LIFE GO ON

6 - And love grows


Mattina. Di un nuovo giorno.

E di una ritrovata felicità.

Il sole oggi splende di più ... l'aria è più fresca del solito ... persino i canarini al mio balcone sembrano cinguettare più vivacemente.

O sono io che mi sento più felice?

E' probabile.

Anzi è sicuro.

Perchè ora, con lui qui, non mi sembra quasi che possa più esistere l'oscurità nella mia vita.

Miki si stiracchia, ancora seduta sul letto, e fa un grosso sbadiglio.

(Però che nottataccia! Ero talmente eccitata per l'arrivo di Yu che non sono riuscita a dormire fino alle 2 del mattino, pensando a cosa avrei potuto fare con lui oggi.)

Alzatasi dal letto, Miki si dirige verso lo specchio del suo comodino ed osserva riflessa in esso una ragazza piuttosto assonnata.

Sorride, "E ora che è finalmente giorno, e puoi mettere in pratica quello che volevi fare con lui, te ne stai qui a guardarmi con quella faccia? Non credo proprio, è ora di darsi una mossa Miki!"

E così dicendo, Miki solleva il pugno in aria in segno di incoraggiamento.

(Sto diventando pazza. Parlo anche con me stessa ora.)

....

(Non me ne importa niente! Sono troppo felice, oggi, per pensare a quello che faccio.)

Aprendo il guardaroba, Miki esclama, "Oggi è proprio una bella giornata!"


La luce del sole entra nella camera ordinata, pulita, quasi priva di vita però, come inutilizzata da tanto tempo. Scrivania pulita, cestino della spazzatura vuoto, nei muri neanche una fotografia, niente tende alle finestre.

Ciò che denota la presenza di qualcuno sono due grosse valigie appoggiate a un muro della stanza. Una di loro è aperta e ormai mezza vuota.

Sul letto giace un ragazzo, coperto interamente dalle coperte, con un cuscino sulla testa. Le mani salde ai lati del cuscino nel vano tentativo di far sì che la luce non gli arrivi agli occhi, svegliandolo completamente.

( Ma perchè la mamma doveva andare a far lavare le tende proprio nei giorni in cui sarei stato qui! Quanto mi mancano quelle meravigliose tende che impedivano a questa fastidiosa luce di entrare!)

Yu Matsura stava quasi delirando senza rendersene conto. La notte prima aveva parlato con Miki e i suoi genitori fino a mezzanotte passata. Durante il viaggio in aereo del giorno prima non era riuscito a chiudere occhio e tutto quello che desiderava ora era dormire per almeno altre dieci ore!

Ma evidentemente c'era qualcuno che non era d'accordo.

Due mani lo scuotevano dolcemente all'altezza delle spalle.

Yu si alzò di scatto, piuttosto imbronciato, "Insomma! Che c'è?!"

Davanti a lui, vi era il viso di Miki, piuttosto sorpreso e forse, da quel che poteva vedere, amareggiato dal suo brusco comportamento.

"Ah ...be'...scusami, non volevo disturbarti. Me ne vado subito, non preoccuparti." La sua voce suonava come quella di una bambina innocente, rimproverata, per aver fatto qualcosa che neanche lontanamente poteva ritenere sbagliata. Si alzò di scattò ma una mano la trattenne per un braccio.

"No, Miki, rimani. Scusami, il fatto è che sono molto stanco e volevo dormire ancora un po', tutto qui."

Poteva sembrare una frase di circostanza, ma Miki notò la sincerità nelle sue parole.

"Allora, se vuoi ancora riposare ti lascio, non c'è problema, torno più tardi." Fece per sganciarsi dalla sua stretta.

"No, rimani. Ormai mi hai svegliato del tutto e devi prenderti le tue responsabilità." La stretta sul braccio di lei, sempre dolce, ma più salda.

"Ma Yu, si vede che hai bisogno di riposare. Vado e ci vediamo più tardi."

"E invece no."

"E invece sì."

"Ho detto di no!"

"E io ho detto di sì!"

Il viso di Yu si distese in un largo sorriso. Con la mano trascinò Miki verso di sè, sul letto. Lei, sorpresa dal gesto, si ritrovò sdraiata assieme a lui.

"Sembra di essere tornati ai vecchi tempi, Miki. Tu ed io che scherziamo come facevamo di solito."

Miki si rilassò e si sistemò meglio accanto a lui, appoggiando la testa sulle sue spalle.

"Già...."

....

Sia Miki che Yu non sembravano avere intenzione di muoversi da lì.

Miki, pur essendo vestita, sentiva che, fra le calde braccia di Yu, poteva tornare nel mondo dei sogni; e Yu, con Miki accanto sentiva ritornare la voglia di dormire. Ormai entrambi stavano per addormentarsi nuovamente cullati dal loro abbraccio.

SBAM!

La porta sbattè con violenza e due bambini entrarono correndo gioiosamente.

"Non mi plendiiii!" gridò ridendo Miwaki.

"Sì, iveceeee!" le urlò dietro Akio.

Miki e Yu erano quasi saltati giù dal letto quando avevano sentito la porta sbattere. A dire la verità, Miki era realmente finita per terra.

Si rialzò, massaggiandosi il fianco dolorante per la caduta, ed esasperata urlò, "BAMBIIINIIIIIIIII!!!!"

I due piccoli, che fino a quel momento non avevano smesso un attimo di correre attorno al letto, si fermarono all'improvviso e fissarono Miki con aria inebetita.

"Che ceee, solellina?" disse Akio, cercando di fare il carino.

Miki, cercando di sembrare severa, incominciò il discorso, "Non potete correre per tutta la casa la mattina in quel modo, promettetemi che non lo farete più!"

Entrambi, con finto sguardo pentito, esclamarono all'unisono, "Va beneeeee...."

"Bravi, e ora andate pure in cuc-"

"CIAOOOO, FLATELLINO YUUUUU!" Miwaki era saltata in braccio a Yu prima che Miki avesse potuto aggiungere altro e si stava stringendo a lui con un po' troppa irruenza, notò. E lei che voleva stare da sola con lui!

"SOLELLINA MIKI! La tai una cosa? Da glande IO MI SPOSELO' COL FLATELLINO YU!!!!"

Miki finì a gambe in aria. Si rialzò a fatica, "COOMEEEE?!"

"SI', SI', CE BELLO!" continuò Miwaki.

Yu intervenne rapidamente nella conversazione, notando che la faccia di Miki cominciava a cambiare colore, "Dai Miki, lo sai come sono fatte le bambine, no?"

Miki, calmatasi, si rivolse ad Akio, che fino a quel momento se ne era stato in un angolo, "Dove sono mamma e papà?"

"Dommono!!"

Yu, rivolse uno sguardo interrogativo a Miwaki che gli stava in braccio. La bambina capì subito, "Dommono ance lolo."

Miki e Yu si scambiarono un sguardo, "Allora, dormiamo anche noi!"

Detto così si sistemarono tutti e quattro sul letto a una piazza e mezza di Yu, Miki con Akio in braccio. E nel giro di pochi minuti si addormentarono. Quattro fratelli, uniti da un legame più forte del sangue.

Il sole di una meravigliosa domenica, verso le sette e mezza del mattino, splendeva come solo in luglio può fare.

 

CONTINUA...