ALL'ULTIMO RESPIRO


Spoilers: parecchi, soprattutto da Ascension, Memento mori ed altri.

Prologo

Ho permesso che succedesse. Ho permesso tutto. Questa settimana di stage di medicina legale che devo condurre a Quantico mi servirà per prendere tempo. E' successo ed io non so più come gestire la cosa, la vita mi è fuggita di mano e tutto si è rovinato. Per sempre. Non posso rimanere lì, a vedere i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani, il suo corpo. Quegli occhi, quella bocca, quelle mani, quel corpo a cui ho permesso di fare delle cose che mai avevo permesso a nessuno, che mai avevo pensato che avrei più permesso a nessuno. No, non posso. Fuggire non sarà una soluzione, mi dice dentro una voce, che mi suggerisce che io devo amare quest'uomo: devo amarlo perché lui mi stima come persona, sono la persona che stima più al mondo. Devo amarlo perché io sono la sua migliore amica, e lui una volta almeno lo era. Devo amarlo perché non troverò mai un uomo che mi ama come mi ama lui, mai più, vivesse mille anni. Mi ama senza riserve, senza problemi, per sempre. Ma il mio orgoglio ha avuto la meglio. Fuggirò e forse tutto potrà diventare come prima di allora, quando eravamo amici.... O forse non lo vedrò più e potrà essere anche questa una soluzione, anche se drastica...

Parte prima.

Quel mattino, in ufficio, giunse una telefonata dai Gunmen:
"Mulder e Scully, a Whitterbone nel Maine, sono state trovate due ragazze: sono tutte e due in stato di choc, bisogna capire cosa è successo, i genitori vogliono giustizia! Ci sono cose poco chiare, pare ci sia la testimonianza di una loro compagna di scuola che fa pensare ad un sequestro alieno..."
Poco dopo Mulder aveva il permesso di indagare e siamo partiti, insieme, come sempre.
Non potevo lasciare Mulder da solo e così l'ho seguito là. Del resto, ultimamente Skinner aveva dimostrato parecchia considerazione per il nostro lavoro, e quindi... Poi quando c'erano in gioco famiglie disperate, eravamo tutti pronti a scattare. Veramente Skinner si aspettava che venisse fuori qualcosa legato al consumo di stupefacenti. Era sempre molto sensibile al problema della droga, soprattutto quando colpiva i giovanissimi.

Arrivammo a Whitterbone a metà mattina: una cittadina allegra e ridente, con tanto verde, tante attività, culturali e non. Ma dietro alle cose più normali possono nascondersi le cose peggiori. Andammo subito all'ospedale.
Monica Whitman e Susan Anderson erano compagne di scuola, al liceo, e vicine di casa e amiche: andavano a scuola in bicicletta e una sera non erano tornate a casa: tre giorni dopo erano state trovate nella foresta, mezze nude e in stato di choc. Erano due ragazze normali, giocavano nella squadra di pallavolo del liceo, erano appassionate di cinema, amavano gli animali, con due ragazzi non ancora ufficializzati. Ed erano due morte viventi, adesso. Stese nei letti, con gli occhi aperti, terrorizzate.
La famiglia chiese a me di esaminarle:
" Sappiamo che lei è un medico e un agente dell'FBI onesta, e vogliamo che lei ci dica cosa è successo loro: le cartelle cliniche sono confuse..."
Ho evitato di far loro notare che normalmente io faccio il medico legale. Ma io sono e resto un dottore e devo occuparmi dei malati. E' mio dovere. Le ho addormentate, anche se erano immobili: Mulder era accanto a me, ma mentre toglievo loro il camice da ospedale gli ho chiesto di allontanarsi. "D'accordo, vado a parlare con la famiglia!"
L'ho visto andare nel corridoio, e fungere da sostegno ai genitori. Ha porto il fazzoletto alla madre di una ragazza che piangeva, ha stretto le spalle dei due padri... Mi sono detta, prima di procedere all'esame che forse ha sbagliato lavoro, forse doveva fare il prete. Poi ho iniziato a guardarle.
Sui capezzoli di quelle due ragazze, di tutte e due, c'era il segno come di qualcosa che avesse pompato: erano arrossati e duri. Vicino all'ombelico, proprio sopra, c'era il segno di un'iniezione e come se fosse stato impiantato qualcosa. Io ho cominciato a tremare, a ricordare qualcosa: qualcuno in camice che mi spogliava e mi metteva due ventose ai capezzoli, che pompavano pompavano finché i miei capezzoli diventavano duri... E poi mi mettevano un ago vicino all'ombelico... E il mio ventre diventava gonfio, orrendamente gonfio, terribilmente gonfio...
Ho poi esaminato i loro genitali: qualcosa le aveva penetrate: avevano le labbra gonfie, il clitoride arrossato e qualche piccola escoriazione nella vagina. Niente sperma. Mi è girata la testa: delle mani fredde che mi allargavano le gambe, mi denudavano e mi infilavano nella vagina un tubo di gomma e ferro, piccolo ma doloroso. Ho iniziato a tremare, mentre le lacrime mi correvano sulle guance: di colpo rivivevo qualcosa... Le hanno stuprate ed umiliate, come me.... Sono uscita di corsa dalla stanza, passata davanti a Mulder ed ai genitori delle ragazze, e sono entrata nel bagno. Ho iniziato a vomitare: mi hanno presa, umiliata, violata, costretta a chissà cosa: mi hanno strappato il piacere, la femminilità, la possibilità di mettere al mondo dei bambini. Mi sono sentita una merda, vomitavo e piangevo.
"Scully, tutto bene?"
La voce di Mulder, dolce e tranquilla, appena con un filo di preoccupazione, mi ha scosso.
"Sì, mi gira la testa, sai..."
Magari penserà che sono in quei giorni... Ma io quei giorni non ce li ho più da quando mi hanno rapita. Non ho più desiderio, non ho più niente: non sono mai stata un'assatanata sessuale, ma ora ho perso tutto. Nessun uomo mi deve più desiderare, nessuno. Mi sono ricomposta e sono andata dai genitori delle ragazze:
"Sono in stato di choc. Credo abbiano subito un'aggressione.... anche di tipo sessuale, posso rimanere qui per seguirle... Ho fatto un prelievo, non so se c'è di mezzo anche la droga. Sono vigili, non in coma ed in stato di choc... Vi prometto che le seguirò".
Ho letto la disperazione negli occhi di quei genitori, e in quelle due bambine avevo rivisto me...
Molto gentilmente ci hanno consigliato un simpatico motel: io ero in silenzio e disgustata, impaurita e tremante. Mulder se ne è accorto, anche se io cercavo di darmi un tono, facendo osservazioni tipo che bisognava fare indagini sull'ambiente familiare delle ragazze. Non poteva non accorgersene: lui ha sempre saputo leggere in me come in un libro aperto...
Mulder mi ha accompagnato fino alla porta della mia stanza e mi ha detto:
" Ed ora dimmi cosa c'è, ti prego: sei sconvolta, mi preoccupi."
"Preferisco non parlarne", e l'ho chiuso fuori dalla mia stanza, dove ho iniziato a scrivere il rapporto sulle due ragazze.
Oddio, la vergogna tornava in me: il dolore, lo smarrimento, l'umiliazione: a gambe aperte, con quella sonda dentro, quelle altre due sui miei seni, e un'altra che mi stuzzicava, mi faceva male e mi strappava il piacere di forza... Ho iniziato a piangere convulsamente, e ho continuato anche dopo che mi ero fatta una doccia, che mi ero infilata il pigiama, che mi ero messa a letto. Il rapimento, Duane Barry che mi trascinava, io che svenivo e poi finivo in quel posto, dove mi facevano quello. Odiavo me stessa ed il mio corpo: sono crollata in un sonno in cui ho rivissuto tutto. Ho continuato a piangere, ad agitarmi, a gridare. Il dolore e l'umiliazione di quel giorno sono tornati in me. Ho sentito Mulder che bussava alla mia porta, che mi chiedeva se fosse tutto a posto. Perché gli ho aperto? Perché volevo vederlo, parlargli. Mi sono buttata tra le sue braccia, quelle che tante volte erano state le braccia di un amico, di un confidente.
"Hai avuto un incubo, Scully?", mi ha detto, cullandomi tra le sue braccia, come un papà la sua bambina.
"Ero di nuovo stata rapita, e mi facevano....."
"Che cosa?"

"Oh, Mulder, io so cosa hanno fatto a quelle ragazze... credo che l'abbiano fatto anche a me, credo di sì...."
Non so perché gliel'ho detto. Gli ho detto dell'ago, del mio ventre, delle mie gambe spalancate, del tubo lì dentro. Del fatto che in me non c'è più vita, che mi hanno strappato il piacere, Tutto. Mi aggrappavo a lui, senza accorgermi ancora che aveva addosso solo i boxer, e che toccavo la sua pelle, i suoi muscoli, il suo corpo. L'ho sentito tremare, di rabbia, tristezza ed indignazione. L'ho sentito stringermi più forte, quasi a soffocarmi. Mi sono abbandonata tra le sue braccia, come una bambola di pezza. E lui ha avvicinato il suo volto al mio ed ha iniziato a baciarmi. Mi portava via le lacrime dagli occhi, e poi mi baciava la fronte, le guance, gli occhi, il naso... la bocca.
Mormorava parole strane, "Scully ti voglio, la mia Scully, io ti renderò la vita. Tu devi avere tutto: amore, dolcezza, piacere, tutto. Ti giuro che cancellerò dal tuo corpo cosa ti hanno fatto, lo cancellerò."
Il suo bacio è stato appassionato, incredibile: mi ha aperto le labbra e ha infilato la lingua nella mia bocca, esplorandola, leccandomi, mordicchiandomi le labbra, quasi a voler togliermi il respiro, o a voler inalare in me una vita nuova. Avevo sempre notato che Mulder aveva una bella bocca: ma ora quella bocca era capace di fare cose che io non credevo, e solo rimanendo sulla mia di bocca. Mi ha quasi risucchiato la lingua nella sua bocca. Ma non era solo la sua bocca ad essere attiva. Le sue mani mi avevano slacciato la casacca del pigiama, me l'avevano tolta, ed ora si stavano occupando dei miei seni e del mio petto. E della mia schiena. Mi accarezzavano, stringevano, titillavano, seguivano il contorno dei miei capezzoli e della mia colonna vertebrale, entravano nel mio ombelico, facendo nascere in me sensazioni incredibili. Mi toccava dove loro mi avevano fatto male: i miei capezzoli erano duri, ora, contro di lui. E le sue dita accarezzavano il mio addome, sopra ai miei inutili organi, che ora si risvegliavano al piacere. E poi mi ha tolto i pantaloni del pigiama. Sotto non avevo niente e cominciavo a sentire un umido imbarazzante. E le sue mani hanno scoperto le mie cosce, le mie natiche, e poi una sua mano è giunta dove voleva arrivare. Il suo pollice ha iniziato a stuzzicare il mio clitoride, mentre l'indice è entrato in me. E poi mi massaggiava dietro, dentro le natiche.
Mi ha fatto stendere sul letto, allargandomi le gambe: ma non era un'umiliazione come quando ero stata rapita, no, anche se poteva vedere tutto di me. Insieme all'indice, via via anche le altre sue dita sono entrate in me, dilatandomi, facendomi gridare, allargando qualcosa che era rimasto stretto, malgrado quello che mi avevano fatto. La sua mano diventava più decisa, alternando violenza a tenerezza. Mi apriva e mi chiudeva, entrava ed usciva, mentre io, ormai senza più difese, venivo sulla sua mano. Ma non aveva finito, no: era la volta della sua bocca, che ha lasciato il mio volto per il mio corpo, per scendere sempre più in basso, finché non ha aggredito quella parte di me ancora dolorante e piena di piacere. Sono rivenuta di nuovo, quasi svenendo. Mi sono ripresa in tempo per vederlo stringersi nudo a me, e far trovare al suo pene il mio corpo. Di nuovo minuti di piacere infinito: sentivo il mio cuore palpitare, mentre mi trascinava sempre più in alto, per ricadere poi venendo insieme a me. Sentivo me stessa gemere, mentre stava in me, mentre mi prendeva come nessuno aveva mai fatto prima, con una passione incredibile. La passione che lui mette in tutte le cose. Poi mi ha baciata ed abbracciata: ci siamo messi sotto le coperte mi ha stretto sé, la mia bocca vicino al suo capezzolo, le nostre gambe intrecciate, il suo pene vicino alla mia vagina e ci siamo addormentati.
Verso il risveglio una sensazione nuova mi hanno fatto aprire gli occhi. Ho visto Mulder nel mio letto, nudo, abbracciato a me. E ho capito che non era stato un sogno, ma uno sbaglio, uno sbaglio enorme che non doveva ripetersi. Mi sono alzata in fretta e furia, mi sono fatta una doccia, mi sono vestita, giusto in tempo per vederlo svegliarsi. Non avrei più potuto guardare i suoi occhi senza pensare al suo sguardo quella notte, né le sue mani pensando al loro ardire nel mio corpo, né la sua bocca pensando a cosa era stata capace di farmi. Sono stata fredda, freddissima:"Mulder, dobbiamo andare a lavorare". Lui cercava di dire qualcosa, ma non gli ho dato retta.

E' stata la giornata più imbarazzante della mia vita: evitare una persona con cui devi lavorare così vicino è un'impresa titanica. Lui non diceva niente, cercava di incontrare il mio sguardo, le mie mani, era comunque, devo ammetterlo, dolce.
Abbiamo indagato nella vita delle ragazze. Due ragazze modello, che avevano due fidanzatini, campioni di baseball, Steve Black e Karl Hanson. Carini e teneri come loro due. Un perfetto quadro, rovinato.
Ho parlato con Steve, che mi ha detto:
" E' vero che ha subito un'aggressione sessuale?"
Non potevo mentire agli occhi puliti di quel ragazzo e gliel'ho accennato:
"Una specie... non è detto che sia stato un uomo, magari hanno usato degli oggetti..."
Si è messo a piangere in silenzio, e poi mi ha detto:
" Sono contento di essere stato io il primo, dopo la gara di pallavolo. Voglio che Monica si riprenda..."
La amava veramente... forse come Mulder amava me: ma per le due ragazze c'era una vita da vivere, e forse la possibilità di dimenticare. Per me no, e non volevo dimenticare, non me lo meritavo. No, non sarebbe più successo niente di tutto quello....


Speravo che l'episodio della notte prima sarebbe rimasto un episodio isolato, tanti uomini lo fanno così e poi ti scaricano, ma mi sbagliavo. Mulder non vorrà mai rinunciare a me, è quello il problema.
Sono andata in camera sua a portargli il dischetto del rapporto che avevo fatto, l'indomani dovevamo ritornare momentaneamente a Washington.
"Scully", mi ha detto, "dobbiamo parlare tu ed io."
Si è avvicinato a me. Io gli ho detto:
" Non è il caso. "
"Come vuoi!", mi ha detto lui, prendendomi di colpo di nuovo fra le braccia e baciandomi.
Potevo ribellarmi, scalciare, fare qualcosa, ma quando le sue labbra hanno di nuovo incontrato le mie, ho perso ogni controllo. Il mio corpo, sotto, mi ha tradita, il mio corpo aspettava da tutto il giorno di nuovo le sue labbra, aspettava di nuovo lui....
Mi ha dato un bacio rude, duro, di possesso, con poca tenerezza, che mi doveva preparare a quello che sarebbe venuto dopo.
Mi ha spogliata con la foga con cui una bambina spoglia una bambola Barbie: mi ha dato poche di quelle sue carezze sublimi, e mi ha subito infilato due dita nella vagina, mentre ero ancora in piedi.
Mi ha fatto male, mi è uscito un gemito, ma poi, mentre lavorava con la sua mano, sono stata di nuovo bagnata. Poi mi ha fatta stendere, si è spogliato, mi ha aperto le gambe e mi ha penetrata. Non mi lasciava muovere: mi teneva ferma per i fianchi, possedendomi con tutto l'ardore che non credevo avesse, mentre in me dolore e piacere si mescolavano. Alla fine, collassando su di me, si è accorto che avevo anche perso del sangue.
Mi sentivo una vergine al primo rapporto, mentre lui accarezzava le macchie dentro alle cosce e sul lenzuolo, con tenerezza. Ero sfinita, avevo bruciori e volevo fare una doccia. Leggendomi nella mente mi ha presa in braccio e portata in bagno. E' entrato con me nel box della doccia, ed ha iniziato ad insaponarmi e sciacquarmi. Ora le sue mani erano gentili, ma decise: non mi lasciavano scampo, ovunque mi toccassero. Sorridendo mi ha fatta uscire dalla doccia e ho visto che prendeva in mano un asciugamano oltre all'accappatoio, facendolo diventare quasi una corda. Ma non voleva legarmi. Ha iniziato a passarmelo tra le gambe, stusciandomelo e dicendomi in un orecchio:
"E' un trucco giapponese per farti godere!" e stuzzicandomi di nuovo.
Malgrado il dolore che provavo, sono venuta. Mi ha portata fuori dal bagno e mi ha guidata sul divano, dove mi ha presa a cavalcioni. Tremavo dal dolore e dal desiderio, non riuscivo ad opporre resistenza, e lui mi ha presa di nuovo, con più tenerezza questa volta, ma con la stessa passione. Per qualche minuto sono rimasta in braccio a lui: poi lui mi ha guardata e io non sono stata capace di resistere al suo sguardo, pieno di amore, desiderio, nostalgia. Il mio corpo mi aveva di nuovo tradita. Il mio corpo dolorante ma che adorava quella bocca, quelle mani, quegli occhi, quel sesso, quel corpo. Ma per la mia mente lui aveva tradito tutto, era tutto rovinato.
Mi sono alzata, ancora malferma sulle gambe, ho raccolto la mia roba e me ne sono andata, senza guardarlo. Lui ha cercato di trattenermi per una mano, timidamente, ma io me ne sono andata. Il nostro rapporto era morto e sepolto. Ho dormito un sonno senza sogni, rimpiangendo una presenza calda accanto a me. Mulder, non puoi salvarmi, non devi salvarmi.


L'indomani mattina avevamo stabilito di ripercorrere il tragitto delle due ragazze prima che sparissero. Erano uscite dalla scuola alle 15, preso la bicicletta, attraversato il bosco per evitare la strada provinciale e il centro città e poi sarebbero dovute sbucare vicino a casa. Poi dovevamo in giornata passare dai rispettivi genitori. Non ho parlato praticamente con Mulder: ci siamo avviati in macchina verso la scuola.
Lui mi ha detto:
" Se non ti va ti sentire, non sentire, ma io ti devo parlare. Ci sono alcune cose che devo dirti. Tu... non puoi trattarmi così, ti prego, piuttosto dammi del bastardo, insultami, picchiami, denunciami... Ma non ignorarmi...Ti ho amata.... Erano anni che il mio cuore voleva che succedesse quello che è successo con te. Io ti amo come amica, come collega, come compagna, come amante. Io ho bisogno di te, del tuo corpo, della tua mente, ho bisogno di amarti, per cancellare da te ogni cattiveria e schifezza. Io... voglio essere tuo, tuo per sempre..."
Mi ha messo una mano sulla mia, togliendola dal volante. Io pratica gli ho detto:
"Stai attento alla strada."
Ma lui ha ignorato cosa gli avevo detto ed ha continuato:
"Amo il tuo carattere, la tua forza, il tuo corpo, il tuo volto... Io non faccio così con tutte le donne che incontro. Fare l'amore con te è stato qualcosa di speciale e di splendido, non pensare che io ti abbia usata come un buco per soddisfarmi e basta. Io non sono uno stallone che pensa solo a scoparti e basta. Tu... per me sei la mia vita! Ed ora che sono stato con te non posso più farne a meno: ho bisogno di te!"
Fottuto il mio orgoglio che mi ha bloccata da buttargli le braccia al collo, baciarlo, dichiarargli il mio amore. Ma miss perfettina Scully deve essere sempre superiore, non può ammettere di amare appassionatamente il suo collega di una vita, né che lui è un amante eccezionale, né che basta che la tocchi per ribagnarsi e desiderare di averlo dentro di sé. Freddamente ho ribattuto:
"Non possiamo dimenticare tutto?"
"Questo mai", ha risposto lui, sarebbe troppo crudele, "come puoi chiedermi di dimenticare! Vuoi che torni tutto come prima, vero? Con te ed io che alla sera torniamo ognuno a casa propria come due compagni di scuola, che stiamo vicini ignorando quello che è successo. No, Scully: il nostro rapporto non si è rovinato: condividiamo una nuova cosa, e dobbiamo coltivarla.... E' una cosa bella, e nostra... che può aiutarci, e molto... Ne dobbiamo parlare.... Ci sono tante cose che dobbiamo discutere... Io voglio darti il massimo di me!"
Io sono rimasta zitta e mi è sembrato di sfuggita di vedere delle lacrime nei suoi occhi, delle lacrime di disperazione. Per fortuna siamo arrivati alla scuola.

Forse sono un pazzo o anche solo un idiota: ma non accetto di aver rovinato il rapporto più bello di tutta la mia vita perché ho fatto per due volte una cosa che non sento come cattiva, anzi che ritengo che sia semplicemente meravigliosa. Non voglio perdere Scully, e forse non avrei dovuto fare quello che ho fatto. Ma quando penso al suo corpo, al piacere che ho provato e che ho dato, mi sento soddisfatto. Soddisfatto di aver probabilmente distrutto sei anni di amicizia? Ma io la desideravo da una vita, da sempre, da quando mi vidi davanti quella che tutti chiamavano la Vergine di Ghiaccio. Non so cosa provai in quel momento, ma non fu irritazione: fu amore, desiderio, simpatia, tenerezza....
E quando me l'hanno fatta rapire da quel povero bastardo di Barry, quando mi è andata vicino a morire di cancro, quando l'ho strappata dalla morte al Polo Nord... Io la amavo, e la amo, e la desidero. La desidero da quando per la prima volta mi fece vedere quelle punture vicino alle natiche: per lei era naturale ed io sono venuto nei boxer come un bambino mentre le toccavo quella pelle, quella pelle stupenda. Per anni sono stato in silenzio, ho sopportato tutto quello che le hanno fatto, la sentivo piangere nel sonno e non andavo a soccorrerla. Poi l'ho vista sconvolta, ed ho capito che c'era qualcosa, legato a quelle ragazze, che aveva risvegliato in lei ricordi terribili. Ho cercato di fare in modo che lei si confidasse con me, ma niente da fare. E quando l'altra notte ho sentito che era disperata, sono corso da lei. E me la sono trovata tra le braccia. E mi ha raccontato tutto. Pregavo che l'avessero addormentata, invece no, l'hanno tenuta sveglia mentre la straziavano, la umiliavano. E ho provato il desiderio di cancellare dal suo corpo il male che le hanno fatto, in maniera totale, con il mio amore. L'ho posseduta con dolcezza e passione, facendole tutte le cose che volevo farle da anni, trascinandola con la mia foga e la mia fantasia. E' stato meraviglioso. Voglio salvarla, ridarle tutto o quasi, la voglia di essere desiderata, il desiderio, il piacere, l'amore...
Ma il giorno dopo, lei mi ha ferito con il suo comportamento. E questo, insieme alla rabbia per quello che le avevano fatto, mi ha portato ad esplodere la sera dopo, quando ho usato quasi la forza per averla, anche se dopo mi sono pentito. Se mi avesse resistito l'avrei lasciata andare. Ma quando dopo mi ha lasciato senza guardarmi, sono rimasto disperato. Non so se ho rovinato tutto, non posso saperlo, ma darei l'anima per poterla possedere di nuovo, anche solo il suo corpo, anche se da solo non mi basta: quel corpo da cui voglio cancellare tutto il male di cui è stata fatta oggetto, per sempre. E' terribilmente eccitante: quegli occhi che si spalancano e mentre legge i miei rapporti e mentre è all'apice dell'orgasmo, quella bocca, da cui sono usciti tanti consigli e da cui escono tanti gemiti teneri e commoventi, e che adoro baciare, tutto...
E poi... è una vera rossa, adoro i suoi capelli ma anche quei riccioli che ha in un posto che adoro e che non oso pensare come le è stato straziato... E... è ancora stretta, terribilmente stretta e piccola, ma diventa umida da impazzire, in poco tempo ed è un piacere per me stimolarla e penetrarla in tutti i modi possibili. Se lei poi aprisse il suo cuore con me.. non voglio che tutto torni come prima, quando ancora mi immaginavo il suo corpo di notte, eccitandomi da solo. Ci aspetta una giornata di indagine, e poi torneremo nel tardo pomeriggio a Washington. Ho trovato sul cellulare un messaggio di Skinner. Sto impazzendo dal desiderio, già fin dal mattino, Scully voglio riaverti tra le mie braccia, stanotte e tutte le prossime notti...
La prima persona che interroghiamo è la bidella, la signora Kathy Smith.
" Le ragazze sono uscite insieme agli altri studenti, quel pomeriggio", ci dice, "io noto i ragazzi finché non arrivano in fondo al viale, poi non posso seguirli fino a casa!" Ci guarda con curiosità: vuole sapere tutto, questa è una cittadina, le voci voleranno. Scully sta zitta e si guarda attorno. Chiede ed ottiene il permesso di aprire gli armadietti delle ragazze.
L'armadietto di Monica contiene una foto di Steve, il suo ragazzino, un poster di Leo di Caprio e Kate Winslet in Titanic con sotto attaccato il biglietto del cinema del giorno in cui l'ha visto, una foto della squadra di pallavolo, un vocabolario di latino (l'ha scelto come materia opzionale!) un cagnolino di peluche e il romanzo "La casa degli spiriti" di Isabel Allende. L'armadietto di Susan invece contiene una foto di Karl, l'altro ragazzo, un poster de "La maschera di ferro" sempre con Di Caprio, di nuovo la stessa foto della squadra di pallavolo, due gatti di peluche e "Il signore degli anelli" di Tolkien.
Scully prende in mano e guarda con affetto quelle cose e poi le ripone con cura: precisa, ordinata, ma nello stesso tempo tenera e dolce, anche se nasconde tutto sotto la sua scorza. Ma io Scully ho visto la tua dolcezza, l'ho assaporata con il mio corpo, ma la vedevo già prima di averti come donna... Vedo che ha negli occhi un luccicore di commozione, sto zitto e mi guardo intorno. Vorrei stringerla a me, baciarla come un ragazzino innamorato della sua compagna di classe, come Steve e Karl hanno fatto con Monica e Susan... Ma non posso, non posso proprio.
"Come stanno Monica e Susan?", è una voce di ragazza a chiedercelo. La guardiamo insieme: piccolina, dall'aspetto fragile, non carina come le sue due compagne.
"Insomma... sono piuttosto gravi", dice Scully. Non ha il coraggio di dire a quella ragazza che Monica e Susan sono in coma, dopo aver subito chissà quali sevizie. La ragazza ha paura, ce ne accorgiamo entrambi.
"Come ti chiami?", chiedo io.
"Daisy, Daisy Morrison. Oddio è orribile!" Sta per mettersi a piangere. Le metto una mano sulla spalla e le dico:
"Senti, io sono l'agente Mulder, e lei è l'agente Scully. Ti va di parlare con noi?"
"Sì."
Andiamo nel parco della scuola: Daisy inizia con il dirci:
"Voi mi credete se vi racconto una cosa? Non direte che è per colpa del fatto che guardo troppi cartoni animati..."
"Cosa?"
Capisco che questa ragazza nasconde qualcosa, qualcosa di grosso.
"Quel giorno abbiamo fatto un pezzo di strada insieme... Io abito prima di loro, svoltando a destra... Eravamo nella foresta, quando c'è stata... la luce. Ed ho visto... degli strani esseri, che le afferravano... Volevano prendere anche me, ma io sono scappata, di corsa...."
La guardo con aria perplessa: è una ragazza fantasiosa, senza dubbio. Ma nelle sue parole c'è qualcosa di vero, lo sento. Scully è dubbiosa, ma sembra interessata a quello che la ragazza ha detto:
"Ci puoi portare dove è successo quello?"
Mi hai preceduto, Scully. Davvero. Daisy annuisce e ci accompagna. Mentre andiamo in là Daisy ci racconta di adorare i cartoni animati giapponesi, di sognare di visitare il Paese del Sol levante, di disegnare fumetti... Mi piacerebbe andarla a trovare a casa sua....
Arriviamo in una radura della foresta: ci sono rami strappati e Scully richiama la mia attenzione su una cosa: c'è un formicaio, o meglio c'era: è completamente congelato. E anche una parte del sottobosco. Ma per contro ci sono delle foglie bruciate: grande caldo e grande freddo.
"Daisy, ascoltami, dico io, ti lasciamo i nostri indirizzi mail e i nostri telefoni: teniamoci in contatto, e stai molto attenta."
Ho paura che la possano prendere. Le sue due amiche erano carine, e chissà per cosa sono servite? E lei, con questa fantasia, con il fatto che in sei mesi ha imparato una lingua come il giapponese, con il fatto che disegna benissimo può fare gola per degli esperimenti sul cervello. E poi ha due seni, una vagina e un utero anche lei. E questo che mi fa impazzire, quello che hanno fatto a Scully, a Dana. Quello che io devo cancellare dal suo corpo, a qualsiasi costo. Ho in mente un paio di giochi, da fare con lei... Anzi, più di un paio: massaggi, esplorazioni alternative, tante altre cose. Ma non è per passione cieca, o libidine. E' tutto per un atto d'amore.
Dobbiamo tornare a casa, a Washington: ma il caso non è chiuso. Come non è chiusa l'altra faccenda, la nostra.

Siamo in macchina, all'entrata di Washington ed io dico, noncurante, a Mulder:
" Stasera vado a mangiare da mia madre, poi mi fermo lì."
Lui resta silenzioso e poi dice:
" OK. Tanto poi ci vediamo!"
In fondo, il mio corpo lo desidera. Lo lascio senza neanche una stretta di mano: sembra protendersi verso di me per baciarmi, ma io evito. E' tutto stato uno sbaglio, uno sbaglio enorme. Io ho un lavoro, una carriera, e le ferite che ho dentro appartengono solo a me: come si permette, lui, di invadere la mia vita, il mio corpo, la mia libertà? E poi non ha meriti: mi hanno fatta venire di forza anche quando ero prigioniera, se è vero quello che ricordo... Già, ma perché le sue braccia mi mancano, le sue labbra mi mancano, le sue mani mi mancano, le sue dita, il suo sesso... Due volte, e mi è entrato nel sangue come una droga. Meglio dimenticare.
Da mia madre va tutto discretamente: nota che le sembro in forma:
"Hai una bella pelle, Dana, cosa hai fatto?"
Ricordo le vecchie dicerie sul fare sesso: che si vede negli occhi, nella pelle... Non può accorgesene. Arrivo a casa mia alle ventitré e trenta. Lui non c'è: sono delusa, ma in fondo, meglio così.
Ma lui non mi ha dimenticata: il tempo di entrare in casa, mettermi in vestaglia e preparare il bagno che lui bussa:
" Sono io Dana. Scully, posso entrare?"
Ha le mie chiavi, come io ho le sue. Ma sono io ad aprirgli. Mi stringe tra le braccia e mi bacia sulla fronte.
"Tua madre sta bene?"
Ha sempre invidiato il rapporto che io ho con mia madre. Lui non ha mai avuto un rapporto con la sua.
"Stavo per farmi un bagno", dico io.
Vedo un luccicchìo nei suoi occhi: "Sei a casa tua, fai come vuoi."
Si piazza in bagno, seduto sullo sgabello. L'acqua è bella calda, ho bisogno di un bagno e lui è lì:
"Ti vergogni di me, per caso?"
Per sei anni abbiamo lavorato insieme, l'ho visto nudo e moribondo, e lui ha visto me così. Ma questa è una situazione anomala. Gli giro le spalle, conscia del suo sguardo sul mio corpo. Mi spoglio e poi devo girarmi verso di lui per entrare in acqua: mi guarda con tenerezza, con delicatezza. Entro dentro e mi avvolgo nell'acqua.
Lui è vicino a me, prende la spugna ed inizia a bagnarmi: "Sei sfinita, lascia che ti aiuti io!"
Mi insapona la schiena, il collo, le braccia; poi arriva ai miei seni, strusciando e stimolando i capezzoli. Gli piace il mio corpo: sono bassa, a tratti mascolina, sono stata menomata, ma lui stravede per il mio corpo.
"Non stringere più tanto il reggiseno", osserva, accarezzandomi la curva dei seni, con delicatezza. "Ti voglio chiedere una cosa... ieri notte sono stato... un po' brutale: hai male?"
Come osa? Non ho mai parlato con un uomo dei miei affari intimi, neanche con Tom o Jeffrey. Resto zitta, mentre lui mi insapona il ventre e l'addome, con delicatezza.
"Ti spiace se do un'occhiata?", chiede poi. E' inguaribile, ma cosa è? Dovrei dire di no: ma lascio che mi metta in piedi nella vasca, mi scosti le gambe, apra le grandi labbra e mi guardi dentro. Ho il volto in fiamme, ma il suo respiro ed il suo tocco, leggero e delicato, mi fa impazzire. Ho avuto qualche bruciore per tutto il giorno.
"Sei arrossata", mi dice. Credo di stare per morire dall'imbarazzo, quando lui insapona poi la mano e pulisce, con dolcezza infinita.
Mi risiedo nella vasca, e lui dice: "Ti spiace se vengo anch'io con te?"
Per lui è un modo per dire: adesso vengo in acqua con te. Si allontana di me ed inizia a spogliarsi: lui vuole che io lo veda:
"Scully", dice con tranquillità, mentre la sua maglietta, i suoi jeans ed i suoi boxer finiscono vicino ai miei vestiti, "il nostro corpo è una cosa meravigliosa. Tu che sei un dottore lo sai meglio di me... Mettiamola così: tu mi hai salvato troppe volte, e quello che faccio ora con te è per pagare il mio debito."
Io lo guardo: mi ricordo alle superiori, una lezione di storia dell'arte, quelle statue di perfetti dei greci: lui è come uno di quei dei. Ha un corpo perfetto e dolce: ho lavorato con lui senza mai vedere in lui questo aspetto. Quel corpo: di colpo desidero coprirlo di baci io... Entra nella vasca con me ed io mi avvento sulle sue labbra e le bacio. Lui è sorpreso ma gradisce ed io copro di baci il suo volto, i suoi capelli, il suo collo, i suoi bicipiti, fino ad arrivare ai suoi capezzoli. Gli lecco i peli, soffio sul pezzo di carne dolce che c'è sotto, mi attacco ed inizio a succhiare. Il suo cuore palpita nella mia bocca, le sue mani accarezzano i miei capelli e scendono fino ad arrivare ad afferrare le mie natiche. Sento che geme lui, adesso: "Dana... Scully: non qui, sul tuo letto. Non voglio venire nella vasca."
Arriviamo sul letto convulsi, insieme, ci mettiamo uno di fronte all'altra sul fianco: e lì cominciano i baci, reciproci, le carezze, i giochi sempre più forti: lo scopro in me ad un tratto, con delicatezza ma decisione, e vengo insieme a lui, piangendo con lui. Sono sfinita: ci sono ricascata: per le prime due volte potevo dire che mi aveva costretta, ma questa volta io sono stata più che consenziente. Nascondo il volto nel cuscino e piango silenziosamente. Non devo più succedere. Lui mi tocca i capelli e poi rimane vicino a me, calmo. Poco dopo crollo nel sonno.

Questa storia mi è entrata nel sangue. Per me non è mai stato facile con nessuna donna, a dire il vero, ma per motivi diversi.
Al liceo, dopo un'infanzia e un'adolescenza solitarie dopo la scomparsa di Samantha, mi sono preso una cotta per Kathryn, una ragazza che come interessi mi ricorda un po' Daisy. Era molto fantasiosa, e scriveva racconti fantasy anche con forti componenti erotiche.
Ci sono andato insieme, ed ho scoperto che era vergine, come me, e devo averle fatto piuttosto male. Da allora, ho preso come regola di mettere la soddisfazione della mia donna al centro della mia vita: ho letto libri semi clandestini sul piacere femminile, ho cercato di imparare di più come sono fatte loro, per capirle meglio al cento per cento... Ricordo quel cretino di Bill, mio compagno di scuola, che mi prese in giro una volta che mi beccò con un manuale di ginecologia: meglio saperle certe cose... Kathryn poi andò a studiare lontano da me, ma mi ricordo che alla fine era soddisfatta e felice per la nostra storia....
Di colpo, dopo di lei, le ragazze presero a venirmi dietro, non so perché, non lo riesco a capire, non mi trovo così irresistibile... Sono andato a studiare a Londra, e lì ho conosciuto Phoebe, insaziabile e bellissima, pronta a tradirmi per chiunque, ma con la quale ho fatto un'ottima pratica, senz'altro....
Poi, appena entrato nell'FBI ho conosciuto Diana, altra regina del ghiaccio, all'epoca, la mia prima regina del ghiaccio che ho fatto sciogliere... Ricordo certe cose che voglio fare con Scully, ora....
E poi è arrivata Scully. Lei è una sfida vivente, l'esperienza più eccitante della mia vita. Ma perché non ti lasci andare? Ci metterò tutta la vita, ma ci riuscirò a conquistare tutto di te. Ed allora saremo veramente una cosa sola. La accarezzo e mi addormento. C'è ancora molto da fare per l'agente Mulder e l'agente Scully.

Parte seconda.

Mi sveglio e mi preparo in fretta il mattino dopo, cercando di non incrociare il volto di Mulder, non dopo il mio comportamento vergognoso e svergognato di ieri sera.
Skinner ci vuole parlare e con urgenza. Per fortuna. Andiamo in ufficio in macchine separate.
Skinner è accigliato, ma non per il motivo che pensiamo:
"I genitori di quelle due ragazze ritrovate mezze morte stanno veramente insistendo perché l'FBI si occupi del caso. Avete il mio permesso di seguirlo."
Sì, è vero. Meglio così, voglio scoprire cosa hanno fatto di preciso a loro.
"Ma prima di andare là", continua Skinner, "desidero che mi prepariate un rapporto su come si presenta il caso. Poi potete andare."
In ufficio io inizio a scrivere il mio rapporto: le mie dita tremano sulla tastiera mentre scrivo che tipo di lesioni ho riscontrato sulle ragazze. Le stesse lesioni che avevo anch'io, solo che con me sono stati così ipocriti da cancellarle. Scrivo una mail al dottore che mi aveva curata durante il coma, vorrei una copia della mia cartella clinica, per fare dei paragoni. Sono sconvolta, e purtroppo Mulder se ne è accorto.
Mulder si alza e si avvicina a me:
"Dana... Scully... Dovrò abituarmi a chiamarti per nome. Penso che ci siano delle cose su di me che sia giusto che tu sappia. Ho avuto altre quattro amanti, prima di te: la prima era una mia compagna di scuola, poi ho avuto due colleghe e per ultima una ragazza che avevo conosciuto durante un caso... Non sono mai andato con delle prostitute, sono sano, non ho malattie sessualmente trasmissibili. L'unico mio vizio è guardare film porno, ma ora.. sento che ne guarderò meno..."


Io resto in silenzio. Tanto non ti chiederò mai di usare il preservativo. Sono inutile e sterile, come donna. Mi alzo per andare ad accendere la stampante e poi torno verso il tavolo. Di colpo lui mi abbraccia da dietro, baciandomi sulla nuca, e mi guida verso il tavolo. In pochi istanti sono riversa in avanti, con le mani sulla scrivania, con la gonna tirata su oltre la vita, e le sue mani che mi tolgono collant e mutandine. In pieno giorno non l'ho mai fatto, non può farlo, non può... Infila il suo volto tra le mie cosce ed inizia a baciare e a leccare tutti i miei genitali, andando anche verso il dietro. Anche una sua mano è lì, che stimola, penetra, massaggia... Come si permette? Io tremo mentre le ondate del piacere mi travolgono. Inizio a gemere e sento un suo respiro soddisfatto, mentre continua a leccare, a infilarmi la lingua e le dita, a baciare, a succhiare il mio clitoride... Vengo con forza, sul suo volto. Soddisfatto, lo vedo da sopra la mia spalla slacciarsi i pantaloni, tirarlo fuori ed infilarlo dentro di me. Non aspetto un secondo orgasmo che arriva subito dopo il primo. Crollo sul tavolo, con lui sopra di me, ora tenero. Mi rialzo di fretta, cerco le salviette umidificate e mi ripulisco alla belle e meglio. Sto ansimando. E' pazzesco cosa riesco ad avere tra le sue braccia: non ho mai provato questo. Torno al mio rapporto, e lo guardo un attimo con irritazione che svanisce vedendo che lui mi guarda con amore. Sussurra: "Per te questo e altro". Sento che la giornata è ancora molto lunga, e che io non sono al sicuro dalla sua passione in nessun posto al mondo.

Come ho fatto a vivere tanto tempo senza Scully? Me lo sto chiedendo stasera, mentre sto andando da lei. Prima passerò al fast food cinese, voglio comprare qualche bel piattino da mangiare con lei... Oggi è stata una giornata campale: abbiamo il permesso di Skinner per indagare sul caso delle ragazze; ed ho avuto Scully per due volte, in ufficio.
L'ho fatto in ufficio, ho realizzato due delle fantasie più folli che avevo. Stamattina l'ho presa sulla scrivania, come sognavo da tempo, prima usando la lingua per ripulirla tutta... Eccitante. Ed oggi pomeriggio... La vedevo triste e turbata. Ha reagito molto male a questo caso, ma credo che sia sconvolta anche per quello che ci sta succedendo. Ho voluto ribadire il concetto che le sono vicino. Lei non mi parla, e questo mi fa soffrire. Il suo corpo è meraviglioso da possedere, ma io della mia Dana Scully voglio tutto.
Ho approfittato del fatto che si era alzata per saltarle addosso, afferrarle i polsi con una mano, trascinarla contro il muro. Ero leggermente arrabbiato, ma la rabbia è sparita quando ho iniziato a baciarla... Le ho aperto la camicetta e tolto il reggiseno: il mio primo trofeo di Scully. Poi ho infilato una mano sotto la gonna, e le ho sfilato le mutandine: altro trofeo. E poi ho iniziato a riusare la mano. Le ho sciolto le mani e lei si è aggrappata a me, mentre la sollevavo da terra, le facevo piegare le gambe intorno alla mia vita, e poi alla fine la penetravo in piedi, stimolandola come non mai. Meraviglioso... Piacere e desiderio puro, sento che il mio corpo è completo quando è dentro al suo. La voglio avere in tutti i modi possibili. Ora vado da lei, e starò con lei. Domani mattina ripartiamo, ed io non ti lascerò mai, nel bene e nel male ti sarò accanto, adorandoti con tutto me stesso.... Voglio telefonarti, per mettermi d'accordo con te su cosa comprare... Che bello essere tuo, essere il tuo uomo...

Arrivo a casa, sono sconvolta.
La vita mi sta sfuggendo di mano, oggi per due volte ho avuto il mio partner di sei anni come amante. Sono esperta in psicologia comportamentale, e non mi ero accorta che lui mi amava alla follia. Come ho potuto essere così poco attenta? Innamorato pazzamente di me, al punto di non vedere nessun altra, di idealizzarmi fino in fondo, di fare... quello con me in quella maniera come pochi uomini credo sappiano fare.
Volevo chiedergli dove ha imparato a fare così bene l'amore a una donna, ma non sono così spregiudicata, non mi trasformerai Fox Mulder in quello che non voglio essere.... Sono a terra, psicologicamente... Non so più come fare, ho un orgoglio da difendere. Arrivo a casa, strano, mi sembrava di avere dato i tre giri alla porta, ce ne è solo uno.
Ho voglia di bere una birra, una birra fredda. Me la verso e la butto giù... Mi ha scopata sul tavolo, e poi contro il muro, in piedi... E poi nella mia vasca, nel mio letto, al motel, su una poltrona... Come ti sei permesso, brutto porco? Cosa sono io, un buco per il tuo fottuto cazzo?
Mi rovescio altra birra, e il risentimento per Mulder cresce: per cosa mi hai preso? Ribevo altra birra, e ce l'ho con lui ogni momento di più. Con il mio corpo hai chiuso, Fox Mulder.
Suona il telefono, vado, è lui.
"Dana, cosa vuoi che ti porti? Sono fuori al cinese..."
La mia rabbia scoppia di colpo: "Ficcati nel culo il pranzo, bastardo, non ti voglio, non venire o ti ammazzo!"
Butto giù il telefono mentre un fiotto di lacrime mi riempie gli occhi. Casco per terra, continuando a bere la birra, mentre in me sale la nausea: come hai potuto, come hai potuto e come hai osato? Hai tradito il nostro rapporto, l'hai tradito...
Sento la porta aprirsi, me lo trovo davanti: "Scully, oddio, cosa ti è successo?"
Cerca di trattenermi per le braccia e io gli do uno spintone e lo butto per terra. Sono furiosa, devo punire lui... ma è il mio corpo il colpevole di tutto. Afferro un coltello per tagliarmi le vene, lui me lo fa cadere, io gli tiro un calcio che fallisce dove volevo mandarlo, ma gli fa male. Gli do altri colpi, e lui non cerca di difendersi, mi guarda in un modo che mi esaspera....
Gli urlo: "Sei un porco sadico, non sei meglio di chi mi ha rapito, sei un bastardo..."
Il suo volto è stravolto. Scappo verso il bagno, inizio a vomitare.... Sto male, sto svenendo, lo sento mentre mi sorregge e mi sembra di vedere arrivare i suoi amici Pistoleri solitari...

"Era imbottita di acido lisergico. Doveva essere in qualcosa che ha mangiato o bevuto."
La voce della dottoressa mi fa alzare la testa e sospirare.
Byers mi sussurra: "La droga era nella birra."
La dottoressa scuote la testa e dice:
"Roba da avere un collasso. Se era sola in casa la trovava morta domani mattina."
Stravolto, mi alzo in piedi. Cosa le devono ancora fare? Ho un livido sulla coscia e altre sbucciature per la nostra colluttazione: era sotto l'effetto della droga, ma quelle parole che mi ha detto mi hanno ferito. Chi ha osato farti questo, Scully?
I Guerrieri solitari sono vicini a me: la dottoressa dice:
"Non sciolgo la prognosi, ma sta meglio. Posso stare con lei?", chiedo io.
"Certamente." Sono a terra, disperato. Non possono fermarci. Poteva morire. Quelle urla.. era stravolta. Cosa devi ancora soffrire, Scully?
Poco dopo arriva sua madre: è molto buona e materna con me, così dolce...
"E' terribile averla vista in quelle condizioni", dico io.
"So cosa la droga può fare ad una persona."
Io mi sento un verme, sto per piangere.
"Coraggio", dice lei. Ed a capo chino io le racconto tutto: che amo la sua figliola da quando l'ho vista per la prima volta, che l'ho desiderata per anni e come sono entrato nel suo letto e l'ho deflorata. Le risparmio cosa so su cosa hanno fatto a Scully. Lei mi stringe una mano e dice:
"Sai cosa ho pensato la prima volta che ti ho visto? Che eri l'uomo giusto per mia figlia. Ha avuto due fidanzati, brave persone, ma fredde, non adatte a lei. Tu sei così appassionato ma rigoroso, tenero ma deciso... sai, avrei voluto essere un po' più giovane io!"
Si ferma un attimo e poi continua:
"Non sono così vecchia da non ricordarmi cosa c'è tra un uomo e una donna. Mi piace l'idea di tu con Dana, secondo me sai essere l'uomo giusto per lei!"
Peccato che la mia Scully sia diventata fuggente da allora. E non posso rinunciare a lei: io la amo!

Poco dopo arriva anche Skinner:
"Ho saputo tutto, è terribile!"
Io sono disperato, e lui lo vede: quelle parole che lei mi ha detto mi sono entrate dentro. Mormoro qualcosa sul comportamento di Scully a Skinner mi dice:
"I miei vicini di casa hanno un figlio... un ragazzo splendido, ma che quando è sotto l'effetto della droga diventa un mostro..."
So che è così, ma io mi sento un verme: e confesso anche al mio vicedirettore cosa è successo tra me e Scully, anche nella sacralità dell'Edgar Hoover Building.
Skinner la prende bene:
"Beh, sa cosa dicevano? Cosa fanno l'agente Mulder e l'agente Scully? Gli XXX Files! Ora è tutto vero! Devo dire che sono contento per voi.."
La mia angoscia non mi lascia tregua... anche se Skinner dice che due agenti in gamba ed affiatati come noi saranno senz'altro una bellissima coppia. Tutti ci vedono come una coppia, io amo Scully, ma lei... Io cerco di dire a Skinner dei problemi e lui mi risponde:
"Pazienza agente Mulder... Lei ha tutte le doti buone per essere un buon compagno..."
Chiedo ed ottengo di rimanere accanto a lei quella notte, su una sedia, la sua mano stretta tra le mie. Pagheranno anche questo, amore mio.

Mi sveglio, piano piano.. Ricordo poco, solo come un'esplosione nel cervello. Sono in ospedale, riconosco subito il posto. E sono in un letto. E la mia mano è tra quelle di Fox Mulder, profondamente addormentato. Fox Mulder. Ricordo io che grido contro di lui, impazzita, mentre lui mi guarda stravolto. Poi ricordo tante cose di noi: i nostri casi, i nostri battibecchi... il passato. Ora è un Fox Mulder oscuro quello che ho conosciuto, dominato dal desiderio e dall'amore.
Apre gli occhi e sussurra:
"Scully!" e si china su di me, toccandomi la fronte, per sentire se ho la febbre. Poi mi mette una mano sul collo, dove c'è la pulsazione.
Un perfetto medico. Si alza vacillante e mi porge la medicina, sorreggendomi perché beva l'acqua.
E' sempre stato premuroso, con me, fin dall'inizio. Chissà da quanto mi voleva, voleva questo mio corpo inutile e poco bello...
Si apre la porta ed entra mia madre che mi sorride e sorride con complicità a Mulder:
"Vatti a riposare..."
Mi viene in mente il nostro caso, quello delle due ragazze:
"Partirai?"
"Quando ti sarai ripresa: sei in prognosi fino a domani sera, nel frattempo raccoglierò un po' di informazioni anche via Internet con i Gunmen. Vado via un po' ma torno presto signora, non si preoccupi!"
Si è rivolto a mia madre che lo guarda con affetto. Poi dopo che è uscito mi dice:
"Ti hanno drogata Dana, c'era dell'acido lisergico nella tua birra.. Hai perso la testa, hai aggredito Fox ed hai tentato il suicidio..."
Mi vedo come un'altra nel mio pensiero mentre gli urlo il mio odio contro.. Sono dispiaciuta ma confusa, quello che mi ha fatto mi brucia...
Mia madre mi dice, con tono noncurante:
"Ti devo dare un consiglio.. hai trovato un uomo splendido... non perderlo... Fox ti ama ed è perfetto sotto ogni punto di vista.. "
Io annuisco: non voglio nessuno, sono troppo orgogliosa, non accetto la sua presenza vicino a me come amante. Ma nello stesso tempo è stato il mio migliore amico per anni, vorrei che lo fosse tuttora, vorrei che non mi avesse mostrato questo suo volto...
Quella notte la passo in ospedale, con lui vicino. Il mio letto è ampio e lui si siede sopra, vestito. Fossimo ancora gli amici ed i colleghi di una volta non ci sarebbero problemi. Ma io non posso non capire che lui mi vuole, e che sta facendo uno sforzo per controllarsi. Si stende sulle coperte, dopo essersi tolto le scarpe e mi abbraccia da dietro, attraverso le lenzuola.
Lo sento vestito contro il mio sedere, e sento che il suo corpo mi vorrebbe.
"Tutto a posto, stanotte ti lascio in pace...", mi sussurra strusciandosi contro di me, castamente. Capisco che per lui è un tormento, che sopporta per me. E capisco che il suo volto di amante appassionato è solo rimandato: presto, molto presto, il mio corpo mi tradirà di nuovo, per accoglierlo in sé.

Sono tornato a casa di Scully, domani si parte. I medici le hanno dato un po' di medicine e di consigli, ed ora è in macchina con sua madre. Le sue gote sono di nuovo rosate, quelle gote che adoro coprire di baci. Dal mio canto ho un bel livido vicino all'inguine e stanotte sono tornato a fare l'adolescente, ma poco importa... Per me è diventata una cura da fare a Scully, per scacciare dal suo corpo tutto il male che le hanno fatto, per ripulirla.. Non è solo sesso. Ora direi che sta bene, la vedo preparare la valigia.
"Ti senti di venire con me?"
"Sì, certo Mulder". Vuole scoprire il perché di cosa le hanno fatto. Istintivamente la abbraccio ed inizio a baciarle i capelli e lei chiude gli occhi e si abbandona. Questo atteggiamento mi ferisce ancora di più di ogni rifiuto, vuol dire che si dona a me per dovere, ma non per piacere o per amore. Ma non importa. Io la voglio.
La spoglio e faccio stendere sul letto. Lei ha sempre gli occhi chiusi, quasi a non volermi vedere. Le allargo le gambe e inizio.

Mi dono a Mulder per una sorta di riconoscenza. Non deve aspettarsi da me altro, non gli darò la soddisfazione di contorcermi dal piacere come altre volte. Faccia quello che deve e poi basta, si prenda il suo piacere e basta.
Ma quando mi allarga le gambe al massimo sento che mi sto già bagnando. Il suo respiro fa ardere la mia pelle tra le pieghe. Con una mano mi divarica le labbra, fino al limite, con l'altra inizia con il pollice sul clitoride e le altre dita dentro e fuori. Cerco di stare ferma, cerco di tenere la bocca chiusa, ma lui si accorge che mi sto bagnando. E mette la bocca. Che non mi dà pace finché non mi contorco, finché non mi bagno, finché non vengo, spalancando gli occhi e tirandomi su, tra le sue braccia.
Vergognandomi, lascio allora che sia lui a penetrarmi. Lo sento enorme dentro di me, sento un bruciore crescere e scoppiare, mentre la punta del suo pene spinge sopra la mia cervice fino ad esplodere. Sento che scendono lacrime, lacrime di umiliazione e dolore. Mulder mi culla ancora un bel po', il bruciore non scende, ci manca solo una cistite,dico a me stessa…

In aereo, mi siedo vicino a Scully. Ieri sera ho capito che lei ce l'ha con me, e che è in mio potere. Controllo io i suoi orgasmi. Una sensazione incredibile. Potrei suggerirle qualche gioco da fare qui sull'aereo, ma non voglio infierire. Sta leggendo una rivista, non mi guarda quasi... Riprendo il mano il rapporto, c'è di nuovo da interrogare e da indagare nella vita delle ragazze, c'è chi pensa che possano in realtà essere rimaste vittime di qualche giro di prostituzione clandestina. Pare siano sempre in catalessi.

Stanno per annunciare l'atterraggio quando di colpo un bruciore improvviso mi fa andare di corsa in bagno. Mulder mi vede, sento il suo sguardo che mi segue. Faccio fatica a liberarmi la vescica, mi accorgo che perdo sangue. Cistite. Ecco il risultato dei miei bagordi. Tipico di chi non lo fa da tanto tempo. Dovrò cercare un posto dove comprare una pomata o qualcosa. Mi tampono alla bell'è meglio e torno a sedermi vicino a Fox, il mio amante. Lui non è più Mulder, è Fox lo stallone, Fox che perde il controllo, Fox che ha distrutto ogni cosa.. Spero di avere molto da lavorare oggi e nei prossimi giorni.

Spedisco un file ai Gunmen con i tabulati telefonici delle ragazze degli ultimi due mesi. Non bisogna lasciar intentato niente. Poi con Scully iniziamo a perquisire le stanze, in cerca di qualcosa. Dovremo poi vederci anche con Daisy, ma prima cominciamo a capire quali potessero essere le loro conoscenze, se qualcuno le aveva adocchiate o meno. Mi sento come se stessimo profanando un mondo segreto. Un mondo segreto che non ci rivela niente di particolare. Entrambe hanno il computer ma lo usano poco, amano leggere, hanno le solite riviste con Leonardo di Caprio e compagnia; meglio ritornare nella foresta, ho guardato una mappa, certo che può nascondere anche delle insidie.
Scully è perfettamente controllata, si offre lei di ricontattare Daisy per l'interrogatorio. E mi lascia in casa di Monica, alle prese con una pila di Sugar, che io faccio passare sperando di trovare dentro qualche biglietto rivelatorio. Sono un ragazzo, non ho mai letto le riviste per adolescenti femmine, forse se Samantha non fosse sparita così piccola qualcosa avrei vissuto anch'io. Ma mi ritrovo a leggere i consigli del ginecologo, chissà che non possa imparare qualcosa di più. Niente. La perquisizione non mi porta a niente. Le ragazze sono sempre in stato confusionale.

Daisy mi accoglie a casa sua, nella sua stanza piena di fumetti e di riviste sugli UFO. Avesse 15 anni in più brigherei per farla mettere insieme a Mulder. Sarebbero perfetti insieme. Ripete la storia che ci aveva detto alcuni giorni fa e io mi chiedo quanto questi fumetti possano influenzare la sua psiche. Le chiedo:
"Sapresti portarci in quel posto nel bosco?"
"Sì, credo di sì".
Prendo in mano il cellulare e chiamo Mulder. Ormai sono quasi le 18, la sera tra poco scenderà, e prendiamo accordi con Daisy per vederci l'indomani alle 8 e mezza. Rincasa sua madre che mi offre un paio di frittelle di mele, che accetto. Ad un tratto Daisy mi chiede:
"Perché è successa questa cosa? Perché le hanno rapite?"
Cosa le posso raccontare? Che qualcuno, non si sa chi, ogni tanto prende qualcuno di noi, e lo sottopone ad esperimenti di ogni genere.. Ma il motivo.. Mulder saprebbe spiegarglielo meglio, sarebbe meglio che parlasse con Mulder..
"Anche a lei è successo qualcosa del genere, vero?", mi chiede di nuovo Daisy.
Non posso dirle cosa questi fatti hanno ridestato in me. Le racconto comunque di essere sparita per alcuni mesi.
Alla sera, mentre riordino il contenuto del mio portatile, Mulder entra da me. E' chiaro che è qui non per lavoro, ancora prima che inizi a stringermi e a baciarmi. Ma il bruciore dentro di me sale di colpo, già quando lui inizia a tormentarmi attraverso le mutandine. E lui se ne accorge.
"Scully, cosa c'è?"
"Niente", balbetto io,ma quando lui cala giù il pezzo di pizzo e mi infila un dito dentro, rigido e deciso, non posso trattenere un grido. Un goccio di sangue esce..
"Allora?", dice lui. Gli confesso di avere una cistite. Lui mi abbraccia e finisce di spogliarmi. Poi mi mette a letto e sussurra che presto tornerà. Esce mentre io nascondo nel cuscino il mio volto umiliato.
Dopo un po' di tempo torna. In mano ha un involucro da cui estrae due confezioni.
"Ti ho preso un colluttorio e un gel", dice sorridendo timidamente.
Un uomo che va in farmacia a chiedere medicine per la cistite. Mi verrebbe da ridere, se non fosse che capisco che lui stesso vuole preoccuparsi da curarmi. Cerco di protestare, di dibattermi mentre mi fa mettere a quattro zampe in bagno. Il mio corpo tradisce, godendo, mentre Mulder mi apre e mi medica. Alla fine, tra le sue braccia, lascio che lui venga contro una mia coscia, senza dire più niente, le orecchie piene dei miei gemiti, della sensazione di essere senza aiuto e alla sua mercé, fino al mio ultimo respiro.
Devo fare qualcosa. Me lo dico per tutto il tempo, da quando i suoi pollici aprono le mie labbra e fa entrare la cannula per la lavanda. Lo dico mentre il bruciore si placa ma non la vergogna, mentre il suo medio mi applica la pomata, mentre lui mi bacia sulle natiche, mentre indugia con le dita, mentre mi fa girare per riprendermi in braccio e mi accorgo che c'è l'ha duro, mentre mi addormento. Devo andarmene, allontanarmi da lui. Ma prima c'è il caso da concludere.

Ripercorriamo nella foresta la strada già fatta. Raccolgo campioni e noto che anche Scully ne raccoglie. Meglio che non pensi a ieri sera o avrò delle reazioni fisiche molto imbarazzanti, e c'è una minorenne. Ritorniamo nella radura. Daisy ad un tratto dice:
"Questa siepe è strana…"
Ci avviciniamo ad un avallamento del sentiero, sopra c'è una siepe, evidentemente più bassa di quelle vicine. Sono piante cresciute spontaneamente, ma quella siepe sembra falsa vicino alle altre. Con il mio coltellino inizio a sfoltirla. E mi rendo conto che sotto c'è qualcosa, qualcosa di metallico, come un tombino, qualcosa che in un bosco non dovrebbe esistere. Scully e Daisy mi aiutano. Apriamo il tombino, c'è qualcosa dentro di troppo meccanico per essere sotto una foresta.
Scendiamo una scaletta e sbuchiamo in un corridoio. Daisy è con noi. Ad un tratto vediamo una luce, più forte. Il corridoio dà su una vetrata, che guarda in basso. Ci avviciniamo e il cuore mi si ferma. C'è un letto, collegato a impianti. E su quel letto c'è una giovane donna, una ragazza ancora, completamente nuda. I suoi seni sono collegati a dei sensori. Vicino al suo ombelico una flebo ha fatto gonfiare il ventre. Le sue gambe sono spalancate, e una sonda è nella sua vagina. Potrei prenderla come una fantasia perversa di qualche fumettista, ma non è così. E' vero. Questo è quello che è successo a quelle due bambine. Questo è ciò che hanno fatto a Scully, e da cui io cerco di ripulirla ogni notte. Rompo il vetro e cerco un passaggio per scendere in basso e correre in soccorso suo. Scully è con me, e anche Daisy ma non ho il coraggio di guardarle, sono due donne, quello che sto vedendo è un'offesa contro di loro. Scully mi fa da parte e cerca di togliere gli aggeggi senza creare danni, senza fare dolore. Di colpo un rumore ci fa girare.
Un uomo, non un alieno, tutto vestito di bianco ci sta guardando:
"Eh no, non dovevate entrare qui!"
Non lo lascio finire, con una pallottola gli faccio saltare il cervello, Forse era solo, al momento. Riportiamo la ragazza fuori, poi Scully chiama i rinforzi.
Sul rapporto sento che dice che si trattava probabilmente di un maniaco sessuale che teneva prigioniere delle ragazze. Ho fatto male a sparargli, potevo farlo parlare, ma ciò che ho visto era talmente atroce che meritava di pagare.
La ragazza si chiama Maddie Corrs, è di una cittadina vicina, è sparita da cinque giorni. Cinque giorni.
Sta meglio delle altre due ragazze. Ma poco dopo arriva la notizia che Monica e Susan si stanno riprendendo. Siamo richiamati a Washington, il caso è chiuso, ma in quante altre foreste avvengono questi esperimenti?
E' sera, e Scully si dilegua all'aeroporto. Per una volta non la seguo a casa, stanotte è meglio lasciarla ai suoi pensieri.

Monica e Susan dimenticheranno. Anche Maddie. Io no. Mi arrovello per tutta la notte per trovare una soluzione, e di colpo mi ricordo una lettera giuntami prima dell'inizio di tutto. Un invito a riprendere la mia attività a Quantico come insegnante. E' mattina quando chiamo su. Dicono che da lunedì potrei già iniziare a tenere dei seminari. Meglio, prima succede è meglio è, prima me ne vado prima tutto finirà.
Accetto, avviso Skinner, tanto ho dei giorni di recupero ferie che mi prendo subito. Una parte di me dice che sono un verme a comportarmi così.
Mulder mi chiama, capisco che mi vuole. Ma io lo liquido, non c'è futuro.
Decido di andare un po' in montagna, in un albergo di cui mi avevano parlato. E per quattro giorni sto in un letto a piangere, a dormire e a sognare Mulder. Poi torno indietro, per ripartire il giorno dopo. E vigliaccamente, vedendo Mulder, gli sbatto la porta in faccia. Meglio così. Il mio corpo non mi tradirà più.


Il giorno dopo ho chiamato il taxi per andare all'aeroporto e ho visto la sua macchina vicino a casa mia: mi ha seguita fino all'aereoporto, e mi è venuto dietro, nella hall. Di nuovo maledetto orgoglio di miss perfettina Scully: ricordavo un vecchio film francese, mi sembra si chiamasse Un uomo una donna alla fine del quale lui e lei si riappacificavano abbracciandosi. Io volevo girarmi, correre da lui, chiedergli perdono, darmi a lui anima, corpo, cuore e mente. Ma miss perfettina Scully ha avuto la meglio: sono corsa a prendere l'aereo, come per lasciarmi tutto dietro.


Torno in ufficio, un ufficio vuoto, senza di lei, e dopo l'orario vago per la città, da solo. Scully è a Quantico, e io vorrei essere con lei, stringermi a lei, mangiare con lei, dormire con lei, e se vuole, amarla con tutta la mia passione. Entro in un cinema, dove guardo un film italiano di qualche anno fa, Nuovo Cinema Paradiso, la storia di un amore perduto: e mi commuovo, pensando al mio di amore, sei anni di desideri nascosti uccisi da due notti di passione disperata. Vorrei mandarle un messaggio sul cellulare, ma non posso far peggiorare una situazione già problematica. Mi addormento per poco tempo sul divano, il pensiero del suo corpo tra le braccia del mio, della sua dolcezza che stempera la mia forza. Mi sveglio il mattino dopo: oggi in ufficio non la vedrò, no, lei non sarà lì. Scully, ho bisogno di te, del tuo corpo e della tua mente, di averti fra le mie braccia.

Sono a Quantico, lontana da lui: i ragazzi sono bravi. Ne ho per due settimane, per cominciare. Mulder mi cerca, ma io sono monosillabica. So quanto manco a lui. Lui mi manca, ma non posso fare sì che quello vinca. So che ad un mio gesto lui correrebbe qui. Ma non lo faccio.
Sto spiegando ai ragazzi come catalogare i cadaveri, quando tre bidelli entrano. Strano, così tanti.. Di colpo, qualcosa mi colpisce alla testa, vedo tre armi in pugno.. mi risveglio per sentire dire:
"Ora con voi nelle nostre mani dovranno ascoltarci!"

Sto guardando i miei pesci, che nuotano intorno ad un'alga. Scully mi manca ogni momento di più, non pensare a lei per cinque secondi è qualcosa di irrealizzabile. Suona il telefono, corro. E' Skinner.
"Una cosa terribile. Un gruppo di terroristi della Blood Power ha fatto irruzione a Quantico e tiene in ostaggio un gruppo di persone…"
Il mio cuore palpita. E Skinner dice:
"C'è anche l'agente Scully con loro!"
Mi unisco subito al centro per la risoluzione delle emergenze.
A Quantico incontriamo i genitori dei sette aspiranti agenti federali che sono là dentro con Scully. Sette.. e ognuno di loro rappresenta un'etnia di questo mondo.. Abbiamo un'agente di origine italiana, un agente ispanico, una agente afroamericana, un agente cinese, un agente di origine scozzese, un'agente di origine giapponese, un agente nativo americano di qui e un agente di origine tedesca. I genitori di questi ragazzi.. tutti prigionieri. Bisogna sbrigarsi ad effettuare un blitz, vogliono la liberazione di due loro compagni, altrimenti uno dopo l'altro sevizieranno ed uccideranno gli ostaggi… Io voglio essere nella squadra di assalto, voglio poter dire di aver fatto tutto per salvare Scully.

Sono legata ad ascoltare questi tre assassini, che parlano delle loro assurdità e di cosa ci faranno. I miei allievi sono tutti qui, Maria, Ramon, Kristy, Charlie, Mark, Yumi, Ray e Peter. Uno dei nostri tre carcerieri si avvicina a Kristy.
"Sporca negra, quando saremo al potere vedrai che fine faranno quelli come te!". Alza la mano e la colpisce in pieno volto, poi comincia a strapparle la camicetta di dosso. Kristy piange. Io grido:
"Lasciatela in pace!"
"Oh, guarda la maestrina che difende la bambina! Beh, giusto, divertiamoci con lei, prima!"
In tre mi saltano addosso. Io chiudo gli occhi e penso a Mulder. Gli dico addio e gli chiedo perdono. Perdono, perché ho capito cosa gli ho fatto, ho capito che non dovevo fuggire e dovevo rimanere con lui. Perdono per aver respinto il suo amore, la sua passione, la sua dolcezza, tutto. Forse merito questa fine.
Un colpo di pistola blocca le mani che mi hanno avvinghiato. Apro gli occhi per vedere uno degli aguzzini cadere a terra morto. Alzo lo sguardo, c'è una squadra di liberazione ostaggi. I miei occhi si riempiono di lacrime vedendo Mulder entrare ed avanzare verso di me. Due dei nostri sequestratori sono ormai messi fuori gioco. Ma con la coda dell'occhio vedo il terzo tirare fuori la pistola e sparare verso di me. Passa un attimo eterno, e io vedo Mulder avvicinarsi a me, stringermi e fare da scudo. Vedo il suo sangue sgorgare su di me, mentre mi stringe con un ultimo alito di forza, sussurandomi ti amo….

Ho salvato Scully. Ora posso andarmene. Vedo dall'alto gli altri ragazzi della squadra liberare lei e i suoi allievi, la vedo china su di me, in lacrime. Scully, non ti tormenterò più. Non ti trascinerò più in cose pazze. E' finita. Ma qualcosa mi attira verso di lei, sento che non riesco a staccarmi…

Cercano di sorreggermi. Ma io non voglio. Mulder è morto per colpa mia, è morto per avermi amato troppo, è morto perché io non l'ho voluto. Lo portano in ospedale, dove vive solo perché c'è una macchina. Vogliono che acconsenta a staccare. Io non posso lasciare fare questo, e non perché la mia religione dice di no. Minaccio gli infermieri, non voglio che tocchino niente, lui è il mio Mulder.
Le mie labbra iniziano a baciarlo. Le mie mani accarezzano il suo corpo. Mi ha dato tanto, mi ha dato tutto se stesso. Lo stringo a me piangendo, ho chiuso a chiave la porta, ma presto cercheranno di entrare e allora vorranno separarci…. C'è una pistola, la mia.. Potrei usarla… Mulder tu mi hai amata fino all'ultimo respiro, io cercherò di fare altrettanto…

C'è Melissa, la sorella della mia Scully.
"Torna giù…" Mi sento risucchiare, ed arrivo in tempo ad aprire gli occhi per vedere le labbra di Scully sulle mie, una pistola puntata alla sua tempia, e una porta sfondata…

Stanno per separarci.. ma di colpo i tuoi occhi si aprono e mi vedi.. Mi crolla la pistola mentre mi butto addosso a te, mentre tutti gridano al miracolo, mentre tu ti riprendi e lasci che ti abbracci e ti baci…

Finisco di scrivere la dispensa per Quantico. Tu sei qui con me. Sono io che inizio a baciarti per prima, a toccarti, mentre tu ti schernisci come per dirmi che dovresti essere tu a menare le danze. Non importa. Siamo una cosa sola, ormai, fino all'ultimo respiro.
Mi dono a te con tutto il mio amore, guardandoti negli occhi qualunque cosa ti faccia, toccandoti, adorandoti, aprendomi a te ogni cosa che decidi di farmi. La gioia che vedo in te mi rende felice. Il desiderio che vedo in te mi rende felice.
Un giorno scopriremo tutta la verità, e faremo in modo che nessuno faccia più quello che è stato fatto a me e a quelle ragazze. Ma oggi, iniziamo già a cambiare il domani.


Fine