Capitolo III
Sentimenti

Un filo di luce entrò dalla grande vetrata a pochi passi dal letto della dei sovrani, illuminando una spalla di Usagi. Giaceva abbracciata a Mamoru, con il capo sul suo petto, i lunghi capelli dorati sparsi fra le coperte.
Ad un tratto, però, la ragazza si mosse, emettendo un sussulto. Aprì gli occhi. Le servì qualche secondo per realizzare dove si trovava, ma poi, guardando il re, si ricordò subito di ciò che era successo quel pomeriggio.
"Mh…".
Si strinse nelle spalle. Non riusciva a capire il perché del proprio comportamento. Cosa…cosa le stava succedendo?
Scosse il capo, scostandosi lentamente dal corpo di Mamoru per non svegliarlo. Chissà quanto dovevano aver dormito…
Tese le braccia per stiracchiarsi, gettando poi un'occhiata al quadrante dell'orologio fissato al muro. Segnava le 16.05.
"Bé, è ancora presto…", pensò, sedendosi sulla sponda del letto. "E fortunatamente quello di oggi è un pomeriggio di tutto rip…". Si bloccò di colpo.
"Le 16.00??".
Usagi si sentì mancare. Seiya!
In un attimo, cercando di non perdere altri preziosi minuti, la regina si cambiò, indossando il primo vestito che riuscì a trovare. Quello che aveva indosso era ancora macchiato da piccole gocce di sangue…e non era certamente il caso di presentarsi di fronte a Seiya in quello stato. Più che altro, la ragazza voleva evitare domande imbarazzanti.
Uscì dalla stanza cercando di non fare troppo rumore, mettendosi poi a correre a perdifiato nel corridoio, verso la Sala Udienze.
"Speriamo…speriamo che sia ancora lì! Seiya…", sussurrò, senza più voce. "…perché ci tengo così tanto ad incontrarti?".
Accelerò ulteriormente il passo.
"A…rivederti…ancora…", concluse mentalmente.
Intanto, nella Sala Udienze, il guerriero era in piedi davanti ad un altare posto sul fondo della stanza, che, inizialmente, non aveva proprio notato. Dalle dimensioni piuttosto grandi, era rettangolare, argentato e luminosissimo: composto da vari tasselli su cui erano scolpiti a bassorilievo gli episodi salienti avvenuti nel Silvery Kingdom durante il corso dei secoli, simboleggiava quasi il custode della memoria passata del Regno.
Finiti di vedere i tasselli davanti, Seiya guardò i fianchi, ed infine la facciata posteriore. Osservò i primi blocchi del lato. Sembravano raffigurare l'incoronazione della regina, e le sue nozze con il principe Endymion.
A quella vista, gli occhi blu del ragazzo si fecero improvvisamente tristi.
"Il matrimonio di Usagi…", mormorò.
Spostò lo sguardo sulle scene sottostanti. Riportavano alcuni episodi di lotta contro l'esercito della Luna Nera, seguiti da altri di vita tranquilla…sì, tutto corrispondeva. O almeno, tutto corrispondeva a ciò che una volta Kakyou Hime gli aveva raccontato. Sembrava che la sua principessa si fosse documentata a fondo sulla vita di Serenity, e su tutto ciò attraverso cui aveva dovuto passare. La ammirava, enormemente. Kakyou glie l'aveva ripetuto più di una volta…tante, tantissime volte…

"Serenity splende di una luce pura.
Lei, le sue guerriere e il sistema solare sono capaci di emettere un grande calore…un calore che da' forza.
Seiya, sei rimasto abbagliato dalla sua luce…non è vero?
La vedo, riflessa nel tuo sguardo…
Non l'hai mai dimenticata, lo so.
Lo so".


Il ragazzo chiuse gli occhi. Aveva aspettato così tanto tempo…così tanto, per rivederla….
Ma ora…

"Ormai nulla potrà più cambiare, Kakyou…".
Lei aveva sorriso. Tristemente, e dolcemente.
"Ne sei proprio sicuro?".


Rimase per un attimo con lo sguardo fisso davanti a sé, poi si distolse dai suoi pensieri. La principessa capiva tutto di lui. Aveva sempre capito tutto di lui, e…non l'aveva mai rimproverato.
No, non lo aveva rimproverato per i sentimenti che provava, sentimenti che lo avevano distratto dalla sua missione.
Non lo aveva rimproverato perché, adesso, lei non era più la sua sola ragione di vita…
Seiya era un guerriero…un guerriero che doveva proteggerla, che le aveva giurato fedeltà eterna. Sì, per sempre.
E invece…
Invece, dopo il suo fatidico incontro con Usagi, avvenuto prima dello scontro con Galaxia, Seiya era cambiato. E su Kinmoku, al loro ritorno dopo l'ultima battaglia, era sempre esistita solo lei.
Usagi Tsukino.
E nessun' altra.
Nessuna.
Il cavaliere continuò ad osservare la superficie, finché non giunse agli ultimi tasselli argentati. Tasselli alquanto strani, pensò. Nel primo due figure, presumibilmente il re e la regina, erano l'uno davanti all'altro, ma alle estremità del rettangolo, lontani tra di loro. Anche le scene successive lasciarono perplesso Seiya: in una si vedeva il re combattere contro una figura indistinta, mentre in un'altra - che colpì il cavaliere più delle altre - c'era la regina che deponeva, su quello stesso altare, la corona.
Stava…rinunciando al trono?
Seiya non riusciva a capire…da dove provenivano quelle scene? Di certo non dal passato…quindi…
I suoi pensieri vennero però interrotti dall'arrivo della regina, che entrò nella sala correndo. Era visibilmente agitata.
Il ragazzo si girò di scatto, facendo gonfiare l'ampio mantello che, con un fruscio, seguì i movimenti del giovane.
"Perdonami…", esclamò Usagi, avanzando verso di lui. "…io…non mi ero proprio resa conto dell'ora!".
Seiya sorrise.
"Non importa. Ti potrei perdonare tutto, testolina buffa…".
Al suono di quelle parole, i pensieri di Serenity tornarono allo sfogo di poche ore prima. Si guardò la mano. Per fortuna i tagli non erano troppo profondi…quando si era vestita, poco prima, aveva tolto tutte le bende, per evitare che Seiya le vedesse. Adesso, sperava solo che il ragazzo non notasse le ferite.
Alzò lo sguardo su di lui.
"Non ti dispiace se ti chiamo ancora così, vero?", domandò il cavaliere.
Imbarazzata, Usagi scosse il capo. "N-no…figurati…".

Ma perché? Cosa…cosa mi prende?
E' da questa mattina che…
Oh, Seiya…


Fissò i suoi occhi. Da…da quando erano così blu?
"Ascolta", disse il ragazzo facendo un passo verso di lei. "Volevo…ecco, volevo sapere se sei realmente…felice di rivedermi".
Usagi sfuggì al suo sguardo.
"Ma certo che lo sono…che domande. E…". Si bloccò un attimo. "…mi sei anche mancato…".

Come aveva potuto dirlo davvero?
Serenity…cosa stai dicendo?
Che cosa?


"Ci credo…".
Seiya alzò la testa, guardando il cielo azzurro oltre l'immensa vetrata a cupola.
"…ma ancora non so…in che modo".
La ragazza si voltò, avvicinandosi all'altare.
"Beh…io…penso che…".
Deglutì. Forse non si stava davvero rendendo conto di stare parlando a Seiya. Anzi, forse…forse lo sapeva fin troppo bene. Ma non si sentiva in colpa. Non pensava ad Endymion…
No…
"…mi sia mancato tutto di te. Le tue…risate, sì. E poi quel tuo…sorriso…e la tua…voce…".
Si girò di nuovo, piano, gli occhi leggermente bassi. Non si era accorta, però, che Seiya si era intanto avvicinato a lei.
Quando rialzò il viso, se lo ritrovò, infatti, distante pochi centimetri.
"E…io…" cercò di continuare, le sottili labbra rosa perlato, lucide, che quasi tremavano.
Lui alzò un braccio, silenziosamente, avvicinando le dita lunghe e perfette al suo viso. Gliele passò con delicatezza fra i capelli biondi, per poi tornare ad accarezzarle la pelle chiara intorno alla bocca, salendo su per il collo.
"E…?".
"E…le tue…carezze…le tue mani, e…", sussurrò lei, non riuscendo a distogliere lo sguardo dai magnetici occhi blu del cavaliere. Lui la osservò senza dire una parola, limitandosi a sorridere, ad assaporare quel momento irripetibile, quel viso angelico che aveva aspettato di rivedere per troppo tempo.
"Usagi…voglio che tu sappia…che io ti amo ancora, se, casomai, questa mattina non mi fossi spiegato chiaramente", le disse poi, dopo un po'. "In tutti questi anni non ho mai smesso di pensare a te. Mai. Usagi…".
La regina socchiuse gli occhi, mentre Seiya le passava nuovamente una mano fra i capelli setosi.
"…te la ricordi la mia canzone?".
Serenity, a quelle parole, lo guardò.
"Non…potrei mai dimenticarla".

* Cerco il tuo amore…
Cerco il tuo amore, cerco il tuo amore…


Nella testa della ragazza iniziarono a formarsi delle parole.
Quelle parole…che avevano segnato un periodo della sua vita…

Sei sempre così radiosa
Il tuo viso brilla proprio come una piccola stella
Tengo così tanto al tuo sorriso…


Non poteva scordarsele. Non poteva scordare nulla.
I Three Lights…i loro concerti…
La passione, la dolcezza…il trasporto con cui Seiya intonava, ogni volta, quella canzone.

Quel giorno non sono riuscito a proteggerti
Ed ora sono qui, solo con queste lacrime e mille rimorsi
Dopo aver lasciato dietro di me il dolore…

La melodia sembrò risuonare nella Sala, e le note volare alte, fin oltre la cupola di vetro.
Seiya, Yaten e Taiki l'avevano scritta per ritrovare Kakyou…era dedicata a lei…
Eppure…

Cerco il tuo amore, cristallo dell'universo
Cerco il tuo amore, ma non piangere per me
Cerco il tuo amore, in realtà però desidererei solo tenerti stretta a me…


Eppure…adesso sembrava più che qualsiasi altra volta…rivolta a lei…
A lei, alla ragazza che era stata, un tempo, Usagi Tsukino.
E che ancora era.

Non ho mai smesso di cercare il tuo dolce profumo
che trasporta la mia voce
Dove sei ora?
Nostra principessa…


Sì…sembrava solo per lei…

Rispondimi subito,
rispondimi…
Rispondimi dolcemente,
rispondimi…
Rispondimi subito,
rispondimi…
Rispondimi dolcemente,
rispondimi…


Sì…lo sapeva…
Seiya voleva una risposta…
Era…era per questo che era tornato?

Sotto l'infinito cielo notturno
Ho espresso un desiderio davanti ad una stella cadente
Prego fra me per riuscire a ritrovarti…

Tu…sei tornato per ritrovarmi?

Il tempo scorre velocemente
Io, ormai cresciuto, finalmente comprendo
Che questa vita non sarà abbastanza…

Seiya…
Dio…quanto…le era mancato…

Cerco il tuo amore, il seme stellare argentato
Cerco il tuo amore, sono così vicino a te
Cerco il tuo amore, mentre, inesorabile questa corrente mi trascina via…


"Search for your love"…
Cerco il tuo amore, diceva la canzone. E quelle parole, ancora adesso, erano valide…
Erano per lei.
Seiya…voleva il suo amore.
"Io…io…", mormorò la regina, con le lacrime agli occhi. "Non posso…ora sono sposata. Ho un regno, e una figlia…io…". Improvvisamente si zittì, non riuscendo a continuare. Seiya, allora, si avvicinò ulteriormente, prendendole il viso tra le mani.
"Me lo hai dimostrato più di una volta. Mi hai dimostrato molte volte, in passato, che mi vuoi bene…più di un'amica. Non volevi ammetterlo perché Mamoru era lontano, perché ti mancava…o forse solo perché non credevi fosse giusto. Ma ora l'hai capito. L'abbiamo capito tutti e due. Io ti amo, e tu ami me".
Usagi rimase in silenzio, mentre una lacrima traditrice le scendeva sulla guancia.
Dopo qualche istante, lo fissò.
"No!", gridò quindi, allontanandosi velocemente da lui. "Io…non puoi sapere cosa provo! Non…sono sicura più di nulla…tu…tu ripiombi all'improvviso nella mia vita, così, pretendendo che…che…".
Si passò il dorso di una mano sugli occhi arrossati, coprendosi poi con la stessa la bocca.
"Io…devo pensare. A molte cose".
Seiya si tirò indietro il mantello con una bracciata, poi guardò a lato, dispiaciuto.
"Hai ragione. Scusa. Ti darò tutto il tempo che vuoi…ma voglio una risposta. Ora che sono tornato a Crystal Tokyo, non posso rimanere qui senza sapere cosa provi esattamente per me".
La regina fissò la sua immagine negli specchi intorno a lei, non sapendo bene cosa dire.
"Seiya…", mormorò poi, fermandosi a pochi passi da uno di essi. "Per ora posso dirti…che in qualunque caso, tu, per me…sei importante. Ma adesso sto attraversando un periodo molto complicato. Confuso. Devo mettere ordine nella mia testa…". Si girò.
"E nel mio cuore".
Detto questo, rivolse al ragazzo un piccolo sorriso. Aveva qualcosa di malinconico, di triste, che a Seiya fece incredibilmente male.
La regina si diresse quindi verso l'uscita della stanza, scomparendo nel corridoio dopo pochi istanti. Il cavaliere dai lunghi capelli scuri rimase solo.
"Usagi…i tuoi sentimenti per me, allora, stanno davvero cambiando?".
La risposta, però, non venne. Solo l'eco della domanda rimbombò nella stanza splendente, e poi, il silenzio freddo.

Minako e Yaten passeggiavano a braccetto di fianco ad una lunghissima fila di colonne di marmo bianco. Dall'altro lato, una vetrata si stendeva per tutta la parete, lunga quanto il corridoio. Fuori era visibile un giardino fantastico, sempre rigoglioso e in fiore grazie al potere del cristallo d'argento.
La guerriera dai lunghi capelli biondi si girò verso la superficie trasparente.
"La regina Serenity può fare cose meravigliose con il cristallo d'argento. E' solo grazie a lei se qui c'è sempre il sole, se non si invecchia e se nessuno si ammala, né muore. Non lo trovi fantastico?".
Yaten, che stava guardando, vacuo, davanti a sé, immerso nei propri pensieri, si girò di scatto.
"Ehm…eh? Hai detto qualcosa?".
Sailor Venus sbuffò.
"Non mi stavi ascoltando! Ti sono antipatica fino al punto che neanche stai a sentire quello che dico, come una qualunque persona con un minimo di civiltà invece farebbe? ", gli disse, stizzita.
Il cavaliere dagli occhi verdi cercò allora di scusarsi, gesticolando in mille modi.
"N-no! No, senti…non intendevo darti questa impressione! Tu…n-non mi stai antipatica…davvero!".
Lei lo guardò un attimo con un'espressione indecifrabile, poi gli afferrò entrambe le mani, tirandolo verso di sé e fissandolo maliziosamente.
"Dici sul serio??".
Yaten deglutì, non sapendo cosa fare per liberarsi da quelle due morse che gli serravano saldamente i polsi.
"Bè, sì…io…ecco, s-sei solo…c-come dire…un…un po'…", balbettò.
"Affettuosa?", tirò a indovinare allora Sailor Venus, sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi. "Ma io sono di natura così! Sono la guerriera dell'amore, noo?".
"Ah, beh, certo…", commentò il poverino, completamente madido di sudore.
Minako gli si avvicinò ancora di più, lo sguardo che lentamente stava mutando…
"E come paladina di un sentimento così nobile…sono a conoscenza di tutti i segreti del fascino femminile…e di molti altri aspetti più…particolari", aggiunse con voce bassa e sensuale, mentre con una mano sollevava leggermente un lembo della gonna della divisa (già corta per conto suo…ndLeia). "Sono molto esperta in questo campo, sai?".
Il ragazzo iniziò a respirare a fatica…stranamente sentiva il colletto della giacca sotto all'armatura stringere…
"Ma…m-ma non mi dire…però…penso che…".
"Sììì?". Sailor Venus spinse Yaten verso il muro.
"…bè…penso che ne parleremo meglio la prossima volta!", concluse infine lui, riuscendo abilmente a divincolarsi. Passò con agilità sotto ad una delle braccia delle ragazza, tese perpendicolarmente alla parete, allontanandosi poi quel tanto che bastava per mantenere con la guerriera una distanza di sicurezza…
Lei gli lanciò un'occhiata particolarmente delusa, per non dire frustrata.
"Yatenuccio…".
Proprio in quel momento, però, fortunatamente (per Yaten…ndLeia) qualcuno girò l'angolo, pochi metri dietro a loro.
"Oh, bene bene Sailor Venus…ti stai divertendo?".
La regina Serenity si avvicinò ai due.
"Oh…ehm…regina…no, certo che no! Io…stavo mostrando a Yaten il palazzo! Non è vero?", esclamò la ragazza, imbarazzatissima, rivolgendosi con un sorrisone immenso a Yaten.
"Bè…s-sì, certo!", rispose lui, intento ad asciugarsi la fronte. "Però…adesso devo proprio scappare! Devo…ehm, cioè…dobbiamo scortare la regina Kakyou a Crystal Tokyo, ecco!", continuò poi con un filo d'ansia, sparando la prima colossale balla che gli era passata per la mente.
Serenity sorrise. "Capisco. A proposito…mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con la vostra principessa. Magari…". Ma non riuscì a concludere la frase.
"Ma certo, glielo dirò! Ehm, arrivederci!". Con uno scatto che avrebbe potuto fare invidia pure a Carl Lewis, Yaten sparì nel corridoio ad una velocità incredibile, lasciando la regina leggermente stupita.
"Aveva fretta, eh?", disse quindi, gettando uno sguardo sospettoso verso Minako.
La guerriera, sentendo gli occhi della sovrana puntati su di sé, cercò di mascherare la realtà delle cose con un sorriso.
"Ehm…già…".
Serenity incrociò le braccia.
"Certo che ti sei data subito da fare, eh? Non ti smentisci mai…Comunque, li farai sempre scappare gli uomini…".
A quelle parole, l'altra la fissò, accigliata.
"Ehi! Non offendere! Il mio fascino non ha eguali! E presto riuscirò a conquistare anche Yaten…".
"Sì, certo…ma non esagerare, intesi?".
Sailor Venus sospirò, per poi alzar la testa.
"Ma cerrto! Non preoccuparti, Usa!", esclamò, ma subito si corresse. "Scusa…volevo dire…Serenity".
Usagi sorrise malinconicamente. "Non fa niente. Anzi, quando nessuno ci sente…preferisco che tu mi chiami ancora così. Ok?".
La guerriera bionda era sorpresa.
"Va…va bene. Come vuoi".
La regina guardò un attimo fuori, poi si girò, scomparendo velocemente nella direzione in cui era venuta.
Minako la osservò allontanarsi.
"Usagi…cosa ti sta succedendo?", disse fra sé e sé. "Ormai…è da tanto che non sei più la stessa…".
Rimase in silenzio qualche secondo pensando all'amica, al tempo in cui erano state amiche inseparabili, così simili da sembrare gemelle, imbranate addirittura allo stesso modo…
Già. Un tempo che, forse, non sarebbe più tornato .
La guerriera sospirò con tristezza, rimanendo ferma con gli occhi azzurri fissi sul pavimento. Poi però, all'improvviso, rialzò la testa decisa, allontanando di colpo la sua preoccupazione per la regina.
Sollevò un braccio verso l'alto, posando il secondo sul fianco.
"Ma io non mi do per vinta!! Giammai rinuncerò a Yaten…presto o tardi, quel ragazzo sarà mio! Parola di Sailor Venus!!", esclamò, esultando. Poi, con una risatina, si girò, iniziando ad incamminarsi a passi spediti alla ricerca del cavaliere.

NOTE:

* Traduzione dal testo giapponese originale di "Nagareboshi He" (Stella Cadente), canzone dei Three Lights a cui mi riferisco.

CONTINUA...