LIFE GO ON

8 - AND OUR LOVE FADE OUT

"Yawn!" Fece Arimi che passeggiava per la città di pomeriggio.

(Forse ho alzato un po' troppo il gomito ieri sera, per essere una delle prime volte che bevevo. Ne ho subito fin troppo le conseguenze stamattina. Be' posso anche consolarmi. Ginta non sarà certo messo meglio di me.)

Arimi sorrise fra sè e sè pensando alla causa della sua prima sbornia.

(Ma d'altronde una vittoria come quella era da festeggiare!)

Aveva quasi voglia di gridare "Il mio fidanzato è il campione di tennis del Giappone!", ma si tratteneva per non provocare le risate dei passanti che le stavano intorno. Aveva già provocato abbastanza ilarità ai campionati di tennis.

(Ha realizzato il suo sogno... il suo viso era contento come quello di un bambino ieri. E se è felice lui, lo sono anch'io ... almeno credo.)

Arimi sospirò e poi alzò il viso al cielo.

(Fortuna che c'è questo sole a rallegrarmi!)

In quel momento l'attenzione di Arimi venne catturata da qualcosa. I raggi di sole riflessi sulla vetrina del negozio le davano leggermente fastidio, mentre era intenta ad osservare i vestiti da sposa con particolare attenzione. In verità non era quello il negozio a cui era interessata, ma già che c'era era meglio se dava un'occhiata ad ogni modello che le si presentasse sotto gli occhi. Ancora non aveva deciso neanche che tipo di abito voleva!

E intanto, almeno, trascorreva in modo utile il tempo, mentre aspettava Yayoi, con cui si era data appuntamento per andare a scegliere tutto quello che le serviva per il suo matrimonio con Ginta.

(Eh, già! Tra due settimane sarò una donna sposata!)

Pensò la ragazza appoggiandosi su un muro accanto alla vetrina del negozio.

(E pensare che mi sembra ieri che correvo dietro a Yu come una ragazzina...)

A quell'ultimo pensiero un sorriso apparve sul viso della ragazza, che chiuse gli occhi, godendosi la brezza leggera che soffiava in quella bella giornata di Luglio.

"BUH!"

Arimi aprì gli occhi di scatto e balzò in avanti, finendo addosso a Yayoi, che, appena arrivata, aveva pensato bene di farle un piccolo scherzo.

"Ahia! Ma chi?... Ah, Yayoi. Mi hai fatto prendere un colpo!" disse Arimi rialzandosi.

"Ah, ah" rise come per sdrammatizzare Yayoi, "Scusa, è solo che mi sembravi così tranquilla che mi è parso divertente farti un piccolo scherzo. Come facevo a sapere che mi saresti finita addosso?!"

"Bllhhhh!" Arimi tirò fuori giocosamente la lingua, "Colpa tua! Prima mi spaventi e poi ti lamenti delle conseguenze!"

"Ti ho già chiesto scusa!" feceYayoi ad Arimi che si era voltata di spalle offesa.

Arimi si voltò sorridente, "Ma sì, ti ho già perdonato! Volevo solo farti penare un po'!"

"Ma sei diventata proprio cattivella e discola, Arimi. Prima non eri così! Chissà che cosa ti ha fatto cambiare, eh? Be', vediamo. Prima possibilità: Ginta, seconda possibilità: il tuo imminente matrimonio, terza possibilità: qualcosa che non so forse?"

Arimi cambiò leggermente d'espressione, per poi ritornare subito dopo all'espressione felice di prima.

"Be' credo tutte e tre le cose." rispose, cominciando a camminare.

Yayoi rimase sorpresa sul momento, poi correndo dietro ad Arimi, le chiese "C'è qualcosa che non va Arimi? Se ti va, puoi dirmelo."

Arimi stette in silenzio per un momento, come per riflettere, poi cominciò a parlare.

"E' vero, in questi giorni sono forse un po' più euforica del solito, ma è perchè cerco di nascondere una tristezza che sento dentro .... be', non è proprio una cosa triste, ma ... ecco... forse mi procurerà tristezza in futuro." Arimi guardò l'amica Yayoi, che aveva uno sguardo tra il confuso e il preoccupato.

"... parto, Yayoi. Dopo il matrimonio, Ginta mi ha proposto di seguirlo in Inghilterra, perchè possa meglio dedicarsi al tennis. Sai, gli hanno offerto un posto come allenatore di tennis in un circolo esclusivo, che potrà di tanto in tanto lasciare se vorrà dedicarsi al tennis agonistico. Dicono che lo potrà sponsorizzare una loro grossa compagnia... in altre parole, è un'occasione da non perdere!" concluse Arimi, facendo un sorriso triste.

Yayoi era triste anche lei. Ma la vita non era la sua e sentiva che doveva far capire all'amica ciò che era meglio per lei, indipendentemente dal fatto che lei si sentisse giù al pensiero di non poterla più vedere. "E a te va bene così Arimi?"

"Sì. Perchè da Ginta non posso stare lontana un minuto, e poi sai, per me che sto studiando psicologia e so l'inglese ci potrebbero essere buone opportunità di far carriera e, chi lo sa, magari un giorno, potrei crearmi uno studio tutto mio! E' solo che ... mi dispiace. Dovrò lasciare tutto quello che ho sempre avuto. I miei genitori, i miei amici," e così dicendo la guardò, " e tutti i ricordi che ho di qui. Ho passato la mia vita in questi posti e ancora non me ne sono andata, e già sento la nostalgia!"

Yayoi la guardava più tranquilla. Arimi sapeva quello che voleva, solo aveva bisogno di essere rassicurata.

"Ma dai!" disse dandole una pacca amichevole sulle spalle, un gesto davvero poco femminile ma allo stesso tempo usuale solo fra amici di lunga data.

Arimi cadde leggermente in avanti per il colpo, e si voltò a guardarla attonita.

Yayoi le sorrise fiduciosa, "Ci stai solo pensando troppo!" disse ancora con voce allegra. Poi con un improvviso cambio di tono, continuò, "Vedi Arimi, tu ed io siamo ancora giovani ed abbiamo una vita davanti. Lascia la nostalgia a quando avrai dei nipotini a qui raccontare le tue imprese giovanili. Adesso pensa al futuro e non guardarti indietro. Vedrai che non avrai il tempo di sentire la nostalgia tanto sarai occupata a sistemare il tuo nuovo nido d'amore e la tua vita da sposina felice. I ricordi che hai vissuto fino ad ora, li puoi sempre custodire nel tuo cuore, nessuno te li porterà via. E quando avrai voglia di rivederci, potrai sempre tornare qui. Ci troverai tutti ad accoglierti a braccia aperte, o almeno per quel che riguarda me, possoi assicurarti che sarà così."

Arimi si riscosse dall'apatia in cui si era rintanata fino a quel momento, commossa dal discorso di Yayoi. Facendole il verso, e comportandosi come un maschiaccio, le cinse le spalle con un braccio, tenendo il pugno stretto.

"Hai ragione! Pienamente!"

"Certo che sì!" fece la saputella Yayoi, "E poi Ginta non farà mica il giocatore professionista a vita, no? Su, adesso andiamo a sceglierci questo abito!"

Arimi la sciolse dalla stretta ed insieme camminarono verso il centro della città, dove sapevano che c'era un rinomato negozio di abiti da sposa. Arimi era un po' restia ad entrare dopo aver guardato i pezzi esposti in vetrina.

"Questi abiti sono troppo belli! Costeranno un'occhio della testa!"

"Oh, andiamo! Ti sposi una sola volta nella vita, non fare la tirchia! Neanche fossi tu a pagare, poi!"

"Lo so, ma non posso approfittare in questo modo dei miei genitoooooriiiii!!! Ferma Yayoi, non tirarmi così! Va bene ci vengo!" disse Arimi.

Le due salirono una scalinata piuttosto alta, ben illuminata da splendide lampade, le cui pareti erano ricoperte di specchi decorati in stile antico.

(Eh sì, proprio un negozio di lusso! Spero di sopravvivere fino al matrimonio, dopo che avrò detto ai miei genitori il prezzo del vestito! .... Ma sì, in fondo si sono offerti loro di pagare tutto!)

Yayoi era in cima alla scala, davanti alla porta del negozio e aspettava Arimi, che era anche lei in dirittura d'arrivo.

All'improvviso si sentì urlare dall'interno del negozio.

"FERMO!"

Un cane di grossa stazza sbattè con violenza la porta e prese a correre giù per le scale verso la strada.

Arimi, presa di sorpresa, fece un passo all'indietro.

Si sentì mancare la terra sotto i piedi.

Di scatto provò ad afferrare lo scorrimano, ma non fece in tempo.

L'ultima cosa che vide fu lo sguardo spaventato di Yayoi.

L'ultima cosa che sentì furono i latrati del grosso cane, che le sembravano sempre più vicini, man mano che cadeva a terra e finiva ai piedi di quello.

Il grosso cane lanciò un guaito addolorato: lui voleva solo giocare.


CONTINUA...