MY ONLY LOVE

 

Una luce filtrò attraverso le tende che stavo aprendo. Finalmente! Quella stanza ne aveva davvero bisogno!

- No, spegnete quella....
- Buongiorno Bello addormentato!
- Julie, ma che...

La stanza di Satoshi sapeva di chiuso di almeno una settimana, il tempo durante il quale non era venuto a scuola, da quando, per meglio dire, aveva avuto l'ultimo colloquio con Akizuki.
Appena arrivata lo avevo trovato addormentato nel suo letto...

- Satoshi, è una settimana che non vieni a scuola a causa dell'influenza, così sono venuta a trovarti....- Dissi, in tono scherzoso.
- Cheee? Ma io non ho mica l'influ...Ah!-disse, cercando di alzarsi dal letto.
- Hai di nuovo bevuto. Satoshi.
- E con questo? Non sono affari tuoi.

Silenzio.

- Hai ragione, non sono affari miei. Forse. Ma forse sei anche il mio migliore amico, e dato che tu hai aiutato me...-
Restai senza parole quando il suo sguardo incontrò il mio. Da quanto mi aveva detto parlando non si ricordava molto di quello che era successo vicino alla spiaggia. Meglio così forse, ma io sì, io ricordavo. E come dimenticarlo?

- Mi dispiace, non so cosa mi sia preso.
- Lo so io, sta terminando il dopo-sbronza- sorrisi- e comunque l'influenza è una bugia che abbiamo dovuto inventare io e Yu a scuola, non volevi mica che dicessimo a tutti il vero motivo per il quale ti ritrovi qua, nel tuo letto come un povero...
- .. Ubriacone.
- Io veramente stavo per dire deficiente. Fai un pò tu!
- Julie-chan...

Diedi un altro colpetto alle tende e spalancai la finestra.

- Non vorrai che me la prenda davvero l'influenza?
- Cambiati, che usciamo
- Che? Sei pazza? Non ti è bastato di buttarmi giù dal letto con questo terribile mal di testa alle... alle...
- Cinque del pomeriggio del 23 Febbraio?
- Lo sapevo.
- Certo. Ora vai di là a cambiarti.
- Umph.

Chiuse la porta del bagno adiacente pesantemente. Non avevo ancora idea di come convincerlo a... tornare. Satoshi aveva sempre cercato di sembrare forte, ma in certi momenti era debole come un pulcino indifeso...
Mi sedetti sul suo letto dopo averlo rifatto ed aver chiuso la finestra. Da piccoli giocavamo a chi saltava più in alto su quel letto. Nicola cadeva sempre....
Quand'era piccolo l'avere la stanza in un'ala discostata della casa dei suoi lo metteva in agitazione, sebbene non l'avrebbe mai ammesso davanti a sua madre e men che meno a suo padre; due stanze da letto, un piccolo soggiorno e la cucina, due bagni; Satoshi aveva vissuto lì con la tata fino a quando non era abbastanza cresciuto. Ora non si sentiva più solo, ma piuttosto un previlegiato. O così diceva. Mi sembra molto triste vivere soli.

Mi alzai e mi guardai allo specchio: una camicia bianca con sopra il mio maglionciino rosa preferito e un paio di jeans aderentissimi: no, non stavo affatto male, senza contare che quasi vestita allo stesso modo avevo già ricevuto un complimento da Satoshi, il giorno in cui ci eravamo incontrati vicino a casa sua e io avevo capito di essermi innamorata di lui...

- Hai anche bisogno di guardarti allo specchio ora?

Sobbalzai, non lo avevo sentito tornare, e quando mi voltai arrossii, era a torso nudo. Mi voltai verso lo specchio.

- Stai tornando in te se sei capace di fare dell'umorismo.
- Una bella rinfrescata fa sempre bene.
- Certo.
- Specialmente dopo una sbornia.
- Già
- Qualcosa non va?
- No, penso solo che dovresti smetterla di... Scappare

Dicendo questo mi ero voltata veros di lui: sopra i jeans aveva indossato una camicia e una felpa di quella che ti stanno bene addosso anche se sono di una taglia in più e sono ultra morbide, di quelle che piacciono a me insomma.

- Ehi, calma.
- Scusami.
- E' stato Yuu?

In effetti Matsuura era riuscito a farmi innervosire parecchio nei confronti di Satoshi. Di solito è raro che io me la prenda in questo modo...

- Sì. Forse... Ma ha ragione.
- Già, ma...

Mentre lo diceva guardava a terra. Non resistetti.

- Lo so- dissi, abbracciandolo. Parve stupito del mio gesto, poi lasciò scivolare le mani attorno alla mia vita e affondò la testa nella mia spalla.
Rimanemmo così per diversi minuti, il mio cuore che batteva all'impazzata, poi mi scostai.

- Ora andiamo, devi ricominciare a vivere.
Sorrise solamente, annuendo impercettibilmente. Sorrisi a mia volta, e gli presi la mano. Uscimmo dalla stanza e poi dalla casa mano nella mano.


Anche se era il 23 di Febbraio e la giornata si volgeva quasi alla sera, era piacevole passegiare per le strade della città illuminata da tante luci fioche, o sedersi in un locale ad osservare i passanti sorseggiando una dolcissima cioccolata calda.

- Ho sbagliato tutto.

Il mio sguardo rivolto verso la finestra dalla quale si scorgeva la strada si mosse verso di lui immediatamente.

- Forse. Tutti sbagliamo. L'importante è rendersene conto, non credi?
- E' quello che hai fatto tu?
- Sì. Mi sono resa conto che il mio rapporto con lui era sbagliato; ma me ne sono accorta davvero troppo tardi.
- Perché sbagliato? Lo ami.

Sobbalzai. Nessuno mi aveva mai fatto presente che amavo ancora Dan, nonostante tutto.

- E' finita da molto tempo ormai...
- L'hai detto tu, no? "Ci sono cose che non cambiano"
- E' vero, l'ho detto io. E lo penso ancora. Ma si deve andare avanti. Non possiamo chiuderci in una scatola assieme ai ricordi. Non è giusto.

Il suo sguardo si spostò verso la vetrata, sembrava assorto.

- Satoshi-san, quello che voglio dire è che non devi cancellare quello che provi per Meiko, quello sarà sempre dentro di te, quello che devi fare è permettere a te stesso di provarlo ancora per un'altra persona, anche se non sarà la stessa cosa. Non può esserlo. Ognuno di noi è differente dall'altro..... Pensavo che non avrei mai potuto amare un altro che non fosse Dan, perchè lo amavo da morire, e lo amo ancora, ma ciò non toglie che io possa provare questo sentimento per qualcun altro, credimi, è così.....
- Certo... Ma dove trovare qualcuno che mi faccia provare quello che percepivo quand'ero con lei?

Rabbrividii. Tutto quello che aveva detto, ogni sua singola parola, mi riempiva di rabbia e dolore, e sentii la stessa strana sensazione di ingiustizia che avevo provato quando mi era arrivata la rosa rossa da Dan, a San Valentino.

- Devi sempre avere ragione, non è così?

Satoshi spostò lo sguardo verso di me, sembrava stupito dal mio tono di voce.

- E' sempre stato così. Anche quando hai scoperto com'era tuo padre; non c'era via di scampo, lui era così, tu saresti stato così; e già ti preoccupavi di come saresti stato e di che padre tremendo avrebbero avuto i tuoi figli. Non è così forse? Dovevi aver ragione tu, doveva essere così per forza, ma non è giusto,- dissi, alzandomi dal tavolo, Satoshi sembrava sbalordito - non è giusto che sia sempre così. Non puoi sempre aver ragione. Non sei perfetto. Se vuoi continuare ad esserlo, nessuno può impedirtelo, ma allora non hai bisogno di qualcuno che ti aiuti,ma di qualcuno che ti compatisca. Io non sono quella persona, mi spiace-
- Julie, aspetta...

Alle mie ultime parole si era alzato di scatto, ma quasi non lo notai. Ero già fuori, il vento che mi sferzava il volto mentre le lacrime di dolore lo rigavano, e le luci passavano veloci e sfocate tra le lacrime che mi annebiavano la vista e le mie gambe che, quasi involontariamente, avevano iniziato a correre.
Mi fermai solo quando sentii la stretta attorno al braccio, e mi voltaii.

- Perché?
- Satoshi...

Le lacrime continuavano a scendere. Quando avrebbero smesso? Mi coprii il volto con le mani, poi sentii le sue braccia circondarmi dolcemente, e mi abbandonai ai singhiozzi tra di esse.

- Ti senti meglio ora?

Annuii lentamente.
Satoshi sorrise. Un sorriso così bello, finalmente, dopo tanto tempo, sincero.

- Scusami.
- Cos'è successo Julie-chan?
- Nulla.
- Non mentire con me, ti conosco ormai.

I suoi occhi blu parevano ancora più meravigliosi alla luce rispecchiata dalla fontana sul bordo della quale eravamo seduti (P.S. Quella di Arimi e Ginta a Natale, per intenderci).
Allungai una mano verso il getto dell'acqua, e cambiai il percorso del getto facendo bagnare in questo modo Satoshi, ma rimanendone lievemente inzuppata anch'io.

- Hei!

(- Com'è bello quando ride)

Satoshi mi prese la mano.

- Non cambierai mai! La solita dispettosa... Cerchi sempre di sviare il discorso, eh?
- Forse.

Tornai seria, no, non potevo parlargliene.
Intrecciò lentamente la mano con la mia e sorrise.

- Dimmelo, ti prego.

Lo guardai negli occhi, la sua mano nella mia. Mi avrebbe odiato? Forse, ma non potevo più fuggire dal momento cruciale.

- Beh, ecco, c'è che io... Io... Ti amo....

Era stato più facile di quanto avessi mai immaginato, le parole erano uscite da sole dalla mia gola... Non sembrava stupito o arrabbiato, solo serio.
Posò l'altra mano sulla mia guancia, asciugando le lacrime che scorrevano nuovamente, poi sorrise...
Mi avvicinai a lui quasi impercettibilmente, e chiusi gli occhi.
Percepii la sua mano alla vita e le sue labbra sulle mie... Da quanto tempo non provavo una sensazione del genere?


Quello che era successo era stato meraviglioso, ma ora che, nel mio letto, mi rigiravo senza addormentarmi, capivo che qualcosa di strano c'era, qualcosa che proprio non andava. Satoshi non sarebbe mai diventato il mio ragazzo, non così facilmente almeno. Era improbabile pensare che dimenticasse Meiko così, in pochi istanti e per alcuna ragione. E poi la nostra amicizia per lui era importantissima. E allora perchè mi aveva baciata? Avrebbe anche potuto allontanarmi...

Mi alzai dal letto scocciata. Scesi al pian terreno, entrai nel mio studio e, quasi automaticamente, accesi il computer, aprii il programma di scrittura ed un certo file, che da tempo rimaneva là incompleto.


6.00 del mattino seguente

- AWN Satoshi-san?!
- Nicola-san, come stai?
- Cosa ci fai qua a quest'ora?
- Devo parlare con tua sorella. Potresti svegliarla?
- E' già sveglia da non so quanto.
- Davvero?
Satoshi pareva perplesso
- Vedi, quando a Julie viene l'ispirazione, scrive anche se sono le due di notte... E' fatta così, non ha un tempo per scrivere durante il quale si mette al suo computer entro un orario predefinito. Non è da lei.
- Capisco. Posso vederla?
- Se ha finito. Si è fermata solo per mettersi la divisa di scuola, ma continua da stanotte, non ha neppure fatto colazione.

- FIIIIIIIIIIIINIIIIIIIIIIITOOOOOOOOOOOO
- Penso che abbia finito- disse Nicola imbarazzato.
Satoshi rise.
- Lo penso anch'io.
- Nico, datti una mossa e preparami una colazione con i fiocchi, sono un mito.... Satoshi.
- Julie-chan, ti andrebbe di andare a fare colazione?

Lo guardai negli occhi. Non era una domanda, dovevo farlo. Avevo appena terminato un romanzo che non avevo mai avuto il coraggio di terminare dato che era il quarto della qudrilogia che mi aveva portato il successo. Se l'avessi finito avrebbe voluto dire che non avrei più potuto inventare situazioni e avventure per quei personaggi. E poi non ero mai riuscita trovare un finale adatto perché doveva essere proprio IL finale. I miei lettori si aspettavano qualcosa di più di un "Vissero felice e contenti" nonostante fosse un fantasy.... Ma quella notte avevo capito che era il momento di chiudere quel capitolo lasciato in sospeso per troppo tempo.

- Prendo le mie cose e arrivo.


Quel café era delizioso. C'ero stata solo un'altra mattina, quella del mio primo giorno di scuola, in cui Satoshi ed io avevamo fatto colazione là. E già allora l'avevo trovato un luogo adorabile.

- Che odorino! Caffè caldo e una fetta di torta alla frutta, cosa si può volere di più dalla vita?
- Me lo chiedo spesso anch'io- fece un sorriso tirato.
- Cosa c'è Satoshi?
- Niente.
- Capisco. Ma io ti conosco ormai, non mentire con me.
- Julie-chan...
- I signori desiderano altro?
- No, grazie. Andiamo, oppure faremo tardi scuola-
- Ma Julie, è ancora presto...
- Dipende dai punti di vista... Andiamo, su.

La città sembrava ancora parzialmente addormentata, poche macchine per la strada, quasi nessuno in giro alle 7.00 del mattino....
L'odore di rugiada impregnava ogni singolo filo d'erba. Stavo bene, lì, nel silenzio e nei profumi della natura.

- Julie, dobbiamo parlare.
- Lo so. Dimmi.

Gli davo le spalle per non permettergli di vedere se mai avessi pianto e per non doverlo vedere negli occhi. Avevo paura.

- Quello che è successo ieri....

Un giorno Dan disse di amarmi anche per la franchezza con cui riuscivo ad affrontare ogni situazione, anche se difficile. Era vero? Forse quando avevo lui vicino, ma ora...

- Satoshi, mi dispiace... E' colpa mia, ho rovinato tutto.... Io...
- Non essere sciocca!
Si avvicinò a me, e mi costrinse a girarmi, a guardarlo negli occhi.

- Pensavo fossi cambiata- disse, asciugandomi per l'ennesima volta la guancia- invece sei ancora una frignona. Come sempre.-
- Non è affatto....
- Cosa? Ma se negli ultimi giorni non hai fatto altro.
- Mi stai prendendo in giro... Uffa!- dissi, tamburellando i pugni chiusi sul suo torace. Ridemmo entrambi. Ero molto più rilassata.
- Julie, ora ascoltami. tu sei troppo importante per me per pensare di perderti. Troppo. Non ricordo più tutte le volte in cui mi hai aiutato. Senza di te, forse sarei perduto. Con i miei, con Yuu quando ancora non sapevo che non era mio fratello anche se eri lontana, con Meiko ora... Non voglio, non POSSO perderti. Ti prego.
- Hai visto, ho rovinato tutto sul serio.

Dicendolo, mi voltai con un sorriso terribilmente tirato. Lui mi girò intorno e si mise di fronte a me.
- No- disse dolcemente- Sono io che ho sbagliato tutto.
- Satoshi...
- Ora ascoltami... Non posso dimenticare Meiko, e su questo hai ragione, ma...
- Ma?
- Ieri, ho rivisto un filo di luce imprevisto... Tu.
Arrossii probabilmente fino alla radice dei capelli.

- E, - proseguì- tu sei così... Bella- posò la sua mano sulla mia guancia ed io misi la mia sopra la sua- bella e dolcissima, ed ho capito che puoi essere soltanto tu la ragazza che mi farà dimenticare il dolore... Ne ho la certezza Julie...
- Satoshi io...
- Ma.. Non subito. Ho bisogno di tempo... Io, non sono pronto.
- Lo so.
- Julie...
Scostai delicatamente la sua mano dalla guancia sempre tenendola nella mia, poi la strinsi dolcemente.
- Entrambi ne abbiamo bisogno... Ma voglio esserti vicina, almeno come amica. Io... Posso?-

Satoshi rise dolcemente ed impercettibilmente e, avvicinando le sue labbra alle mie, mi disse.
- Era proprio quello che intendevo-
Poi, mi sfiorò le labbra con un lieve bacio, mi prese la mano, ne baciò il dorso ed il palmo, la lasciò e:
- Forza, andiamo, o arriveremo tardi!
Andò piuttosto avanti, io ero allibita, scossa, e felice, poi si voltò verso di me. Sorrisi, felice. Non era ancora il momento, ma sarebbe arrivato, e nel frattempo era sempre il mio Satoshi!

- Sì Satoshi-san!- esclamai
- Aspetta, un'ultima cosa,-disse, quando lo raggiunsi correndo. Mi mise l'indice sul naso e disse:
- D'ora in avanti, sempre Satoshi e Julie, ok?

Annuìi. Sapevo cosa voleva dire. Che anche di fronte agli altri saremmo divenuti più intimi. Ok allora, io ero pronta.


Il ritorno di Satoshi a scuola era stato accolto con entusiasmo. Le sue ammiratrici non fecero altro che riempirlo di - Ohhhh, sei tornato!- e - Stai bene, eh? Come stai, tutto ok?-.
Davvero nauseanti. Insopportabili. Mentre lo circondavano riuscii ad infilargli di soppiatto un bigliettino in tasca. Sperai che se ne accorgesse.

- Julie-chan, Miwa-san!
- Miki-san, Meiko-san, Matsuura-kun!
- Ehi amico, sei guarito finalmente!
- Sì Yuu, in questo periodo i pomeriggi sulla spiaggia non sono l'ideale, eh?

Fece l'occhiolino nella mia direzione ed io sorrisi.
- Già-
Miki sembrava allibita e, seppure poteva essere solo una mia vaga impressione, anche Meiko.
- Mi trovo perfettamente d'accordo- aggiunse Yuu. Miki era sempre più perplessa:
- E quando mai voi tre sareste andati in spiaggia assieme....
Ma le sue ultime parole furono coperte dalla campana e ci recammo ognuno nella propria aula.


Durante la pausa-pranzo Satoshi aveva letto il bigliettino di Julie, e ne era rimasto poco convinto. Perché voleva incontrarlo proprio in biblioteca, un luogo così denso di significato per lui?
Stava rimuginando su tutto ciò quando mise piede in biblioteca. Non vide Julie che dopo un'accurata ricerca. Stava con la testa su un foglio da disegno, in un angolino scuro, e il suo capo s'alzava ogni tanto a perlustrare l'immensità della sala. Si avvicinò sorridendo.

- Cosa sta facendo la mia Grande Scrittrice?
- Illustrando un libro.
- Cosa?
- Sto scrivendo una storia d'amore.
- E cosa centriamo io e la biblioteca?
- La storia è ambientata in una biblioteca ottocentesca. E ho bisogno di un architetto per i disegni. Ecco tutto.
- Yuu è l'ideale, non io.
- Scherzi? Tu? L'Architetto del nuovo secolo?
- Julie, io ci posso provare, ma non aspettarti niente di....

Posai un dito sulle sue labbra.

- Finiscila! Sarà grandioso!
- OK, cosa devo fare?
- Disegnare qualche interno... Uhmmm, là magari, e quegli scaffali, magari invecchiandoli un pò!
- D'accordo. E poi?
- L'esterno. Vorrei però che fosse totalmente ricoperto di edera.
- Lavoretto semplice e veloce, eh?
- Ci lamentiamo?
- Nooooo, scherzi? E' il sogno della mia vita!
- Perché allora vuoi fare architettura?
- Non voglio, devo. Mio padre.
- Ed il tuo sogno quale sarebbe?

Sorrise, si avvicinò a me e, posando pesantemente una mano sul tavolo disse.
- Ma come, sarò il miglior chitarrista e cantautore del Mondo!

Risi.

- Certo, come no!
- Non mi credi.
- Satoshi!
- Bhè, ho già un gruppo, e al festival studentesco abbiamo fatto furore!
- E' vero, lo devo ammettere. Hai ragione. Ma dopo quel giorno, sbaglio, o non avete più combinato molto?
- Lo so. Non ho più ispirazione.
- Ho un'idea.
- Mi preoccupi! L' ultima volta che hai avuto un'idea....
- Finiscila cretino! Sono o no la tua psicologa personale.
- Ok Doc, parla.
- Metti tutto quello che provi ORA nelle canzoni. Anche se è passato molto tempo da quando ho lasciato Dan a quando ho ripreso a scrivere, è stato un grande solievo poter lasciare su carta ogni piccola cosa, ho capito, poi rileggendo tutto, un sacco di cose nuove. Forse ho imparato ad accettare quello che è successo. Ed è un sollievo sapere che qualcuno leggerà tutto ciò, e mi sarà più vicino.
- Uhmmmm... E' comunque un'idea, potrei provarci...
- Grande!

Lo abbracciai di scatto, e Satoshi arrossì immediatamente.

- Ehi Julie....


Dall'atrio dell biblioteca Meiko Akizuki assistiva a tutta la scena, osservando Satoshi e Julie teneramente abbracciati. Ed una strana sensazione la pervase tutta.


- Julie...
- Ehilà Satoshi!

Erano trascorse due settimane. Marzo stava dolcemente sbocciando, ed io mi sentivo benissimo. In quelle due settimane io e Satoshi eravamo usciti insieme tutti i week-end, ed all'uscita da scuola mi accompagnava sempre a casa. E mi aveva fatto leggere le sue canzoni.

- Ho qualcosa per te.

Aprì la cartellina e mi passò i disegni.

- Sono, oh Satoshi, sono...incredibili!!!!
- Lo pensi sul serio?
- CERTO! Non ho mai visto niente di così... Pittoresco.
- Oh, Julie, FINISCILA!
- No, sul serio!
- Ok, bene.
- Anch'io ho qualcosa per te.

Gli passai i fogli delle canzoni.

- Le hai lette? E Allora?

Sembrava un bambino in attesa di poter aprire i regali la mattina di Natale.

- Belle, ma tra tutte, quella che mi è piaciuta di più è sicuramente....
- MY ONLY LOVE.
- Esatto! Come hai fatto ad indovinare?
- Diciamo che ... Ti conosco!
- La adoro letteralmente. Mi ricorda tanto la mia storia con Dan. E la tua con Akizuki.
- E' quello che dovrebbe fare. Vorrei che fossi tu a cantarla.
- Ok, adesso ci servono solo altre tre cose.
- A che cosa ti riferisci?
- Un gruppo, Un cantante maschio e Un posto per il concerto.
- Coooosa? Tu vuoi davvero che qualcun altro ascolti queste?
- Certo!
- Julie...
- E se permetti, accetto non solo di essere la tua cantante personale, ma di convincere Yuu a cantare e Kei a suonare la tastiera. E Nicola il violino. Tu devi solo trovare un posto per le prove e uno per il concerto. Che ne dici?

Mi sorride dolcemente e, invece di parlare, mi avvicina a lui e... Mi bacia. Meraviglioso!



****Fine 4° Capitolo****

Questo sotto è il testo di "My only Love"... SPero vi piaccia^__^

MY ONLY LOVE ( musica_ MOMENT)

Amore mio,
sono qua oggi io,
qua, qua davanti a te,
per dirti sai,oh, quanto ormai ti ami io.

Combatterò contro tutti lo sai
contro te e la tua volontà,
per dimostrarti quanto grande sia l'amore mio.


RIT: Tu sei il mio amore,
unico mio amore,
solo tu,
sempre tu,
tu nel mio cuore,
unico amor
sempre sarai,
ci resterai.

Tu sei il mio amore,
unico mio amore,
solo,
sempre,
tu nel mio cuore,
unico amor
là sarai.

( assolo di Yuu al saxofono)

Distruggerò la pazzia, sì,lo sai
di volerti tutta mia- solo mia
Ti ho perduto, io sì lo so- tu da lui ritornerai.

Affronterò la tragedia così,
amandoti a modo mio.
Così lontana eppure così vicina tu sei.

RIT: Tu sei il mio amore,
unico mio amore,
solo tu,
sempre tu,
tu nel mio cuore,
unico amor
sempre sarai,
ci resterai.

Tu sei il mio amore,
unico mio amore,
solo,
sempre,
tu nel mio cuore,
unico amor
là sarai.


Amarti sai, mi ha cresciuto ormai.
Tanto, troppo. -oh quanto-
Tornare indietro, no, non potrei.
Ti amo ormai. Per sempre sei.

Tu sei il mio amore,
unico mio amore.
solo
sempre.
Per sempre solo io resterò.
Ma in compenso ti amerò.

RIT: Tu sei il mio amore,
unico mio amore,
solo tu,
sempre tu,
tu nel mio cuore,
unico amor
sempre sarai,
ci resterai.

Tu sei il mio amore,
unico mio amore,
solo,
sempre,
tu nel mio cuore,
unico amor
là sarai.

Oh, amore.