BREATH



Sai Mokuren

Ho una gran voglia di scriverti, ma non trovo le parole adatte per parlarti…

Quaggiù è tutto così diverso, oggi per la strada mi sono sorpresa ad occhi chiusi respirando tutta l’aria che mi entrava nei polmoni, inspiravo tutto quello che potevo poi lo ributtavo fuori con un soffio

Che liberazione, tu non sai da quanto tempo io desiderassi respirare!

Ho tanta voglia di vivere, tanta disperazione da cancellare, ho voglia di dare un calcio al passato e ricominciare da capo, ho una nuova vita e me la goderò, fino alla fine

Qui è davvero bellissimo, avevi ragione tu, basta girare gli occhi per vedere una persona, per strappare un sorriso o rapire uno sguardo, urtare una persona, fermarsi e chiederle scusa, mangiare un enorme gelato, affacciarsi alla finestra e vedere il fantasma della luna… là ci sono i nostri corpi ma la nostra anima è qui, vive e palpita

Ho sofferto, è vero, ma questa vita che passò qui è felice, è carica di sogni, in ogni minuto vive una gran euforia, ansia per il giorno dopo ma pur sempre piacere, felicità, vita.

Sulla luna non si poteva respirare aria pura

A volte apro la finestra e fisso il vuoto, stelle su stelle nascono dal buio, fioriscono in un cielo nero come tanti piccoli boccioli…

La luna era solo uno spicchio sottile in mezzo a quel turbinare di fiori, il cielo esteso tutto intorno a noi da un senso di vertigine, mi è sembrato di sprofondare nello spazio, di essere tutt’uno con il buio, una persona unica con la tenebra, in quel momento ho pensato che probabilmente, dalla terra, Sia non era altro che un puntino luminoso, una stella, magari anche poco visibile, probabilmente aveva addirittura un altro nome

Sulla luna non ci vorrei tornare più, ma allo stesso tempo ci verrei rimanere per sempre… che discorso stupido, sembra non abbia alcun senso eppure un significato ce l’ha

Dopo la morte di Gyokuran io mi sentivo perduta, desiderai di morire presto, di farla finita, tanto sarei morta comunque…

Non mi importava più nulla, vivere morire, andare sulla terra oppure restare, a me non interessava

Quante notti ho passato sulla sua tomba

Quanto tempo a stringere la mano di Shyusuran morente…

Io non aspettavo altro che di ammalarmi, lo speravo ardentemente, volevo morire perché vivere non mi interessava più, forse allora tu non mi capivi, la tua voglia di respirare, la tua forza di vita non si spegneva mai, tu non potevi assolutamente tollerare chi desidera la morte, ma veder morire la persona che ami con il sorriso sulle labbra ed un saluto ancora acceso negli occhi, dovergli dire addio senza piangere per non procurargli dolore, vedere la fiamma azzurra che era sempre brillata nei suoi occhi infantili che si spegneva rapidamente come quando si accendeva di rabbia, guardarlo con gli occhi di una madre, di un’amica e di un amante allo stesso tempo, consolarne i dispiaceri, asciugarne i pianti, la tua migliore amica che ti muore tra le braccia, la sua dolcezza, lei sempre allegra, a volte fino ad essere insopportabile, testarda, forte , mascolina… come si può accettare che una persona tanto piena di vita se ne vada tanto in fretta

Sarjarim non è dunque stata ingiusta?

Con noi della base lunare e con gli abitanti di Sia, tutti sbagliano, tutti cadono poi si rialzano

A noi invece non è stato concesso

Abbiamo sbagliato e siamo stati puniti, non tanto con la malattia e con la morte… forse per alcuni si ma non per me, la morte non era una punizione, la nostra dea mi ha punita togliendomi tutto ciò che avevo di più caro…

Temo di essere noiosa, ma vedi, quando si ama una persona, quando la si segue per tanto tempo il cuore si logora ed anche se ora vivi la felicità la tua mente non potrà mai dimenticare le sofferenze patite in passato, tu che bella e luminosa come un astro attraversavi il cielo degli occhi di Gyokuran e lo portavi via con te, i suoi occhi ti guardavano e vivevano di ogni tuo movimento, quel giorno alla festa lui ti fissava con occhi estasiati, inondati dalla tua luce, si nutriva del tuo candore e della tua divinità… fu il giorno peggiore.

Non te ne faccio una colpa...




FINE