FUTURE MEMORIES
Stories of Crystal Tokyo

Capitolo II
Incontri

Sailor Mars e Sailor Jupiter passeggiavano per le strade di Crystal Tokyo per vigilare sull’ordine delle vie, che quel giorno erano particolarmente affollate a causa della cerimonia di quella mattina che aveva attirato migliaia di turisti dalle province di tutto il mondo. Per fortuna la capitale si era sviluppata abbastanza, in quegli anni, da poter accogliere milioni e milioni di persone ogni giorno.

Sailor Mars si guardò intorno.”Vorrei tanto sapere perché dobbiamo gironzolare per la città 24 ore su 24 mentre Ami e Minako se ne stanno tranquille e beate a Crystal Palace senza stancarsi minimamente!”.

Makoto rise. “Ma dai, Rei, non esagerare! Non mi sembra così stancante fare qualche passo…”.

“Qualche passo?!?” esclamò sbuffando la bella ragazza dai lunghi e lucenti capelli neri. “E’ da stamattina all’alba che non facciamo altro che camminare e camminare! Quando torniamo, questa sera, ho due parole da dire alla nostra beneamata sovrana…avremo diritto anche noi a un momento di riposo o no? A proposito, è da quando abbiamo fatto colazione che non mettiamo qualcosa sotto i denti e io ho una fame…andiamo da qualche parte? Io avrei presente un localino in cui potremmo scroccare tranquillamente…sai, il proprietario è un ragazzo molto carino che tra l’altro è il più grande ammiratore dell’affascinante Sailor Mars (modestamente)…Sì, lo so cosa stai per dire, Mako, ma non ti preoccupare, l’ ho già fatto un sacco volte…tra l’altro si mangia proprio bene…”.

“Rei…” cercò di bloccarla l’amica.

“…e poi fanno un katsudon che è la fine del mondo…”

“Rei…stop…fermati…” disse a voce più alta Sailor Jupiter.

“…e anche gli okonomiyaki sono squisiti…”

“REIIIIIII!!!!”

Sailor Mars si accorse finalmente di Makoto. ”Che c’è? Non hai fame tu?”

“No…è che…”. La ragazza si fece improvvisamente seria. “ …ho l’impressione che oggi sia un giorno particolarmente importante…”

“Eh, sai che novità…mezzo mondo è riunito qui a Crystal Tokyo…” bofonchiò Rei.

“No! No!” continuò l’altra. “Intendevo…un giorno importante per Serenity…”.

Rei la guardò sorpresa. “Eh? Per Usa?”.

“Shhht! Zitta!” la fermò la guerriera guardandosi intorno, temendo che qualcuno l’avesse sentita. ”Ricordati che non devi mai pronunciare il nome che la regina aveva in passato! Secondo le tradizioni del Silvery Kingdom…”

“Beh, pensala come vuoi, perché per me la regina è e rimarrà sempre la vecchia pasticciona di qualche tempo fa. E’ ancora la nostra compagna di battaglie…”.

Rei abbassò gli occhi . Makoto la guardò tristemente.

“Manca anche a te, vero?” disse all’amica. “Ti manca Usagi…la vecchia Usa. Quella che combatteva al nostro fianco come Sailor Moon, la ragazza spensierata, allegra che arrivava sempre tardi a scuola, che si cacciava perennemente nei guai…”.

Sailor Mars sospirò. “Già. E che litigava sempre con me. Io…io…sono sicura che…in fondo lei…non è cambiata! E’ sempre la nostra Usagi! Non è vero Makoto?”.

Rei guardava l’amica con aria supplichevole, in cerca di consensi. La ragazza dai capelli castani, raccolti in una coda alta, posò una mano sulla spalla di Sailor Mars.

“Ma certamente, Rei. Sta’ tranquilla. Anch’io ho la certezza che abbia la nostalgia dei vecchi tempi, come noi…ma almeno, ora, può stare sempre vicina al suo amato Mamoru. Era ciò che desiderava più di ogni altra cosa, ricordi? Dobbiamo essere felici per lei”.

La compagna sospirò. “Io…non credo che lei sia poi così felice, Makoto”.

Sailor Jupiter si girò a guardarla. “Cosa vuoi dire?” disse.

“Non lo so. Ma sento che presto accadrà qualcosa. Lo percepisco chiaramente…è proprio come hai detto tu. Oggi stesso avverranno fatti molto importanti…che coinvolgeranno personalmente Serenity”.

Le due rimasero in piedi in mezzo alla grande via, alzando gli occhi al cielo azzurro, mentre intorno a loro la gente di Crystal Tokyo continuava ignara e frettolosa a camminare, senza sapere ciò che avrebbe turbato profondamente, molto presto, i protagonisti della nostra storia.

Sailor Venus sbirciava da dietro la porta socchiusa il corridoio principale di Crystal Palace.

“Ti prego, andiamo via!” le implorò per l’ennesima volta Sailor Mercury, troppo ‘posata’ per fare certe cose. “Non sta bene e…”.

Sailor Venus la zittì.

“Eh, daiii! Sto controllando la situazione…proprio come Re Endymion ci ha detto di fare. Stiamo solo facendo il nostro dovere! Non agitarti per niente, Ami”.

La guerriera di fianco a lei, dallo sguardo intelligente e coi capelli a caschetto, incrociò le dita imbarazzata.

“La mia immagine è rovinata per sempre, lo so…forse avrei dovuto chiedere al sovrano di mandarmi in ricognizione con Makoto. Almeno, lei…” disse a bassa voce la guerriera. Per sua sfortuna, però, la compagna la sentì.

“Cos’hai dettooo!?!” esclamò indignata Minako, fulminando Ami con uno sguardo non troppo cordiale.

“N - No! Scusami…ehm…farò come vuoi tu…” mormorò rassegnata la Sailor in azzurro, sorridendo forzatamente alla ragazza dai lunghi capelli biondi, in quel momento infuriata come non mai.

“Ah, brava. E’ così che si ragiona”. Tornò a sbirciare dalla fessura. “Uffa. Ancora niente. Ma quando arrivano?”.

Ami si avvicinò titubante, spaventata dall’idea che l’amica si potesse arrabbiare un’altra volta.

“Ma chi?” chiese.

“Ma che domande! Lo sai bene anche tu chi…”.

Ami spalancò gli occhi blu, spaesata. “Beh, io veramente…” mormorò, pensierosa. “Scusa, ma proprio non capisco”.

Sailor Venus la guardò di nuovo. “Ma tu…ahh, già. Visto che sei stata di guardia tutta la mattina all’entrata orientale del palazzo, non sai chi è ricomparso alla cerimonia per la vittoria conseguita nella guerra contro i Guerrieri Mistici… sai, io ho le mie fonti segrete, e grazie a loro ho scoperto che…”.

“Che?” Sailor Mercury era curiosa, cosa strana per una ragazza seria e studiosa come lei.

“Beh, non ci crederai! Tieniti forte…Kakyou Hime, Seiya, Yaten e Taiki Kou sono tornati da poco sulla Terra! Hanno popolato una provincia, ci hanno aiutato a combattere i Guerrieri Mistici, e ora…sono qui, proprio qui, a Crystal Palace! E io non vedo l’ora di incontrarli, soprattutto uno in particolare, e vale a dire…”.

“Taiki!” esclamò l’amica, con lo sguardo già perso nel vuoto, sognante.

“Naaah! Non Taiki, Yaten!” continuò Minako, non accorgendosi dell’espressione incantata di Ami.

“Chissà se le sono mancata…” disse allora la guerriera bionda, mentre gli occhi azzurri le si illuminavano. “Piuttosto…a proposito…anche tu, se non mi sbaglio, avevi preso una bella cotta per Taiki!”.

Sentendo quelle parole, Ami smise di fissare un punto indefinito, diventando di colpo tutta rossa.

“Ma…ma no…c - che dici?!?” balbettò.

“Ma dai! Non devi nasconderlo…se vuoi, io, Minako, alias Sailor Venus, la guerriera più bella di tutto il Sistema Solare nonché paladina dell’amore, ti svelerò i segreti del fascino femminile utili per conquistarlo! Sei contenta?”.

Ami chinò la testa, rendendosi finalmente conto che il carattere della compagna, che ormai conosceva da una vita, non sarebbe mai cambiato.

“C - che bello…uao…”mormorò, cercando di sorridere a Minako.

“Oh!” esclamò però Minako, girandosi di scatto. “Sta arrivando qualcuno!”.

Sailor Venus guardò per il corridoio, per capire da dove provenissero i passi che sentiva.

Tre figure maschili stavano camminando speditamente sopra il lungo tappeto dorato, mentre i loro lunghi mantelli si muovevano, gonfiandosi, ad ogni movimento, conferendo a ciascuna un’aria fiera e maestosa. Il primo ragazzo, sulla sinistra, era molto alto e snello, dall’aspetto serio ed elegante. Il viso era affilato, con dei lineamenti decisi. I capelli erano castani, lisci e lucidi, raccolti alla fine in una coda, gli occhi di un mistico color violetto.

Il cavaliere sulla destra, invece, era molto più basso del primo, più esile, tuttavia incredibilmente bello. Il viso ovale, ben proporzionato, dai lineamenti dolci e perfetti; gli occhi erano grandi e profondi, di un chiaro verde acqua, che venivano leggermente ombreggiati da alcuni ciuffi dei folti capelli chiari, quasi argentati, lisci e morbidi che gli ricadevano sulle spalle, per poi essere raccolti in un lungo codino.

Il terzo guerriero, invece, era di media altezza e perfettamente proporzionato anche nel corpo. Aveva uno sguardo penetrante, occhi blu e misteriosi, i capelli neri e un po’ mossi che terminavano con la solita coda, caratteristica principale del trio. Aveva in sé qualcosa di selvaggio e affascinante, ed era certamente, fra tutti e tre, il cavaliere che destava maggiore attenzione.

Il gruppo arrivò di fianco alla porta dietro la quale erano nascoste Minako e Ami.

“Ragazzi, ho l’impressione che ci siamo persi” disse Yaten con disappunto. “Questo palazzo è immenso…se ci fosse qualche anima buona in giro a cui chiedere informazioni…ma qui è completamente deserto!”.

In quel momento Minako piombò, da dietro la porta, letteralmente fra le braccia di Yaten.

“Ma ci siamo qui nooooi! Salve ragazzi! Come va?” esclamò euforica Sailor Venus, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi ai tre, mentre Ami faceva capolino, dietro di lei, imbarazzatissima.

“M - Minako? Sei…sei tu?! Oddio…un incubo che ritorna dal passato…” balbettò il poverino, allontanandosi dalla ragazza.

“Eh, sì, proprio io! E con me c’è anche…”. Sailor Venus cercò intorno a lei l’amica. “Ami?? Dove ti sei cacciata? Forza, non essere timida!”. Con uno strattone afferrò il braccio di Sailor Mercury, che si era nascosta dietro di lei.

“Ehm…Ciao a tutti…”mormorò la ragazza, abbassando gli occhi per non incontrare quelli ipnotici di Taiki.

“Io e Ami vi ringraziamo a nome di tutte le altre Sailor per averci aiutato contro i Guerrieri Mistici…eeeh, è stata dura, si si…Lo diciamo sul serio, grazie mille!” disse Minako cercando di essere il più diplomatica possibile.

“Ahhhh, a proposito…” continuò osservandoli con occhio critico. “Da quando…siete Star Knights e non più Star Lights? Queste armature…i mantelli…ma siete ancora Sailor come noi o…i vostri poteri sono scomparsi? “.

I cavalieri si guardarono un attimo, poi Seiya si voltò verso Minako sorridendo.

“Ma certo che non sono scomparsi! Che domande…ma, ecco…diciamo che…abbiamo apportato qualche modifica esterna alla nostra trasformazione…anzi, a dire la verità è stata la Principessa ad avere l’idea. Siamo molto più…comodi a combattere nelle nostre solite vesti maschili. Non c’era ragione perché dovessimo continuare a lottare come Star Lights. I nostri poteri sono esattamente uguali a quelli che avevamo prima, solo che adesso…siamo Guerrieri Sailor. E devo dire che siamo tutti e tre molto contenti di questo…cambio d’abito”.

Minako annuì più volte continuando a sorridere, soddisfatta. ”Sì, sì!! E’ stata un’ottima scelta…la condivido appieno e…” lanciò un’occhiatina in direzione di Yaten “…pensò che porterà moltissimi…buoni frutti!”.

Il ragazzo, notando lo sguardo dell’affascinante guerriera su di lui, tossì imbarazzato voltando poi la testa di fretta.

“Hmm…un’ultima cosa…quanto starete qui a Crystal Palace?” continuò poi Sailor Venus decidendo di occuparsi della conquista del povero Yaten più tardi.

Seiya ci pensò su qualche istante. “Beh…Kakyou Hime ci ha detto che intende trascorrere molto tempo qui. Penso che abbia parecchie cose di cui parlare con la regina. Credo anche che ci sia un motivo particolare per cui siamo venuti, ma purtroppo lo ignoro. La Principessa non ce ne ha voluto parlare…”.

A quelle parole, Yaten e Taiki si scambiarono un’occhiata, sorridendo, senza farsi vedere dal compagno.

“…Comunque, contiamo di restare qui per svariate settimane. Forse addirittura mesi…”.

“Beeeene!” esultò Minako, gettando un altro sguardo malizioso in direzione di Yaten. “Sarà una buona occasione per fare tante belle cose insieme…hem, cioè, volevo dire…per conoscerci ancora meglio!! Non siete d’accordo, miei cari Three Lights?”.

Taiki sorrise, mentre Yaten si nascose dietro a Seiya.

“Tienimela lontana! Quella è pericolosa! Mi ha già preso di mira!” bisbigliò preoccupato all’amico, che si mise a ridere.

“Ma dai! Sei o non sei un uomo?”.

Yaten guardò un attimo Seiya, accigliato, poi sospirò. “Beh, ti confesso che in momenti simili preferirei tornare ad essere Sailor Star Healer, in versione femminilissima!!!” mormorò disperato il cavaliere.

“Ma di che ti lamenti? Non sei contento di passare un po’ di tempo con la più affascinante tra le guerriere Sailor? Suuu… vai!”.

Detto questo, Seiya gli diede una pacca sulla schiena tanto forte da farlo arrivare a un centimetro dall’allegra Sailor Venus, che lo afferrò prontamente sottobraccio.

“Ma bene! Vedo che senza neanche il bisogno di dirtelo hai capito immediatamente che mi andava di portarti a fare un giretto nel palazzo…ma che ragazzo sveglio! Capisce subito i desideri di una ragazza e li asseconda (e io di desideri ne ho tanti…ma proprio TANTI)…ma lo sai che sei proprio il tipo di uomo che piace a me? Come andiamo d’accordo, non me lo sarei mai immaginato…siamo proprio fatti l’una per l’altro…non ne sei contento, Yatenuccio mio? Su dai, andiamo…tanto loro non hanno bisogno di noi…”.

Seiya rideva, mentre Yaten veniva trascinato da Minako per il corridoio.

“Ci vediamo!” gridò il ragazzo bruno, salutando l’amico per prenderlo in giro. Dopodiché si girò verso Taiki e Ami.

“Sapete, ora penso proprio di essere di troppo qui. E’ meglio che vi lasci…” disse Seiya andando in direzione della Sala Udienze, alla fine del lunghissimo corridoio.

“N- no Seiya, aspetta! Puoi restare con n…” si affrettò a richiamarlo Ami, rendendosi conto di dover rimanere, senza il ragazzo, da sola con Taiki.

“Ma no, lascialo andare! Sono sicuro che ha voglia di gironzolare un po’ in giro per conto suo! Piuttosto…” la interruppe Taiki, posandole una mano sulla spalla. “…che ne dici di farmi visitare questo splendido palazzo di cristallo? Sarà sicuramente una meraviglia…”.

Ami rimase un attimo a guardarlo incredula, rossa in viso, poi annuì. “Per…per me va bene” mormorò.

Il cavaliere le sorrise dolcemente, per poi voltarsi nella direzione opposta di quella presa da Seiya. “Dai, andiamo!” esclamò, incitando Sailor Mercury.

Per tutta risposta la guerriera, raggiante, gli corse subito vicino.

Seiya, intanto, poco distante, affrettava il passo. Mancavano pochi minuti alle 16.00, e non voleva di certo arrivare in ritardo all'appuntamento...

Durante quegli anni, l'amore che, da sempre, provava per Usagi, non era mutato. Non si era indebolito...anzi, forse...era diventato ancora più appassionato e profondo...

E, questa volta, voleva dirglielo chiaramente. Sì, voleva...doveva confessare alla regina cosa ancora provava...

Seiya non si era mai rassegnato realmente all'idea che l'unica ragazza che avesse mai amato stesse con un altro. Anche se Usagi e Mamoru erano legati dal passato, anche se tutto, per i due ragazzi, si dicesse fosse predestinato...anche se ora erano i sovrani della capitale del mondo, anche se erano sposati...nulla avrebbe mai potuto soffocare i sentimenti di Seiya.

Né il passato, né il presente, né...il futuro.

"Il destino...".

Socchiuse gli occhi, malinconico. "Può il destino essere davvero immutabile? Non voglio crederci...".

La luce di un caldo raggio di sole pomeridiano, proveniente da una delle vetrate del corridoio, illuminò, soffusa, il bel viso del giovane ragazzo bruno.

Quel chiarore, quasi come una consolazione, lo accompagnò, rassicurante, per il resto del tragitto, fino a che arrivò finalmente alla Sala Udienze.

Era grandissima, anzi...enorme. Circolare, aveva le pareti fatte a specchio, e proprio grazie alle particolari superfici riflettenti una marea di luce inondava la stanza. Provenienti dal soffitto in vetro trasparente, i raggi luminosi si moltiplicavano, e la loro intensità aumentava in modo smisurato non appena incontravano le stupefacenti pareti della sala.

I cristalli che la adornavano e parte della sua struttura esterna, poi, contribuivano a esaltare ancora di più quell'effetto magnifico...il salone era talmente bello e splendente da sembrare fatto di pietre preziose, e gemme purissime.

Seiya entrò coprendosi gli occhi, abbagliato. Dopo qualche secondo, però, si abituò subito a quella illuminazione elevata, e si guardò intorno. Era davvero incredibile. Ovunque voltasse la testa, vedeva sempre se stesso, riflesso decine e decine di volte da un'infinità di specchi...

Lanciò un gridolino di stupore: era senza dubbio una stanza molto curiosa.

All'improvviso, però, ricominciò a guardarsi, agitato.

Lui...avrebbe dovuto incontrarsi con qualcuno lì...

Sì, doveva, doveva essere venuta...

Ma, dopo averne esaminato ogni angolo, si rese conto che la sala inondata di luce era tanto bella quanto deserta.

La regina...non c'era.

CONTINUA...