LIFE GO ON

1 - Waiting for a marmalade boy ...

L'aeroporto internazionale appariva deserto durante quella calda mattinata di luglio; le grosse vetrate riflettevano la luce sugli enormi pavimenti lucidi della hall principale. L'area condizionata del moderno aeroporto rendeva la temperatura quasi primevarile.

Ma Miki Koishikawa non si sentiva lo stesso a suo agio. Guardava nervosamente il tabellone con gli orari delle partenze e degli arrivi, puntando gli occhi su una riga precisa. 'Volo da New York in arrivo alle 9:30 a.m'. Un' occhiata veloce all'orologio per scoprire che mancavano quindici minuti.

Aveva già ripetuto la stessa operazione almeno quattro volte, ma l'impazienza le impediva di rimanere ferma e seduta nella sala d'attesa.

Tra pochi attimi l'avrebbe rivisto; dopo sei lunghi mesi di lontananza, di sospiri, di chiamate attese con trepidazione. Dopo quello che le sembrava un'eternità l'avrebbe rivisto, finalmente. E adesso con il cuore pieno di emozione si ritrovava a pensare come era riuscita a vivere senza di lui per tutto quel tempo.

Un'altra veloce occhiata al tabellone degli orari. Questa volta però la scritta che le interessava stava cambiando velocemente... 'ritardo di 30 min'.

"EEHHHHHHH! Ma non è possibile!"

Ancora mezz'ora.

Miki sconsolata si diresse verso la sala d'attesa, fortunatamente mezza vuota. Era talmente arrabbiata che se oltre a quello che era appena successo, le sarebbe capitato pure di non trovare posto per sedersi, avrebbe scatenato il finimondo!

Sedutasi, Miki si ritrovò a fissare le vetrine dei negozi e l'occhio le cadde su un cartellone pubblicitario, in cui una donna dava da mangiare delicatamente a un neonato. Il visino del bambino era estramemente felice.

"Guarda com'è carino... e pensare che anche i miei fratellini erano così fino a poco tempo fa."

Già, i suoi fratellini. Ne erano successe di cose in tre anni. Le sue 'mamme' avevano annunciato a sorpresa, durante il matrimonio di Meiko, di essere nuovamente incinta e di aspettare rispettivamente un maschio e una femmina. Più precisamente Rumi aspettava un maschio, mentre Chiyako una femmina.

Così lei si era ritrovata nel giro di poco tempo circondata da culle e abitini per bambini, e passato il tempo necessario, anche da due piccoli batuffoli, che aveva scoperto, suo malgrado, essere in grado persino di tenerla sveglia tutta la notte con le loro urla. Il maschietto, Akio Matsura, era nato circa una settimana prima della femminuccia, Miwaki Koishikawa, ma i due avevano fatto amicizia in fretta e si erano sicuramente ben accordati, visto che si alternavano nel pianto durante la notte, in modo da tenere sveglia tutta la famiglia.

Ah, ma quello era ormai quasi un ricordo.Ormai i due bambini avevano raggiunto l'età di due anni e adesso non facevano altro che litigare tutto il giorno per chi dovesse detenere il possesso del giocattolo più bello, che si rivelava poi di solito essere sempre quello dell'altro, in modo che non c'era attimo in cui i due non si azzuffassero. Ma almeno non urlavano più durante la notte. E Miki nonostante tutto era molto felice di averli lì con loro, perchè avevano portato nella casa davvero una ventata di freschezza.

Com'era stata contenta quando aveva sentito pronunciare ad Akio la sua prima parola: ed era il suo nome!

Certo era stato difficile barcamenarsi fra lavoro part time, marmocchi ed esami; ma in fondo era andato tutto per il meglio e ora poteva vantarsi di essere studentessa all'università Toryo.

Mentre lui proseguiva i suoi studi a New York con successo ...

Il pensiero le fece ricordare il perchè della precedente impazienza, che l'immersione nei suoi pensieri aveva cancellato, e diede uno sguardo all'orologio. Mancavano cinque minuti!!

"Ma guarda come vola il tempo quando uno pensa ..." E così dicendo si alzò dalla sedia e si diresse verso il luogo in cui uscivano i passeggeri del volo proveniente da New York.

Ben presto cominciò una sfilata di volti sconosciuti, la maggior parte stranieri, davanti a lei ... ma il volto che aspettava ardentemente di vedere non si intravedeva neanche lontanamente e la fila di passeggeri in uscita si riduceva sempre di più ...

"Ma dove sei?"

E finalmente vide quello che sperava di vedere.Un ragazzo biondo sulla ventina, con un'enorme valigia in mano, e lo sguardo ansioso in cerca di qualcosa. Si guardò intorno per un attimo e finalmente il suo sguardo si fissò sul volto di lei ed entrambi lasciarono scivolare l'ansia, che li aveva fino a quel momento attannnagliati, con un largo sorriso. Un sorriso sincero e pieno d'affetto che Miki non si ricordava di aver fatto a nessuno da molto tempo.

Nonostante l'enorme felicità che stava provando, Miki sentì all'improvviso l'irrefrenabile impulso di piangere e si coprì il viso con le mani.

Avvicinandosi lentamente, il ragazzo le disse in modo dolce "Sempre a piangere, eh ..." e quando finalmente, vincendo l'emozione la ragazza, ricambiò il suo sguardo, aggiunse "Sono felice di vederti, Miki. Mi sei mancata moltissimo."

Gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo con tutta la forza che aveva in corpo, Miki lasciò che lasciò che l'amore che provava per quel ragazzo trasparisse completamente.

"Non sai quanto anch'io. BENTORNATO, YU!"

CONTINUA