Demone Tentatore

"NAMAGOMIIII!!!!!!!!!!" ovvero 'Tutti gli strilli di Philia-chan'

Se l'era trovato di fronte un giorno, improvvisamente.
Viveva fra gli umani da tre anni e ormai si era perfettamente abituata a mantenere quella forma in qualsiasi occasione. Ma in quella tarda mattinata di settembre la coda le schizzò fuori da sotto il vestito, mostrando il grosso fiocco rosa che lo ornava a tutti i suoi clienti.
Philia aveva i brividi... che sensazione orribile! Sembrava che l'aria si fosse fatta improvvisamente pesante e le stesse cadendo addosso in appiccicosi brandelli di ragnatela. Quel disagio si faceva più intenso man mano che la ragazza si avvicinava all'ingresso del suo elegante negozio di anticagl... ehm, antiquariato.
Una figura oscura si stagliava contro la luce del mattino, ma lei non aveva bisogno di vederlo in volto per capire chi fosse. La sua coda si tese al massimo e i clienti cominciarono prudentemente ad allontanarsi, dirigendosi verso l'uscita di sicurezza.
Xelloss se ne stava tranquillamente in piedi accanto ad un espositore: teneva un vaso con due dita e lo osservava con aria critica, leggermente schifata.
Dietro di lui Philia gli si stava avvicinando, minacciosa. Prese fiato, spalancò la bocca e... il grido di battaglia che la ragazza-drago stava preparando si mutò improvvisamente in uno strillo isterico quando il demone, data un'ultima occhiata al prezioso oggetto, se lo gettò dietro alle spalle con uno sbuffo. Philia si lanciò in un tuffo disperato nel tentativo di recuperarlo.
Cadendo rovinosamente a terra riuscì a salvare il vaso per un soffio ma purtroppo, nella foga del suo slancio, aveva urtato e fatto saltare il cavalletto di sostegno di una collezione di ceramiche orientali. Come uscito dal nulla, Gourabos li prese tutti al volo, reggendoli in equilibrio su più parti del corpo.
Sfortunatamente, l'ingombrante tavola sulla quale i piatti erano esposti non fermò la sua parabola aerea, centrando in pieno un marmo antico e diversi altri oggetti alla sua destra e alla sua sinistra. Jiras, ancora impegnato nel piano di sfollamento del negozio (quando è possibile, meglio evitare le vittime civili), guardava quella desolazione con occhi sbarrati.
Il tutto in quattro secondi e 37 centesimi.
Xelloss fece un giro su se stesso e poi, con viso ridente, si addentrò nel negozio semidistrutto, calpestando 'qualcosa' di morbido. Abbassò lo sguardo al pavimento: "Oh, buongiorno Philia!" la salutò affabilmente, evitando la di lei mazza chiodata, diretta alla sua mascella.
Il volto della giovane drago dorato stava prendendo tutte le tinte possibili tra l'ocra e il prugna finche, con occhi iniettati di sangue, sbraitò: "NAMAGOMIIIII!!!!!!" [
1]
"Sì, anch'io sono felice di vederti. Ti trovo bene. E come sta Val-chan?"
"Per te non sta! Tu prova solo ad avvicinarti a lui e ti mostrerò la mia personale interpretazione della frase 'raccolta differenziata dei rifiuti'!!!"
*Hai-hai... cominciamo bene!* pensò Xelloss, mentre il suo volto si atteggiava ad un'angelica espressione del tipo 'ma che le avrò mai fatto?'. Litigare subito sul delicato argomento Valgarv non era il modo migliore per cominciare una pacifica conversazione, così decise di sorvolare e ripartire dall'inizio.
"Bel negozio, Philia-san. Chi è l'arredatore?"
Le tenebre calarono su di lui quando la pesante mazza di Philia riuscì finalmente a colpirlo in mezzo agli occhi.


"Ma dove cavolo l'ho nascosta?" Philia stava cercando qualcosa, infilata per metà nella sua dispensa. Intorno al lei regnava il caos più totale: pentole, piatti e cibarie di varia natura sommergevano il pavimento e buona parte della mobilia. Più che una cucina, quello sembrava un campo di battaglia.
La bionda scattò in piedi, cominciando a lamentarsi ad alta voce, infuriata "Ah no, questo è troppo! Prima arriva Xelloss a rovinarmi una giornata cominciata splendidamente, poi Jiras mi costringe a portarlo IN CASA MIA, perché se lo lasciavo sanguinante nel negozio ci rovinava il commercio... e per finire in bellezza, Gourabos mi 'suggerisce' di starmene qui, visto che ci sono, a far da balia a quello sgorbio perché non combini altri guai. Sono incavolata nera... e non riesco neanche a trovare la Nutella!!!" [
2]
Per salvaguardare la sua linea e i suoi risparmi, era certa di aver nascosto la preziosa crema in un luogo sicuro e poco in vista... ma non ricordava più quale! Aveva già ribaltato il bagno, la sua camera e il ripostiglio. Niente.
Escludendo a priori la stanza di Valgarv, era passata alla cucina:
forse l'aveva riposta nel luogo più convenzionale perché sapeva che non sarebbe mai andata a cercarla lì, se fosse stata colta da raptus 'mangiandi'... idea ingegnosa, no?
Invece era stato un altro buco nell'acqua. Si stava veramente spazientendo.
In salotto? Hm, no, aveva già sperimentato che i luoghi banali non la ispiravano, però... la botola sul soffitto! Ma certo! Scavalcando le sue provviste per l'inverno passò nella stanza attigua, spostò un paio di poltrone e si apprestò a raggiungere l’agognata preda.
"Salve!" ^^
Xelloss le era apparso all'improvviso sopra la testa, proprio mentre era arrampicata sulla cima di una scala dall'equilibrio precario. "AAARGH!!"
Pardon. una scala senza equilibrio. Philia precipitò rovinosamente a terra. Chissà perché, ogni volta che lo incontrava finiva sempre in quel modo... "Fatta male?" Il demone smise di fluttuare e le si avvicinò, osservando interessato lo stampino che lei aveva lasciato nel pavimento.
"Stupido mazoku! [
3] Ma ti sembra il modo di apparire? Per poco non ci lasciavo le scaglie!!"
"Dovresti usare una scala più solida..." rispose lui, dando un calcio a quel che ne restava.
"Bada ai fatti tuoi! Quella scala era solidissima prima che arrivassi tu!"
"Allora forse dovresti metterti a dieta. Guarda che razza di voragine hai lasciato per terra..."
"CHE COSA HAI DETTO!?!" Philia sfoderò la mazza e si preparò a lanciarsi verso quel demone impudente, quando "HUGH!" rimase bloccata.
"Ohi Philia, ti sei incantata?"
"AAAAAAH! Non riesco a muovere la schiena! Mi sono rotta qualcosa... NOOOO! Non potrò più lavorare, gli affari andranno male, faremo bancarotta e finiremo in mezzo a una strada... e tutto per colpa tua! Avrai il destino di un'intera famiglia sulla coscienza, dannato demonio!"
"Su Philia, non esagerare: voi non siete una famiglia."
Gli occhi della ragazza-drago mandavano scintille.
Xel abbassò la testa, dicendo in tono afflitto "Ho capito, ho capito... vediamo che si può fare" poi le si avvicinò, prendendola in braccio.
"AAAH! Ma sei impazzito? Potrei avere delle lesioni alla colonna
vertebrale, non devi muovermi!"
"Non dire stupidaggini! Al massimo avrai qualche livido... comunque credo che tu debba metterti veramente a dieta. Pesi"
Philia gli addentò la spalla.
Alcuni minuti (e incidenti) dopo, Xelloss la depositò su di una sedia dall'altro lato della stanza.
Il mazoku si prese il mento in una mano "Dunque, quale potrei usare?"
"Ehi, che intenzioni hai?"
"Niente di particolare, pensavo solo che se ti fossi davvero rotta qualcosa ti saresti già curata da sola con un incantesimo. Secondo me la schiena ti fa male perché sei sempre nervosa e di conseguenza hai tutti i muscoli rigidi..."
"Chiudi il becco, io non sono nervosa! Sei tu che mi innervosisci!"
"Certo, certo..." Xelloss schioccò le dita: uno dei tavolini del salotto prese vita e cominciò a camminare verso di loro.
Philia osservava inorridita.
Quando quella 'cosa' li ebbe raggiunti, Xelloss la fermò e tolse la tovaglia di lino. Come in gioco di prestigio, sotto apparvero diverse boccette di vetro scuro.
"Vediamo... questo no, questo nemmeno..." il demone le stava esaminando con aria da intenditore.
"Che roba è?"
"Oli per massaggi"
"COSA?"
"Oli per massaggi"
"Ma tu sei matto!"
Fece per alzarsi ma ad un nuovo schiocco di dita del demone i braccioli della sedia le imprigionarono le braccia, impedendole di muoversi.
"Che schifo! Lasciami andare!"
"Ah, ecco qui! Mirra! Proprio quello che cercavo"
"LIBERAMI!"
"Sta buona, Philia. Sono un maestro in queste cose"
"Non me ne frega niente! Non voglio"
"Io invece mi diverto, perciò tu chiudi il becco e sopporti" e si spostò alle sue spalle, raccogliendole i lungi capelli biondi in cima alla testa, in una crocchia disordinata.
Philia provò a teletrasportarsi, ma sembrava che Xelloss le avesse bloccato i poteri. Non poté far altro che osservarlo con orrore mentre appoggiava i guanti sul tavolino semovente, per poi riempire l'incavo della mano con un liquido ambrato. Un aroma di spezie si diffuse per la stanza... poi sentì freddo sulla schiena.
"Che stai facendo?"
"Ti apro il vestito"
"AH! Maniaco! Pervertito!"
"Preferiresti che te lo macchiassi con questa roba?" e così dicendo le appoggiò le mani sulle spalle, scendendo verso le clavicole.
Philia era del tutto spiazzata e, in quella situazione decisamente imbarazzante, non trovò condotta migliore che mostrarsi fredda e distaccata, come se nulla stesse accadendo.
Naturalmente, dentro di se moriva di vergogna.
Rimase con le spalle dritte e la testa alta mentre le dita del demone le picchiettavano la base del collo, accarezzavano la nuca e poi scivolavano verso le scapole, disegnando fitte spirali.
Si era creato un silenzio strano, del tipo che precede momenti carichi di aspettative. Non lo sopportava. Lo infranse. "Cosa ci fai qui?" chiese, impettita.
Xelloss non smise di armeggiare dietro di lei "Uh? Non te l'ho ancora detto? Che smemorato! Vengo a stare da te." fu la sua angelica risposta.
Di nuovo silenzio.
Quella totale mancanza di reazioni da parte di Philia suonava sospetta.
Il demone si curvò un poco in avanti, quel tanto che bastava per riuscire a guardarla in volto: la ragazza aveva gli occhi chiusi, i lineamenti inespressivi.
"Puoi ripetere?" gli sussurrò.
"Ehm... sono venuto qui per farmi ospitare un po' di tempo. Tutto chiaro?"
"Ma certo! E quale stanza preferisci? La mia, quella di Valgarv o ti è più congeniale il bidone dell'immondizia?" Ribatté lei con voce mielata.
"Non stare a disturbarti... mi risulta che tu abbia una stanza degli ospiti, no? Mi accontenterò di quella. Tanto io non dormo nemmeno!"
Con Xelloss ogni sarcasmo era sprecato...
Philia ci aveva provato, giurò a Cepheed che aveva tentato di rimanere tranquilla, comportandosi da ragazza fine e signorile. Lei era una ragazza fine e signorile! Era Xelloss che aveva il potere di farla andare in bestia, non era colpa sua...
"TI SEI BEVUTO IL CERVELLO STAMATTINA?"
"Hm-hmm. Ma non il mio."
Lei ignorò il commento "E per quale inderogabile ragione un drago di nobili origini come me dovrebbe insozzare la propria dimora dando asilo ad un essere indegno quale tu sei?!" Philia ansava dalla rabbia, ma sembrava che il mazoku non si fosse nemmeno accorto di quella tirata. Le sfiorò la colonna vertebrale con i polpastrelli, strappandole un brivido.
"Su, Philia-chan! In onore dei vecchi tempi..."
"Tu chiamami ancora Philia-chan e di te non resteranno altro che quelle belle memorie!"
La ragazza drago era irritata, oltremodo irritata, ma infine la curiosità ebbe comunque il sopravvento "Giusto per saperlo... qual è il motivo che ti costringe a venire da me ad elemosinare un letto?"
"Sore wa himits...
[4] anzi, no! Facciamo così: io ti racconto cosa ci faccio qui e tu, in cambio, mi ospiti. Ci stai?"
"Sognatelo."
"Ok, è deciso. Vedi di non rimangiarti la parola, eh?"
Philia scosse piano la testa. Le stava venendo una tremenda emicrania.
"Allora... come te lo posso spiegare? Trovato! Di certo a scuola ti avranno insegnato che noi mazoku non siamo altro che bruti massacratori di poveri draghi indifesi..." Philia cercava di non ascoltare. Si limitava a far entrare le parole di Xelloss in un orecchio tentando di scacciarle dall'altro senza che arrecassero troppi danni. "... ma è una generalizzazione . In genere la mia specie preferisce giocare d'astuzia: se opportunamente manovrato, anche un essere insignificante può diventare un'importante pedina del gioco..." Solo quando il rombo che le occupava il cervello sfumò, la ragazza-drago iniziò ad afferrare la portata di quello che le stava dicendo. "...Per tornare a noi, credo che tu sappia che vicino a questa città sorge un famoso monastero. Ecco, lì vive un monaco che molti reputano giusto e saggio. Il classico sant'uomo, hai presente?..." Xelloss le stava esponendo i suoi piani. "...In realtà è solo un povero idiota, ma grazie alla considerazione che gode presso la popolazione, una volta portato dalla nostra parte risulterà molto utile."
Xelloss le stava svelando un segreto.
Ne parlava con lo stesso tono di voce che avrebbe usato per decantare le lodi di un gelato, ma quello che stava raccontando era innegabilmente serio.
"Anch'io conosco la fama di quel monaco e so di per certo che possiede una tempra di ferro. Cosa ti fa credere che riuscirai a traviarlo?"
Philia non aveva potuto esimersi dal commentare.
Alle sue spalle, il demone sogghignò divertito. Si chinò in avanti e le sussurrò "Io so essere molto convincente, quando voglio..."
Xelloss si era appoggiato alla sua schiena nuda e mentre le parlava le labbra le sfioravano l'orecchio. Philia sentiva il fiato caldo del demone lambirgli la pelle a ogni parola.
Una ciocca di lisci capelli scuri le era scivolato sulla spalla e le solleticava la pelle, accarezzandole l'incavo del collo.
Quell'insieme di sensazioni piacevoli... troppo piacevoli... generava un terribile contrasto con le parole che Xelloss le stava sussurrando:
dove andare, chi cercare, come sedurre, in quale modo corrompere...
Tutto ragionato e calcolato nei minimi dettagli, ed esposto con glaciale tranquillità. Lo stesso gelo che serpeggiava nella sua voce, facendola apparire tanto diversa dal solito.
Lo stesso pericoloso freddo che avvertiva all'origine di tutto questo, come una massa d'acqua scura che incombeva, pronta a travolgerla. Le sembrava di impazzire, ma per quanto si sforzasse non riusciva a chiudere la mente a quella percezione di tenebre. Allora si concentrò su di essa, cercando di capirla, carpirne il segreto, così da annullarla.
Quel peso, quella pressione quasi fisica, veniva da dietro di lei... da Xelloss? Forse... A pensarci bene, ricordava molto l'intenso fastidio che provava ogni qual volta avvertisse la presenza di un mazoku vicino a se.
Solo, centinaia di volte più intenso.
Qualsiasi cosa fosse, doveva essere strettamente legato all'intima natura di demoni.
Come ogni ryuzoku [
5] lei non aveva le capacità per avvertirlo così a fondo, si era sempre limitata a sentirne l'ombra, il riflesso... Perché questa chiarezza ora?
Spalancò gli occhi e sentì il sangue defluirle dal viso. Era Xelloss, non c'era altra spiegazione.
Lui le stava mostrando le nere profondità della sua anima.
Philia non volle chiedersi il perché, non voleva saperlo. Cercò disperatamente di uscire da quello stato di trance. Niente.
Tentò di nuovo, ma era ancora in trappola. Eppure doveva riuscirci o sentiva che non sarebbe più stata in grado di staccarsi da quell'oscurità avvolgente, tanto fredda da... da... da bruciare. Come la neve.
Boccheggiò, quasi le mancasse l'aria: sentiva che il buio la stava sopraffacendo, quando Xelloss si scostò.
Aveva terminato la sua esposizione di massacri e tentazioni che lei, nonostante quella disperata battaglia interna, aveva ascoltato fino all'ultima sillaba.
La ragazza chiuse gli occhi. Si sentiva la pelle coperta da un velo di sudore, e aveva il fiato corto. Cercò di calmarsi respirando profondamente. Quando rialzò lo sguardo, notò che il demone le si era spostato davanti e la osservava, sorridente.
"Ecco, ho finito!" Parlò usando il solito tono idiota. Incredibile quanto potesse essere veloce nel mutare i suoi atteggiamenti. Philia lo stava studiando con lo sguardo, ma lui ignorò volutamente la sua espressione turbata "Per finire il discorso, quello che mi si prospetta è un lungo lavoro di strategia. Mi ci vorranno settimane per portare a compimento ogni dettaglio e non voglio passare questo tempo andando avanti e indietro tra qui e la Wolf Pack Island... Potrei affittare una stanza in locanda, ma sai com'è fatta la gente: basta che una persona abbia qualche atteggiamento un poco fuori dal comune e subito le chiacchiere si sprecano. Capirai anche tu che non posso proprio attirare l'attenzione su di me, o ne andrebbe della buona riuscita del mio incarico! In definitiva, stare da te è la soluzione migliore."
Philia non era proprio nello stato d'animo idoneo per ribattere, ma c'era talmente abituata che lo fece d'istinto "Bella scusa quella della troppa distanza tra qui e quel letamaio della tua abitazione... ma chi vuoi prendere in giro? Con il teletrasporto ci metteresti un attimo!"
Xelloss mise un broncio da bambino "Suvvia... non sporco, non dormo e mangio solo gelati..."
"Suvvia un corno! Tu non stai a casa mia, punto e basta!"
Il mazoku le mise l'indice davanti al viso, scuotendolo "No-no, Philia!
Noi abbiamo fatto un patto e adesso devi rispettare la tua parte!" Poi si osservò il polso, come per guardare le ore da un orologio che non aveva "Ops! Sono in ritardo già dal primo giorno di lavoro... devo scappare!" Fece tre passi in direzione della porta, ma svanì prima di raggiungerla.
Nell'attimo in cui la sua presenza si dissolse dalla stanza, Philia tornò in possesso dei suoi poteri e la sedia la lasciò libera. Chiudendosi il vestito, la ragazza gettò un'occhiata al salotto: ad eccezione del tavolino fuori posto, niente dava segno che qualcosa fosse successo.
Mentre si appoggiava al davanzale della finestra si sciolse i capelli e cominciò a pettinarli con una mano. Le si agitava dentro un turbinio di pensieri sfocati e confusi, ma lei chiuse ermeticamente la sua mente. Non voleva pensare.
Posò pigramente lo sguardo sulla vita che le scorreva davanti agli occhi, osservando le massaie che passeggiavano in gruppetti, il fruttivendolo davanti a casa che decantava la sua merce, il carrettiere che incitava il mulo a proseguire... Lasciò che il tranquillo tran tran quotidiano dei suoi concittadini le calmasse l'animo.
"Mi sono lasciata fregare..." disse, senza rivolgersi a nessuno in particolare. Poi girò su se stessa e tornò risolutamente al suo lavoro.



NOTE:
1= "namagomi"--> "spazzatura fresca". E' così che Philia interpella Xel
durante Slayers Try.
2= "Nutella" --> arcana sostanza originaria del profondo occidente.
Provoca forme maniacali di dipendenza, tanto da costringere le autorità a
dichiararla fuori legge. Tuttavia è ancora possibile recuperarla sul
mercato nero (a costi esorbitanti, naturalmente)
3= "mazoku"--> "demone" da MA/demone e ZOKU/razza.
Per pignoleria, preciso che esiste almeno un'altra possibile
traduzione: MAZO/masochista e KU/paura, agonia.
Fate un po' voi... ^^...
4= Xel stava per dire 'Sore wa himitsu desu!', ovvero 'questo è un
segreto!' La sua solita battuta, insomma...
5= "ryuzoku"--> "drago" da RYU/drago e ZOKU/razza.


Questa casa non è un albergo! (forse...)



Per Philia Ul Copt:
Ehilà Philia!
Prepara le camere per gli ospiti: saremo lì a giorni.
Rina Inverse & Gourry Gabriev


Philia aveva ricevuto questo corto messaggio solo da un paio di giorni e il suo primo pensiero era stato "adesso dove li infilo anche questi?". Comunque, nonostante alcuni piccoli problemi organizzativi, fu oltremodo felice di vedere la coppia di amici entrare rumorosamente nel suo negozio.
Era tanto che non si vedevano e poi... aveva bisogno di qualcuno con cui poter parlare.
"Philia! Quanto tempo!" Rina si stava sbracciando nel salutarla, mentre attraversava la stanza con il suo solito fare baldanzoso.
"Ciao Philia! Come te la passi?" Gourry veniva proprio dietro di lei, con un largo sorriso sulla sua faccia da bravo ragazzo.
Philia era alla cassa, dove stava finendo di impacchettare l'acquisto di una cliente.
"Ragazzi! Che piacere vedervi! Un momento e sono subito da voi" Poi, rivolgendosi alla donna "Ecco a lei signora Trikosky. E torni ancora a trovarci!"
Mentre lei era impegnata in quelle formule di cortesia, Rina si era buttata a sedere sul bancone, mettendosi ad osservare il negozio. Era una sala molto luminosa, con un alto soffitto di travi dalle quali pendevano alcuni rami di rampicante. Espositori e vetrine riempivano lo spazio, coprendo le pareti e creando un piccolo labirinto di porcellane lucenti.
Emise un fischio di ammirazione "Niente male Philia! Ti sei ingrandita parecchio dall'ultima volta che siamo stati qui"
"Ti piace come ho sistemato il negozio?"
"Devo ammettere di sì...questo posto ti si addice proprio"
"Grazie Rina! Allora fammi un favore: leva immediatamente il tuo sedere dal MIO preziosissimo bancone in noce! Non te lo avevo già detto?"
"Che pignola..." la maga saltò a terra con uno sbuffo.
"Gourry, Rina! E' un sacco che non passate a trovarci!"
I due si voltarono in direzione della voce e videro Gourabos uscire da uno sgabuzzino, armato di una scopa di saggina.
"Salve!" Gourry si avvicinò al grosso troll, battendogli cameratescamente una mano sulla spalla.
"Uh, sì... salve Gourabos e... -mpfh!- complimenti per il look!" La maga si stava quasi strozzando mentre cercava (senza molto successo) di trattenersi dal ridere.
Gourabos abbassò le orecchie, arrossendo violentemente, e portando lo sguardo sull'adorabile, leggiadro grembiulino che indossava "E' Philia che insiste per farmelo mettere..." bofonchiò tra i denti, mentre Rina era ormai prossima al collasso.
"Insisto perché voglio dare un aspetto ordinato e professionale a questo negozio! Come farebbero altrimenti i miei clienti a riconoscere i commessi?" Fu l'irritata replica della bionda.
Gourry pensò che Gourabos non era certo tipo da passare inosservato, ma non s'azzardò a proferir parola (aveva ormai da tempo imparato che per la sua salute era molto meglio non contraddire le sue care amiche...)
"Hm, già - riprese Rina, non appena le riuscì di tirar il fiato- e poi devo ammettere che i colori pastello si intonano perfettamente con quello della tua pelle... pfh!!!"
"SGRUNTH!" Il povero troll le lanciò un'occhiataccia mentre Gourry, imbarazzatissimo, tentava di convincerla a ricomporsi "Andiamo, Rina! Non è gentile da parte tua ridere così di lui solo perché è grosso, gobbo, orbo, brutto, verde e quel vestito lo fa sembrare un maniaco..."
A quel punto Gourabos se ne andò via, avvilito. Uscì dal negozio e si mise a spazzare l'ingresso, prima che lo spadaccino potesse dedicargli altre 'gentili parole'.
Rina stava ancora sghignazzando, accasciata contro il bancone.
Philia sospirò "Non siete stati per nulla gentili con lui... ma sapete quanto tempo mi ci è voluto per convincerlo a mettersi quell'uniforme? Guai a voi se per colpa di questa discussione si rifiutasse ancora di indossarla! Prima di partire andrete a scusavi, intesi?"
La rossa si rimise in piedi, asciugandosi le ultime lacrime "...hm, sì, certo!... Senti, ma Jiras che fine ha fatto? Anche lui lavora ancora per te?"
"Oh, certo! Oggi sta sbrigando degli affari in giro per la città, se volete lo potrete incontrare più tardi. Adesso che ne dite di una buona tazza di tea? Siete arrivati in tempo per la mia pausa delle cinque!"
"Ottima idea! Avevo giusto un languorino..."
A quelle parole Philia aprì la porta che si trovava dietro il bancone, proprio accanto a lei, mostrando delle ripide scale che salivano verso il piano superiore. Poi fece strada, precedendo gli amici verso il suo appartamento.


Lo 'spuntino' venne un po' lungo e andò ad accavallarsi alla cena, a causa del fatto che Rina quel giorno aveva saltato il pranzo (sfortunata coincidenza o, più probabilmente, colossale menzogna). Alla fine Philia si era decisa ad ordinare il pasto in un ristorante nei dintorni, essendosi accorta troppo tardi di non avere sotto mano cibo a sufficienza per sfamare i suoi ospiti.
Ormai la cena era agli sgoccioli: la ragazza drago sorseggiava tranquillamente un infuso dall'aroma delicato mentre Rina e Gourry erano impegnati a dar fondo a una crostata di frutta. Valgarv sedeva tranquillo sul pavimento, dall'altro capo del confortevole salotto.
Da quando Jiras lo aveva riaccompagnato a casa si era tenuto alla massima distanza da Rina e con lei aveva aperto bocca solo due volte, per mostrarle la lingua.
Adesso il bambino si stava dedicando a uno dei suoi divertimenti preferiti: con dei coloratissimi mattoncini da costruzioni edificava torri, piramidi, recinti merlati... poi prendeva la mira e li abbatteva a pallonate.
La maga lo osservava da alcuni minuti. "... inquietante..."
"Beh, dipende dai punti di vista - ribatté Philia, versandosi dell'altro tea- Credo che alcuni psicologi lo definirebbero catartico"
"Hm... meglio le costruzioni che il mondo. A proposito, funziona bene il rifrattore?" [
6]
"Come puoi vedere... ad ogni luna nuova lo carico con un incantesimo di trasformazione, e Val ormai si è abituato ad averlo sempre al collo"
Rina si portò una mano al petto, con fare drammatico "Ah, che brava ragazza sono! Se non fosse stato per me che due anni fa ho sudato sangue per creare quel talismano, ora il piccolo Valgarv ci svolazzerebbe attorno sotto forma di draghetto... Che indole generosa possiedo!"
"Generosa un corno! Me lo hai fatto pagare un occhio della testa quell'aggeggio... però devo ammettere che hai fatto un ottimo lavoro -Philia
spostò lo sguardo sul bambino- Grazie a questo Val riesce a vivere normalmente, ad avere degli amici, ad andare a scuola..."
"A scuola?!" Gourry aveva un'espressione sconvolta "Ma non è troppo piccolo? Poverino, iniziano a torturarlo già da adesso..." e scosse il capo, come per scacciare ricordi poco felici.
"Oh, non preoccuparti! Non è una vera scuola... Questa è una città di mercanti e molti genitori non hanno il tempo di seguire i propri figli tutto il giorno, così alcune donne hanno organizzato un servizio di assistenza per i bimbi più piccoli. Li accolgono dal mattino fino al tardo pomeriggio, facendoli giocare tutto il tempo... è piacevole, e davvero molto comodo."
A quella notizia Gourry si sentì molto sollevato.
"Sentite, è un po' che ve lo volevo chiedere... avete più visto Zelgadiss?"
Durante il (lungo) pasto i suoi commensali le avevano narrato per filo e per segno tutto quello che era capitato loro nei due anni che erano passati dall'ultima visita. Ora Philia era curiosa di conoscere le vicende dell'altro compagno di avventure.
"No- le rispose Gourry, con un sospiro triste- non si è più fatto vivo..."
"Credo che stia ancora cercando la sua cura - lo interruppe Rina- ormai sarà giunto nell'angolo più remoto del nuovo continente... e probabilmente ne avrà anche scoperto un altro."
Philia sorrise "Già... non si fermerà finche non tornerà un ragazzo normale"
Rina si batté pensosamente sul mento la forchettina da dessert "Sinceramente mi chiedo il perché! Se tornerà completamente umano sarà anche meno potente, meno resistente... e con tutti i nemici che si è fatto non so quanto gli convenga"
Gourry riemerse dalla contemplazione del dolce (una torta di pasta soffice, ricoperta di panna e costellata di fragole: la crostata era ormai finita da un pezzo) "Anche di Amelia non abbiamo più saputo nulla"
"Io invece sì!"
"Davvero?"
Philia si servì una fetta di torta (dopotutto pagava lei!) e poi spiegò "Io e lei siamo le uniche ad avere un domicilio fisso, perciò abbiamo deciso di tenerci in contatto via lettera. La posta ci mette un po' a viaggiare tra qua e Saillone, ma manteniamo comunque una fitta corrispondenza..."
Rina era raggiante "Bene! Allora, che notizie ci dai della nostra principessa? Sempre a lottare per la giustizia?"
"Più o meno... credo che abbia ormai arrestato ogni brigante del suo regno, e anche in quelli limitrofi. Nella sua ultima lettera mi annunciava di voler partire per un viaggio..."
"Ha finito i cattivi e ne va a cercare altri?" Rina aveva la parola 'tipico' scritta in fronte.
Philia rise "Credo di sì... e credo anche che tutti quegli impegni di stato l'abbiano un po' stressata. Comunque mi ha spiegato di voler partire in cerca di sua sorella maggiore, scomparsa da anni" [
7]
"Sorella maggiore?! Non sapevo che Amelia ne avesse una..."
"Io sì!" Era stato Gourry a parlare. Le due ragazze lo fissarono, allibite.
"COSA?! -Rina riprese fiato- E sentiamo un po': quand'è che te lo avrebbe detto?"
Gourry si prese la testa fra le mani, in un evidente sforzo di meningi "E' stato... aspetta... ci sono! Stavamo cercando nonmiricordocosa per combattere contro Valgarv e io avevo ancora la mia adorata Hikari no Ken [
8]... Dovevamo raggiungere una montagna a forma di cono gelato e, per qualche motivo, io camminavo con Amelia appesa al braccio. Sembrava molto arrabbiata per qualcosa, così le ho fatto un complimento, le ho detto che era diventata più alta, e lei... sì, a quel punto mi ha risposto che era normale, perché in casa sua erano tutti molto alti, anzi sua sorella maggiore era alta tanto quanto me..." Lo spadaccino abbandonò la testa sul tavolo, stremato da quel colossale lavoro di memoria.
Rina batte i palmi delle mani " Ma certo, mi ricordo! Jiras ci aveva ingannati e ci stava accompagnando in una trappola... Prima di partire avevamo partecipato ad una specie di estrazione, per formare le 'coppie perfette'. Amelia si era arrabbiata tantissimo perché Zel era finito con me... Invece Philia si era rifiutata di accompagnarci perché avrebbe dovuto formar coppia con Xelloss!" La maga si interruppe, ridacchiando.
"Che cos'è che ti diverte tanto?" La voce di Philia suonò 'leggermente' irritata.
"Uh, niente... è solo che mi è tornato alla mente un particolare "
"Cioè?"
"Beh... io ero lì, a braccetto con Zelgadiss, e stavo pensando che non era poi tanto male camminare così, anzi..." Philia sgranò gli occhi, guardando preoccupata in direzione di Gourry, ma Rina le fece segno di lasciarla continuare "...così, con la mia voce più amabile gli faccio 'Zel, a cosa stai pensando?' e lui 'A Xelloss' -Rina sogghignò ancora una volta- Poi ha aggiunto che non si fidava di lui e che non riusciva proprio ad indovinare quali fossero le sue vere intenzioni... ma vi assicuro che quando mi ha detto che stava pensando a quel demone da quattro soldi ci sono rimasta malissimo!"
La maga concluse la frase con un gesto enfatico delle braccia, poi si girò verso Philia, osservandola "E non sono la sola, a quanto pare. Ho nominato Xel due volte, e per due volte tu hai fatto una faccia da funerale... c'è qualcosa che non va, Philia?"
Per tutta la serata la ragazza-drago aveva cercato il momento buono per esporre il suo problema. Ora che gliene se ne offriva l'occasione la tranquilla, equilibrata esposizione dei fatti che aveva mentalmente preparato andò a farsi benedire e lei iniziò a narrare i fatti alla rinfusa, con rimandi e anticipazioni, raccontando come il mazoku le si fosse installato in casa e tutto quello che era capitato fino a quel giorno. Concluse con enfasi "Ormai sono due settimane che Xelloss mi tormenta! Arriva sempre alle ore più indegne, sbucando fuori dai posti più impensati: dalla doccia, dalla dispensa, dalle anfore nel negozio, dalle pareti, dal pavimento... mai che usi la porta! Una volta è persino uscito da sotto il letto di Val... adesso, quando viene a dirmi che in camera sua c'è un mostro cattivo, come faccio a dirgli che non è vero?"
Rina ascoltò con attenzione lo sfogo precipitoso dell'amica. Masticò un altro paio di bocconi, mentre soppesava e confrontava fra loro tutte le informazioni in suo possesso. Infine si decise a parlare "Stavo pensando... in questi ultimi tre anni Xelloss non ha mai smesso di tenermi d'occhio, quindi adesso potrebbe essere qui per controllare me. In qualche modo sarà riuscito a sapere che saremmo venuti a farti visita, e ha deciso di precederci..."
"Brava Rina-san! Ottimo intuito!" ^^
Quella voce gioviale proveniva dall'alto, all'incirca dal soffitto.
La maga non alzò nemmeno lo sguardo, ma si prese la testa tra le mani, esasperata "Allora Xelloss, mi vuoi dire perché sei qui?"
"Che modi! Sono almeno quattro mesi che non ci vediamo e tu mi accogli così? Philia cara, credo che dovresti riferire a Luna di questo suo comportamento maleducato..."
Philia aveva incrociato le braccia sul petto, e lo osservava con aria di sufficienza "Non credo proprio che un demoniaccio come te possa permettersi di pronunciare con tanta leggerezza il nome del Cavaliere di Cepheed... e scendi da lassù, che mi sta venendo il torcicollo!"
Ubbidiente, il demone iniziò ad abbassarsi verso di loro.
Ignorando i brividi che la scuotevano automaticamente al sol sentire il nome della temuta sorella, Rina riprese con voce minacciosa "Allora, ti decidi? Cosa cavolo ci fai qui?!"
Il mazoku allungò l'indice destro davanti al viso "Sore wa himitsu desu!" ^^
"XELLOSS!!!!!"
Quello si sturò le orecchie con un dito "Diamine Rina! Volevi assordarmi?"
"Rispondi!"
"D'accordo, d'accordo... mi è venuta nostalgia del vecchio gruppo e così ho approfittato di un'occasione di lavoro per rincontrarvi"
"Certo, e Zolmaister esiste... oh, io ci rinuncio!"
"Che cattiva! Credi che ti abbia mentito? Comunque, sai che non mi hai ancora salutato? Vabbè, adesso rimedio io..." e così dicendo prese il viso di lei fra le mani, avvicinandolo al suo.
Si teletrasportò prima di riuscire a baciarla, riapparendo poco più in là. Dove fino a qualche istante prima era stato il suo corpo ora si trovavano il destro della maga, la mazza di Philia e una catasta di legno e schegge che era stato il tavolo da pranzo.
Con una prontezza di riflessi degna della sua fama, Gourry aveva salvato quanto rimaneva della torta e continuava beatamente ad ingozzarsi, in piedi dietro al demone sorridente.
Rina guardò la mazza di Philia e poi l'amica, continuando a passare lo sguardo dall'una all'atra, perplessa. Sembrava chiedersi il perché di quella reazione.
La ragazza drago recuperò la sua arma, nascondendola velocemente dietro la schiena mentre ridacchiava, imbarazzata dal proprio gesto impulsivo.
Si girò verso il demone "Ehm... Xe-Xelloss! Maledetto Mazoku Maniaco [M.M.M.^^]! Sapevo che eri un pervertito, ma non tollero che tu ti permetta certe mosse lascive davanti agli innocenti occhi del mio Valgarv.
Capito?! IN CASA MIA QUESTE COSE NON SI FANNO!!!"
In tutta risposta il demone scese a terra e passò un braccio dietro le spalle della maga "Ok! Vieni Rina, andiamo fuori..."
Con un ruggito, Philia fece ruotare la mazza in direzione della sua testa: Xel la evitò nuovamente, rimaterializzandosi sospeso nell'aria.
Sfiorato per pochi millimetri dalla morte sotto forme di quattro quintali di ferro lanciati alla velocità di 75 chilometri orari, Gourry si accasciò a terra, ringraziando LoN di essere ancora tutto intero.
"Pare che tu sia ancora molto nervosa... il mio trattamento non ti ha fatto effetto? -il demone parlava in faccia alla bionda, che era completamente fuori di se- O forse sei solo gelosa... vuoi un bacetto anche tu?" Senza darle il tempo di reagire, la prese per le spalle e le schioccò un sonoro bacio sulle labbra.
Gli occhi di Philia sembravano due palline da tennis, mentre le mascelle di Rina e Gourry erano cascate sul pavimento.
Il mazoku si spostò fra i due amici, chiudendo loro la bocca con un gesto gentile.
"Rina, per questa volta vi cedo la stanza degli ospiti. Dovrebbe spettare a me, dato che sono arrivato prima, ma stanotte ho voglia di fare una passeggiata. Ci vediamo domani!" e uscì dalla finestra, galleggiando nell'aria.
Nella stanza ora regnava il silenzio, e per cinque minuti buoni l'unico rumore udibile fu quello prodotto dalle distruzioni di Valgarv.
Philia era pallida come un cencio "Co... co... co...!" aveva riacquistato la parola, ma riusciva solo a farfugliare monosillabi.
"Domani. Spiamo. Xelloss." Rina si era ripresa e guardava verso la finestra dalla quale il demone se ne era andato. "Dobbiamo assolutamente scoprire se è veramente qui a fare quello che ti ha raccontato o se c'è sotto qualcos'altro. Ci si alza presto anche domani, grandioso! Credo che sia meglio andare a dormire..."
"Sì, credo anch'io..." Ancora sotto shock, Philia portò a letto Valgarv, poi augurò la buona notte ai suoi ospiti e ognuno si ritirò nella propria stanza.


Gourry, lascia stare il divano! Stanotte dormi tu sul letto..."
"Cosa?! MI lasci il posto più comodo? Sarebbe la prima volta! Non ci credo... Rina, ti senti bene?"
"Brutto stupido! Se quando sono gentile mi rispondi così non meravigliarti se poi ti tratto sempre male..."
Lo spadaccino era un po' imbarazzato "Scusa.. grazie allora!" e le sorrise.
"Oh, di niente! In questo modo, se Xelloss volesse farmi lo scherzo di materializzarsi nel mio letto troverebbe una brutta sorpresa..."
Sweatdrop
[9] "Ma Rina..."
"Oh, smettila! Domani ci aspetta un lavoro duro e per farlo come si deve è necessario che io sia in piena forma! Pensi che riuscirei a dormire bene al pensiero che quello svitato potrebbe approfittare del mio sonno per giocarmi qualche scherzo di cattivo gusto?"
Gourry sospirò, rassegnato.
Dopo qualche momento di silenzio, la maga prese a camminare avanti e indietro per la stanza, pensierosa.
L'amico smise di sistemare le sue cose e la osservò "C'è qualcosa che non va?"
"Uh? Beh, stavo pensando allo strano comportamento di Xelloss. Sono un po' preoccupata per Philia: da quello che ci ha raccontato, sembrerebbe quasi che quel demone stia cercando di corteggiarla..."
"EH? Stai parlando sul serio?"
"No, probabilmente mi sto sbagliando..." La maga si buttò a sedere sul divano, ma continuava a tormentarsi nervosamente una ciocca di capelli.
"Rina, c'è dell'altro?"
Dopo un attimo di silenzio, lei rispose "... sì. Valgarv."
"E perché? Quell'affare che gli hai costruito funziona che è una meraviglia!"
"Non è per quello, è solo che... insomma, hai notato che non mi sopporta?"
Gourry ridacchiò "Non riesci a dormire perché non stai simpatica a un bambino?"
"Non dire stupidaggini! Il problema è un altro... Da quando è rinato questa è la prima volta che incontro Val nella sua forma umana, eppure gli sono stata antipatica fin dall'inizio. E' come se gli fosse rimasto un po' dell'odio che nella sua vita precedente nutriva nei miei confronti..." Si fermò un momento a riflettere, poi riprese "Forse mi sbaglio, ma... e se non fosse rimasto solo quello? Cosa succederebbe se gli tornassero alla mente i terribili ricordi del suo passato? Che accadrebbe se ricordasse Garv? [
10] -sospirò, osservando il cielo attraverso i vetri della finestra- A volte mi chiedo se la decisione di LoN di farlo rinascere sia stato un dono... o una punizione" Rina ricordava distintamente quanto Valgarv, giunti alla drammatica conclusione della battaglia contro Dark Star, desiderasse morire.
"Cosa stai dicendo? E' stato sicuramente un risarcimento per tutto quello che ha passato!" Il guerriero la guardava con un'espressione di stupore dipinta sul volto gioviale "Come fa la vita ad essere una punizione?"
La maga sospirò, preferendo lasciar cadere il discorso "Probabilmente hai ragione tu, solo che... no, niente. Buona notte Gourry."
"Buona notte Rina, e sogni d'oro"
"Ci puoi scommettere!"


Era ormai il tramonto del giorno successivo quando i due si ripresentarono a casa di Philia, stanchi morti e con i capelli pieni di foglie secche.
"Philia, ci devi un bagno!" esordì Rina.
"E anche una cena abbondante" concluse Gourry per entrambi.
Philia tentò di non pensare a ciò che l'espressione 'cena abbondante' significasse per il suo portafoglio e si preparò a ricevere i frutti della giornata "Allora?"
"Allora cosa?" Rina si stava sfilando un rametto dalle ciocche rosse.
"Allora cosa avete scoperto!"
La maga si appoggiò al muro, mentre Gourry sprofondava in una soffice poltrona.
"Xelloss è stato al monastero tutto il giorno. Ha minacciato, sorriso, terrorizzato, rubato e corrotto... si è comportato per tutto il tempo da perfetto demone tentatore"
Philia era quasi delusa "Tutto normale allora..."
"Normale un corno! - saltò su Rina- Quando mai quello si è comportato in modo regolare? E' un tipo strano anche per essere un mazoku!... No, secondo me ha recitato per tutto il tempo: sapeva che lo stavamo spiando."
"Ma non è possibile! - protestò Gourry- Siamo stati attentissimi a non farci scoprire... ci siamo anche travestiti da alberi!"
"Voi cosa...?" Philia era allibita
"Ci siamo travestiti da alberi, hai presente? Ti sporchi la faccia con la terra, ti riempi di foglie vestiti e capelli, prendi in mano un paio di rami e sei un albero perfetto! Beh, io ero un albero... Rina assomigliava di più a un cespuglio... COHF!"
"Per favore, non commentare..." borbottò la maga all'amica, mentre ritraeva il pugno dallo sterno dello spadaccino "Ad ogni modo, lui sapeva che eravamo là, e ha messo in atto una bella recita. Dovrebbe fare l'attore!"
"Troppo gentile, Rina-san" le sussurrò all'orecchio una voce profonda, mentre il demone usciva dalla parete alle sue spalle.
La maga fece un salto olimpionico, atterrando addosso al povero Gourry che, nel frattempo, si era appisolato.
"Xel-Xelloss?! Per poco non mi fai venire un infarto! Lo sai che non sta bene spiare le conversazioni altrui?"
"Potrei dire la stessa cosa a te" ^^
Rina fece come per castare [
11] un incantesimo ma ci ripensò, limitandosi a dedicargli un'occhiataccia per poi ignorarlo totalmente, rivolgendosi alla sua ospite "Philia, me lo faresti un favore?"
"Di pure..."
"Io e Gourry partiamo domattina: ho saputo che una banda di briganti famosa per i suoi tesori si nasconde in una foresta ad est della città... Possiamo lasciarti i nostri bagagli in custodia per qualche giorno?"
"Non c'è problema!"
Xelloss intervenne "Non allontanarti troppo, Rina-san: potresti perderti il gran finale!"
"Per tua informazione non me ne frega un tubo di quel che stai progettando di fare a quei monaci... né di qualsiasi altra idea malata tu abbia in mente!" gli sbraitò in faccia la rossa.
"Sicura?..." sussurrò il mazoku fra se e se.



NOTE:
6= "rifrattore" E' un particolare tipo di talismano: una volta caricato con un incantesimo si scatenerà contro chiunque lo tocchi. Rina ne aveva già avuto a che fare nel capitolo tre del manga disegnato da Shoko Yoshinaka.
Immagino che per l'occasione sia stato un po' modificato.
7= ho tratto questo particolare da "Slayers 25%". Spero che Alina non me ne voglia...
8= "hikari no ken"--> "spada di luce"
9= "sweatdrop"--> "gocciolone"
10= Oh, my Gaav-sama!
11= Castare: termine usato soprattutto nei giochi di ruolo - italianizzazione del termine inglese to cast che significa lanciare, gettare.



Ritorni

Erano passati otto giorni.
Rina non era ancora tornata, ma Philia non se ne preoccupava affatto. Conoscendola, probabilmente aveva trovato qualche altro affare vantaggioso nei paraggi e aveva deciso che, dopotutto, lei e i bagagli potevano aspettare. Tipico.
Quel che le sembrava strano era non avere più visto Xelloss.
Il demone non si faceva vivo da tre giorni (un po' sospetto, vista la cadenza giornaliera con la quale era solito andarle a rompere le scatole), e per quanto si ripetesse che quella era decisamente una fortuna, Philia non riusciva a crederci del tutto.
Una leggera inquietudine le impediva di star ferma più di cinque minuti e... accidenti! Quel dannato mazoku le mancava.
"Almeno se lo vedo posso controllare quello che fa..." mormorò fra le labbra, senza staccare gli occhi dal lavoro a maglia che aveva in grembo.
Stava tentando fare un maglione per Valgarv. Dalla cesta ai suoi piedi usciva un filo di un caldo color indaco che si sarebbe accordato benissimo con l'inusuale verde dei suoi capelli.
Era a casa da sola. Aveva lasciato il negozio prima dell'orario di chiusura perché quel giorno era riuscita a combinare solo disastri. Si era concessa qualche ora di pausa, lasciando a Jiras l'incarico di andare a prendere Valgarv a scuola, più tardi.
Sbuffò stizzita: aveva perso un altro punto. Forse doveva cambiare aghi... Accantonò il lavoro, infilandolo alla rinfusa nel cesto di vimini. Era troppo inquieta per quell'opera di pazienza, inoltre iniziava ad esserci poca luce, doveva accendere la lanterna.
Alzò il capo e lo vide.
"Buonasera Philia"
Questa volta Xelloss era entrato convenzionalmente, dalla porta.
"Ancora qui?"
"Beh sai, ho ancora qualche affaruccio da sbrigare nei dintorni..."
"Così non perdi occasione per venire a rompere, vero? Fuori dai piedi Xelloss!" Così dicendo lo prese per le spalle, con l'intenzione di buttarlo fuori lei stessa, quando si accorse che il viso del mazoku si contraeva in una smorfia di dolore. Subito Philia scostò il mantello: il busto del demone era attraversato da un'enorme squarcio, che andava da una spalla fino al centro del petto. [
12]
"... ho avuto un qualche problema sul lavoro e dato che sono un po' debole l'autorigenerazione è più lenta del solito..." Sorrideva come sua abitudine, ma aveva la fronte imperlata di sudore.
"E hai pensato bene di venire a farti curare"
"Un drago non può curare un demone"
"Dettagli" Lo costrinse a sedersi e poi gli si mise a fianco, appoggiando le mani sui lembi della ferita, una sul petto e una sulla schiena. Quel che restava della maglia di Xelloss la impediva, così la strappò via del tutto per poi tornare a concentrarsi sul suo lavoro.
Il sorriso di Xel si allargò, mutando in un ghigno sinistro, ma Philia non se ne accorse.
"Che cosa stai facendo?"
"Ti passo energia, così potrai usare la tua autorigenerazione"
"Perché?"
"Cosa...?"
"Perché lo fai? Tu sai bene che questa è una ferita che mi sono procurato battendomi contro una creatura del bene. Perché mi aiuti?"
"Tu hai aiutato me, io aiuto te. Non voglio avere debiti con un mazoku"
"Sicura...?"
Xelloss si alzò in piedi, aprendo gli occhi. La ferita aveva preso a rimarginarsi a gran velocità, e il demone sembrava di nuovo nel pieno delle sue forze. Fece un passo verso di lei e Philia, istintivamente, ne fece uno indietro.
Chissà per quale motivo, improvvisamente aveva paura e, un passo dopo l'altro, Philia aveva finito la stanza.
Il sole era tramontato senza lasciarle l'occasione per accendere un lume e Xelloss continuava ad avanzare verso di lei, piano, nella penombra del crepuscolo.
L'espressione sul volto del mazoku le metteva i brividi... non era quella di un assassino ma un'altra, che non riusciva a decifrare. Che faceva ancor più paura.
"Phi... Philia?" Una vocina proveniva dall'ingresso.
Valgarv stava sulla porta, cercando di scorgere qualcosa nella stanza ombrosa, senza osare entrare.
Dietro di lui si sentiva la voce trafelata di Jiras, che cercava di raggiungerlo "Valgarv! Non correre, fai il bravo draghetto!"
Senza staccare gli occhi da Philia, Xelloss incurvò le labbra in un mezzo sorriso "Bel tempismo, Val-chan".
Poi, ricomponendo il suo viso nella solita espressione da jolly, recuperò mantello e staffa "Tornerò. A Presto Philia"
Sparito.
Andato.
Era salva.
Non sapeva da cosa (non voleva assolutamente sapere da cosa!) ma era salva.
Era ancora immersa nel buio. L'oscurità le strisciava addosso, espandendosi dentro e fuori di lei... si precipitò al tavolo, afferrando la lanterna con tanta forza da creparne il vetro. Fiammiferi! Si guardava intorno per cercarli, quasi in preda a una crisi di nervi, quando si accorse di Valgarv fermo all'entrata.
Cosa avrebbe pensato, vedendola cedere al panico?
Era solo un cucciolo, non doveva spaventarlo.
Con movimenti controllati, Philia recuperò i cerini e provvide ad accendere la lanterna, per poi passare ad ogni candela, ad ogni lume che si trovasse nella stanza. Solo quando ogni più nascosto angolo fu illuminato si rilassò e corse ad abbracciare il bambino.
"Ciao! Hai fatto il bravo oggi?"
"Certo!... cof! Philia-chan, mi fai male!"
La ragazza allentò la presa sul piccolo e sorrise forzatamente a Jiras, che da poco si trovava alle spalle del bambino "Jiras! Ma che bella sorpresa... prego accomodati!"
Bella sorpresa?!? Ma se era ormai un'abitudine che fosse lui a riaccompagnare Valgarv a casa tutte le sere... mah! Intanto Philia continuava con la sua 'recita di normalità': "Non ti ringrazierò mai abbastanza per l'aiuto che mi dai con il piccolo Val... ci sono! Che ne dici di fermarti a cena?"
La volpe, che inizialmente aveva avuto l'intenzione di schermirsi iniziando un discorso su quanto lui dovesse a Valgarv ecc-ecc, accantonò subito ogni proposito di modestia, la fissò con occhioni stellati e se ne uscì con un "Sul serio TESORO???!!! Sapevo che un giorno ti saresti accorta di me, pupa!"
A Philia passò immediatamente la voglia di averlo fra i piedi, ma ne aveva ancor meno di restare da sola, così fece buon viso a cattivo gioco e cominciò a darsi da fare con le cibarie. Cucinò montagne di roba e ce la mise tutta per tirar tardi, tanto che ad un certo punto perfino Jiras non ce la fece più.
"Philia, tesoro... non offenderti: a me piace moltissimo la vostra compagnia, ma dopo aver lavorato tutto il giorno nel tuo negozio sono stanco morto... che ne dici, resto qui a dormire?"
I Draghi sono esseri millenari, quasi eterni e, in quanto tali, immensamente pazienti. Con questa piccola eccezione.
Jiras si trovò spedito in orbita da un potente calcio nel sottocoda. Fortunatamente, non atterrò troppo lontano da casa.
La serata era finita, anche Valgarv faticava a tenere gli occhi aperti, ma Philia non aveva la minima voglia di andare al dormire trovandosi da sola al buio...
"YAWN!"
"Hai sonno Valgarv?"
"No! No, -yawn- per niente... Philia-chan..."
"Hum... che ne dici? Dormiamo insieme 'stanotte?"
"Ah? Davvero? Davvero possiamo? Evviva!"
La ragazza-drago si stava vergognando profondamente: aveva sempre imposto a Val di dormire da solo 'perché non è da ometti comportarsi così'. e adesso glielo stava proponendo perché... AVEVA PAURA DI STARE DA SOLA! Ma ormai non poteva più ripensarci: il bimbo si era fiondato nella sua stanza, tuffandosi letteralmente nel morbido materasso del suo grosso letto. Philia non fece nemmeno in tempo ad ordinargli di mettersi il pigiama: si era addormentato.
Sentendosi molto materna (era un sentimento che Val spesso suscitava in lei) lo cambiò, infilandosi a sua volta la leggera camicia da notte. Rimase un po' in piedi, tormentando con la mano il raso rosa del baldacchino a parete, infine si decise a infilarsi sotto le coperte.
La stanza era quasi del tutto buia ma non ebbe la fermezza di spegnere anche l'ultima candela, posata sul comodino. Inutile pensare cose tipo 'su Philia, a che ti serve la luce mentre dormi?'. Sapeva che non avrebbe chiuso occhio.
Si sdraiò, incurvando il proprio corpo intorno a quello di Valgarv e cominciò ad accarezzargli i lunghi capelli setosi, mentre pensava quanto fosse ridicolo credere che la sua presenza lì avrebbe potuto proteggerla da Xelloss.
Ritrasse la mano, stringendola a pugno.
Era vero, inutile negarselo ancora. Era lui la fonte del suo terrore.
Ma perché? Aveva sempre saputo che era pericoloso, e nonostante questo non lo aveva mai temuto.
Quel pomeriggio era andato da lei per farsi curare, non per minacciarla. Perché quella paura?
Ebbe di nuovo davanti agli occhi l'immagine del mazoku che avanzava verso di lei nell'oscurità... Scosse la testa e si strinse forte il lenzuolo intorno alle spalle, cercando di non pensare a niente. Ma come si fa? Impossibile, soprattutto quando centinaia di sussurri si accalcano nei pressi della coscienza, ansiosi di farsi sentire...
Trattenerli era troppo faticoso.
Xelloss l'aveva cercata dopo tanto tempo.
Perché? Per non fare il pendolare? Decisamente improbabile.
Rina le aveva intimato di stare in guardia, perché Xelloss non agiva mai a caso. Oh, ma questo lo sapeva molto bene anche lei!
Il punto era: quali potevano essere i suoi secondi fini se, senza mezzi termini, le aveva chiaramente spiegato chi e come intendeva massacrare nei pressi della città?
Philia ricordava benissimo quella inusuale confidenza fattale dal demone: Xel stava alle sue spalle e le massaggiava la schiena... L'intenso profumo di mirra non era ancora svanito del tutto dai suoi abiti.
Rabbrividì di nuovo, ma non era per il freddo e neppure la paura. Era per qualcosa che le risultava impossibile persino da pensare.
Qualcosa che le si agitava dentro da quasi un mese.
La sua mano lungo la schiena...
Non riusciva a liberarsi da quella sensazione di calore... forse perché non voleva?
Ciocche corvine che le accarezzavano la spalla nuda...
Desiderava ricordare quelle sensazione, ripeterle, come riviverle all'infinito.
La sua bocca che le sfiorava l'orecchio...
Si intimò di smetterla. Inutilmente.
La sua voce musicale che le sussurrava i programmi delle sue giornate, efferati delitti, come fossero state colazioni all'aria aperta...
Voleva ancora sentirlo appoggiato a se... Voleva Xelloss.
Un'immagine del moro mazoku che lì, a letto con lei, faceva le veci del lenzuolo, la fece saltare a molla, seduta, stringendosi le ginocchia al petto.
Respirò profondamente, cercando di calmare i battiti impazziti del suo cuore.
D’accordo, doveva ammettere che era un bel ragazzo.. sempre che quello fosse il suo vero aspetto. Ed era costretta anche a precisare che, essendo nota la sua natura di ryuzoku, ben pochi uomini le dedicavano le attenzioni che il demone le aveva prodigato in quei giorni. Ad essere del tutto sinceri nessuno, a parte Jiras, ma quella era un'alternativa essenzialmente comica. Quindi se adesso si sentiva un tantino attratta da Xelloss era solo perché aveva intercettato un suo casuale 'risveglio dei sensi', giusto?
Sì, come no... a chi voleva darla a bere?
Era stata per decenni una vestale del Re dei Draghi di Fuoco e in quanto tale tenuta alla verginità, eppure questo obbligo non le era mai pesato. Non aveva mai dovuto lottare per resistere a qualche suo simile, mentre ora stava cocciutamente negando a se stessa perfino di pensare a Xelloss.
Perché lui?! Era solo un maledetto mazoku... beh, di certo non era la sua nascita a farla sentire tanto turbata. Lei non aveva paura di un demone chicchessia!
No. Era lui, solo lui, qualunque fosse stata la sua razza.
Le si era avvicinato e... Ma era inutile tentare di convincersi che fosse colpa di qualche suo trucco perché Philia sapeva bene che quell'attrazione era nata molto prima, già durante la lunga avventura avuta con Rina e gli altri.
Prima amico, poi nemico, infine nuovamente alleato... Poi i loro poteri si erano fusi.
Luce e oscurità avevano creato l'equilibrio perfetto. O il Caos.
La sua mente era un caos.
Un caos di vocine che le dicevano di stare attenta. Erano le coscienze di Rina, Amelia, Zelgadiss, Gourry, Jiras, Gourabos, e anche Valgarv: che cosa avrebbero pensato di lei se...?
Quella era codardia. Un'ultima, squallida barriera fra se e i suoi sentimenti. Arrivata a quel punto non le importava più nulla di Bene e Male, di giusto o sbagliato. Desiderava Xelloss.
Non le interessava nemmeno più chiedersi il perché: voleva solo sentire le sue mani sulle spalle, sul collo... dappertutto. La sua bocca. La sua voce.
Con l'anima in tumulto affondò il viso fra le braccia, perdendo lo sguardo nel buio.
Il buio che prendeva forma e si illuminava di due pupille viola, verticali come quelle di un gatto. Philia rimase senza fiato mentre Xelloss sgusciava fuori dalle tenebre, entrando nel tenue cono di luce della piccola candela. La sua ultima difesa che le giocava contro, facendo rifulgere quegli occhi ametista.
Il demone si fermò un istante ai piedi del letto, poi ci si arrampicò sopra, avanzando gattoni, tirando a se il lenzuolo...
"Ma cosa..."
"Ti avevo detto che sarei tornato presto"
"Vattene! Sveglierai Valgarv!"
Xelloss sorrise, e il bambino non era più lì.
"Cosa...?! Valgarv! Dove lo hai mandato? Dimmelo!"
"Non ti preoccupare. E' da amici, in un luogo sicuro... Ti fa così paura stare da sola con me, Philia dei Draghi di Fuoco?"
Paura... paura non era la parola giusta. Ma averlo così vicino a se in quel momento annullava le sue difese.
"No" rispose, con voce tremante. 'No', ripeté a se stessa. Distolse lo sguardo solo per essere costretta a portare nuovamente gli occhi su quelle pupille verticali.
Philia sentì la sua voce farfugliare qualcosa riguardo all'ora tarda... Qualcosa di stupido a cui nessuno dei due credeva.
Le labbra di Xelloss erano distese in un sorriso strano, diverso dall'espressione infantile che solitamente portava dipinta in volto come una maschera.
Un sorriso che diceva chiaramente che lui sapeva. Le parole erano solo un inutile intoppo.
Senza rendersene conto, Philia stava estendendo la propria essenza verso quella del demone, cercando di nuovo il contatto con quella sensazione di oscurità incombente che aveva già assaporato.
Voleva immergervisi, per comprendere.
Titubante, mosse le mani verso di lui, ma le fermò prima di arrivargli al viso. Si aspettava una qualche reazione, ma Xelloss non dava segno di volersi muovere. Allora gli cinse il collo con le braccia e, stendendosi, lo trascinò con se finché non furono sdraiati su un fianco, faccia a faccia.
Ad occhi chiusi cercò la sua bocca, sfiorandola appena con le labbra.
Gli fece scivolare le braccia lungo la schiena, premendosi contro di lui e, mentre si muoveva piano, aprì la camicia da notte e se la fece cadere dalle spalle, fino a sfilarsela del tutta. La pelle le scottava.
Xelloss era completamente vestito, non si era tolto nemmeno il mantello e Philia intrecciò le gambe a quelle di lui, rabbrividendo leggermente al contatto con la seta fresca dei suoi abiti. Gli prese una mano guantata e la baciò, poi se la portò sul corpo, affondando il viso nell'incavo della sua spalla.
La logica non trovava più posto in lei, in quel momento agiva d'istinto.
Era come in preda a una vertigine perpetua, che la stava trascinando sul limite tra disgusto e desiderio.
Ne voleva ancora.
Improvvisamente, Xelloss si allontanò da lei.
Philia allungò la mano per sfiorarlo ma lui la scansò di nuovo, mettendosi a galleggiare sopra il letto.
"Mi stupisci"
La voce del demone suonava ironica, metallica, fredda.
"Non avrei mai immaginato che saresti caduta tanto in basso"
La giovane drago non riusciva a capire che cosa le stesse dicendo.
"Lasciarti andare così... con ME!"
Fino a pochi istanti prima erano sdraiati uno accanto all'altra, talmente vicini da non sapere più dove cominciasse un corpo e dove finisse l'altro, e ora cosa...
"Xelloss, ma tu..."
"Io stavo scherzando, Philia"
Scherzando?!
"Ti stavo prendendo in giro, credevo che lo avessi capito... Da quand'è che i demoni sono attratti dai draghi?"
Scherzando...
"Cepheed si starà rivoltando, laggiù nel dorato Mare del Caos. Un drago... e non un drago qualsiasi! Una sacerdotessa, l'ultima sopravvissuta di una delle quattro tribù sacre, che si getta tra le braccia di un demone, che all'estinzione dei ryuzoku ha contribuito con gioia!"
Xelloss svolazzava in una posizione molto rilassata, con la schiena incurvata, le gambe incrociate e le braccia dietro la testa. Con un guizzo si contorse all'indietro, spostandosi davanti al suo viso, costringendola a guardarlo negli occhi.
"Credevi sul serio di piacermi?"


Rina aveva un grosso peso sullo stomaco.
Dormiva in una locanda, non molto lontana dalla città.
La sera precedente lei e Gourry sarebbero benissimo potuti tornare da Philia ma, ad un certo punto (più o meno verso l'ora di cena), si era presentata loro la drammatica alternativa tra tre ore di viaggio a piedi e un succulento pasto a base di maialino da latte con contorno di verdure saltate, il tutto insaporito da una delicata salsa aromatica... Inutile precisare che si erano abbuffati a più non posso, dopodiché avevano deciso di passare lì la notte, quasi troppo sazi perfino per rotolare fino alle rispettive stanze.
La maga continuava a sentire quella strana pesantezza... che non avesse digerito? Eppure quando si era infilata sotto le coperte aveva avuto la sensazione che, se avesse avuto la forza di masticare, sarebbe riuscita a trovar posto ancora per una fetta di meringata.
Si agitò debolmente nel sonno, ormai ridotto a un dormiveglia. Non aveva alcuna voglia di svegliarsi ma sembrava che non ci fossero alternative. Socchiuse gli occhi, sonnolenta: sopra la sua pancia c'era qualcosa.
Del tutto sveglia, rotolò giù dal letto per poi riavvicinarvisi con fare circospetto, brandendo il suo pugnale.
Evocando una debole sfera luminosa, illuminò la sagoma che era scivolata sul materasso: soffocò a stento un grido di sorpresa, mentre la lama le sfuggiva dalle dita.
Si precipitò fuori dalla sua stanza per tornarci subito dopo, trascinando Gourry di peso.
"Yawn... Rina, ma lo sai che ore sono? Che cosa cavolo succede?"
Per tutta risposta la ragazza gli tappò la bocca con una mano, poi lo afferrò per la testa costringendolo a guardare sul letto, dove Valgarv dormiva come un angioletto, rannicchiato sopra il lenzuolo. Prevedendo la reazione sorpresa dello spadaccino, Rina lo buttò fuori dalla camera e poi lo raggiunse, appoggiandosi contro la porta chiusa.
Gourry era confuso "Non capisco... che ci fa LUI in camera tua?!"
"Shhhh! Così lo svegli! Vieni, andiamo da te..."
Arrivata nell'alloggio dell'amico, la maga iniziò a misurare il pavimento con lunghi passi nervosi, fino a che Gourry le porse ancora la sua domanda.
"Non ne ho la più pallida idea! - sbottò lei- So solo che mentre dormivo ho sentito un grosso peso sullo stomaco... pensavo fosse il maialino di ieri, invece era Valgarv!"
Lo spadaccino si grattò la testa "Per un bambino così piccolo è pericoloso girare da solo di notte... dovremo dire a Philia di chiudere meglio la porta di casa"
"Deficiente! Ma ti pare possibile che se la sia fatta tutta a piedi?"
"E allora come?" Gourry se ne stava seduto sul letto, a gambe incrociate, e osservava Rina andare su e giù per la stanza, ragionando ad alta voce. Era un suo comportamento tipico e il ragazzo c'era abituato, come era abituato al fatto di perdere il filo di quei monologhi dopo appena un paio di frasi. In fondo, la cosa non lo interessava: era sicuro che lei sarebbe sempre giunta alla giusta conclusione. Lui si limitava a fingersi interessato, in modo da limitare al minimo il numero delle potenziali ramanzine.
"Il come è ovvio, con il teletrasporto... La domanda giusta sarebbe: chi è stato?" La ragazza continuava a dar voce ai suoi pensieri "Solo draghi e demoni hanno queste capacità, ma Val è ancora troppo piccolo e inesperto per saper usare i suoi poteri... Philia? E' possibile, ma perché avrebbe dovuto... -Rina si fermò di scatto- Gourry, vai immediatamente a prendere i vestiti in camera mia!"
Lo spadaccino era un po' confuso "Scusa... ma perché?"
"L'unico motivo che avrebbe avuto Philia per mandare da noi Valgarv sarebbe stato quello di salvarlo da un qualche pericolo. Perciò è lei ad essere nei guai. Vai a prendere i miei vestiti!"
"Perché non ci vai tu?"
"Ma sei impazzito? Se vado di là e Val mi vede, quello è capace di svegliare la locanda a suon di urli! Per una volta che non demolisco l'edificio con una fireball, vorrei andarmene con dignità."
Ubbidiente, Gourry le portò le sue cose, aspettò fuori che si cambiasse e poi entrò per preparasi a sua volta.
Quando scese le scale pensando che, perlomeno, alzarsi presto voleva dire fare colazione prima, trovò Rina intenta a informare il locandiere della presenza del bambino nella sua stanza.
La ragazza aveva ottenuto in prestito due cavalli ed era impaziente di partire.
"Rina, ma... la colazione?" Brontolò il biondo insieme al suo stomaco.
"Piantala di frignare! Dopo aver salvato Philia ce la faremo offrire da lei... tripla. Come ricompensa."
Rincuorato, il ragazzo spronò la sua cavalcatura ed entrambi galopparono veloci verso la città.

Un'ora dopo erano a destinazione.
Rina non fece nemmeno lo sforzo di salire le scale ma, prendendo l'amico per la maglia, si sollevò fino alla finestra, entrando in salotto.
Xelloss stava sorseggiando un calice di rosso. Probabilmente Porto.
"Salve, volete favorire?" Il demone porgeva loro il bicchiere con un sorriso, come se bere vino a quell'ora di mattina fosse la cosa più naturale del mondo. Poi, mentre si guadava in giro, il suo viso si fece perplesso "Dove avete lasciato Valgarv?" si informò.
Rina era raggelata "Sei... sei stato tu, allora?"
"A-aaah..." ammise il mazoku a cuor leggero.
"Dov'è Philia?" urlò la maga, aumentando improvvisamente il tono di voce.
"E' proprio un brutto vizio il tuo, lo sai? Non dovresti gridare tanto..."
"Rispondimi, Xelloss!"
"Tranquilla... è in camera sua"
"Che cosa le hai fatto?"
"Io? Assolutamente niente. Piuttosto dovresti chiedermi che cosa ha fatto lei... Ad ogni modo, credo sia meglio che tu glielo domandi direttamente" e riportò la sua attenzione sul vino.
Rina lo trafisse con lo sguardo, poi si precipitò nella stanza dell'amica.
Gourry era rimasto fermo, e osservava il demone in silenzio.
Xelloss se ne accorse "Sì?"
"Che cosa è successo?" Il tono di voce dello spadaccino era addolorato. Sapeva che Xelloss era un mazoku, ma lui lo considerava ugualmente un vecchio amico. Del quale non ci si deve del tutto fidare forse, ma comunque un amico.
Il demone mise da parte il bicchiere "Una cosa un po' imbarazzante... se vuoi un consiglio, evita di entrare in quella stanza" Detto questo si alzò in piedi e se ne andò via, uscendo dalla porta.
Gourry osservò per un istante il posto dove era stato seduto, poi si affacciò alla finestra e lo vide camminare per strada, molto lentamente, nella direzione del sole che sorgeva.
Nel frattempo Rina stava cercando di far parlare Philia.
La ragazza-drago era avvolta nel lenzuolo e si abbracciava le ginocchia, seduta in mezzo la letto. Gli occhi, rossi per le lacrime che non riuscivano a sgorgare, erano asciutti, lucidi e fissi, mentre lei si dondolava leggermente avanti e indietro.
Rina le si era seduta accanto e aveva cercato di farsi spiegare che cosa fosse successo, ma con le buone maniere era riuscita solo a farle borbottare qualche frase di autocompatimento rotta da secchi singhiozzi. Persa velocemente la poca pazienza in suo possesso, la maga sbottò "D'accordo, come preferisci! Se tu non vuoi aprir bocca vorrà dire che andrò da Xelloss e lo prenderò a calci nel sedere finché non mi racconterà quello che ti ha fatto!"
"NOO!" Philia si era girata di scatto, afferrando il polso dell'amica per impedirle di muoversi. "No - ripetè piano, con voce roca- lui... lui non mi ha fatto niente... sono io che..." si fermò di nuovo, interrotta da un singhiozzo.
"Philia, dimmi cosa è successo" quello di Rina era un ordine.
Stupida! Era stata così stupida... Per niente al mondo le avrebbe raccontato come si erano svolti i fatti. Si vergognava troppo. Ma la rossa insisteva.
Philia era terrorizzata dall'idea di essere umiliata da un confronto diretto con Xelloss. Temeva che Rina per accertarsi della verità li avrebbe messi faccia a faccia, costringendola a raccontare. E ad ascoltare il racconto dell'altro.
Alla maga quell'idea non passava nemmeno per l'anticamera del cervello, ma la ragazza-drago non era abbastanza lucida da rendersene conto.
Provò a negare che il demone fosse stato lì, poi, contraddicendosi, ammise che era venuto ma assicurò che non era accaduto nulla. Infine, accortasi di come le sue scuse suonassero deboli e meschine, si bloccò.
Gli occhi indagatori di Rina erano fissi su di lei.
Che altro le poteva dire? Per difendere il suo orgoglio, l'apparenza della sua dignità, aveva mentito, ottenendo il risultato opposto.
Non c'era altro modo. Prese fiato: il racconto di quello che era successo le uscì di bocca in un sussurro. Le frasi erano spezzate e poco chiare, ma Philia aveva l'impressione di essere costretta a mettere a nudo le macchie della sua anima.

Quando lasciò la stanza dell'amica, Rina fremeva di rabbia.
Le parole di Philia erano state confuse, ma inserite nel quadro della situazione prendevano un significato ai suoi occhi ben chiaro: Xelloss aveva sedotto (e forse non solo) Philia, e poi l'aveva in qualche modo convinta che era tutta colpa sua.
Tornò in salotto. Il mazoku non c'era più, ma notò Gourry.
"Dov'è andato?" la sua voce era gelida di furore.
Lo spadaccino le lanciò uno sguardo interrogativo. Fece un gesto per indicare che era uscito "E' andato per di là" le rispose. Rina corse alla finestra e si lanciò di sotto, atterrando leggera grazie al Ray Wing.
"Forza, seguimi!" urlò a Gourry, poi cominciò a correre nella direzione che il ragazzo le aveva indicato.
Non ci volle loro molto per raggiungere il mazoku.
Appena lo scorse da lontano, la maga lo chiamò per nome mentre scagliava contro di lui un Freeze Arrow, per impedirgli di fuggire. Era talmente furiosa che il pensiero che quel gesto fosse del tutto inutile non la sfiorò nemmeno.
Xelloss si voltò ad aspettarla, fronteggiandola con viso ridente. Questo fece aumentare l'ira di Rina.
Gli si parò davanti, guardandolo con occhi di fiamma.
"Adesso dimmi perché lo hai fatto" la sua voce era ridotta a un sussurro ma il demone non ebbe problemi a sentirla.
Sorrise a lei e a Gourry, che come sempre era perennemente alle spalle della ragazza "Come vi ho già detto, non sono stato io ha fare qualcosa a lei... Philia non ti ha raccontato di come mi ha cercato e trattenuto? Non ti ha spiegato che è stata lei ad essersi offerta a me? E che io l'ho rifiutata?"
"CHIUDI IL BECCO! - ruggì la maga- Queste non sono altro che le menzogne che le hai fatto credere, ma con noi non attacca Xelloss!" Il mazoku la guardò con aria sorpresa, ma lei non gli diede il tempo di ribattere "Sappiamo cosa hai fatto! Sappiamo come ti sei comportato nei suoi confronti!"
"Che cosa intendi?"
"Piantala di sfoggiare quel faccino innocente. Lo sai! Prima i massaggi, le confidenze, poi le visite, quel bacio... mentre ce li raccontava Philia aveva cercato di sminuire questi fatti, ma perfino Gourry si è accorto che la stavi corteggiando! -(lo spadaccino si evitò ogni commento)- Tu conosci Philia, sapevi dove colpire... Tu stavi cercando di sedurla fin dall'inizio!"
"Ma dai! E voi ci avete creduto davvero?" Xelloss ridacchiava, incredulo "Era solo uno scherzo!" ^^
Rina si gettò su di lui, strattonandolo per il bavero.
"Solo uno scherzo!?! Maledetto... maledetto scarto di natura! Hai ingannato Philia! L'hai distrutta!"
Con gesti misurati Xelloss si liberò dalla stretta della maga e fece un passo indietro, aggiustando le pieghe della mantellina.
"Rina..." i suoi occhi ora erano aperti, e stranamente seri "...io sono un demone, questo lo sai bene - serrò con forza la mascella- I demoni... NON POSSONO amare"
Poi svanì come suo solito, ma i suoi vecchi compagni di avventure fecero in tempo a vedere una singola, lucente lacrima scivolare lungo il suo zigomo.



Xelloss era tornato nel palazzo della sua Beast Master.
Ora che era solo, le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi.
Le spalle sussultavano ad intervalli irregolari.
Tutto il suo corpo era scosso da un profondo tremito, mentre una risata irrefrenabile lo costringeva a stare sdraiato per terra tenendosi la pancia... L-Sama! Se per vivere avesse avuto bisogno di respirare a quel punto sarebbe gia morto, soffocato dalle risate.
"Xelloss, insomma! Un po' di contegno."
Asciugandosi le lacrime, il demone alzò il volto giusto in tempo per osservare il trono di pietra di Xellass Metallium materializzarsi dalle tenebre, occupato dalla bionda e scosciata fumatrice.
Il mazoku si alzò a fatica e, tentando di reprimere la propria ilarità, si profuse in un cerimonioso inchino.
"Allora Xelloss, hai speso bene il tempo libero che ti avevo concesso?" Il viso beato del demone bastava da solo a rispondere perfettamente alla domanda della sua Master.
"Certamente, Xellass-sama! Sono andato a far visita a dei vecchi amici... e ho dato loro qualcosa su cui pensare" Un ghigno diabolico tagliava il suo volto paffuto da orecchio a orecchio.
"Ne sono certa, Xel-chan. Ho notato con piacere che la tua recitazione è sempre la migliore" Sbuffò il fumo chiaro e profumato della sua lunga sigaretta.
Xelloss socchiuse un occhio "Avete osservato tutto?"
"Certo. La consideri forse un'invasione della tua privacy?" Domandò lei, con voce suadente.
"Naturalmente no, mia signora, ma pensavo che foste troppo impegnata per assistere al mio piccolo scherzo"
"Suvvia Xel-chan, non essere modesto. Tu sei un artista dell'inganno e, come ogni signora di classe, io apprezzo l'arte. Inoltre trovo che dubbi, frustrazioni e depressioni di un drago dorato si accompagnino divinamente all'ira di Rina Inverse. Davvero un piatto gustoso." Xelloss chinò umilmente il capo a quella lode.
La Beast Master inalò voluttuosamente e poi soffiò il fumo formando sette perfetti cerchi concentrici. Una volta dissolti, riprese.
"Bene, ora che le tue ferie sono terminate ho un nuovo incarico per te- gli occhi ametista di Xelloss si accesero per l'interesse- avrai anche appena finito di mangiare, ma io so quanto sei ingordo..."

FINE



NOTE:
12= Chiedo scusa a Yulin per averle rubato l'idea di Xelloss ferito (anche se in quel caso non era da Philia che andava ^^)


APPUNTO FINALE DELLO SCRIBACCHINO
"ognuno si tenga gli stereotipi suoi
"

Inizio precisando che non sostengo affatto la coppia Xelloss/Philia perché, anche se è vero che Xel sta bene un po' con tutti, personalmente lo preferisco con Zelgadiss *^_______^*
Per farla breve, tutto è cominciato dopo aver letto alcune fic che volevano insieme il mazoku e la draghetta. Sia che quelle storie mi piacessero sia che non fossero di mio gradimento, la reazione era sempre la stessa: "Xel con Philia? Non esiste! A meno che..." e sulla scia di quell'eccezione un'idea ha cominciato a sguazzare nello yogurt che occupa il mio cranio, minacciando di non smetterla fino a che non l'avessi sfrattata su carta. Avevo dunque scelta?
Ho scritto l'incipit la sera di Natale, al freddo e al gelo come Gesù Bambino (più precisamente, sotto la neve). Il finale è stato invece ispirato dalla laboriosa digestione del conseguente tradizionale pranzo in famiglia. Il resto della fic non è altro che una lunga scusa per giustificare quelle ultime trenta, quaranta righe.
Se qualcuno è rimasto offeso da quanto ho scritto chiedo scusa, ma io mi diverto tanto... In fin dei conti, questa storia vuole essere un omaggio a Xelloss Metallium, l'unico personaggio che riesca ad essere crudele e affascinante nonostante porti i capelli come la Carrà ^^;;;


Ish DeBsh
Il Cavaliere della Bisha