DOLLS

 

Centro Commerciale Marilyn's, Washington DC.
Yumi Izawa uscì felice dal Barbie's Club, in borsa la sua nuova Barbie, Liz Taylor vestita come in Cleopatra. Erano le sei e un quarto ormai, doveva reintrare a casa, vicino al Campidoglio, farsi una doccia e poi sovrintendere alla cena di lavoro di suo padre. Dopo la morte della madre era lei a doversi occupare di quello. Si incamminò giù dalle scale mobili, verso il parcheggio. Dietro di lei tante persone camminavano.. poi sempre meno.. poi una sola.. Yumi si diresse verso la sua Daewoo parcheggiata. Di colpo due mani la afferrarrono, una stringendole un bavaglio contro la bocca.. Un bavaglio intriso di qualcosa... Yumi tentò di camminare, ma poi cadde... Lui le fu addosso.. Eccone un'altra, un'altra a cui bisognava insegnare a vivere....

Frances Scully girò nella strada che le era stata indicata. Eccola qui la casa. Eccoli lì sua cugina e il marito. La cugina Dana. I suoi genitori avevano accettato di malumore la sua scelta di laurearsi in lingue orientali a Berkley ed ora un suo lavoro in una casa editrice che traduceva fumetti giapponesi a Washington appariva a loro quanto mai contro corrente. Avrebbe avuto uno stipendio? Sì, ma meglio che abitasse da Dana, una persona seria, un agente federale...
Frances ricordava una donna con cui non aveva mai avuto molto a che fare.. C'erano parecchi anni di differenza, quasi dieci. E poi non era fantasiosa e fuori di testa come la cugina Missy.. Povera Missy, era morta. Ma la Dana che le venne incontro era simpatica, benevola.. per non parlare del marito.. Come è già che si chiamava? Fox Mulder.. Il collega di Dana.
"Benvenuta!", disse Dana abbracciandola.
"Benvenuta anche da parte mia". Fox era alto, di bell'aspetto ma non leccato, simpatico...
"Scusatemi se vi disturbo.. non vorrei mai stare con voi, ma sapete come sono fatti i miei.. appena ingrano con il lavoro mi troverò un appartamento per conto mio!"
"Nessun problema", disse Scully, "un'ora fa è arrivato il corriere con la tua roba, lo spazio per te c'è, avrai una camera e il bagno. E non credo proprio che ci disturberai. Tu sei grande e hai la tua vita, io e Mulder abbiamo la nostra. Spesso anzi saremo via per lavoro. O ci fermiamo a dormire giù in città nell'appartamento da scapolo di Mulder o siamo in giro.. Per cui..."
Bene, il soggiorno si presentava piacevole. Dana era più carina di come la ricordava. Curioso che lei e Fox si chiamassero per cognome.
"Se ti serve una mano per disfare i bagagli chiama!", disse Scully.
Frances annuì ed iniziò a mettere tutto a posto. Aveva un suo ordine mentale, in tanto caos. I suoi abiti, tutti in un cassettone. Le librerie, stipate di libri, fumetti, art book e videocassette. La sua collezione di gadget ispirati ai manga e agli anime. Il suo computer. Il televisore con videoregistratore. I poster di Sailor Moon, di Rayearth, di Ranma, di Lamù, di Lady Oscar. La sua passione diventata lavoro.
Ad un tratto Scully entrò nella sua stanza, con in mano un po' di frutta.
"Ti farà piacere.. accidenti, posso chiamare Mulder, credo che adorerà questa camera!"
"Sono felice che qualcuno mi apprezzi..."
"Dai, Frances, perché dici così? Sei una ragazza in gamba, piena di interessi e passioni, stai per fare il lavoro dei tuoi sogni..."
"Vedi..." Frances sentiva che poteva parlarne con Dana. "Mamma e papà preferirebbero una figlia diversa, meno matta.. Sono mesi che rompono, soprattutto da quando quella smorfiosa di Catherine, sai quella che doveva essere la mia amica del cuore, si è sposata!"
"Frances.. Io ho sempre ragionato come te. Facevo cose diverse, è vero, ma ho studiato per anni, prima fisica, poi medicina, poi a Quantico.. E' giusto che tu alla tua età ti realizzi.. Poi, se quando sarai più grande troverai una persona come Mulder per me, allora..."
"Il solito discorso!"
"Vedi.. io ero piuttosto scettica.. Mulder è stato prima di tutto un collega di lavoro.. a cui mi sono affezionata. Poi è diventato il mio migliore amico. Ho scoperto che non eravamo diversi, che avevamo molto da dirci e tanto da darci. Poi mi sono innamorata di lui. E alla fine.. beh poi siamo arrivati a sposarci. Fai bene a non avere fretta. La fretta è cattiva consigliera. Io ho aspettato ed ora sono felice. Io e Mulder siamo in simbiosi in tutto.. Ed è meraviglioso!"
Frances rimase in silenzio e in quel momento entrò l'argomento del discorso. Dallo sguardo che Frances vide che lanciava a sua cugina, capì che amore c'era tra loro. Un amore vero, non da spot pubblicitario.
"Che bella camera!", disse Mulder, stringendo istintivamente la mano a sua moglie.
Frances ringraziò. Beh, almeno era con gente simpatica.

Ho aspettato questo momento con ancora più impazienza delle altre sere. La mia Scully ha detto cose splendide su di me. E io devo ricompensarla... Chiudo la porta della nostra camera e prendo la sua bocca con la mia. La accarezzo e piano piano inizio a spogliarla.. La ricompensa... La spingo sulla poltrona, le allargo le gambe, libero il suo corpo e butto la mia bocca lì. I suoi gemiti mi inebriano... Geme e sussurra mentre mi impegno a dimostrarle il mio amore e il mio desiderio con bocca, lingua, dita.. Lo faccio finché non viene più volte e poi ora posso pensare al mio di piacere... Mentre mi spoglio lei delicatamente bacia la cicatrice sul mio petto di quella volta che mi sparò.. Io bacio la base del suo collo... E poi ci stringiamo di nuovo, sono dentro di lei, una cosa sola con lei...
Ci siamo sposati. Ma nel mio cuore io ero sposato con lei dalla prima volta che l'ho vista. La rompiscatole mandata a rompermi le uova nel paniere... Una donna che ho adorato subito.. La persona giusta per me.. Sul mio petto mi sembre di sentire ora le sue lacrime. Lo fa spesso, dopo che facciamo l'amore. Credo che sia il rimorso di non potermi dare un figlio. Io sto zitto e la cullo. La mia adorata Scully che ha una cuginetta straordinaria e che dice cose bellissime. La mia amica, alleata, collega, compagna ed amante.
Siamo diventati amanti come ultima cosa.
Al suo ritorno dall'Africa, al mio ritorno dalla follia. Quando quel giorno che venne a dirmi che Diana Fowley era morta le chiesi di rimanere con me.
Rimanemmo a lungo sul divano, le mani unite, senza dire niente. E poi, dopo anni che mi trattenevo, che la desideravo in silenzio, la presi tra le mie braccia e la baciai. Un bacio dolce ma vero.
E lei mi fissò con i suoi occhi stupiti e ricordo come si rannicchiò contro il mio petto.
Le sussurrai:
"Scully, è la tua ultima possibilità di andartene.. Tra poco non risponderò più delle mie azioni..."
E lei mi rispose:
"Mulder.. io.. succeda quello che deve succedere.. Ti chiedo solo scusa anticipato.."
"Per cosa?"
"Non sarò un gran che..."
Mi viene sempre da sorridere pensando a quelle parole.. Perché la mia algida Dana Scully, quella volta si trasformò da timida e fredda in una vera furia..... Lei mi ha detto che sono stato io a farla cambiare.. Io ho solo fatto quello che dovevo.. Ho preso possesso del suo corpo.. in ogni modo possibile.. Beh, alla fine ho capito che le avevo dato il suo primo orgasmo. E orgoglioso l'ho stretta a me.. Con lei è sempre stato tutto bello e soddisfacente. Sesso compreso.
La abbraccio più forte e prima di addormentarmi passo un dito sui suoi capezzoli, ancora rigidi ed arrossati per il lavoro della mia bocca e le infilo un dito dentro. Umidissima.. Certe cose è proprio meglio farle che vederle nei film porno.

Miami.

Il salone della casa di Gonzales era bellissimo, ma pesante, tra stucchi spagnoleschi e marmi italiani. Alex Krycek si sentiva a disagio. Non gli piacevano i narcotrafficanti. Proprio niente. E non capiva perché uno di loro, il più potente, lo avesse convocato.
Pedro Gonzales era un vecchio pieno di rughe, dagli occhi scuri e intimidatori. Gli venne incontro:
"Mi hanno parlato molto bene di lei".
"Davvero? Vede, io..."
"Lo so: la droga non fa parte dei suoi interessi. Non è per la droga che l'ho chiamata".
Pedro Gonzales tirò fuori una foto e la porse ad Alex.
Alex la guardò: una ragazza, dai capelli scuri e lunghi, e dagli occhi verdi, giocava con un gatto persiano.
"Mia nipote Olga. L'unica figlia del mio unico figlio morto. Scomparsa da cinque giorni".
Alex stava per dirgli che forse poteva trattarsi di una qualche vendetta di altri clan, ma Gonzales lo prevenì:
"Nessuno del giro oserebbe fare qualcosa a lei. C'è qualcosa di peggio. Mia nipote sta a Washington, città che lei conosce molto bene. Ha 23 anni. Sta per laurearsi in veterinaria. Avrà molti soldi. La deve ritrovare e punire chi ha osato farle del male. Qui c'è tutto quello che so."
Alex stava per dire che lui di solito faceva altro quando sfiorò distrattamente la foto con un dito.
Di colpo un lampo gli attraversò la testa. Era in uno stanzino buio... Era Olga.. E qualcuno voleva farle del male... Qualcosa nella sua mente lo portò ad annuire. Doveva salvarla. Doveva.
In aereo per Washington, Alex iniziò a dare un'occhiata alla documentazione su Olga Gonzales. Suo padre era Ernesto Gonzales, sua madre si chiamava Dorothy Sanders. Erano morti entrambi quando la bambina aveva otto anni in un incidente. Olga era cresciuta tra governanti e camerieri, il nonno l'aveva sempre aiutata da lontano. Adorava gli animali. Soprattutto gatti e cavalli. E studiava da veterinaria. Frequentava compagni di università e gente del canile dove faceva volontariato. Praticava equitazione. Ed era sparita. Alex cercò di capire se la morte dei genitori di Olga fosse stata voluta, una vendetta. No. Era stata fatalità, adoravano entrambi la montagna, ed erano caduti nel Grand Canyon. Alex si assopì un attimo..
"Puttana, tu preferisci i libri e le bestie al tuo vero dovere di donna... Ti insegnerò io a compiacere un uomo, e a fare la superiore..."
Delle mani che strappano vestiti, si è indifese, e poi lui ha qualcosa in mano, qualcosa di osceno, per farmi male....
Alex si svegliò con un sussulto mentre l'hostess annunciava l'arrivo a Washington.
Era appena fuori dal gabbiotto della Hertz, dove aveva affittato un'auto, quando il suo cellulare squillò. Non poteva essere Gonzales. Era quell'altro.
"Alex.. in Florida c'erano cose interessanti?"
"Le ho già detto che io lavoro per chi voglio!"
"Certo.. ma un vecchio datore di lavoro non va mai dimenticato.. ti ricordo che devi riprendere la sorveglianza dei nostri due piccioncini..."
La parola piccioncini fu detta con tono sarcastico. Krycek si sentì risentito. Mulder e Scully non lo avrebbero mai creduto, ma lui era felice per loro. Si amavano. Le uniche due persone al mondo di sesso opposto che aveva mai visto amarsi davvero. C'era qualcosa di strano che lo attirava verso di loro.. In ogni caso Skinner doveva, pena gravi problemi, rivelargli ogni cosa su Mulder e Scully.

Siamo appena arrivati in ufficio, il vantaggio di essere sposati con la propria collega è che non ci sono più ritardatari. Stiamo controllando la posta elettronica, c'è una tipa che racconta di essere stata rapita dagli omini verdi, la sua storia sembra un B-Movie di fantascienza anni Cinquanta, io e Scully la liquidiamo così.
Squilla il telefono: è Skinner. Ci vuole nel suo ufficio. E' una cosa importante.
Ci accoglie insieme ad un uomo, un orientale, più o meno suo coetaneo.
"Signor Izawa, questi sono gli agenti Mulder e Scully. Mulder, Scully, Hiroshi Izawa, ambasciatore del Giappone negli Stati Uniti."
"Piacere", dico io piegando leggermente la testa, come è d'uso. Izawa ci guarda e poi guarda Skinner, che porge a me e Scully un fascicolo.
Una ragazza orientale, giovane e bellissima, ci sorride dalle foto.
"Ieri pomeriggio Yumi Izawa, figlia dell'ambasciatore Izawa, non è tornata a casa. Sospettiamo che possa esserle successo qualcosa di grave", esordisce il nostro vicedirettore.
"Quanti anni ha e cosa fa sua figlia?", chiede Scully.
"Mia figlia", dice Izawa in un inglese quasi perfetto, "ha ventun anni e studia alla scuola per diplomatici. Per il resto colleziona.. bambole e pratica equitazione. Ha diverse amicizie normali, e non è mai in ritardo. Vi prego..."
"Ha già ricevuto telefonate con richieste di riscatto?", chiedo io.
"No. E questo mi preoccupa ancora di più..", risponde lui.
"Indizi?", chiede Scully.
"C'è l'auto di Yumi parcheggiata dove ha fatto le ultime commissioni. Anche i suoi acquisti. Agenti Mulder e Scully, ritengo che voi abbiate la sensibilità e la preparazione di seguire questo caso. Lo affido pertanto a voi..", conclude Skinner, che promette poi ad Izawa di seguire lui stesso lo sviluppo delle indagini.
Quando scompare una giovane donna, chiamano sempre me.. Sono un esperto, con una sorellina mai più tornata e la mia Scully rapita... Ma se riesco a fare queste cose lo devo solo a Dana e alla sua forza. Raggiungiamo subito il resto della squadra al Marilyn's.

Io piano piano ispeziono la Daewoo di Yumi: libretto di circolazione, documenti di revisione, un libro di diritto internazionale, un gattino di peluches. Con i ragazzi controlliamo se ci sono impronte, o tracce di qualcosa. Ma dubito. Mi inginocchio per terra e raccolgo la borsetta di Yumi, messa in un sacchetto. Delicatamente la apro: ci sono duecento dollari, tre carte di credito, un pacco di kleenex, un portafoglio in pelle, uno specchietto da borsetta. Non è la rapina il movente. Guardo la Barbie Liz Taylor. Una buona idea chiedere al negozio dove l'ha comprata. Altra buona idea guardare se ci sono dei filmati ripresi dalle telecamere a circuito interno.
La signorina Burnett, proprietaria di Barbie's club, è seriamente choccata e preoccupata:
"Conosco Yumi da anni, viene sempre a comprare da me e porta sempre sue amiche collezioniste. La vedo anche quando facciamo le fiere. Ieri era normale, normalissima, ha comprato Liz Taylor in Cleopatra, ha scambiato due parole e poi mi ha detto che doveva andare a casa perché aveva una cena con suo padre."
"Le ha mai detto cose strane?", chiede Scully.
"No... aspetti, una settimana fa mi disse che aveva l'impressione che qualcuno la seguisse qui dentro al centro commerciale. Mi disse che era un po' di tempo che aveva quest'impressione.."
Con Scully guardiamo le registrazioni nel parcheggio. E ad un tratto vediamo in lontananza una figura che salta addosso ad una ragazza che sembra Yumi, e la trascina via dalla visuale. Purtroppo non c'è altro, ma ora sappiamo che è stata rapita. Cerchiamo di allargare il particolare, ma è troppo piccolo. Occorre agire anche in altro modo.
Chiamo i Gunmen, e li prego di controllare il computer di Yumi ed ogni eventuale movimento intorno alla sua famiglia. E poi con Scully decidiamo di andare a fondo nella vita di lei.
Non che ci sia molto da scoprire. Una scuola che la occupa dieci ore al giorno e la passione per la collezione delle bambole. Ogni tanto qualche cavalcata. E un amore per la musica classica e l'opera. Beh, iniziamo dalla scuola.

Alex Krycek si affacciò alla porta di miss Marge, la portinaia della casa dove c'era l'appartamento di Olga.
"Signora? Sono un detective privato, sto indagando sulla scomparsa della dottoressa Gonzales, la veterinaia..."
Un donnone gli venne incontro:
"Sono disperata... una così brava ragazza.. ma dove può essere finita.. ci sono i suoi gatti nell'appartamento... tutto come lei l'ha lasciato..."
"Io sono qui per scoprirlo.. mi aiuti a scoprirlo..."
Alex salì al secondo piano. Aprì la porta e si trovò in un alloggetto che rifletteva in pieno l'amore di Olga per gli animali, e non solo per i due gattoni meticci che dormivano su un divano e che gli vennero incontri, speranzosi che fosse tornata Olga. C'erano poster di animali, animali di peluche, libri sugli animali. Persino un acquario, stranamente simile a quello di Fox Mulder.
Alex aprì il computer e ispezionò le directory, piene di casi clinici sugli animali, di relazioni, di poesie sui gatti, di foto. Gli amici di penna di Olga erano tutti animalisti, di varie parti d'America, e due italiani anche. Da nessuna lettera venivano fuori minacce o cose strane. Olga era una ragazza amata..
Alex pensò alla vendetta di qualcuno di geloso.. non c'erano accenni all'attività del nonno. Solo alcune lettere su carta, in un cassetto, piene d'amore del vecchio Gonzales. La perquisizione continuò per un paio d'ore. Non c'erano tracce di niente.
Miss Marge aprì la porta con una brioche per Alex.
"Lavorava oltre il giardino, qui di fronte, nelle case di là..."
"Non parli di lei al passato", disse Alex, "la ritroverò.."
"Lo spero..."
"Signora, le aveva mica parlato di telefonate minatorie o altre stranezze?"
"Beh... mi aveva detto di non far entrare nessuno per lei..."
"Capisco.. perché?"
"Boh, non so..."
Alex si guardò attorno un attimo e poi ebbe una folgorazione: non centrava magari niente ma non aveva ispezionato la pattumiera.
Aprì l'immondizia sotto il lavandino della cucina: scatolette di cibo per gatti, il nailon che avvolge le riviste aperto, la sabbia usata dai gatti, altra immondizia varia.. e una videocassetta.
Alex la studiò: non era rotta... La mise nel videoregistratore e sentì il suo cuore fermarsi.
Qualcuno aveva filmato Olga.. Al lavoro, dietro la finestra.. In casa.. Mentre faceva jogging... Con sopra delle scritte che dicevano: "Tu sarai solo mia!"
Olga si era spaventata ed aveva buttato via la cassetta.. Alex sentiva la sua paura... Il suo disgusto... Mise da parte la videocassetta.. Skinner aveva un patto con lui.. Un patto che doveva mantenere... I laboratori dell'FBI erano molto efficienti quando volevano...
Prima però voleva fare un sopralluogo nel giardino pubblico davanti a casa.
"Attraversava il giardino per andare a lavorare?", chiese a Marge.
"Sì, sempre.. Amava molto stare in mezzo al verde...."
Continuavano a parlare di lei al passato. Brutto segno.
Alex si addentrò nel giardino. Un bel giardino pubblico. Ma solitario. Troppo solitario. Il posto ideale per sorprendere una persona.. Alex vedeva una scena.. Olga che attraversava il giardino per tornare a casa.. il bastardo dietro... riusciva a sorprenderla.. C'erano degli alberi.... alberi alti... Alex si voltò e scrutò in una siepe... C'era uno strano involto. Si avvicinò.. Era una borsa blu, piuttosto grande.. una di quelle borse sportive... Buttata per terra.. Alex la aprì. Un portafoglio con 200 dollari e carte di credito. Due libri di anatomia animale comparata. Qualcosina di necessaire di toeletta per una persona che lavorava molto. Una patente e un documento. Olga Gonzales. Era roba sua.
Raccolse le prove e corse all'auto. La telefonata a Skinner diventava importante...

La scuola per diplomatici accoglie me e Scully. Il direttore Benning ci accoglie dopo poco. Non ha molto da dirci su Yumi: ragazza modello, studentessa modello, intelligente ed in gamba. Ci dà il permesso di fare domande in giro, ad insegnanti e studenti. E io e Scully le facciamo. Ma non viene fuori niente che possa aiutarci. Yumi era precisa, molto precisa e molto orgogliosa dei suoi studi. Adorava suo padre. Aveva questo lato bambino della collezione di bambole. Punto. Nessuna stranezza, niente di niente. Mentre in auto stiamo riordinando le idee per capire dove andare a fare domande e come muoversi, ci telefona Byers. Ha trovato una mail nel computer di Yumi in cui dice ad una sua amica collezionista di Barbie, tale Carrie di Los Angeles, che c'è un tipo che la perseguita mandandole lettere normali oscene e altre cose. Tutto sta a trovare queste cose. Crediamo entrambi che Yumi le getti via.
Ci precipitiamo a casa di Izawa e chiediamo il permesso di poter ulteriormente perquisire la camera di Yumi ed eventualmente l'immondizia. Nella stanza della ragazza c'è un bellissimo caminetto. Scully nota dei pezzi bruciati di alcuni foglietti. Li prende e li mette in una busta. Li faremo esaminare. Nell'immondizia troviamo una videocassetta, mezza scassata. Byers la rimette a posto quel tanto per farci capire che qualcuno ha filmato Yumi per giorni interi. Mentre va a scuola, mentre va a fare shopping, mentre mangia... Anche in camera sua, ripresa dal basso. Notiamo che la casa di fronte alla casa di Izawa, che si affaccia come quella su un bellissimo viale pieno di alberi, ha un ponteggio. Niente di più probabile che il maniaco, di sera, sia montato lì per osservare e filmare Yumi. Sa anche come si fa un po' di montaggio, visto che sulle immagini ci sono scritte come Sarai mia e Non mi sfuggirai.
Yumi ha una vita regolare e piena. Occorrerà ancora lavorarci sopra molto per capire come e dove può aver incontrare il suo rapitore. Lo dico di nuovo a Scully, anche prima di addormentarmi. E lei è d'accordo con me.

Lui si tira su. Carina la nuova vicina di casa. Sta cominciando a stancarsi di quelle due stronzette sotto in cantina. Per quanto le umili, per quanto lui sia superiore a loro, dopo un po' stancano. Senza contare tutte quelle venute prima. Quasi meglio per la prossima giocare in casa. Niente più giri tra ristoranti, maneggi e centri commerciali. Ora bisogna solo che capisca se è della solita pasta, quella che gli piace piegare e spezzare. Tanto poi sono come bambole, prima o poi si rompono. Meglio, così non torneranno mai più in giro a fare le stupide e a credersi migliori dei loro padroni. Anche quella è come le altre. Anche quella sarà divertente e poi verrà voglia di buttarla via. Ma prima sarà divertente. Sì, riconosce il tipo. Lavora. Male. Ha studiato, ha la stanza piena di libri.. e di altre cavolate, fumetti e disegni strani, tutte scemate. Lui le farà vedere chi comanda. Deve stare attento al lui e alla lei con cui la tipa vive, sembrano due piantagrane, probabilmente sono della polizia. Ma alla fin fine se la saprà cavare.

Skinner entrò nell'auto e si accorse di non essere solo. Conosceva troppo bene l'altro uomo.
"Krycek, cosa vuoi da me?"
"Fare esaminare nel laboratorio dell'FBI alcuni oggetti che ho raccolto per lavoro.. Una ragazza scomparsa... E poi sapere a cosa stanno lavorando i nostri due amici..."
"Non credo che tu sia diventato di colpo onesto.. In ogni caso, Mulder e Scully non credo che stiano creando problemi ai tuoi datori di lavoro.. indagano sulla scomparsa di una ragazza, la figlia dell'ambasciatore giapponese..."
"Interessante.. voglio saperne di più.. Procurami i loro dossier..."
"Krycek, lasciali in pace..."
"Vedi.. sai che mi devi aiutare..."
Skinner annuì, Krycek poteva ucciderlo in un attimo. Si ripromise di portare le prove in laboratorio. Ma i dossier erano tutti in mano a Mulder e Scully, che se li erano portati a casa.
"Beh, credo che li andrò a trovare..", disse Krycek, allontanandosi in auto.
Skinner scosse la testa. Doveva stare al gioco. Consegnò in laboratorio il materiale, una borsa e una videocassetta e poi si diresse a casa. Purché non facesse loro del male...
Erano le undici passate quando Krycek arrivò sotto casa di Mulder e Scully. Parcheggiò l'auto e fece per scendere.. Forse stavano già dormendo, o chissà facendo cosa.. Notò che nella casa vicina c'era qualcuno che si attardava sveglio.. Di colpo una sensazione lo fece vacillare. Era legato.. qualcuno lo stava picchiando, voleva violentarlo con un fallo finto.. si sentì prendere dal dolore, gemette, si piegò a metà.. si accorse che stava sanguinando da dietro..
Con uno sforzo corse fino alla porta.. Scully era un medico, lo avrebbe aiutato..

Sto già dormendo.. sono avvolto in Scully, ho Scully avvolta in me.. calda, meravigliosa, ancora umida.. Sento la sua femminilità palpitante contro di me.. meraviglioso il senso di appagamento e di potere che provo.. lei è mia, solo mia.. sono io che la apro con le dita, io che passo la lingua su ogni parte del suo corpo, io che la gusto finché non mi sazia con il suo nettare, io che divento tutt'uno con lei.. in tutti i modi. Il suo corpo è mio.. ogni cosa mi appartiene. Nel primo sonno già profondo la stringo ancora.. sento che si muove, e per puro possesso le infilo un dito dentro.
"Mulder, qualcuno sta bussando sotto!" Apro gli occhi: è vero. Sbuffando mi infilo la vestaglia e scendo dietro a Scully. E' quasi mezzanotte.
Vado ad aprire, Scully è dietro di me. Storco il naso e il volto: quel maledetto figlio di puttana di Alex Krycek è davanti a me. Lo aggredisco:
"Che cazzo vuoi traditore!!!" Strano che però passi dalla porta principale, i ratti di fogna normalmente entrano di soppiato. Alzo una mano per pestarlo, ma la mia Scully mi interrompe:
"Mulder, non vedi che non sta bene, lascialo parlare"
Ha preso la pistola, sono più tranquillo.
"Mulder", ansima Krycek, "forse stiamo lavorando entrambi su una cosa simile. Lasciami parlare".

Alex Krycek raccontò dell'incarico assegnatogli da Gonzales, mostrò le prove che aveva raccolto e cosa aveva scoperto. Era tutto incredibilmente speculare al caso Izawa. Stessa modalità, cose identiche, sparizione misteriosa.
Anche Mulder si convinse, tutto sommato.
"Mi pare che per una volta ti abbiamo dato un lavoro civile!"
"Io non volevo lavorare per uno spacciatore, ma io ho visto un nonno disperato per sua nipote, e ho sentito che dovevo aiutarlo.."
Scully lo guardò attentamente: c'era dell'altro.
"Krycek, c'è qualcosa che non ci hai detto, vero?"
Mulder stava per saltargli addosso, ma di colpo il tono stravolto di Krycek lo interruppe:
"Io... non so cosa mi succede... da quando ho preso in mano per la prima volta la foto di Olga Gonzales è come.. come se sentissi quello che fanno a lei, quello che le succede.. Quel bastardo l'ha portata in una stanza scura, una cantina, e si sta divertendo con lei... e per conto mio ha preso anche Yumi Izawa. Vi prego, aiutatemi"
Nè Mulder né Scully avevano mai visto Alex così.
"D'accordo, Alex, con che cosa cominciamo?", gli chiese Scully.
"Io direi di cercare analogia con altri casi del genere", disse Alex, "voi dormite pure, basta che mi diate un Pc con collegamento ad Internet, io inizio subito. Fidatevi di me".

E' notte profonda, e io sono alzato a lavorare. Con Alex Krycek. Se me l'avessero detto anche solo poche ore fa non ci avrei creduto. E sto ammirando un aspetto che non conoscevo di lui: la sua professionalità, la sua capacità di discutere. Professionale anche quando non si tratta di piantare una pallottola in testa a un malcapitato di turno, ma soprattutto quando si tratta di trovare tracce su un fatto. Incredibile.
Il caso su cui noi indaghiamo appartiene all'ambito vastissimo delle violenze contro le donne. Io non capisco cosa può scattare nella testa di un uomo da spingerlo a fare cose di questo tipo. Perché non c'è dubbio che sia un uomo la persona che cerchiamo e non solo per le visioni di Krycek.
Anch'io sono stato respinto, anch'io ho avuto delle delusioni d'amore, ho atteso per anni di manifestare il mio amore alla donna che amavo più di ogni altra, ma non mi è mai, dico mai, passato per la testa di andare in giro a molestare e aggredire ragazze e donne per queste mie frustrazioni. Anche il discorso della pornografia: leggo e ho letto riviste porno, ho guardato e guardo ancora dei film (molto eccitanti vederli con Scully stretta a me, ho notato che molte cose eccitano anche lei) ma queste cose non mi hanno spinto a cercare soddisfazioni violente in giro. Con Scully ho un rapporto completo, il sesso che facciamo è totale, forse a volte può sembrare eccessivo, ma c'è tra di noi una tale comunione e un tale amore che rende tutto meraviglioso.
Ad un tratto arriva una segnalazione dai Gunmen, hanno notizie per me.
Sono riusciti a ricostruire dei messaggi di posta elettronica inviati sia a Yumi che a Olga, probabilmente da posti pubblici, Internet café o simili, dove un misterioso tipo le riempe di battute pesanti, e di cose folli del tipo: "Tu hai bisogno di un vero uomo, che ti domi!"
"Un talebano, a quanto pare", mormora Krycek, "questo qui non vuole che le donne lavorino, che studino , che abbiano degli interessi, le vuole a sua disposizione e basta"
"Sono in tanti di noi a pensarla così", osservo. Non io. Io adoro avere una donna come Scully accanto.
"Nemmeno io la penso così", dice lui.
In quei messaggi, non tanti ma abbastanza da essere stati fastidiosi per entrambe sono descritte pratiche sessuali estreme, o comunque rese estreme dalla violenza e dal discorso sotto.
Cosa mi rende diverso da questo tipo? Per sette anni ho fatto dei pensieri su Scully non proprio puri e casti, sognavo per esempio di ammanettarla alla sedia e poi di divertirmi a farla venire in tutti i modi possibili, ma non avrei mai pensato di costringerla con la forza, mai, né di fare qualcosa che lei non gradiva. La mia Scully ama i rapporti orali, sia attivi che passivi, ama il sesso anale, ama essere sculacciata ogni tanto come gioco aggiuntivo.. ma ama queste cose fatte con me perché ama me, e non è una bambola in mano mia, ma una donna da amare..
Ad un tratto Krycek dice:
"Guarda questa cosa che è successa a Seattle l'anno scorso".
Quattro ragazze scomparse e poi ritrovate morte, in maniera orribile. I dettagli i giornali non li hanno avuti, Krycek il Topastro si è infilato in un sito privato della polizia. Margaret Bowen, ballerina; Sylvia Merton, aspirante avvocatessa, una ragazza di colore; Regina Carter, comproprietaria di un negozio sull'esoterismo; Christine Rossi, praticante giornalista. Stesse modalità di sparizione. E forse un sospetto, sparito poi nel nulla.
A Seattle Scully ed io abbiamo un buon amico, l'agente Craig Willmore. Credo sia il caso di contattarlo, gli mando una mail urgente e un messaggio al cellulare.
"Credo che sia il caso di fare un giro a Seattle", dico ad Alex. Questo bastardo è anomalo, di solito i serial killer ed affini scelgono le loro vittime nel loro stesso ceppo etnico, ma qui c'è una afroamericana e una asiatica. Il colore dei capelli e degli occhi delle ragazze varia. Hanno un solo denominatore comune, l'indipendenza. Un fottuto talebano di merda. Ecco chi è l'assassino. Ecco chi è probabilmente l'uomo che cerchiamo.
"Posso cominciare ad andare io a Seattle", dice Alex, "se il vostro amico mi dà una mano, cerco di raccogliere informazioni anche sull'identità del sospetto. Mulder, ti giuro che non ti sto fregando".
Gli credo. E' tardi. Vorrei andare a dormire, anche solo un paio di ore, vicino alla mia Scully.
Sopra anche Frances sta dormendo. E Alex.. potrei metterlo alla porta, ma lui mi dice:
"Guarda, tu vai a dormire, io vedo se riesco a scoprire qualcosa. Non ti farò niente, e domani mattina partirò per Seattle appena sarà possibile".
Accetto. Sento di potermi fidare.

Alex rimase solo nel salotto di Mulder e Scully. In fondo, pensò, stava facendo il suo lavoro, per conto dei suoi due datori di lavoro. Che calore c'era in quella casa, e che cooperazione tra loro due. Cercò di non immelanconirsi troppo con il pensiero che lui non avrebbe mai avuto quello che vedeva tra Mulder e Scully.
Rimpiangeva di non essere un genio dell'informatica come i Gunmen. Un giorno che avesse avuto tempo, non gli sarebbe spiaciuto prendere un po' di lezioni da loro. Come fare centomila altre cose.
Vide che c'era in arrivo un messaggio proprio di loro tre. Di nuovo intercettazioni?
No, Langly aveva scoperto il nome del presunto sospetto della polizia e dell'FBI di Seattle. Eccolo qui il bastardo: Maurice Carr, 40 anni, di professione occupato occasionalmente. Doveva risiedere con la madre Mary, di 70 anni. Era sparito da Seattle un anno prima. E dove era finito? Krycek sapeva molto bene che negli States basta spesso dichiarare di aver perso i documenti e prendere una nuova identità. Aveva un precedente alla Boston University, che non aveva ultimato, per molestie sessuali contro una compagna, tale Anne Wyss, che risiedeva a Richmond, in Virginia. E poi c'erano tutta una serie di suoi comportamenti strani, a sfondo maniaco. Ottimo, grandi Gunmen, si disse Alex. Il problema ora era capire dove quel bastardo fosse finito.

Frances si alzò presto: magnifico, aveva tempo per una visita dal giornalaio prima di andare a lavorare. Giusto giù dalla Alley ce ne era uno fornitissimo. Scese dalle scale, salutò Mulder e Scully appena svegli che facevano colazione probabilmente con un altro agente (carino!!!!) e poi si diresse verso il giornalaio, a larghi passi. Adorava la mattina presto, vedere le case che si svegliavano pian piano, andare a comprare le cose che le stavano più a cuore. Prese il Washington Post per tutti e le dispense del suo corso di hindi per lei. Poi rincasò. Il tempo di mangiare qualcosa, e poi doveva andare al lavoro.
Fuori dalla casa vicino a quella dove lei stava c'era un tizio, piuttosto sgradevole.
"Scusi se la disturbo", esordì, "è già fuori di prima mattina?"
"Sì", rispose Frances, "dovevo fare una commissione, ora vado a lavorare".
"Ah, lei lavora... Non avrebbe voglia di farmi un po' di compagnia, visto che abitiamo vicini? Sa io cerco una fidanzata da tempo.."
"No, grazie", rispose Frances stizzita, "non sono interessata a questo tipo di contatti. E ora mi scusi, ho da fare" e se ne andò arrabbiata.

Come osava, quella smorfiosa? Le avrebbe fatto capire quale era il suo posto. A questo punto tanto valeva triplicare il divertimento, prendendo anche lei. E bisognava fare presto. Poi le bambole si sarebbero rotte.

Ho ascoltato con attenzione il rapporto di Krycek, ho già sentito sia i Gunmen che Craig Willmore, il caso si sta delineando. Ottime cose. Scully ha già detto che vuole andare da Anne Wyss a Richmond, Krycek andrà a Seattle e io mi concentrerò su entrambi i casi qui. Ho ancora parecchie persone da sentire, e devo capire dove ha tenuto d'occhio le ragazze. Mi arriva via mail tramite Willmore una foto e un identikit di Carr. Non fa mai un lavoro fisso, si occupa sempre di lavorare in posti tipo palestre o maneggi come impiegato, non eccellendo come rendimento. Poi periodicamente scompare, e cambia posto. C'è già molto su cui lavorare.
Saluto Alex che parte per Seattle con una stretta di mano. Da non credere. Vedo che lui è soddisfatto del nostro rapporto.

Dana Scully parcheggiò davanti alla biblioteca della Richmond University, di cui Anne Wyss era la responsabile. L'aveva avvisata, e le venne incontro, una donna sulla quarantina affascinante e simpatica, molto volitiva.
"Certo che mi ricordo quel maniaco di Carr. Un tipo assurdo, con il suo odio per le donne a parte sua madre. Terrorizzava le ragazze con i suoi discorsi, ma se la prendeva con i tipi come me, che sgobbavano ventiquattr'ore al giorno per fare l'università, perché non avevamo un comportamento consono secondo i suoi schemi, non sbavavamo dietro agli uomini, in particolare a lui. Mi ha perseguitata per mesi, finché non l'ho denunciato. Ha lasciato l'Università".
"Può dirci ancora qualcosa?"
"Si mormorava che avesse fatto cose grosse a Laketown, la cittadina dove era cresciuto, nei pressi di Chicago. In ogni caso la goccia che fece traboccare il vaso fu quando mi tramortì con del sonnifero e mi legò al suo letto. Mi misi a gridare, lui voleva fare dei giochi con me, per fortuna lo faceva in una casa vicino a una strada molto frequentata, e arrivarono i rinforzi e mi liberarono".
"Non fu condannato?"
"Gli venne riconosciuta l'infermità mentale, comunque fu espulso dall'Università, con nota di demerito per tutte le Università del paese. Se la cavò con qualche mese ai servizi sociali. Che schifo, non trova?"
Scully annuì.
Di colpo Anne fece:
"Guardi, mi viene in mente che potremmo controllare sul computer se c'è qualcosa sul suo passato a Laketown".
"Sul computer?"
"So dove cercarlo".
Anne Wyss sarebbe andata d'accordissimo con i Gunmen. Impallidì e disse:
"Se non era per lei.. Guardi queste due ragazzine scomparse a Laketown, venticinque anni fa... Ecco perché scappa periodicamente".
"E ora è a Washington", disse Scully, mentre tirava giù le notizie appena trovate.

Ho fatto rivedere la foto di Carr nei posti frequentati da Yumi e da Olga, e direi che ci siamo, forse. La negoziante delle bambole dove va Yumi l'ha riconosciuto, dice che spesso lo vedeva fuori dal negozio, anche se le pare che ora abbia i baffi. Anche un collega dello studio veterinario di Olga giura di averlo visto fuori, verso il giardino dove secondo Krycek (ma credo che abbia ragione) Olga è stata rapita. Tutto sta scoprire come si chiama ora e dove abita.
Suona il telefono, è Scully.
"Mulder, ho parlato con Anne Wyss, è a nostra disposizione ancora. Ascolta, pare che il nostro amico fosse implicato nella sparizione di due ragazzine nella sua città natale, Laketown. Venticinque anni Myrna Lee e Sandra Ready, giocatrici di pallavolo e redattrici del giornalino di classe scomparvero, pare che lui le ossessionasse. Ti ricordi che cinque anni fa presso Laketown furono trovati in quella capanna quei due scheletri identificati? Credo sia il caso di contattare le autorità, ecco come ha cominciato, vedi se riesci a parlare con Krycek e i Gunmen".

Alex Krycek fu accolto da Craig Willmore che gli mise a disposizione tutto quello che aveva raccolto sul caso. Iniziò a vagare per Seattle. Stessa storia tutte e quattro le volte. Con una variante, Regina e Margaret, la negoziante e la ballerina, erano omosessuali e convivevano apertamente con una compagna. Un'onta incredibile per quel bastardo, Monica, la compagna di Regina, non volle parlare con Alex e Willmore in quel negozio pieno di pozioni e di libri di magia, tanto ormai aveva già detto tutto, e la colpa era delle autorità che si erano fatti scappare quel bastardo. Linda, la compagna di Margaret, invece acconsentì a parlare.
"Io la amavo tanto, volevamo mettere su insieme una scuola di danza ed invecchiare una accanto all'altra. Quel bastardo ha rovinato tutto, la perseguitava, la seguiva..."
"Lei crede che fosse Maurice Carr?"
"Ne sono sicura. Lavorava nella palestra dove Margaret dava lezioni di danza parallelamente all'attività in teatro, era insopportabile, stressante, insistente, e maleducato".
"E per le altre tre ragazze, come pensa che le abbia contattate?"
"Faceva poche ore al giorno, per il resto era sempre a zonzo. Poi mi pare.. aspetti, dove insegnava Margaret, alla Wonder, c'erano corsi di vario genere, e mi sembra che.. le altre ragazze venissero anche lì"
Bastò poco perché Alex scoprisse che Regina aveva fatto atletica in quella palestra, Sylvia presciistica, Christine aerobica. Lurido bastardo, ecco come adocchiava, partiva da cose vicine a lui, e poi le iniziava a seguire. Questo a Seattle. E a Washington?
Chiamò Mulder.
"Bisogna capire se Yumi e Olga frequentassero qualche posto in comune.. andavano a cavallo entrambe, no?"
"Infatti, ci stavo arrivando... Se sapessimo come adesso il tipo si fa chiamare saremmo avvantaggiati, non credi? In ogni caso Scully ha scoperto alcune cose importanti sul passato di quel bastardo. Tu adesso torni?"
"Mi sa di sì"

Le autorità di Laketown non fecero storie a riaprire la storia dei due scheletri, sepolti nel cimitero sotto il nome di Jane Doe entrambi. Scully raccolse in uno scambio di mail via Internet varie notizie sull'infanzia di Carr, le sue ossessioni venute fuori fin da subito, e si convinse di quale era stato il destino di quelle due bambine venticinque anni prima.

Vado a riprendere Alex all'aeroporto. E' di nuovo mattino, ha fatto presto. Lo ragguaglio sulle ultime cose, compresa la storia di Laketown, e lo vedo inorridire. Andiamo in ufficio da me, dove c'è anche Scully, per mettere insieme i documenti. Ad un tratto Frohike ci chiama. Hanno scoperto il nome di Carr qui: Carl. Originale il bastardo, no?
Ma c'è dell'altro. Lavora al maneggio Golden Pony, dove Yumi cavalcava e Olga lavorava e ogni tanto cavalcava. Ecco qui lo schema che si ripresenta. A Seattle era una palestra, prima erano le scuole.. Le adocchia lì, le inizia a seguire e ossessionare e poi passa all'azione. Ci dirigiamo tutte e tre al Golden Pony, lo interrogheremo, e dallo sguardo di Alex percepisco che lui vuole fare qualcosaltro.

Il Golden Pony era un maneggio bellissimo, molto frequentato. Il direttore Smith spiegò agli agenti che erano tre giorni che Carl mancava, si era preso un periodo di ferie. Lavorava poche ore alla settimana. Sì era un tipo strano, infatti stava progettando di lasciarlo a casa quando tornava dalle vacanze. Aveva un ufficio, se volevano perquisirlo. Purtroppo di lui aveva solo un numero di cellulare. Mulder lo trasmise ai Gunmen sperando che riuscissero a rintracciare la sua abitazione. Krycek cominciò a perquisire i cassetti, ma non trovò niente di rilevante. Tranne un appunto: Oggi è il giorno del gioco. Lo porse a Mulder disgustato.
Ringraziarono di tutto il direttore e poi se ne andarono. Il cerchio si stava stringendo, Krycek chiamò Gonzales per dirgli quello che aveva scoperto.
"Pensi che i Gunmen riusciranno a risalire all'indirizzo del tipo?"
"Di solito ci riescono. Senti, domani io e Scully andiamo a Laketown credo si tratti di un pro forma, per la storia dei due scheletri. Poi ci risentiamo, tu magari vedi cosa riesci a scoprire".
"Va bene", di colpo Alex si piegò in due, qualcuno la stava picchiando, sul ventre, bastardo... Sentì che bagnava le mutande con qualcosa che comprese essere sangue, maledetto, cosa le stava facendo... Si contorse dal dolore, mentre Mulder accostava e Scully correva in suo soccorso.

"Non ha lesioni di nessun tipo", mi dice Scully. Siamo a casa, ha visitato Alex personalmente, ho visto un po' di imbarazzo negli occhi di lui, lo capisco, una donna come Scully che ti mette le mani addosso, sia pure professionalmente, è un'esperienza molto eccitante.
"Però ha perso del sangue dall'ano, come se qualcuno gli avesse infilato dentro qualcosa", continua lei.
Sarei tentato di dire una battutaccia poco gentile, ma mi trattengo. Bastardo o non, forse devo cominciare a rispettarlo.
"Non capisco cosa sia Mulder..", conclude lei.
Alex insiste per andarsene, dice che vuole raccogliere altre notizie. Noi ci prepariamo per Laketown, Frances ci ha preparato un magnifico sushi. Protesta per un tizio che sono due mattine che le rompe le scatole, dice che abita qui vicino.
Decido che se continuo gliene dirò quattro. Un tizio che rompe le scatole... dobbiamo sempre distinguerci noi uomini.

Era tutto pronto anche per la terza bambola. Sua madre sbuffava, diceva che si era esposto troppo, che lei non poteva continuare a coprirlo per sempre, ma lui alzò le spalle. Quella smorfiosa avrebbe finito di andare in giro da sola, di leggere schifezze e si sarebbe dedicata ad un uomo, finalmente. Come dovrebbero fare tutte le donne.
Carini i giochetti con le due, peccato che cominciassero a rompersi. Peggio per loro, così imparavano a fare cose non da donne, e a non sottomettersi di loro spontanea volontà. Poi avrebbe dovuto trovarsi un altro lavoro, lo sapeva, là non gli piaceva, troppe donne a lavorare.. e poi forse si era già bruciato, o forse no, era sempre così brutto cambiare casa, e smontare la sua stanza dei giochi..

Laketown sarebbe un posto bellissimo. Il Michigan è stupendo. Le foreste sono stupende. Una famiglia di procioni ci ha tagliato la strada. Ma siamo qui per ridare un'identità a due bambine che hanno pagato caro il fatto di andare a scuola, di amare lo sport e i sogni. Per colpa di qualcuno che va preso. E al più presto. Credo che nel loro cuore i familiari di Myrna e Sandra sapessero che non sarebbero mai più tornate, sapessero che quei due scheletri non erano di due barboni infreddoliti (qui non ce ne sono) ma delle loro bambine. Li vedo quasi sollevati, quando finalmente, dopo gli accertamenti e i paragoni, hanno un nome. Il fratello di Sandra ha un paio d'anni più di me, lo sento vicino a me in questo frangente.
"Io ho sempre pensato che fosse Maurice. Quel bastardo una volta strappò di mano a Sandra un libro e glielo bruciò, dicendo che le donne devono solo essere al servizio degli uomini. Fermatelo, vi prego. E ora che smetta, per sempre".
Ci riavviamo a casa, e ci contatta Frohike per dirci che ci sono altri casi strani, analoghi, in altre città dove senz'altro ha risieduto il nostro uomo: a Dallas, a Phoenix e a San Diego. Dice che sta raccogliendo materiale, e presto ce lo invierà o ce lo farà avere. Chiamo Alex, che mi dice essere a caccia di tracce, nei posti frequentati da Olga, e che ci sono molti avvistamenti. La gente l'ha notato. Ma noi potremo solo essere contenti quando le due ragazze saranno salve. E se Carr non sarà più messo in condizione di nuocere.

Alex Krycek era stato in giro tutto il giorno. Era di nuovo vicino a casa di Olga, a guardare quel giardino che le era stato fatale. Da una certa ora in poi si riempiva di gente che portava a spasso i cani, forse bastava uscire un'ora dopo e non le sarebbe successo niente. Krycek notò un barbone che non aveva visto prima sedersi su una panchina. Non era di quelli molesti, aveva un gattone fulvo che stava paziente ai suoi piedi. Il gattone.. Olga...
Alex gli si avvicinò:
"Mi scusi, conosce questa ragazza?"
"Certo che la conosco. Io sono due settimane che non sto più qui, hanno cercato di rimandarmi in quell'ospizio, ma io sto bene qui, là non mi lasciano tenere Napoleone... Lui, cioè. Sa che Olga me l'ha guarito? Che brava!!"
"E' scomparsa, immagino che lei non lo sappia"
"Lo sapevo che quel farabutto l'avrebbe rapita, la seguiva sempre, l'ho anche detto in giro, ma mai nessuno che mi ascolti!"
"Chi era?"
"Un tipo, tozzo e brutto, non che io sia bellissimo.. La seguiva sempre o visto o non visto, la filmava, faceva di tutto".
Alex tremò. Se quel barbone fosse stato presente l'avrebbe salvata. E avrebbe fermato il bastardo. Oh, sì.
"E il buon Apache, che sono io, è sempre affidabile. Quella carogna arrivava sulla Taurus, e doveva vedere come guardava con disprezzo il mio Napoleone, ma lui gli soffiava sempre, vero micione?"
"Aveva una Taurus, signor Apache?"
"Apache e basta. Sì una Taurus, io sono un patito di auto, quelle degli altri, ovviamente, se ne trovo qualcuna rotta la rendo la mia casa, con Napoleone. Aveva la seguente targa: W1331."
Alex mise in mano a Apache un fascio di soldi:
"Questi sono per te, prenditi una vera casa, per te e Napoleone. E ne avrai altri. Grazie!!"
"Grazie a te, Napoleone ha nostalgia dei croccantini della bella signorina".

Alex cercò spasmodicamente un locale con Internet. Si collegò, andò dove gli avevano insegnato, e immise la targa.
Venne fuori una foto, di una donna, Mary Carl, la madre di Maurice il bastardo.
E un indirizzo di Crystal City, vicino a Washington. Oddio. Alex lo lesse e rilesse. Non lì, proprio lì.
Doveva avvisarli e di fretta, doveva correre là. Mulder e Scully erano in aereo e non riusciva a raggiungerli. Si diresse di corsa là, da loro. Sarebbe arrivato prima.

Mulder e Scully scesero dall'aereo e riaccesero il cellulare. Squillò subito. Era Frohike.
"Ho scoperto dove sta Carr, ho scoperto dove sta Carr"
"Dove?", chiese Mulder.
"E' un tuo vicino di casa, Mulder".
Di colpo Mulder si irrigidì. Il tipo che dava fastidio a Frances. Certo, c'era sempre stato un tipo che dava fastidio. Dovevano correre subito.

Frances uscì dall'auto, il tempo di rinfrescarsi e poi una corsa al supermercato dove avrebbe comprato un bel pollo tandoori per sua cugina e il caro Mulder. Era davvero fortunata Scully ad avere un marito così eccezionale, così dolce, adorabile.. A lei venivano dietro solo brocchi orrendi, persone che non capivano il suo mondo interiore, che non volevano condivididere il suo modo di vivere. Meglio sole, allora. Di colpo una mano con il cloroformio la afferrò, mentre cadeva vide che era il rompipalle del mattino..

Alex arrivò a rotta di collo di fronte a casa di Mulder. C'era l'auto di Frances ferma. E la borsa buttata lì vicino. Maledetto, per sua disgrazia era diventato imprudente. Peggio per lui. Alex Krycek suonò con fare noncurante alla casa del maniaco. Una, due volte. Una donna dall'età indefinibile gli venne incontro.
"Cosa vuole?"
"Voglio parlare con suo figlio"
"Mio figlio è stanco, sta dormendo".
"Lo svegli"
"No, non posso..."
"Beh, io entro lo stesso!", diede il calcio della pistola su quella donna. E vide mentre cadeva che lei sapeva tutto, che lei stava a guardare il figlio commettere i suoi crimini. Bastarda, a te penserò dopo si disse.
Entrò in casa.. Erano in cantina, ne era sicuro...
Si diresse là, aprì la porta, erano in tre.. Olga e la ragazza giapponese legate a tavoli di tortura.. e la terza ragazza, oddio era la cugina di Scully, era ancora vestita e legata ad una sedia. Lui corse giù, le sciolse dalle corde, cercando di tenere a freno la sua indignazione e il suo odio, ora era pieno di odio, riviveva violenze su violenze dentro di sé, in un lampo, cominciando da due ragazzine in riva ad un lago, due ragazzine piene di vita spezzata di colpo... e poi altre donne, mille altri volti uccisi da questo bastardo, lui e la sua ossessione...
Alex sentì che le ragazze erano vive, malgrado due fossero conciate male, e si sentì sollevato. Vi porterò fuori, non sarete più bambole ma donne...
Un rumore lo fece girare. Il mostro era lì. Bastardo, assassino.
Gli si avventò contro:
"Maledetto, mi hai rovinato il gioco, erano solo bambole da sottomettere!"
Alex sguizzò via, e colpì con un pugno Carr.
"Prega che arrivi l'FBI nei prossimi dieci secondi", disse puntandogli contro la pistola.
"Loro non devono studiare, non devono avere altro che non i nostri cazzi per la testa!", farfugliò lui.
"Come no", fece Alex facendogli scoppiare il cranio. Poi si dispiacque. Aveva privato i detenuti di un divertimento assicurato.
Un urlo lo sorprese. La mammina del mostro lo stava guardando dall'altro della scala, stravolta.
"Lui aveva ragione, lui aveva ragione, noi dobbiamo servirlo..." si stava avventando contro di lui, quando una pallottola la fermò. Erano arrivati Mulder e Scully.

Frances ora dorme tranquilla. Per Yumi e Olga tornare a vivere sarà dura, dopo quello che hanno subito, Scully si è detta disponibile a offrire la sua consulenza, e anch'io potrei ricordarmi di avere una volta preso una laurea in psicologia. Izawa stringe la mano ad entrambi, e poi si inchina, seguendo antiche tradizioni.
Vedo Gonzales stringere la mano ad Alex Krycek, porgergli dei soldi che lui rifiuta, scrivendogli su un foglietto la persona a cui darli. Credo si tratti del barbone gattofilo.
Abbiamo scoperto che Carr era implicato in varie sparizioni, e sua madre, ora grave ma fuori pericolo era sua complice. Non solo: sua madre aveva ucciso il marito, colpevole di trascurarla per altre cose. Anche se Carr è morto, e ho visto la ferocia negli occhi di Krycek per averlo ucciso, in ogni caso il caso è ancora aperto, anche se lo seguirà più che altro la polizia.
Alex si allontana da Gonzales e viene verso di noi:
"Mulder perchè due persone si possono comportare così? Cosa li ha resi così mostri?"
Non ho una risposta. Passo un braccio intorno a Scully, noi abbiamo sfidato le regole del Bureau, continuiamo a lavorare e stiamo insieme, ci amiamo follemente, abbiamo visto tanto male intorno a noi, ma non abbiamo una risposta. Esistono esseri come Carr. E basta.
"Io sono più mostro perché l'ho ucciso? Non credo, sai.... Non mi sento tale... Ci rivediamo"
Lo vedo andare via. E sento di dargli ragione. Carr andava fermato. Lui e i suoi folli giochi con le bambole.
Vado a casa con Scully. La bacio in auto, so già cosa faremo. La voglio, la amo, una donna, non una bambola.


Fine