HOPE




<< io non ti ho mai odiato Shion… >> mi guardò triste il sorriso ancora flebile sul volto, gli occhi aperti a cercare di guardare un mondo che oramai non gli sarebbe più appartenuto, mi sorrise

lo sguardo spento, mi sorrise poi girò lo sguardo, la testa poggiata sul cuscino, il suo profilo dritto davanti a me.

Mi voltai un attimo per cercare un assenso da Shyuh e mi ritrovai di fronte alla grande finestra della camera, quella finestra che un tempo mi faceva vedere stelle e pianeti lontani ed ora rifletteva solo la luce scuro di uno spazio troppo infinito…

Mi sentii persa, persa in quella marea di onde buie che vorticavano intorno al satellite, persa in quel luogo dimenticato dove non c’era vita

Dove la vita di chi amavo con tutta me stessa ora si stava spegnendo lentamente, la fiamma che sempre riusciva ad accendersi in lui, come un fuoco a cui manca l’ossigeno anche lui stava morendo, lentamente e inesorabilmente si stava distruggendo nel letto della sua stanza…

Stavi morendo, stavi morendo piccolo mio, pian piano il tuo corpo si era fatto più piccolo, sempre più piccolo e la tua pelle accesa si stava trasformando in un vestito candido

Le mie mani, le mie mani che delicate cercavano ancora di tendere la tua vita addormentata, di tirare i fili e farti provare emozioni, di farti parlare, di non andartene aspettando ogni giorno la morte ma di sperare, anche se oramai ogni speranza nel mio cuore era morta

"io non ti ho mai odiato Shion" solo questo eri riuscito a dire dopo tanti giorno di silenzio e di implacabili tormenti… Shyuh dice che a questo punto non si può fare altro che sperare…

ma sperare in cosa?

In cosa potevamo sperare noi… la mia speranza si era ridotta ad un mucchietto di cenere, bruciata come il tempo di quei giorni spesi al suo capezzale, ferma immobile a tenergli la mano, a stringergli una vita che oramai non mi rispondeva più…

Mi voltai, ora mi stava fissando quei due occhi chiari che fremevano di tanto in tanto per una sensibile emozione che nemmeno riconoscevano più, gli sorrisi carezzandogli la fronte…

non volevo parlare

Perché avrei dovuto, non sarebbe servito a nulla, le parole in quel momento sarebbero solo bastate a chiarire pensieri e idee già esistenti, già vere e vive nei nostri cuori

Parlare non serviva

Continuai a guardarlo con gli occhi socchiusi a cercare di infondergli un po’ di tenerezza, carezzandogli i capelli sperando che in quel gesto potesse ritrovare il coraggio di una volta, l’allegria di quegli occhi che non mi guardavano più come al solito ma che riuscivano solo a fissarmi dietro una patina oscura, dietro ad un velo di nebbia e fumo che distorceva i pensieri e li modellava a suo piacimento, non sapevo nemmeno se in quei momenti era capace di capire chi ero, di capire quello che dicevo… rimasi ferma ad aspettare un tuo pensiero per molto molto tempo, immobile, senza voglia di mangiare ne di dormire

Il braccio destro coperto di fori per le punture, per i tentativi di salvarti… inutile, inutile se tu stesso sentivi di non riuscire più a vivere, se tu stesso capivi che la tua vita ti stava fuggendo dalle mani

<< che ore sono >> la voce flebile come al solito, il fiato lento e caldo che ti usciva dalla bocca e quello sforzo immenso per dire qualche parola

<< tardi… dormi un po’ oramai è notte >>

<< devi riposare… >> risposare… non volevo dormire, avrei voluto solo sognare, morire e sognare per sempre, sognare il tuo stesso sogno senza mai stancarsi di viverlo

<< non preoccuparti, non sono stanca >>

e mentre quella tua agonia ti distruggeva io cercavo di distrarre la morte con le carezze di una madre, con i gesti teneri che ti avevo sempre rivolto…

a che servirà mai vivere in questi momenti, a soffrire, a morire tristemente ed esserne consapevoli, a vederti che chiudi gli occhi e ti addormenti e dentro pian piano morire anche io

<< il sonno è tranquillo… respiri flebili e regolari >> Shyuh si avvicinò posandomi una mano sulla spalla << e tu dovresti fare come lui… ti chiamo appena si sveglia >>

scossi la testa

<< tra poco non potrò più stare qui… il pericolo di contagio sarà troppo alto, allora potrò anche riposarmi >> si avvicinò alla mia testa e posò un bacio tra i miei capelli

<< allora rimani piccola Enjyu >> poi se ne andò lasciandomi di nuovo sola in quella stanza con il suo respiro flebile a farmi compagnia

E in un battito d’ali un giorno moristi

Moristi e portasti con te tutti i tuoi sorrisi tutte le tue risate, i tuoi dolci occhi da bambino…

Tutte le immagini di te che tenevo nel mio cuore scomparvero, l’unica cosa che riuscivo a farmi tornare alla mente era il tuo viso, i tuoi occhi semiaperti che fissavano il vuoto, che fissavano il nulla, ma davanti a quel nulla c’ero io

<< sei ancora qui vero… >> la voce più bassa del solito << chiama Shyuh per favore… non mi sento molto bene >> io che mi alzavo di fretta, la sua mano in una debole stretta

<< tutto a posto Gyoku? >> un ultimo sorriso gli attraversò il volto come un lampo

<< grazie >> poi non ebbe più la forza e mollò la presa

non lo rividi più, ore ed ore ad aspettare davanti alla porta chiusa e sperare…

anche se oramai era troppo tardi anche per sperare

<< ragazzi ascoltatemi con calma… Gyokuran è morto >>

e che importava a quel punto sperare, aver vissuto una vita, aver sofferto aver pianto…

che importa a quel punto fingere di essere vivi solo perché riusciamo solo a respirare…

respirare la stessa aria che respiravi tu… ed ora, ora chiuso in quella bara di metallo e vetro riconosco il tuo volto, i tuoi capelli biondi sparsi e disordinati, la tua pelle chiara che si è fatta veste sopra di te

i tuoi occhi chiusi, inesorabilmente chiusi su quel mondo che ci ha tolto tutto, quel mondo che presto avrebbe tradito anche noi…

a che serve ora sperare…




FINE