Last Quarter

CAPITOLO II

Lo spettacolo che si mostrò davanti ai loro occhi fu terribile.
Poche capanne riunite a cerchio e tante persone a terra, appoggiate su sottili teli che agonizzavano in ferite mortali. C'era sangue dappertutto e la gente ferita gemeva di dolore.
Sembrava di essere entrati in un girone dell'inferno.
Senza neanche rendersene conto Sakura iniziò a piangere.
Le lacrime scendevano sul suo viso lentamente e brillavano argentee sotto il sole caldo d'estate.
Sentiva l'angoscia strisciarle nel cuore, fino a stringergli lo stomaco, facendogli mancare il respiro.
Miura distolse lo sguardo, anche i suoi occhi erano diventati all'improvviso lucidi, ma non aveva permesso a nessuna lacrima di scendere.
Mai avevano visto una simile desolazione.
- avete capito perché ci appigliamo a voi? Siete la nostra unica speranza…- ammise lentamente Kagome.
Nessuno rispose, rimasero solo in religioso silenzio a guardare quella scena macabra e lamentosa, così acida che nessuno riusciva a dire una parola senza sentire il sapore delle lacrime sulla lingua.
Perché?
All'improvviso Inu Yasha guardò il cielo. Si stava rannuvolando e sentiva chiaramente l'odore della pioggia.
- è meglio che portiamo nelle case i feriti…- disse scambiando uno sguardo d'intesa con Kagome.
- andiamo.- confermò lei.
- veniamo anche noi!- disse Masaki interpretando lo sguardo di Sakura, ma i due scossero la testa.
- no, dovete tornare nel vostro mondo per oggi… è tardi e qualcuno potrebbe preoccuparsi per voi…- disse Kagome.
- ma come?-
- tornate nella capanna, pensate intensamente alla vostra realtà e vedrete che potrete tornare tranquillamente… già domani la situazione sarà diversa anche qui vedrete, non sarà così terribile… solo… - si interruppe guardandoli negli occhi.
- lasciamo perdere… ci vediamo fra qualche giorno… basta che pensate a noi e tornerete…- disse infine la ragazza indicandogli la capanna.
Negli occhi di tutta quella gente c'era disperazione e delirio.
Distolsero lo sguardo sentendosi colpevoli.
Faceva così paura una visione del genere, aveva entrambi le ginocchia che cedevano e il fiato corto.
Non serviva più nessuna ragione o fine, avevano capito cosa dovevano fare, anche se non sapevano niente, non aveva più alcuna importanza.
Appena furono nella stanza si guardarono negli occhi.
Sakura porse timidamente la mano a Masaki che gliela prese stringendola leggermente.
- torniamo a casa.- disse calmo.
Per un attimo non successe nulla, ma come il ricordo della loro realtà si fece più chiaro nella loro mente, lo spazio intorno iniziò a distorcersi, lo stridere dell'aria e il profumo della scuola li raggiunsero all'improvviso, fino a che davanti a loro non ci furono i banchi della classe 3-2.
È successo veramente?
Si guardarono.
- mi sembra che sia stato più veloce dell'andata…- affermò la ragazza sorridendo.
- beh, ormai non era più la prima volta.- disse Masaki.
- già.- fece lei troncando il discorso.
Il cielo fuori si stava rannuvolando.
"devo tornare subito a casa" pensò con foga Sakura.
Si alzò, si tolse un po' di polvere dalla gonna e si diresse verso la porta.
- devo correre a casa…- disse sotto lo sguardo di lui.
- ciao.- concluse per poi andarsene in fretta.
Lui si alzò stupito e la guardò allontanarsi.
Come poteva andarsene così tranquillamente?
Lui aveva avuto l'impulso di stare a parlarne almeno qualche minuto, invece lei era scappata via, come se non fosse stata una cosa incredibile quello che avevano vissuto.
Era eccitato dalla novità, eppure in fondo al cuore aveva paura di quello che poteva succedere e se chiudeva gli occhi la cruda scena di poco prima gli tornava davanti facendogli venire la nausea.
Ora doveva fare qualcosa.
Cosa sta cercando Arashi?

Quando si fermò davanti al cancello di casa sua si guardò indietro appoggiandosi al muretto.
Non aveva mai corso tanto in vita sua, aveva fatto tutto il tragitto che di solito faceva in pullman correndo.
Il sudore gli scendeva lungo la fronte.
Guardò verso la sua casa e sospirò.
Non c'era ancora nessuno fortunatamente.
Infilò una mano nella cartella e ne tirò fuori un mazzo di chiavi.
Entrò silenziosa e dopo essersi cambiata con calma iniziò a preparare la cena, mentre dall'altra stanza la televisione accesa trasmetteva un video musicale.
Alle nove era già tutto pronto in tavola e lei stava mezza sdraiata sul tavolo ad aspettare.
Intanto guardava la televisione da lontano, un vecchio film in bianco e nero stava iniziando.
Si avvicinò alla tele e la spense.
"ma cosa sto aspettando?" si chiese guardando il tavolo apparecchiato per due.
Spense la luce della sala e iniziò a fare le scale fino alla sua camera.
Si buttò sul letto.
Le immagini di quel pomeriggio la avvolsero in un attimo. Tutto, dallo sguardo di Miura alle vittime di Arashi… c'era qualcosa però che non aveva capito… perché? Perché era riuscita a fidarsi così velocemente di tutte quelle persone e perché nel momento in cui aveva incrociato lo sguardo di Masaki aveva avuto la sensazione che ogni cosa fosse giusta? Tutto le era sembrato come un flashback, aveva già visto quelle morti e aveva già curato quei feriti, ma c'era qualcosa in più?
Sul soffitto bianco apparve il viso indifferente di Miura che poco prima di andarsene le aveva regalato un sorriso, ma lei non poteva lasciarsi andare adesso, aveva troppo da perdere e ora come ora non poteva permetterselo…
Non di nuovo.
Si girò e rigirò nel letto quando all'improvviso prese sonno.

Masaki appena arrivò a scuola il giorno dopo si guardò in giro pensoso.
Stava cercando Sakura, ma non la vedeva in nessun luogo.
Anche se si era ripromesso di andare con calma e di non affrettare le cose non vedeva l'ora di vederla per poter parlare, anche se in realtà non sapeva neanche che cosa poteva chiedere, era talmente confuso… il loro destino era stato deciso, ma da chi? Chi aveva fatto in modo che loro si incontrassero e passassero nell'altra dimensione? Chi poteva sapere perché loro?
Scosse la testa. Erano domande inutili a cui non avrebbe mai avuto risposta, tanto valeva mettersi il cuore in pace.
Però aveva la netta sensazione che lei capisse qualcosa in più di lui… e voleva sapere perché… voleva sapere cos'aveva visto lei…
Poi all'improvviso la vide.
Era assorta nei suoi pensieri e il suo sguardo era triste.
- ciao.- le disse avvicinandosi.
- ciao.- disse lei indifferente, ma quando lo ebbe guardato negli occhi arrossì.
- allora, com'è andata questa notte?- le chiese sorridendo.
- cosa?- balbettò perplessa.
- beh, dopo questa esperienza avrai pur faticato un po' a dormire…- spiegò.
Lei arrossì.
- un po'…-
- a quanto pare ci sei abituata…- disse girandosi verso il cortile.
Sakura lo fermò prendendo la manica della sua divisa.
Lo guardò intensamente.
- non ho mai visto niente di simile… mi sarò addormenta dopo le due di notte…- ci tenne a precisare. Il suo sguardo era serio e per un attimo fu fisso nel profondo di quello di lui.
- beh, allora ti ho battuto! Io sono rimasto sveglio fino alle tre.-
lei rise.
- non si può certo dire che sia stata un'esperienza poco eccitante.- commentò.
- su questo non c'è dubbio.-
cadde un silenzio imbarazzante tra i due.
- torneremo dopo domani…- commentò Sakura per sciogliere il ghiaccio.
- già, chissà cosa dobbiamo aspettarci?- rispose lui, ma sapeva bene che lei era spaventata quanto lui… nessuno di loro due era un eroe e adesso si trovavano davanti un mostro mangiateste… il destino del mondo poteva anche essere nelle loro mani, ma le loro mani erano anche disarmate…
- posso chiederti una cosa?- domandò poi Masaki.
- certo…-
- cosa hai visto di paranormale?-
Sakura rimase in silenzio e il suo sguardo scivolò verso il terreno.
Dentro di lei mille voci urlavano di dolore, no, non ancora, non doveva soffrire ancora… ma doveva solo dirlo… svelarlo a qualcuno che non l'avrebbe presa per pazza.
Lui la guardava intensamente, forse non era stata la domanda giusta. Non era ancora il momento, dopotutto si conoscevano da un giorno.
- non importa… se non te la senti di dirmelo… chissa magari più avanti…- continuò sconsolato sorridendole dolcemente.
- no!- lo interruppe improvvisamente, stupendosi da sola.
- voglio dirtelo… tanto ormai dovremmo passare un bel po' di avventure insieme… spero che dopotutto diventeremo buoni amici…- cominciò timidamente.
- certo… ma non serve che ti sforzi quando sentirai che è il momento me lo dirai…-
- adesso va bene… ecco… io…- confermò sicura, doveva solo trovare le parole adatte, ma dove poteva cercarle?
Fece un lungo respiro di incoraggiamento.
- ho visto il fantasma di mia madre…- affermò improvvisamente, quando Masaki aveva già perso le speranze di una spiegazione.
La guardò sconcertato, gli occhi spalancati…
- non mi credi?- chiese lei improvvisamente spaventata.
- no, no… dopo quello che abbiamo passato come pensi che non ti possa credere.- la rassicurò. Non si aspettava una cosa simile… sua madre era morta e lei l'aveva vista tornare come fantasma, doveva essere stata un'esperienza dolorosa e anche terrorizzante.
- ma… come?- chiese Miura.
- mia madre è morta in un incidente aereo mentre andava per un servizio a Calcutta, era un inviato speciale per la televisione nazionale…-
- mi spiace…- disse lui, la bocca impastata, era l'argomento su cui nessuno sapeva mai cosa dire.
- … e io l'ho vista qualche giorno dopo… -
- ti ha parlato?-
- sì… mi ha consolato e mi ha fatto promettere che avrei superato la cosa…-
Masaki lo vedeva negli occhi di Sakura l'ombra del dolore che ancora provava, era così profondo e angoscioso che traspariva in quello sguardo e lo raggiungeva procurandogli una fitta al cuore… cosa poteva fare per aiutarla? Per farla sorridere ancora? Desiderava ardentemente rivedere il suo sorriso… era così egoista lui che aveva i genitori che non sopportava, però erano sempre genitori…
Le mani gli tremavano, desiderava abbracciarla e dirle che non serviva più parlare…
- poi però ho visto altre cose…-
- altre cose?-
- sì… immagini soffuse di altri mondi e di altre persone… ricordi che sono saltati fuori dal nulla… io non lo so, ma è come se guardassi spezzoni di film…-
- ti capita anche adesso?-
- a volte…- ammise, era la prima persona in tutta la sua vita che non la accusava per quello che sapeva e per quello che vedeva, finalmente c'era qualcuno disposta ad ascoltarla senza giudicare… non aveva reagito con violenza… come aveva fatto… lui…
- capisco.. non dev'essere una situazione facile…-
- in effetti…- rispose lei sorridendo.
Finalmente poteva vedere il suo sorriso, di riflesso la sua bocca si inarcò nello stesso modo, dolcemente.
- grazie…- disse improvvisamente Sakura, mentre si erano avviati verso la scuola.
- cosa? E perché?- domandò incuriosito Miura.
- adesso ho meno paura…- commentò ambiguamente.
- eh?- fece lui non capendo.
- sono più sollevata adesso…-
- ah, okay… prego.- rispose confuso.
Si sentì in lontananza la campanella di inizio lezione.

CONTINUA...