PROLOGO:


Strano: si era addormentato. Non avendo mai avuto questa necessità, gli capitava così raramente che restò perplesso. Si stiracchiò voluttuosamente sul suo letto.
“FAAAIIIN!!!!” strepitò la voce di Master Zelas. Il demone sospirò, alzandosi in piedi e scattando verso la porta.
“Sì, Master?” disse dopo averla aperta.
“Dov’è quell’IDIOTA??” ululò lei. Decisamente, era un pezzo che il demone non la vedeva così furiosa.
“Ehm... Il generale Xelloss è a Weston, sta combattendo contro quei cosi arrivati da un’altra dimensione...” si riferiva a misteriosi esseri giunti alcuni giorni prima che stavano mettendo in seria difficoltà tutti gli eserciti dello Slayers’ World.
“ E tu perchè non sei con lui?”
“Mi ha detto di restare nel caso lei avesse avuto bisogno di qualcuno, Master.” rispose il demone prontamente.
“Io non ho bisogno proprio di nessuno...-ringhiò lei- E sentiamo, chi ha autorizzato il tuo generale a dare battaglia?” gli chiese la dark lady con finto interesse.
Ecco, si disse Fain, qui casca l’asino.
“Beh, Master, lei gli ha ordinato di sistemare la faccenda... Quei cosi stanno mettendo a ferro e fuoco il regno di Seillune, ma presto si sposteranno. I draghi sono già intervenuti l’altro ieri, e si è unita una squadriglia di maghi... Così Xel è intervenuto per fermare gli esseri prima che distruggano tutto togliendoci il divertimento.” spiegò.
“E naturalmente tu non ti sei trattenuto qui per tenermi buona, vero?”
“Noooo, Master, assolutamente. Perchè, –chiese con innocenza- lei non voleva che combattessimo?”
“Lasciamo perdere. Muoviti, va’ pure anche tu, lo so che non vedi l’ora di menare le mani. Io devo parlare con Graushella.” disse tetra. E si teletrasportò altrove.

Seillune, in quello stesso istante.
“No, no e no, Principessa Ameria! –le ripeteva Turner, il suo servitore personale- Sua maestà si è raccomandato che per nessun motivo lo raggiungeste a Weston, sul campo di battaglia. Non insistete.”
“Oh, ma perchè? –supplicò la ragazza, sull’orlo di una crisi isterica- Potrei essere d’aiuto nel combattimento!”
“Potete essere molto più utile qui, occupandovi del regno al posto di vostro padre...” le ricordò Turner.
Qualcuno entrò nella sala del trono, ma la principessa non vi fece caso.
“Ameria?” la chiamò una voce ben nota. E un sorriso si dipinse sul suo viso mentre correva incontro a
“Lina!!” Le due ragazze si abbracciarono.
“Oh, Lina, quanto tempo! Che bello rivederti!” esclamò Ameria.
“Sì, è bello anche per me.” calò il silenzio.
“Beh, come mai qui? -domandò la principessa, pur conoscendo la risposta- Sei venuta a combattere gli esseri?”
La maga annuì in risposta.
“Sì, e anche Gourry è venuto con me.”
“Gourry? Oh, posso salutarlo?”
“Ma certo, è qui fuori che aspetta. Le due ragazze uscirono dal salone, e Ameria e Gourry si salutarono affettuosamente.
“Ragazzi, ho bisogno di un favore...” cominciò la principessa.
Dieci minuti dopo, Turner era legato e imbavagliato nel salone, mentre Ameria era in viaggio verso Weston con Lina e Gourry.

Adelphia, mezz’ora dopo.
“Guarda che roba, Phiria!!” esclamò Kisca con orrore, leggendo il giornale.
La draghetta la raggiunse, sbirciando da dietro le sue spalle.
“Continuano i combattimenti a Weston.... Che combattimenti, scusa?” chiese distrattamente.
Kisca la guardò sbalordita.
“Ma dove vivi? Occuparti di Vargarv ti fa male... Non sai niente di quei misteriosi esseri giunti da un’altra dimensione che stanno distruggendo il regno di Seillune? Ci sono pure i draghi a combattere!”
“Sul serio? –chiese Phiria con aria preoccupata-... Hai detto Seillune?” il suo pensiero corse immediatamente ad Ameria: chissà se stava bene!
“Già, Seillune. –confermò Kisca- Il fronte ora è a Weston. Vediamo che altro dice il giornale... Proprio oggi ai guerrieri impegnati nel combattimento si sono uniti, a quanto pare, anche i mazoku...”
“Cosa? –la interruppe Phiria- Anche i demoni stanno combattendo? Allora la situazione dev’essere davvero grave, altrimenti non si scomoderebbero!” ora era allarmata.
“Senti –cominciò Kisca, a cui già prudevano le mani – perchè non andiamo a dare una mano, eh? Un sacco di maghi si sono uniti agli eserciti...” supplicò. Come al solito, moriva dalla voglia di cacciarsi nei guai.
“Kisca... Ma è pericoloso...” rispose la draghetta, incerta.
“Ma tutti dobbiamo dare un contributo per salvare il mondo!!” l’elfa era indignata.
“Non so...” Phiria appariva tentata all’idea di intervenire per la pace
“Eddaiiiii” Kisca s’inginocchiò sul divano.
“Non è possibile, anche se acconsentissi a venire, che me ne faccio di Vargarv? Ha solo due anni, mica possiamo portarcelo dietro!!”
“Oh, se è solo per questo, non ti preoccupare –rispose Kisca con un ghigno divertito –Ho la soluzione.”

Poco dopo Kisca e Phiria, che portava in braccio Vargarv, bussarono alla porta di una casetta.
“Mi raccomando –sussurrò l’elfa- lascia fare tutto a me.”
“Fale che cosa?” chiese la vocina di Vargarv.
In quel momento, la porta si aprì, e un’elfo sorrise allegramente riconoscendole.
“Ciao ragazze, come v...?”
“Scusa, Skywise, –lo interruppe Kisca- ma abbiamo molta fretta. Io e Phiria stiamo andando a Weston a dare una mano, perciò –prese Vargarv dalle braccia di Phiria e lo sbolognò al ragazzo- tu dovrai occuparti di Vargarv per un po’.”
“Cosa? Ma...”
“Mi raccomando, ricordati di dargli da mangiare, e lui va a nanna alle nove.- disse trascinando via Phiria- Ciaociao, fratellone!!”
“Ma... Ma io... Oh, accidenti!!!”
Phiria si voltò indietro a guardare l’elfo. Skywise, sull’uscio, fissava imbambolato Vargarv con il terrore negli occhi.

Confine del regno di Seillune, a tre ore da Weston.
Qualcun’altro, nello stesso momento, stava dirigendosi verso il campo di battaglia.
Era un viaggiatore solitario, avvolto in abiti chiari, incappucciato. Si fermò per stabilire quale strada fosse più rapida.
Il vento soffiava forte in quella zona, ma lui non sentiva freddo... Il suo corpo era fatto di pietra.
Zelgadiss scelse infine la direzione da prendere, e ripartì.
Qualcuno, di nascosto, lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava.