RIFLESSIONI

La gente camminava a passi veloci per gli affollati marciapiedi di Hiroshima, il ritmo frenetico della loro camminata indicava che quella era l'ora di massima punta; fra loro una giovane ragazza dallo sguardo perso non sembrava essere per nulla rapita dalle numerose tentazioni esposte nelle ricche e sfavillanti vetrine del centro.
Quel giorno Meiko Akizuki non riusciva proprio a capire cosa le stesse succedendo, la mattina si era svegliata con l'insolita sensazione che qualcosa non stesse andando per il verso giusto, che qualcosa fosse sbagliato, fuori posto; era come se avesse avuto un presentimento… ma di che cosa? Perché si sentiva così insoddisfatta? Erano giorni, ormai che le pareva di ripetere sempre le stesse cose, ogni giorno era sempre e totalmente simile, se non uguale, a quello precedente… non poteva proprio definirsi noia il sentimento che provava… era.. stanchezza, si, proprio stanchezza, una stanchezza che sfociava in uno strano stato di rassegnazione! Si sentiva in colpa nel provare quei sentimenti che le stavano rovinando il piccolo nido di tranquillità che si era costruita con così tanta fatica e a prezzo di enormi sacrifici!
Non voleva ammetterlo, ma lei era perfettamente a conoscenza del fatto per cui provare quelle sensazioni la faceva sentire in colpa… lei.. beh, cominciava a credere che la sua convivenza con Namura non fosse poi così tanto quello che aveva sempre desiderato!
Ora, per esempio, si stava recando a comprare la carne per la cena… che avrebbe dovuto preparare lei! Il prof. rincasava la sera dal lavoro e solitamente era molto stanco, non poteva certo chiedergli di mettersi ai fornelli! Shinichi la manteneva e cercava di non farle mancare nulla e lei, in cambio, si occupava delle faccende domestiche e della cucina…ma, tra lo studio, che aveva ripreso seguendo corsi privati lì a Hiroshima e l'occuparsi della casa non riusciva più a dedicarsi all'unica cosa che le permetteva di sentirsi veramente realizzata.. SCRIVERE!
Quando si sorprendeva a pensare queste cose, si sentiva subito ingrata, come se avesse fatto qualcosa di terribile…. Na-chan la amava e cercava di farla stare il meglio possibile e lei come lo ricambiava? … lamentandosi di quel che le toccava fare… Davvero un bel ringraziamento nei confronti dell'uomo a cui doveva tutto, davvero!
Cercò di scacciare dalla mente quei pensieri e cominciò a guardarsi intorno, probabilmente osservare qualche vetrina l'avrebbe aiutata a distrarsi.

Continuava a vagare senza meta per le colorate vie della città, mentre il vociare allegro dei passanti le giungeva alle orecchie come un rumore sordo e lontano, poi, improvvisamente, non poté fare a meno di ascoltare i discorsi di due ragazzine che passeggiavano dietro di lei.
" Beh.. si ecco.. insomma.. tu credi che dovrei dirglielo?" stava chiedendo la prima ragazzina all'amica.
" Uffa, ma siamo alle solite! Ti ho già ripetuto un milione di volte che ******** ti muore dietro, cosa ti costerebbe fare il primo passo se tanto sei sicura che lui non ti rifiuterebbe!" le aveva risposto, sbottando, l'amica.
" Oh.. ma io non so! Sono così indecisa..!"
" Non cambierai mai.. se non ti dai una mossa te lo farai fregare da sotto il naso!"

Meiko sorrise fra se e se, quelle due ragazze le ricordavano così tanto lei e Miki…. Miki.. quanto le mancava! Si sentivano telefonicamente, ma non si erano più viste.. quanto le mancavano i bei momenti passati con lei e con tutti gli altri! Si voltò e guardò, con un po' di invidia, le due giovani… quelle si che si comportavano da adolescenti, non come lei che stava quasi per sposarsi! Quanto rimpianto stava crescendo nel suo cuore!
Più avanti, un gruppo stava decidendo cosa avrebbero fatto quella sera..
" Che ne dite se ce ne andiamo al bar ***** ?" chiese un'avvenente brunetta.
" Ma no dai! Andiamo al cinema!" disse un'altra.
" Io proporrei di andare a ballare!" buttò li un ragazzo.

Meiko scrutò attentamente il gruppo… i suoi componenti avrebbero dovuto avere all'incirca la sua età… diciassette anni…
Anche loro, come tutti i giovani normali di questo mondo, si stavano divertendo.. stavano godendo appieno della loro adolescenza!
I suoi pensieri si rivolsero alla sera precedente, quando in uno dei ristoranti più rinomati della città, Namura l'aveva chiesta in sposa… subito era stata travolta dalla felicità, ma poi, passata l'emozione del primo momento, la stessa sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato, che aveva provato anche quella mattina, era tornata a tormentarla e l'aveva costretta a prendere un po' di tempo per riflettere sulla proposta che le era appena stata fatta…le ritornò, anche, in mente l'espressione triste e sorpresa di Na-chan di fronte alla sua richiesta di tempo, di certo non era quella la reazione che lui si aspettava da Meiko…


La ragazza si gettò sul divano, sul viso un'espressione stanca, sembrava che in quell'ultima settimana non fosse riuscita a ritrovare la serenità che tanto andava cercando.
Si passò una mano fra i capelli e respirò profondamente… ormai aveva preso una decisione e sapeva che non sarebbe tornata indietro!
Negli ultimi giorni aveva riflettuto molto, aveva passato intere notti a pensare al passato e al presente e a interrogarsi sul suo futuro… e tutto le era apparso chiaro come prima non le era mai stato…
Una lacrima prese a scendere lungo il suo bel viso, ma la decisione era presa e forse irrimediabile.... avrebbe lasciato Namura, sarebbe tornata dai suoi amici...
Non che lei non amasse il prof, anzi, ma aveva capito che non era quella la vita che sognava, aveva solo diciassette anni.. certo il matrimonio sarebbe stato celebrato quando lei fosse divenuta maggiorenne, ma si può a diciotto anni rinunciare alla propria libertà, ai propri sogni, per vincolarsi ad una vita matrimoniale e ad un solo uomo che magari non era nemmeno quello giusto? Era molto meglio se lei se ne fosse andata, Shinichi meritava una moglie che lo ripagasse di tutti i suoi sforzi, che si facesse trovare in ordine e sorridente quando lui tornava a casa la sera… non una ragazzina con il viso imbronciato, scontenta per la vita che conduceva… no, lui si meritava di meglio! Certo, molta gente l'avrebbe giudicata pazza per una scelta del genere, infondo aveva lottato con le unghie e con i denti per poter vivere il suo amore con lui alla luce del sole, chiunque avrebbe sognato un marito come Na-chan… perfetto….ma lei era ancora troppo giovane per assumersi una responsabilità così grande! Sarebbe stata in grado di amarlo tutta la vita e di essere per lui una buona compagna? No, lei aveva solo diciassette anni e non voleva e non poteva assumersi un impegno così! Lei voleva ritornare nella sua città, da Miki, Yuu, Arimi, Ginta, Satoshi…lei voleva uscire con loro, scherzare con loro, ritornare a studiare nella vecchia biblioteca del liceo, a scrivere.. insomma, voleva riprendere la sua vita da dove l'aveva interrotta.
Quella sera lo avrebbe atteso e gli avrebbe parlato, non le sembrava giusto continuare a recitare che tutto andasse bene...
Sentii dei passi sul pianerottolo… lui era arrivato…

Shinichi Namura, come ogni giorno, rincasò per l'ora di cena e chiusosi la porta alle spalle, chiamò a gran voce Meiko, aveva una gran voglia di stringerla fra le braccia…
Poi, la vide, era seduta sul divano, lo sguardo teso, gli occhi arrossati.. doveva aver pianto..
" Meiko.. Meiko.. cos'è successo? Cos'hai?" chiese lui in tono allarmato, avvicinandosi a lei.
La giovane con un grande sforzò si alzò, le pareva quasi di trascinarsi, poi, sollevando il viso e puntando i suoi occhi in quelli di lui, gli disse in tono grave:
" Shinichi, credo che noi dovremmo parlare…"


Era stato molto più facile di quanto avesse pensato… avevano parlato molto, tutta la notte.. lei non aveva fatto altro che piangere e chiedergli scusa, infondo era stata dura anche per lei.. lei lo amava, ma lui come al solito si era dimostrato dolce e comprensivo e per nulla offeso dalle sue parole, solo amareggiato…l'aveva capita e aveva saputo infonderle coraggio per il suo nuovo avvenire, le aveva accarezzato i lunghi capelli e le aveva ricordato che più volte l'aveva esortata a pensare bene alle scelte che faceva, scelte che in qualche modo avrebbero cambiato la sua vita…
" Sei molto matura Meiko, hai saputo dire no, prima che la situazione si facesse troppo impegnativa per entrambi… Questo vuol dire che sei cresciuta e che sei in grado di fare le tue scelte, di prendere le tue decisioni… sei una donna… sono orgoglioso di te…" le aveva sussurrato tristemente.

Il sole illuminava il piccolo appartamento del prof. e i violenti raggi solari sembravano schiaffeggiare le bianche pareti della stanza di Meiko; già, lei non dormiva assieme a lui, gli aveva chiaramente spiegato che non si sentiva pronta… e poi le sarebbe piaciuto aspettare la prima notte di nozze…. Peccato che ora tutti i suoi progetti fossero svaniti come neve al sole…
La ragazza stava preparando i bagagli, la valigia sul materasso, ricolma di vestiti, aspettava di essere chiusa, mentre un'altra ai piedi del letto aveva accolto tutti i soprammobili e gli oggetti usati da lei per la vita quotidiana. La giovane andava avanti e indietro per tutto l'appartamento, intenta a esplorare ogni angolo della casa per controllare di non aver dimenticato nulla…
Shinichi non c'era, aveva preferito andare a lavorare… non gli piacevano gli addii… aveva detto che sarebbe stato meglio così per entrambi e lei aveva approvato… averlo vicino in quel momento l'avrebbe distrutta… così era più facile e per lei sarebbe stata meno dura lasciare il loro nido…
Si guardò intorno, aveva riordinato e pulito la casa, i bagagli erano pronti e sul tavolo della cucina aveva lasciato una lettera a Na-chan, nella quale lo ringraziava di tutto quello che aveva fatto per lei…. Ora poteva andare…
Gettò un ultimo sguardo al piccolo appartamento.. la sua stanza vuota e i mobili senza i suoi piccoli oggetti la rendevano triste e silenziosa… tutto questo le faceva uno strano effetto.. Si diresse velocemente verso l'uscio e l'aprì, sapeva che se fosse stata li, anche un minuto di più, sarebbe tornata sui suoi passi…
Scese velocemente le scale e uscì dal grosso portone del condominio… ora era veramente fuori… cominciò ad avanzare lentamente, diretta verso la stazione, senza mai voltarsi indietro… si sentiva estremamente infelice e aveva un gran voglia di piangere, ma allo stesso tempo era come se si fosse liberata da un grande peso… era pronta per correre incontro al suo destino…


" Meiko… Meiko… siamo qui.."
Una squillante voce di ragazza giunse alle orecchie di Meiko che si apprestava a scendere dal treno, che l'aveva riaccompagnata nella sua città. La giovane sollevò lo sguardo e vide avanzare, anzi correre, verso di lei una sorridente e commossa Miki.
" Oh.. Miki.. sapessi quanto mi sei mancanta!"
Le due amiche si abbracciarono forte, con le lacrime agli occhi, mentre dietro di loro si materializzava la figura di Yuu.
" Ciao Meiko-san.."
" Oh.. Yuu-kun… ci sei anche tu! Sono così felice di rivedervi!" esclamò la giovane rivolta al ragazzo della sua migliore amica.
" Senti Meiko, ma perché non hai voluto che informassimo anche gli altri del tuo ritorno?"
" Vedi Miki, mi piacerebbe molto fargli una sorpresa e poi, adesso, non mi sento pronta per vederli… non oggi… per me è stato così difficile fare quello che ho fatto… ho bisogno di riflettere.. non sarei troppo di compagnia…" lo sguardo della ragazza si era fatto triste e serio allo stesso tempo, Miki preferì non continuare quel discorso… avrebbero avuto tutto il pomeriggio a loro disposizione per parlarne.
I tre cominciarono ad incamminarsi verso casa Koishikawa, dove Meiko sarebbe stata ospitata almeno fin quando non se la fosse sentita di affrontare i suoi genitori, Yuu si offrì, gentilmente, di portare i bagagli dell'amica, mentre Miki era un fiume di parole e continuava ad aggiornarla su ciò che era accaduto durante la sua assenza.
Pian piano che si avvicinavano all'abitazione, un senso di tranquillità iniziò a pervadere Meiko.. finalmente si sentiva a casa, non come ad Hiroshima, dove aveva fatto fatica ad ambientarsi fin dal primo momento… Lì, nella sua città, tutto era denso di ricordi e significati, non importava che fossero belli o brutti… erano suoi.. era a casa, aveva di nuovo ripreso in mano le redini della sua vita.
Finalmente giunsero all'abitazione di Miki, dove Meiko venne accolta con molto calore dai genitori dei due ragazzi; terminati i convenevoli la ragazza venne fatta sistemare in una piccola camera situata affianco a quella della sua amica.. A guardarla bene non era davvero molto grossa, ma questo a Meiko non importava, lei non aveva bisogno di molto spazio, tutto quello che le occorreva erano un letto e un armadio e c'erano.
La giovane sistemò tutte le sue cose con l'aiuto di Miki, poi decise di farsi una doccia, una bella rinfrescata avrebbe lavato via dal suo corpo tutta la stanchezza del viaggio.
Dopo che ebbe terminato di sistemarsi, Meiko bussò, timidamente, alla porta della stanza dell'amica:
" Vieni, entra pura.." la invitò gentilmente questa.
Miki era seduta a gambe incrociate sul letto, intenta a sfogliare una rivista, ma quando vide l'amica avanzare verso di lei, posò il giornale sul comodino e le rivolse un sorriso.
" Ti andrebbe di parlarne, Meiko? Guarda che se non vuoi non importa… verrà da se il momento giusto.. non bisogna forzare le cose.."
" No, figurati Miki.. credo di avere bisogno di parlarne, invece! Sento la necessità di sfogarmi! In una situazione normale, probabilmente, mi terrei tutto dentro, ma non adesso.. sento come se stessi per scoppiare.." le lacrime cominciarono a rigarle, copiose, il viso" io non so se ho fatto la cosa giusta, ma almeno vorrei avere un tuo parere.."
" Oh.. Meiko.." disse la ragazza, mentre abbracciava l'amica nel tentativo di confortarla.
" Al telefono non ti ho spiegato bene la situazione, non potevo… era un discorso troppo lungo- la ragazza prese fiato- ho lasciato Shinichi… per sempre.. credo.." buttò fuori tutto d'un fiato, lasciando una Miki attonita e senza parole.
" Lo so che sembra una cosa impossibile ma è così… Probabilmente penserai che sono una stupida e forse è così…."
" Perché hai rotto con lui?" la interruppe di botto l'amica, piantandole i meravigliosi occhi nocciola nei suoi.
" Beh.. è difficile da spiegare, non l'ho lasciato perché non mi trovavo bene con lui o perché non lo amavo, anzi, tutt'altro, ma…"
" Ma cosa?"
" Insomma Miki, ma la vuoi smetterla di interrompermi ogni due minuti? Se, ora, me ne dai il tempo te lo spiego!" urlò un esasperata Meiko.
" Oh.. scusami.. hai ragione!" farfugliò l'amica, rossa in volto per l'imbarazzo.
" Da un po' di tempo avevo come l'impressione che la vita con Shinichi non fosse tutto quello che desideravo…per poter stare con lui, ho dovuto cominciare a fare molti sacrifici, a partire dalla mia personalità… la Meiko che abitava ad Hiroshima non era la ragazza di sempre, era una larva! Dovevo occuparmi della casa, della cucina e dello studio….niente nuove amicizie o svaghi.. solo doveri…. e io ho solo diciassette anni! Non potevo ridurmi a fare la vita della quarantenne sposata tutto casa-e-lavoro! Capisci, vero?" si rivolse alla ragazza seduta di fianco a lei. In quel momento aveva tremendamente bisogno di conferme ai suoi dubbi, sentiva la necessità di sentirsi dire che tutto quello che aveva fatto non era poi così sbagliato…il terribile pensiero di aver gettato via l'unica occasione della sua vita la dilaniava.. aveva una paura folle di aver commesso la più grave delle leggerezze.
Miki la ricambiò con un dolce sorriso:
" Vedi Meiko ..- cominciò- se tu non eri soddisfatta della vita che conducevi, allora hai fatto bene ad andartene, che vita avresti fatto se fossi rimasta? Non devi essere così abbattuta, è normale che tu a diciassette anni voglia vivere in maniera diversa.. dobbiamo cercare di divertirci, diciassette anni si hanno una volta sola e bisogna goderseli, cercare di viverli spensieratamente… per il matrimonio e una vita piena di impegni c'è sempre tempo! Probabilmente Na-chan non era l'uomo giusto per te, forse hai bisogno di un ragazzo che sia in grado di farti ridere e scherzare, di un ragazzo che non sia troppo serio, come era Shinichi, ma nemmeno troppo leggero…" " Insomma di Satoshi Miwa…" terminò, pensandolo fra se e se Miki, mentre un leggero sorrisino divertito cominciò a dipingersi sulle sue labbra al ricordo dei mille tentativi da parte del ragazzo per conquistare Meiko.
" Ehi, come mai quel sorrisino furbetto?" chiese la giovane scorgendo l'espressione sul volto dell'amica.
" Sto pensando a Yuu!" mentì lei.
" Miki - la rimproverò - vedi che ho ragione quando dico che non mi ascolti" disse con finto disappunto e lanciò il cuscino in direzione della sventurata.


Il ragazzo continuava a rigirarsi, freneticamente, fra le coperte… Quella sera, Miwa Satoshi non riusciva a prendere sonno, sembrava che una strana agitazione si fosse impossessata di lui… era come se avesse il presentimento che fosse accaduto qualcosa di nuovo.. non sapeva dire con certezza cosa fosse o sarebbe successo, ma era comunque sicuro che si trattasse di qualcosa di importante…

Quando la sveglia annunciò che era terminata l'ora di riposare e bisognava svegliarsi, Satoshi nascose il viso nel cuscino e con il braccio teso verso il comodino cercò di spegnere il terribile oggetto infernale che continuava imperterrita a suonare, nonostante le imprecazioni del ragazzo… ma con un movimento maldestro, riuscì si ad ottenere il tanto agognato silenzio, a scapito, però, del povero oggetto che era stato sbalzato fuori dal comodino e giaceva, ora, frantumato ai piedi del letto.
" Ho capito, mi devo alzare a tutti i costi…" sboffonchiò scendendo dal letto e raccogliendo la povera vittima della sua violenza mattutina.
Si lavò e in fretta indossò la sua divisa scolastica, poi uscì di casa, pronto ad incamminarsi verso il liceo.
Complice l'aria fresca che gli solleticava il volto, Satoshi cominciò a pensare allo strano sogno che aveva fatto quella notte… aveva sognato Meiko Akizuki, più precisamente aveva rivissuto in sogno tutta la sua breve storia con quella ragazza… ne era rimasto stupito… aveva fatto di tutto per levarsela dalla testa…
" Ormai Meiko vive ad Hiroshima con il suo professore.." disse con sdegno, mentre il suo viso si contraeva in una smorfia.
Lui, non odiava affatto Meiko, solo era rimasto un po' amareggiato dal suo comportamento..
Attraversò il cortile della scuola e quando fu quasi davanti al portone rimase senza parole.. non era assolutamente preparato a quella sorpresa….

Meiko Akizuki stava piacevolmente conversando con i suoi vecchi compagni di scuola, raccolti intorno a lei Miki, Yuu e Ginta ascoltavano piccoli aneddoti di quello che le era capitato a Hiroshima.
Miki alzò la testa e scorse Satoshi, alzò il braccio e con un gesto della mano gli fece cenno di raggiungerli:
" Miwa, Miwa-san… vieni.. è tornata Meiko!" gridò in preda all'entusiasmo, facendo voltare quasi tutti gli alunni presenti nel cortile, Satoshi si mise una mano davanti al volto e sospirò…Miki non sarebbe mai cambiata!
" Koishikawa, quando la smetterai di urlare come una pazza?" la rimbeccò il ragazzo, non appena ebbe raggiunto il gruppo.
" Oh..scusami!" farfugliò Miki, senza prestargli troppa attenzione.
Proprio in quel momento, Meiko si voltò e si ritrovò di fronte Satoshi Miwa ..non era molto cambiato.. solo non se lo ricordava così bello.. per un momento, quando incrociò i bellissimi occhi blu del ragazzo, una strana sensazione le fece contorcere lo stomaco, mentre un leggero rossore colorava le sue guance.
" Ehi, chi si rivede! Akizuki, qual buon vento ti ha portata qui? Sei rimasta vittima del mio fascino e hai deciso di ritornare?" la punzecchiò lui, con un sorriso di vittoria stampato sulle belle labbra.
" Bene, Miwa, vedo che non hai perso la capacità di farmi innervosire!" ribatté lei, poi, i due scoppiarono in una fragorosa risata, seguiti a ruota dal resto del gruppo.
Meiko era davvero molto sollevata, temeva la reazione di Satoshi nel rivederla, dopo tutto quello che gli aveva fatto… invece, lui le era parso contento o almeno questa era l'impressione che ne aveva ricevuto!
Guardò l'orologio, ormai il preside avrebbe già dovuto essere presente, si congedò dal gruppo e si avviò nel suo ufficio… aveva tutte le intenzioni di essere riammessa ai corsi.

Satoshi guardò l'esile figura allontanarsi, tutti i suoi buoni propositi di dimenticarla erano andati a farsi friggere nell'esatto momento in cui l'aveva rivista, era dannatamente bella, il suo viso esprimeva una dolcezza infinita e tradiva, però, una strana inquietudine.
Il ragazzo si chiese quali motivi avessero spinto la giovane a far ritorno nella loro città, che qualcosa con Namura fosse andato storto? Nonostante la curiosità non le avrebbe chiesto nulla, avrebbe aspettato che fosse lei ad aprirsi.
Cominciò ad avviarsi assieme agli altri, ormai le lezioni stavano per iniziare.


L'allegro gruppo camminava tranquillamente per le strade della città, mentre la fredda brezza invernale della sera pungeva i loro volti arrossati. La piccola comitiva aveva deciso di festeggiare il ritorno di Meiko trascorrendo una piacevole serata al Lizard ad ascoltare le meravigliose melodie interpretate da Kei.
Miki era teneramente avvinghiata al braccio di Yuu, Ginta e Arimi passeggiavano allacciati e… Meiko e Satoshi camminavano fianco a fianco, parlavano e ogni tanto il tono di voce alterato della ragazza era un chiaro segno della spudoratezza di Satoshi.
Miki si voltò a guardarli e sorrise, il suo piano stava funzionando… la serata al Lizard era stata organizzata da lei, che.. beh, si può dire avesse fatto in modo fossero presenti solo coppiette in modo da lasciare l'amica e Miwa il più assieme possibile, in cuor suo era un'accanita sostenitrice del fanclub "dai-Satoshi-che-con-Meiko-ce-la-fai", in realtà lei aveva sempre parteggiato per il suo amico, ritenendo Shinichi Namura inadatto per la ragazza, ma si era sempre guardata bene dal riferirlo a Meiko, temendo di ferirla.
" Vedo che sei compiaciuta, il tuo piano si sta svolgendo nel migliore dei modi!" le sussurrò dolcemente all'orecchio Yuu.
" Hai visto? Sono un genio! Comunque, non trovi anche tu che assieme siano davvero una bella coppia?" esclamò Miki entusiasta.
Yuu Matsuura si voltò leggermente verso i due amici, poi tornò a rivolgersi alla fidanzata:
" Beh, non c'è male!" le bisbigliò" Ma, non pensi che sarebbe meglio smetterla di dare troppe spinte agli eventi? In fondo, Meiko è appena uscita da una delusione!" la parte saggia di Yuu aveva preso il sopravvento.
" Uffa, rovini sempre tutto!" lo rimproverò Miki, pur sapendo che il suo ragazzo non aveva tutti i torti.
" Non voglio fare il guastafeste, voglio solo che il mio amico non soffra come è già successo! Satoshi si è già scottato una volta!… Su non tenermi il broncio!" le disse, mentre le diede un tenero buffetto sulla guancia.
Finalmente giunsero al locale, dove vennero accolti da Kei, che aveva prenotato per loro un tranquillo tavolino in un angolo del bar.
Sedettero e ordinarono da bere. Le ragazze proruppero subito in chiacchiere, poi Ginta si inserì nel discorso:
" Ehm.. senti Meiko, se non sono indiscreto posso chiederti per quale motivo sei ritornata? E' forse successo qualcosa?"
Il gelo calò improvvisamente, pesante come un macigno, fra i presenti. Arimi assestò una piccola gomitata al ragazzo, il quale capì di aver fatto una domanda poco felice, poi, finalmente, Meiko spezzò l'imbarazzante silenzio che regnava al tavolino.
" Non ti preoccupare Ginta, tanto comunque, prima o poi ve ne avrei parlato…" trasse un lungo sospiro, non era facile per lei toccare quell'argomento, ma quelli erano i suoi amici, poteva fidasi di loro e poi non era giusto nascondergli la verità. La ragazza cominciò a spiegare i reali motivi del suo improvviso ritorno, tutti tacevano e ognuno in cuor suo si dispiaceva per lei, ma allo stesso tempo la approvava.
Quando finì di esporre le sue ragioni, la ragazza si voltò e per un attimo, nuovamente, i suoi occhi incontrarono quelli di Satoshi e la sensazione, provata già quella mattina, ritornò più prepotente, tanto da costringerla a distogliere lo sguardo e voltarsi altrove.
Nessuno fece commenti, non era proprio il caso, solo ringraziarono la loro amica per la sincerità e le mostrarono tutto il loro sostegno, poi, Miki, per evitare che la serata venisse rovinata cambiò argomento.


I giorni passavano veloci, era già trascorsa una settima dal suo ritorno, ma a lei sembrava ancora ieri di aver varcato la soglia di casa Namura per uscirne per sempre.
Meiko si appoggiò al davanzale della finestra e iniziò a fissare il paesaggio che si mostrava ai suoi occhi. Si sentiva meglio, rispetto ai primi giorni, cominciava ad avere miglioramenti, ma di questo doveva soprattutto ringraziare Miki. In quella settimana, la sua amica si era data un daffare enorme pur di cercare di tirarla su di morale, l'aveva scarrozzata in giro per un'infinità di centri commerciali, l'aveva portata al cinema a vedere una miriade di film comici, insomma aveva fatto tutto il possibile per distrarla…. Ma non era l'unica che la stava aiutando moltissimo, un'altra persona si stava occupando attivamente del suo recupero morale,,, Satoshi Miwa, ogni giorno quel ragazzo trovava una scusa sempre diversa, per portarla in qualche locale a bere qualcosa, dove cominciava a intrattenerla con i suoi scherzi e le sue battute.
Le faceva un piacere immenso la compagnia di quel ragazzo, possibile non si fosse accorta prima che era davvero un persona così speciale? In qualche modo riusciva sempre a strapparle un sorriso, solo ora si rendeva conto di quanto le fosse mancato.
Si chiese, se quel lontano giorno non avesse lasciato Satoshi per correre fra le braccia di Shinichi, cosa sarebbe ora di loro. Sorrise, probabilmente, avrebbero potuto essere una coppia felice come Miki e Yuu, oppure uno sfacelo totale! Ma, dentro di lei aveva la sensazione che la risposta esatta fosse la prima… Miwa sapeva come far star bene una ragazza…
Fu in quel momento che le venne l'ispirazione per un nuovo libro, si sedette alla sua scrivania e prese carta e penna. Avrebbe narrato la storia di una giovane che lottava per proteggere un amore sbagliato, ma che alla fine si sarebbe dovuta arrendere all'evidenza della verità… Si, aveva deliberatamente scelto di ispirarsi alla sua triste avventura, perché mettere nero su bianco quello che provava in quel momento l'avrebbe sicuramente aiutata a superare la sua crisi e poi, avendo vissuto quell'esperienza in prima persona, sarebbe stata in grado di narrarla con il dovuto realismo, in modo da suscitare forti emozioni nel lettore; molto probabilmente quello sarebbe stato il miglior romanzo scritto da lei. Non aveva ancora in mente la conclusione, per lei non era ancora arrivata, ma forse, almeno il suo personaggio avrebbe potuto scacciare via tristezza e solitudine incontrando un nuovo amore!

Erano passati alcuni mesi da quel giorno, e la vita per Meiko Akizuki aveva ripreso a scorrere tranquilla, finalmente era veramente riuscita a riprendere da dove aveva interrotto. Certo, a volte il pensiero di Namura si faceva vivo e forte, ma lei con il trascorrere del tempo si era sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta.
Il rapporto con i suoi genitori era stato in parte ripreso, non era ancora tornata a vivere con loro, doveva procedere per piccoli passi, ma lei si auspicava che presto tutto si risolvesse nel migliore dei modi.
" Che bella giornata, è un peccato starsene in casa a rimuginare! Potrei andare a fare due passi! Chiederò a Miki se vuol venire con me!" disse la ragazza, mentre il tiepido sole di aprile le accarezzava il volto. Richiuse la finestra e con passo deciso si diresse nella stanza dell'amica, stava per bussare, quando si accorse che la porta era socchiusa.. fece per entrare, ma si bloccò…Miki e Yuu si stavano baciando!
" Ehm.. beh, credo che andrò da sola!" mormorò la giovane al colmo dell'imbarazzo e sgattaiolò via, sperando che i due non si fossero accorti di niente.
Ritornò nella sua camera e si vestì, indossò una lunga gonna rossa e una maglia dolcevita bianca, si spruzzò un po' di profumo e uscì.
Quel giorno si sentiva così allegra che persino le vie della sua città le sembrarono magnifiche! Ogni tanto si fermava ed entrava in qualche negozio e anche se poi ne usciva senza niente era soddisfatta lo stesso. Stava passeggiando per le vie del centro, quando la sua attenzione fu attirata da un magnifico abito rosso, uno dei colori che più le piacevano, si soffermò davanti alla vetrina e osservò il vestito, era davvero molto bello, a tubino, con le maniche che arrivavano fino ai gomiti… semplice, senza nessun ricamo o lustrino, l'unico difetto era il prezzo… troppo alto, non poteva certo permetterselo!
Stava per andarsene, quando notò, riflesso nella vetrina, il volto di Satoshi, si voltò e chiamò il ragazzo.
" Miwa-san, ciao!" esclamò, felice di vederlo.
" Akizuki, come mai sola soletta?" la punzecchiò immediatamente lui.
" Beh, se è per questo non mi pare che tu sia messo meglio di me, o mi sbaglio?" notò sarcasticamente lei.
" Non ti sbagli, però, se ti va potremmo continuare assieme la nostra passeggiata.."
" Si, perché no?" sorrise lei, entusiasta all'idea di avere un po' di compagnia.
Per tutto il pomeriggio i due ragazzi non fecero altro che scherzare e divertirsi, ogni tanto Meiko si fingeva imbronciata per le battutacce di Satoshi, ma il suo muso lungo non durava più di due minuti, perché regolarmente sfociava in una risata, a stento trattenuta.
La vicinanza di Satoshi la faceva stare bene, quando era con lui, dimenticava tutti i suoi problemi, era come se lui riuscisse a tirare fuori la bambina che era in lei; ma, Satoshi non era solo una simpatica canaglia, sapeva quando era il momento di scherzare e quando quello di ascoltare. Molte volte, lei si era lasciata andare fra le sue braccia e aveva pianto lacrime amare e lui le aveva prestato molta attenzione, l'aveva consigliata, senza mai permettersi di giudicarla o di biasimarla.
Da tempo, il loro rapporto si era approfondito e l'amicizia con il ragazzo l'aveva aiutata a uscire da quello stato di tristezza in cui si era arenata.

Ormai, si stava facendo sera e i due ragazzi si avviarono sulla strada del ritorno, Miwa si era offerto di riaccompagnarla a casa e Meiko aveva acconsentito alla gentilezza del ragazzo.
La giovane si strinse nelle spalle, cominciava a fare freddo e lei non indossava una maglia troppo pesante, ma d'altronde, quando si era preparata per uscire quel pomeriggio, il tiepido sole riscaldava l'aria e lei non si era premurata di portarsi appresso almeno un golfino. Poi, un leggero tepore si diffuse sulle sue spalle, con un tocco delicato, Satoshi le aveva appoggiato la sua giacca sulle spalle.
" Akizuki, dovresti vestirti un po' più pesante, lo so che volevi fare colpo su di me, ma non ce n'era bisogno… non vorrei avere una ragazza-ghiacciolo!" le disse.
Questa volta, però, lei non ribatté, solo gli sorrise dolcemente e si strinse un po' di più nel calore della sua giacca.
Arrivarono a destinazione e davanti a casa Koishikawa si salutarono, Meiko lo abbracciò:
" Grazie per essermi sempre vicino, Miwa!" e si scostò un pochino, per poter ammirare gli splendidi occhi blu del ragazzo.
" Di niente Akizuki!" mormorò lui.
I loro visi erano a pochi centimetri di distanza e Satoshi dovette frenare, con tutta la sua buona volontà, la voglia di baciarla, era ancora troppo presto.. Probabilmente Meiko non si sentiva ancora pronta, forse pensava ancora a Namura, o forse più semplicemente per il momento non avrebbe voluto impegni di quel genere, visto come si era conclusa la sua ultima storia… avrebbe aspettato, avrebbe saputo aspettare, per il bene di lei! Non le avrebbe di certo forzato la mano!

Meiko, sentiva il calore delle braccia di Satoshi intorno alla sua vita e la piacevole sensazione che le procuravano… lui era così bello e così dolce..
Provò il desiderio di essere baciata da lui, voleva disperatamente che lui la baciasse, voleva di nuovo assaggiare il sapore dei suoi baci…poi, improvvisamente, si riscosse e al colmo dell'imbarazzo si staccò da lui e si congedò.
Rientrata in casa, corse velocemente le scale, rischiando di investire il povero Yuu che stava scendendo al pian terreno.
" Oh, scusami Yuu-kun!" balbettò distrattamente.
" Meiko-san, è successo qualcosa?" chiese lui, notando l'evidente agitazione della ragazza, ma non ricevette risposta, perché lei era già fuggita via.
Meiko richiuse la porte dietro di se e si gettò sul letto, il cuore che batteva a mille..
Non riusciva a capacitarsene, lei che voleva baciare Satoshi…improvvisamente il ricordo della scena avvenuta qualche minuto prima le fece contorcere lo stomaco, mentre il cuore prese a battere più forte..
Si trovò a riflettere su verità che, ormai, non poteva più ignorare; da quando era ritornata, la vicinanza di Satoshi aveva avuto su di lei lo stesso effetto di un unguento, aveva lenito tutte le sue ferite e l'aveva aiutata a rifiorire… senza neanche accorgersene aveva cominciato ad innamorarsi di lui.
Se provava a pensare a Shinichi, al suo volto se ne frapponeva un altro.. quello di Satoshi.
In quel momento, ricordare Namura non le faceva nessun effetto, non le procurava nessuna sensazione, nessun dolore, solo un profondo affetto e nient'altro!
Satoshi… sentiva ancora il suo profumo addosso, il profumo che le aveva lasciato la giacca, un profumo forte, ma allo stesso tempo dolce… un po' come lui…
" Meiko, sono Miki, volevo dirti che la cena è pronta!" la sua amica interruppe il filo dei suoi pensieri, stava bussando alla porta.
" Miki, non sto molto bene, ho un po' di mal di testa, non me la sento di cenare, preferirei rimanere a letto!" le rispose, in realtà aveva davvero bisogno di pensare e non se la sentiva di scendere a cena, aveva bisogno di stare da sola.
" Come preferisci.." disse la sua amica, preoccupata per lo strano comportamento della ragazza.


" Miki, posso entrare o disturbo?"
La ragazza alzò gli occhi dalla rivista che stava leggendo e scorse Meiko che faceva capolino sulla soglia della sua stanza.
" Vieni, non disturbi affatto!"
" Ho bisogno di parlarti, è una questione molto importante!"
L'aria grave della ragazza fece spaventare Miki:
" Dimmi, cos'è successo? Cos'è quella faccia seria?"
Meiko si sedette sul letto, di fianco all'amica, le pareva di essere tornata indietro nel tempo alla sera in cui le aveva spiegato i motivi del suo ritorno, ma questa volta era diverso, aveva una bella notizia da annunciarle.
" Credo di essermi innamorata di Satoshi!"
Ci fu un lungo momento di silenzio, poi Miki prese parola:
" Davvero? Ma è stupendo? …Ma cosa ci fai ancora qui? Corri, no? Dai, muoviti, vai da lui!" esultò entusiasta.
" Ma, Miki, io non sono sicura, può darsi che lui non voglia a causa di come l'ho trattato per colpa di Shinichi…"
"Ah, finiscila! Satoshi Miwa non aspetta altri che te e tu lo sai! Avanti, che aspetti?" e le lanciò il cuscino.
" Ti ricordi, ero in debito con te di una cuscinata!" le disse, poi scoppiarono in una fragorosa risata.
" Grazie Miki!" Meiko si voltò verso l'amica, prima di uscire dalla stanza.
" Figurati, le amiche servono a questo" e Miki le sorrise dolcemente.

Meiko si fiondò nella sua camera e si vestì in tutta fretta, non vedeva l'ora di rivederlo!
Uscì e corse a perdifiato per le vie illuminate dalla luce dei lampioni.
Ora sapeva come sarebbe stato il finale del suo libro… la protagonista avrebbe ritrovato la speranza grazie ad un nuovo amore, finalmente quello giusto!
Giunse a casa di Satoshi e suonò al campanello dell'immensa villa, fortunatamente venne ad aprire proprio lui.
Il ragazzo aprì l'uscio e si ritrovò di fronte una sconvolta e ansante Meiko.
" Ehi, Akizuki, cos'è successo?"
" Oh, Satoshi.. Satoshi-san, io mi sento così stupida.."
Il ragazzo era sbalordito, dopo tanto tempo l'aveva nuovamente chiamato per nome!
" Scusa, Akizuki, ma tu ti sei precipitata a casa mia alle nove e mezza di sera, solo per dirmi che ti senti stupida? Bastava anche una telefonata…"
" Ma cos'hai capito zuccone! - e si gettò fra le sue braccia - " Io mi sento stupida, perché non ho capito prima quanto sei importante per me!"
Il ragazzo sorrise dolcemente e la strinse teneramente a se, poi le prese il volto fra le mani e le sussurrò:
" Beh, sempre meglio tardi, che mai! Tu non credi?" e la baciò.

" Che ne diresti di accompagnarmi a casa per informare di questa bella novità Miki e Yuu? In fondo, mi sembra che glielo dobbiamo, hanno sempre parteggiato per noi!" propose lei, dopo che si furono staccati.
" Umhh… approvo! Aspettami qua, vado a prendere la giacca e arrivo subito!" e la baciò nuovamente.
Meiko sorrise, ora capiva cosa volesse dire essere veramente innamorati. No, non rimpiangeva per niente di aver rinunciato a Shinichi, la sua vita era li con Satoshi!
" Allora, principessa, vogliamo andare?"
E si allontanarono, abbracciati e sorridenti, verso casa Koishikawa.