano i suoi migliori amici.
Quell'aereo che li stava portando in un nuovo continente e che prospettava loro nuove sorprese viaggiava tranquillamente tra il cielo limpido.
Poco alla volta i suoi pensieri corsero ad Arimi che lo stava aspettando a Parigi.
Prima di prendere l'aereo l'aveva chiamata per avvertirla, lei era sembrata entusiasta. Anche lui non vedeva l'ora di rivederla, di stringerla di nuovo tra le braccia.
Un sorriso apparve sul suo volto. Chiuse gli occhi immaginandosi la scena del loro incontro. Lentamente scivolò nel sonno.

Dopo molte ore di viaggio finalmente l'aereo si apprestava alla discesa verso Londra. Il pilota e le hostess iniziarono i preparativi. Le cinture di sicurezza vennero allacciate e tutti i ragazzi rimasero silenziosi a fissare l'incredibile città sottostante.
Londra…pochi istanti dopo le ruote toccarono terra e con un leggerissimo sobbalzo il jumbo iniziò a frenare.
Finalmente erano arrivati a Heathrow!

Yuu strinse più forte la mano di Miki che durante il viaggio era sempre restata sulla sua. La ragazza lo guardò preoccupata.
Entrambi fissavano l'aeroporto che si faceva sempre più vicino mentre una delle scale mobili si avvicinava all'apparecchio per permettere ai passeggeri di scendere.
Quando i ragazzi si ritrovarono sulla scaletta avvertirono la brezza ancora freddina della primavera e l'aria così diversa da quella a cui erano abituati. Il cielo era coperto.
Dopo una mezz'oretta di attesa alla dogana finalmente recuperarono le valigie e si apprestarono ad uscire per cercare un taxi.
Un uomo abbastanza alto, dall'aspetto distinto si avvicinò a loro.
- Ben arrivato Yuu! Ti stavo aspettando! Non sei proprio cambiato, sono molti anni ormai che non ci vediamo eppure se sempre lo stesso!
Il ragazzo molto sorpreso fissava quella persona con una strana sensazione. Era certa di averla già vista…ma chi mai poteva essere?