To Fall In Love

 

Capitolo 3


Si prese il viso fra le mani e sospirò…non gli era mai piaciuto l’ospedale, forse da quando sua madre era morta, e l’ultimo ricordo che aveva di lei era quell’odore penetrante di alcool etilico disinfettante e quel letto bianco…e quel lenzuolo sul suo viso, ovviamente.
Otohiko si chideva cosa poteva essere successo a Suki…era lì, davanti a lui, perfettamente…sana…poi aveva cominciato a boccheggiare, come se le mancasse l’aria, poi era caduta a terra priva di sensi…e il tutto in poche frazioni di secondo.
Era davvero preoccupato, come tutti gli amici della ragazza che lo avevano seguito in ospedale.
Povera Suki…chissà se aveva ripreso i sensi…chissà ora come stava…chissà…chissà…
Questo senso di impotenza lo rendeva nervoso, molto nervoso. E poi, i ricordi che quell’avventimento aveva risvegliato, erano così dolorosi che aveva voglia di gridare, di urlare, di sbattere la testa al muro, pur di non pensarci…pur di non avere niente in testa.
Il litigio fra i suoi…lui era molto piccolo ma lo ricordava così nitidamente…sua madre era stufa del fatto che il padre beveva spesso, troppo spesso. E così ogni sera c’era un litigio, e ogni sera sembrava più violento di quello della sera precedente. Otohiko si nascondeva sempre nella sua camera, e si tappava le orecchie per non sentire, per cercare di fingere, per autoconvincersi che non stesse succedendo nulla. Lui non capiva perché accadesse tutto ciò, suo padre era una brava persona, quando non beveva, e anche la mamma era dolcissima. Poi però, ogni tanto, il papà gridava e urlava, la mamma diceva che era ancora ubriaco e urlava a sua volta, più forte, e Otohiko sentiva i suoi tumpani rompersi, insieme al suo cuore. Poi, l’ultimo litigio, le urla, sempre più forti…poi…la crisi cardiaca…sua madre che boccheggiava portandosi la mano al cuore…poi la corsa…la corsa in quel maledetto ospedale…e poi sua madre, e il lenzuolo sul suo viso, ovviamente.

-Chissà cosa ha avuto…- sussurrò Eriko, mentre stringeva più forte la gonna con le mani, chiuse a pugno sul ginocchio.
Una lacrima le scendeva sulla gota, altre premevano per uscire ma lei le trattenne, era tutto già abbastanza opprimente così, senza che lei piangesse, e di conseguenza anche Miki.
Non sapeva davvero cosa poteva essere successo…sembrava tutto a posto!Sembrava stesse bene!Forse aveva qualche strana malattia fin dalla nascita, forse era stato solo un mancamento perché non aveva dormito molto, forse…
In tutti questi forse, una sola parola era certa, e gironzolava con insistenza nella mente di Eriko.
dieta
…a volte per la disperazione si fanno tante cose che, in tempi normali, non si sarebbero mai sognate di fare…credimi…
Maledizione adesso Miki aveva contagiato anche lei!!!
Non poteva essere, di sicuro! E poi, insomma, una come Suki, brillante negli studi e con una spiccata intelligenza, non poteva avere fatto una cosa così stupida come non mangiare!E poi Otohiko aveva detto di averla vista mangiare…
E poi, perché?Perché cominciare adesso una dieta…

Miki strinse il cellulare fra le mani, guardandolo con occhi socchiusi, annebbiati dalle lacrime.
Rifece il numero, che conosceva a memoria, senza neanche cercarlo in rubrica.
…l’utente da lei chiamato potrebbe avere il cellulare spento…
Non era da Yuu, per niente, lui lasciava sempre il cellulare accesso, in modo che lei potesse raggiungerlo in qualsiasi momento…
Adesso che ci pensava da un po’ di giorni lo sentiva distante e distaccato…
-Basta Miki, basta…stai solo facendo ipotesi pessimistiche che,soprattutto adesso, non giovano a nessuno…- si disse.
Suki giaceva nel letto, e loro non sapevano nemmeno se si era riavuta, se era stato un malessere di passaggio o qualcosa di più grave.
Suki, adesso che ci pensava un po’, Miki la conosceva da poco, da molto poco.
Eppure le sembrava di conoscerla da sempre, anche se, in realtà, i suoi problemi non li conosceva, e se ne rendeva conto solo ora…

Meiko si strinse di più a Satoshi, che le passò un braccio dietro le spalle come per proteggerla.
-Sei preoccupato?- chiese la ragazza
-abbastanza, non posso negarlo…- rispose lui scuotendo il capo.
D’altra parte, anche se non erano grandi amici, lui e Suki si volevano comunque bene, o così almeno pensava lui…
-A cosa credi sia dovuto il suo…malessere- continuò lei guardando per terra.
Le sembrava tutto così strano…lei qualche idea ce l’aveva, anche perché aveva parlato con Arimi e Miki, ma non voleva crederci.
Un sussurrò, quasi inudibile, uscì dalle labbra del ragazzo.
…dieta…
-Non lo so- continuò poi con voce più alta.

-Arimi- la chiamò Miki distogliendola dai suoi pensieri, o meglio, dal suo pensiero –credo che aspettare qui fermi sia inutile, camminiamo un po’, ho già detto a Otohiko di avvisarci se ci sono novità.
La ragazza con i capelli azzurri annuì…forse era meglio.
-si, però cerchiamo un telefono, voglio avvisare casa che farò tardi e voglio sentire Ginta…-
Miki la guardò, solo, poi si girò e cominciò a camminare. Anche lei voleva disperatamente sentire Yuu, perché non riusciva a trovarlo, a contattarlo???

-Satoshi devo parlarti- esordì Meiko schiarendosi la voce. Già dal tono il ragazzo capì che non sarebbe stata una discussione piacevole.
-Dimmi…- si ritrovò tuttavia a rispondere.
-Ecco vedi…malgrado stasera tra noi ci sia stato…qualcosa…e questo non posso negarlo, tu sai che io sto insieme a Namura, e mi sento già abbastanza in colpa per averlo tradito baciandoti…quindi non credo sia il caso di rivederci più…da soli…perlomeno…-
-Io non ti capisco Meiko, davvero- disse Satoshi sorridendo freddamente
-prima, se non fosse successo questo- e indicò la stanza dove giaceva Suki –l’avremmo fatto, e non cercare di dire che non è vero, lo sai anche tu. L’avremmo fatto, e anche tu lo volevi…-
-Basta!Basta per favore…è stata solo…la foga del momento e lo sai…sai che io amo Namura…-
nel dire questo la ragazza si chiese ma in realtà, io lo amo ancora? ma cacciò via quel pensiero agitando il capo.
-io amo Namura…- ripetè, più rivolta a se stessa che al suo interlocutore.
‘Maledizione…io lo sapevo…lo sapevo!Eppure…perché negarlo?Ho sperato…speravo che lei lasciasse Namura per me…ma evidentemente è impossibile...ma allora si è solo divertita con me?Solo questo?’ si chiedeva intanto Satoshi…voleva sapere.
La domanda gli salì quasi spontanea alle labbra
-allora perché?Hai voluto ferirmi?Volevi divertirti?Perché Meiko?-
La ragazza non disse nulla, ma il suo sguardo, pieno di rancore, gli fece capire di aver sbagliato in pieno…
-scusa…- disse, ma la ragazza lo fermò con un cenno
-credi quello che vuoi…a me sinceramente non importa più…- sussurro, poi si alzò e andò a sedersi accanto a Eriko.

‘Ecco…ancor prima di averla l’ho persa…ma se non voleva solo passare del tempo con me…perché adesso mi rifiuta, rifiuta me e il mio amore? E se avesse paura? Paura di lasciare Namura, paura di provare a stare con me? D’altra parte lei e Namura stanno insieme da tanto…e con me sarebbe tutto diverso, perché io sono diverso. Forse le fa paura lasciare un rapporto che conosce bene per uno che non le dà sicurezza. Come potrei farle capire che io, invece, potrei darle molto di più di quel tipo!!!Eppure prima non sembrava avere paura…sembrava amarmi, come l’amo io. Forse sono stato troppo duro con lei, ma mi sono sentito ferito anch’io…e adesso ho paura di averle fatto troppo male, di averla persa per sempre…come devo fare?Come?!?’


In quel momento si aprì la porta della stanza e il dottore uscì, con una cartellina in mano.
Si tolse gli occhiali da vista, guardò i ragazzi davanti a lui, visibilmente preoccupati, si schiarì la voce e cominciò a parlare
-allora…-




Arimi abbassò la cornetta…si sentiva meglio, molto meglio, ora che aveva sentito Ginta. Lui, che non era andato alla festa perché malato, cercò di consolarla e le promise che, l’indomani, l’avrebbe portata in un bel posto e poi sarebbero andati a trovare Suki.
Miki sorrise pendando a quanto i due stessero bene insieme…erano quasi…quasi come lei e Yuu.
Fu allora che rispensò a lui, e una fitta di dolore la trapassò velocemente…perché aveva spento il cellulare?Non voleva forse che lei lo trovasse???Era forse con un’altra?Si…era questo il motivo del suo distacco degli ultimi giorni…
Miki s’impose di non essere precipitosa…Yuu l’amava e glielo aveva dimostrato in mille modi, doveva fidarsi di lui…
Non poteva essere vero…non poteva!
Arimi le sorrise, e cercò di non sembrare più angosciata di quanto in realtà nn fosse, ricambiò il sorriso e si voltò di spalle.Il medico era uscito e stava per parlare con gli altri.
Spinse allora Arimi, costringendola quasi a correre.

Yuu sospirò piano, come preoccupato, ma non smise di sorridere alla donna accanto a sé. Miki, lo sapeva bene, non avrebbe capito, se li avesse visti…e d’altro canto, nemmeno lui sapeva bene il perché di quella visita. Aveva sentito il bisogno di vedere Yui, e l’aveva fatto.Da quanto tempo non si vedevano?Eppure era una delle donne più importanti della sua vita…quella che l’aveva sempre appoggiato, quella che non si era mai tirata indietro nei momenti di difficoltà malgrado la sua giovane età…. Si chiese come avrebbe reagito la sua Miki se le avesse raccontato tutto.Tutta la storia di lui e Yui…la ragazza che ora gli stava accanto e gli sorrideva amorevolmente…Miki…come l’avrebbe presa sapendo tutto? Scosse il capo, piano. Decise che preferiva non sapere.


Videro il medico accanto ad Eriko ed affrettarono il passo, desiderose di conoscere le condizioni di Suki. Arimi strinse più forte il braccio di Miki che, come incantata, osservava le espressioni dei presenti. Meiko e Satoshi, ora distanti l’uno dall’altra, avevano lo stesso sguardo, preoccupato e triste, che ogni tanto però scintillava di rabbia profonda. Spostò lo sguardo su Eriko, sull’orlo di una crisi di pianto. I suoi occhi gonfi altro non tradivano che paura…pura paura…
Otohiko, invece, aveva un non so che di strano nello sguardo, un misto di sgomento, attesa, angoscia e…nostalgia…anzi, ricordi dolori e passati che tornano.
Miki si chiese come sarebbe stato lo sguardo di Yuu, se fosse stato lì con loro, e una dolorosa lacrima cominciò a martellarle gli occhi. Si costrinse ad ascoltare quello che il dottore, un uomo distinto ma del tutto impersonale, diceva con tono freddo
-allora…- esordì –la vostra amica è fuori pericolo, per ora, lo svenimento è stato causato dall’eccessiva debolezza, a sua volta provocata da una precaria se non mancata alimentazione.-
L’incubo di tutti era stato tragicamente tramutato in realtà, e una parola che prima osava affacciarsi solo nei pensieri più bui ora passava alla luce, da bocca a bocca, sussurrata ritmicamente, quasi come in trance, alla stregua di un lamento.
…dieta…
-Inoltre…- la voce fredda riportò tutti alla realtà, per quanto tragica fosse –abbiamo riscontrato arrossamenti, lesioni e un’infezione all’altezza dell’esofago…-
silenzio, questa volta dovuto a insicurezza. Quasi nessuno aveva udito, e i pochi che l’avevano fatto non avevano capito a cosa servisse quell’informazione, detta proprio in quel momento.
-Questo vuol dire…- continuò l’uomo, come se avesse letto il pensiero di tutti loro –che il paziente da un po’ di tempo era solito rigettare appena dopo aver mangiato. Infatti riporta una ‘esofagite da reflusso’, sintomo che si manifesta solo dopo aver vomitato ripetute volte, oppure dopo aver ingerito sostanze alcaline o altamente acide.
Consiste essenzialmente in questo: il ph dello stomaco, dove giunge il cibo dopo essere stato già parzialmente digerito, è acido, e quando si vomitano queste sostanze acide passano per l’esofago, che ha ph basico, danneggiandolo. Se il rigetto avviene molto spesso, come in questo caso, s'incorre nell'esofagite da rigetto, in arrossamenti e irritazioni dell’esofago stesso e della gola. Inoltre, avendo avuto un mancamento e, in seguito, una mancanza d’aria, la vostra amica ha parzialmente aspirato ciò che aveva rigurgitato in forma liquida, provocando un’infiammazione chimica della faringe-
Orrore generale.
Otohiko trasalì…ma certo…ecco perché ultimamente andava così spesso in bagno…e solo ora si accorgeva che lo faceva solo dopo aver mangiato…
Si provocava il vomito…si faceva del male…ma perché? Perché?
Lo assalì ancora quella impotenza così atroce che gli ricordò la madre… e quel lenzuolo bianco sul suo viso, ovviamente…
Ora il dottore taceva, e guardava i ragazzi con occhi quasi…trasparenti. Eriko si chiese quante volte avesse dato brutte notizie con quegli occhi gelidi, e che tipo di notizie fosse solito dare.
Miki, dopo qualche istante di sbigottimento generale, ruppe il silenzio singhiozzando rumorosamente, Arimi fece per abbracciarla ma lei si rifiutò.
Aveva bisogno di Yuu adesso…perché non c’era? Perché l’aveva lasciata sola? Perché…o per chi?
Ancora questo dubbio, così maligno, che la faceva star male…eppure, se continuava ad esistere, un motivo ci doveva essere…
Corse lontano…
Eriko, dopo qualche istante, cominciò a piangere silenziosamente.
C’è chi dice che questo pianto sia ancor più doloroso di quello normale, perché non ti permette nemmeno di sfogarti.
Otohiko l’abbracciò e l’attirò a sè, con fare protettivo, confortandola con parole carine.
Solo allora le tante piccole tessere che si trovavano nella testa di Eriko già da tempo cominciarono a muoversi, per formare il mosaico di Suki, dei suoi perché, anzi…del suo perché.
Quel giorno, il primo in cui uscivano tutti insieme, lei era taciturna, timida, sebbene già dal pomeriggio con Satoshi ed Eriko aveva dimostrato una grande simpatia.
E non solo…lei era sempre così…sempre quando c’era Otohiko.
Otohiko le piaceva, si era quasi uccisa per piacere a lui.

Sussultò violentemente, evidentemente in preda ai sentimenti che quella rivelazione le aveva provocato, Otohiko la guardò stranito negli occhi, e lei non potè far altro che fissare i suoi, sbarrati, in quelli di lui…
Otohiko le piace…le piace…piace a Suki…


Miki camminò velocemente allontanandosi dagli altri, poi dopo qualche minuto rallentò l’andatura fino a fermarsi quasi presso l’uscita, che si trovava vicino al reparto di ginecologia.
Suki…esofagite da reflusso…vomito…dieta…
Come sempre quest’ultima parola le provocò uno spiacevole brivido…
-Vorrei tanto che Yuu fosse qui vicino a me…- singhiozzò lasciandosi quasi cadere vicino al muro, in un cantuccio nascosto.
-Yuu…Yuu- ripeteva a sé stessa sempre più sconsolata, era così triste…si sentiva così sola…si era forse sentita così anche Suki?Aveva provato anche lei queste sensazioni angosciose? Era per questo che aveva fatto tutto ciò?
Non ebbe il tempo materiale di rispondere alla domanda, perché alzò lo sguardo e vide…
Lo riconobbe subito, Yuu, l’avrebbe riconosciuto tra mille. Fece per chiamarlo ma vide che teneva per la mano una giovane, bellissima donna, che gli sorrideva con amore.
Anche Yuu sorrideva, e intanto accarezzava il ventre di lei, gonfio a causa dell’avanzato stato di gravidanza.

Le lacrime, solo allora, offuscarono la vista di Miki…





NdSanaChan: si ringrazia per la consulenza medica a proposito dei danni che può provocare un vomito frequente il dott. Nicola Menonna



CONTINUA...